Alla domanda "Esiste un senso di percorrenza delle Vie Ferrate?" viene naturale rispondere in prima istanza quello di salita. Poi, ricordandosi di alcuni itinerari dove si incontrano persone che scendono dalla via ferrata che stiamo salendo, ci sorge il dubbio che forse non sia obbligatorio percorrerle in salita. Eppure talvolta si incontrano cartelli che fanno esplicito divieto di percorrere la via in discesa. Cerchiamo di far chiarezza tra le situazioni che possiamo incontrare.
Se non esplicitamente vietato da cartelli o indicazioni chiare, la risposta a questa domanda è no. Cerchiamo tuttavia di fare alcune precisazioni. Le Vie Ferrate italiane nascono come vie attrezzate di salita in ambienti di montagna che, con l'autoassicurazione e il sostegno della fune metallica oltre agli infissi installati, permettono di salire vie altrimenti alpinistiche. Il contesto ambientale in cui erano solitamente installate le vie ferrate in Italia è un ambiente di montagna, spesso di alta montagna. Le storiche vie ferrate dolomitiche, delle Alpi occidentali e orientali così come quelle appenniniche, al Gran Sasso e nelle Alpi Apuane seguivano linee di salita logiche che sfruttano le debolezze naturali della roccia. Recentemente, sono state costruite un numero sempre crescente di vie ferrate in stile francese che salgono pareti molto verticali e atletiche con abbondanza di infissi installati. Queste vie sono caratterizzate da elevata esposizione e, generalmente, le difficoltà tecniche sono accentuate dalla linea di salita scelta. Mantenendo a mente questo cambiamento sullo stile delle vie ferrate, quando non è esplicitamente vietato è possibile percorrere la via ferrata in discesa.
Sì esistono vie ferrate dove cartelli o chiare indicazioni vietano di percorrere la via nel senso di discesa. Le motivazioni sono principalmente per la linea di salita, la presenza di materiale instabile oppure l'elevata frequentazione della via che potrebbero creare situazioni pericolose in caso di incroci lungo il percorso. Tra le ferrate che citiamo fare esplicito divieto ci sono la Ferrata delle Aquile alla Paganella, la Ferrata della Ruceia in Val di Susa, la Ferrata Anelli delle Anguane in Val d'Astico e diverse altre.
Assolutamente sì. A prescindere dalla presenza di un cartello che ne vieti esplicitamente la percorrenza in discesa, molte vie ferrate aumentano le difficoltà dell'itinerario se percorse in discesa. Percorrere una via ferrata in discesa richiede maggiore abilità e tende a stancarci maggiormente le braccia perché si tenderà a utilizzare maggiormente il cavo per aiutare la discesa. E' innegabile che disarrampicare sia meno naturale e più difficile che arrampicare. Ci sentiamo quindi di sconsigliare fortemente di percorrere in discesa tutte quelle vie ferrate classificate come Molto Difficili ed Estremamente Difficili. Ci sentiamo anche di consigliare un'attenta valutazione se percorrere in discesa una via classificata come Difficili. Per maggiori informazioni sulle Scale di Difficoltà delle vie ferrate, ecco un nostro articolo di approfondimento.
Si incontrano due tipologie di vie che vengono comunemente percorse in discesa. La prima tipologia sono quelle vie in cui la discesa avviene a ritroso per la ferrata stessa, come ad esempio la Ferrata all'Averau, la Ferrata al Procinto e la Ferrata del Lago al Pizzo Andolla per citarne alcune. Oltre questa tipologia, indichiamo anche quelle vie inserite in itinerari ad anello comunemente percorsi da entrambi i versi: l'anello al Sorapiss include la Ferrata Berti e la Ferrata Vandelli, l'anello dello Schiara include il trittico Zacchi, Berti e Marmol così come il Civetta è spesso percorso salendo dalla Ferrata degli Alleghesi e scendendo dalla Ferrata Tissi. Discorso analogo si può fare per la ferrate con sviluppo orizzontale o lungo cenge, come ad esempio la Ferrata Sasse al Lago di Idro, la Cengia Gabriella o il Sentiero Astaldi nelle Dolomiti. Infine, le Dolomiti di Brenta sono un reticolo di vie ferrate dove è prassi percorrere tratti di alcune vie in entrambe le direzioni.
Volendo trarre le conclusioni, alla domanda originale dell'articolo se esiste un senso di percorrenza delle vie ferrate possiamo rispondere "Salvo diversamente specificato, no". Salvo quando esplicitamente vietato con appositi cartelli, le vie ferrate possono essere percorse in entrambi i sensi di marcia. Sono fortemente sconsigliate in discesa vie ferrate classificate Molto Difficili ed Estremamente Difficili così come richiedono un'attenta valutazione quelle classificate Difficili. Val la pena di aggiungere che, come sempre in montagna, serve buon senso: evitare di percorrere vie ferrate in discesa in periodi in cui sono molto trafficate perché l'inevitabile incrociarsi nei due sensi richiede qualche manovra che non sempre è agevole. Moltiplicare queste manovre per decine di volte può rendere l'escursione ancora più lunga e faticosa di quanto fosse previsto. Infine, ulteriore attenzione serve nel percorrere in discesa le vie per evitare lo spostamento di sassi e detriti che inevitabilmente sono più difficili da vedere mentre si scende.
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Filippo Rosi
28/03/2019 alle 14:50Bell’articolo. Non mi azzarderei mai a fare la Tabaretta in discesa anche se ci fosse il cartello “Divertente in discesa” 🙂