Conoscersi ed essere oggettivi sulle proprie condizioni fisiche, abilità ed esperienze pregresse è un antidoto universale allo stare lontano dai guai in montagna. Se da un lato è bello e giusto mettersi alla prova e alzare gradualmente la propria asticella, dall'altro lato è fondamentale evitare di sovrastimare le proprie capacità. Avere informazioni sull’itinerario che si andrà a percorrere è necessario per evitare di trovarsi in difficoltà, calcolare male le tempistiche e creare situazioni di pericolo per sé, per i nostri compagni di uscita e per eventuali soccorritori. Questo approfondimento fornisce alcuni spunti per aumentare la consapevolezza di sé e dell’itinerario che andremo a percorrere.
Per chi è un assiduo frequentatore della montagna come escursionista diremo cose ovvie, ma le caratteristiche proprie dell'itinerario sono un aspetto fondamentale da cui partire. Come prime informazioni sull’itinerario consigliamo di valutare se la lunghezza del percorso, il dislivello (assoluto e relativo) e la durata dell’itinerario sono oggettivamente alla nostra portata. Questa analisi deve essere fatta ancor prima della difficoltà tecnica della via ferrata.
Parliamo di preparazione fisica e psicologica a lunghe camminate, a salire dislivelli che possono metterci alla prova e a calcolare correttamente i tempi. Tutte le nostre relazioni hanno uno specchietto riassuntivo dove sono indicate la lunghezza dell’itinerario (come dato indicativo misurato in Km), il dislivello relativo (non considera i saliscendi) e la durata per un’escursionista mediamente preparato. La durata è naturalmente il frutto sia della propria preparazione fisica che della nostra gestione del tempo (mi fermerò diverse volte a fare foto?) che di eventuali imprevisti (traffico in ferrata? Errori nel seguire l’itinerario).
Noi consigliamo sempre di avere dimestichezza innanzitutto con l’escursionismo e con l’ambiente montano, prima di alzare l’asticella e intraprendere lunghe escursioni che includono vie ferrate. Percorrendo escursioni e sentieri attrezzati ci si impara a conoscere, a capire il proprio passo e la predisposizione e preparazione a macinare Km in orizzontale e in verticale. Le tempistiche che indicano i cartelli del CAI sono generalmente tarate su escursionisti mediamente preparati. Se noi non siamo in grado di mantenere le tempistiche indicate dal CAI dovremo considerare un extra margine di tempo e intraprendere escursioni anticipando la partenza.
A questo link una Guida su come leggere le nostre relazioni sul sito e coglierne tutte le informazioni presenti.
Se lunghezza, dislivello e durata sono molto legati alle nostre condizioni fisiche, l’altitudine massima che raggiunge la via inizia a coinvolgere la nostra effettiva esperienza in ambiente. Indubbio che un’escursione di molti Km che include 1000 m di dislivello possa richiedere un certo sforzo. Ma se partiamo dal livello del mare, l’ambiente che andremo ad affrontare avrà determinate caratteristiche. Ben diverso è salire sopra certe quote. E’ tutt’altro che raro che nevichi in piena estate sopra i 3000 m. In linea di massima, ci sentiamo di dire che le escursioni che salgono oltre i 2500 m, anche se intraprese nel periodo estivo, richiedono un’attenzione particolare. Serve tenere in considerazione che, salvo rare eccezioni, l’ambiente sarà piuttosto isolato. Dovremo valutare con attenzione le condizioni meteo prima di partire. Senza fare inutili allarmismi, come per ogni altra attività in montagna, conviene procedere per gradi e non saltare tappe. Sconsigliamo ad esempio di passare dalle classiche ferrate moderne a bassa quota subito a una ferrata a 3000 m in ambiente molto alpino, isolato e con lunghi avvicinamenti e rientri. A quelle quote ogni imprevisto può essere più difficile da gestire. Quindi aumentare gradualmente la nostra esperienza in ambiente montano.
L’appetito vien mangiando e, dopo le prime uscite, ci si abitua rapidamente all’esposizione e la voglia è quella di misurarsi con itinerari difficili. Il nostro sito mostra per ogni itinerario un grado di difficoltà dell’itinerario completo, inclusa la ferrata, seguendo la Scala di Difficoltà del CAI. Ogni itinerario è classificato facile, moderatamente difficile, difficile, molto difficile o estremamente difficile.
A fianco di questa classificazione dell’itinerario, abbiamo indicato 4 ulteriori livelli di dettaglio per specificare con scala da 1 a 5 difficoltà specifiche della via: difficoltà tecniche, difficoltà ambientali, esposizione e impegno fisico. Attenzione a valutare la propria preparazione in queste 4 aree:
Sul nostro sito è facile filtrare le vie ferrate per il livello di difficoltà complessivo dell'escursione o per uno dei parametri indicati sopra. A questo link una Guida su come filtrare gli itinerari.
Alcuni itinerari di vie ferrate hanno caratteristiche che li rendono particolari e richiedono alcune attenzioni particolari. In ogni relazione è presente un riquadro che mostra, tra le varie caratteristiche, se l’itinerario si svolte in Alta Montagna (es: raggiunge i 3000 m). Questi itinerari inevitabilmente richiedono abbigliamento adeguato a possibili cambi repentini di meteo e buona preparazione.
Alcuni itinerari richiedono di attraversare gallerie, spesso risalenti a conflitti bellici. Se una persona soffre di claustrofobia è opportuno valutare se abbia senso o meno intraprendere quell’escursione così come se intende percorrerla servirà avere con sé una torcia frontale.
Esistono vie ferrate che sono inserite all’interno di escursioni dove incontreremo ghiacciai o nevai perenni, come ad esempio molti itinerari nelle Dolomiti di Brenta, la Ferrata al Gran Paradiso, la Ferrata alla Presanella e molte altre. In queste escursioni sarà consigliabile (e talvolta assolutamente necessario) avere con sé i ramponi e la piccozza.
Abbiamo indicato gli itinerari che hanno un carattere alpinistico. Con questa classificazione intendiamo itinerari dove serve un po’ di fiuto alpinistico oppure la capacità di arrampicare in libera alcuni passaggi che potrebbero essere di grado maggiore al I+, come alcune Alte Vie oppure la Ferrata all’Antelao, la Ferrata Maximillian ai Denti di Terrarossa e molti altri.
Alcune vie ferrate hanno ponti sospesi. Indubbiamente per alcuni escursionisti sono un aspetto molto bello e adrenalinico. Per altri sono una variante all’ambiente montano e preferirebbero evitarli.
Valutare bene le condizioni meteo sia oggettive che per l’impatto che potrebbero avere verso di noi. Vanno esclusi gli itinerari di vie ferrate se sono previsti temporali perché i cavi metallici potrebbero attrarre fulmini e si rischiano conseguenze gravissime o fatali. Il problema principale col meteo avviene quando questo è variabile e si deve scegliere se partire assumendosi rischi – magari minimi – o rinunciare. La scelta è legata alla propria esperienza e all’itinerario. Attenzione quindi a pesare correttamente la nostra abilità di gestire eventuali rischi legati al meteo che, vale la pena ricordarlo, in montagna cambia molto più rapidamente che in pianura o al mare.
L’abbigliamento deve essere corretto per il nostro tipo di escursione e per permetterci di rientrare in buone condizioni anche se il meteo peggiorasse. Ferrate in quota ci impongono qualche riflessione su giacche, pile e altri indumenti che ci proteggono da pioggia o cali improvvisi della temperatura. Mai andare in alta quota con solo gli indumenti per un meteo stabilmente sereno. Per escursioni lunghe e isolate conviene avere nello zaino un kit di pronto soccorso, una coperta termica, un fischietto, un GPS o una bussola e altri semplici accorgimenti che possono diventare estremamente utili in caso di imprevisti. A questo link abbiamo preparato una guida dedicata a cosa mettere nello zaino.
Abbiamo preparato molte guide sul materiale obbligatorio e facoltativo per percorrere le vie ferrate in sicurezza. Ogni via richiede un’analisi a sé stante: se incontriamo ghiacciai è necessario avere con sé l’attrezzatura da alpinismo invernale così come la torcia frontale, che è bene averla sempre nello zaino, diventa un accessorio indispensabile se entriamo in gallerie.
L’ultimo elemento che non si deve dimenticare è il buon senso e la capacità di rinunciare se le condizioni nostre o ambientali non sono buone e il rischio di andare incontro a gravi pericoli ci sembra concreto.
Fondatore di Ferrate365
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