L'Alta Via Bepi Zac è un itinerario molto bello che si sviluppa lunga la cresta rocciosa da Passo Selle a Forcella Laghet sul Gruppo Monzoni in provincia di Trenta. L'itinerario presenta alcuni punti attrezzati ed esposti che richiedono attenzione sebbene larghi tratti della prima metà della via si potrebbero essere considerati facili. Itinerario dal grande interesse storico per i resti delle trincee e postazioni belliche della Prima Guerra Mondiale.
Il punto di partenza dell'itinerario è nei pressi del Passo di San Pellegrino (1907 m), in provincia di Trento, sull'omonima statale che collega Moena (Val di Fassa) con Falcade. Se si desidera prendere la funivia per il primo tratto di itinerario conviene parcheggiare nei pressi dell'Hotel Monzoni e prendere la funivia che sale in direzione del Passo delle Selle (Indicazioni per Google Maps disponibili qui).
Se invece non si volesse utilizzare la funivia per la salita, potrebbe aver senso parcheggiare proprio al passo da cui prenderemo in salita, e successivamente in rientro, il sentiero 604. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
L'obiettivo del nostro avvicinamento per intraprendere l'Alta Via Bepi Zac è di raggiungere il Rifugio al Passo delle Selle (2528 m). Come anticipato nel paragrafo sopra, per colmare parte dei 700 metri di dislivello dell'avvicinamento è possibile prendere la funivia che dal Passo ci porta vicini al Rifugio. In questo caso raggiunta la stazione a monte della funivia proseguiremo inizialmente verso nord sul sentiero 604A fino a un bivio dove ignoriamo dritte le indicazioni per Forcella Ciadin e Cima Uomo e proseguiamo su una traccia sul prato che si stacca a sinistra e in falso piano nei prati ci porta a raggiungere il rifugio (45' dalla stazione a monte della funivia).
Se non vogliamo utilizzare la funivia, dal Passo - dove è ben visibile la cresta su cui si svilupperà l'alta via, prendiamo l'ottimamente segnato CAI 604 che in moderata e costante salita tra i prati ci condurrà prima al Ristorante Paradiso e poi al rifugio da cui partirà l'Alta Via Bepi Zac (1h 30' dal Passo di San Pellegrino).
Dal Passo delle Selle - crocevia di sentieri e punto di passaggio tra l'Alta Via Bepi Zac e l'Alta Via Bruno Federspiel - proseguiamo in direzione sud in direzione dell'evidente cresta passando a fianco di evidenti resti delle attività belliche e di monumenti alla Grande Guerra. Proseguiamo sul CAI 637 che ci aiuta a guadagnare rapidamente quota lasciandoci alle spalle Passo Selle, il Rifugio e il piccolo bivacco. Incontriamo le prime funi metalliche in tratti un poco franosi ma non difficili. Rimaniamo ora sul filo di cresta incontrando altri evidenti segni delle attività belliche del secolo scorso tra cui spiccano alcune gallerie.
Proseguiamo in salita incontrando in rapida successione il Piccolo Lastel (2697 m - 30' dal Passo Selle) e il Grande Lastel (2716 m - 1h dal Passo Selle). In entrambi i punti abbiamo una magnifica vista sui gruppi che circondano il Monzoni: il Gruppo Sella, il Catinaccio, il Col Ombert e il Colac con dietro la Marmolada e il proseguo della cresta su cui si sviluppa la via. Questo tratto è privo di difficoltà e i pochi tratti attrezzati sono per infondere sicurezza in tratti leggermente esposti.
Raggiunto il Grande Lastel iniziamo una serie di tratti in discesa e poi in salita con l'obiettivo di raggiungere Cima Campagnaccia. Questo tratto dell'escursione è molto interessante dal punto di vista storico, passando a fianco di barricamenti e camminamenti della Grande Guerra, traversine a tratti esposti, passerelle e scale che permettevano di collegare lati della montagna e intagli nella roccia. Un paio di passaggi sono più delicati dal punto di vista escursionistico presentando un traverso esposto, un tratto esposto sul filo di cresta e un piccolo balzo verticale fino a raggiungere la vetta di Cima Campagnaccia (1h 45' da Passo Selle) dopo aver risalito un canalino ripido e detritico.
Da Cima Campagnaccia inizialmente scendiamo verso un'ampia sella detritica (2680 m) dove noteremo la prima via di fuga indicata dal Sentiero CAI 604A che ci riporta agli impianti di risalita. Proseguendo l'itinerario risaliamo il versante opposto della sella in direzione di Cima Costabella che raggiungiamo dopo un tratto di salita su sentiero. Nei pressi della Cima Costabella (2762 m - 30' da Cima Campagnaccia - 2h 15' da Passo Selle) incontriamo una posizione di mitragliatrice austriaca e una galleria sbarrata.
Proseguiamo da Cima Costabella in piano fino a raggiungere uno sperone roccioso che rimontiamo con una comoda scala in legno oltre la quale scendiamo alcuni metri assistiti da una fune metallica. Scendiamo affrontando una prima galleria, poi una rampa discendente piuttosto ripida fino a entrare in una seconda galleria oltre la quale perdiamo quota fino a raggiungere un altopiano detritico dove è possibile interrompere la via scendendo in Val San Nicolò. In questo tratto è presente una rassegna fotografica dei risultati orribili degli aspri combattimenti svoltisi in questo pezzo di dolomiti. In questa zona è possibile prendere una deviazione sul 637B per entrare in una stanza ricavata nella roccia che fungeva da vedetta alle linee italiane. La salita al Sasso di Costabella (2730 m) è attrezzata e ci conduce all'interno di un monolite roccioso da cui usciremo sul versante nord con un breve tratto di roccette e una serie di scale all'interno di una fessura rocciosa. Dal monolite si hanno punti con vista sia sul Gruppo Sella che sul versante opposto. Proseguiamo ora in un tratto di sentiero in discesa raggiungendo Forcella Ciadin (2664 m - 2h 15' dall'attacco a Passo Selle) dove termina la prima metà dell'Alta Via Bepi Zac con l'opzione di terminare l'itinerario e rientrare al Passo di San Pellegrino.
Proseguendo l'alta via, bisogna tenere in conto che le difficoltà aumenteranno in questa sezione. Inizieremo percorrendo una stretta cengia con una passerella in legno per poi proseguire il sentiero verso un tratto attrezzato più impegnativo, composto da un traverso e una breve placca verticale. Proseguiamo alternando tratti di sentiero ad alcune roccette fino a raggiungere un diedro attrezzato. Risalito il diedro proseguiamo il sentiero fino a raggiungere un tratto abbastanza verticale che corre lungo una fessura. Risaliamo anche questo tratto e ci troviamo quindi a risalire un canalino. Siamo ora in cresta e percorriamo un tratto di sentiero non protetto decisamente più adrenalinico ed esposto di quelli precedentemente percorsi. Proseguiamo tra modesti saliscendi, talvolta attrezzati, fino a raggiungere la Forcella dell'Uomo (2840 m - 3h 45' dall'attacco a Passo Selle).
Da Forcella Uomo si potrebbe imboccare dopo pochi metri la salita a Cima Uomo (3010 m - 2h a/r di carattere alpinistico senza assicurazioni) mentre se si vuole concludere l'Alta Via Bepi Zac si procede in discesa in direzione del Rifugio Fuciade. Questo tratto è ripido e detritico con un passaggio più impegnativo della media della via composto da una parete di una decina di metri da discendere utilizzando gli appigli naturali e artificiali presenti. Percorso questo tratto scendiamo a Forcella Leghet dove termina l'Alta Via Bepi Zac (4h da Passo Selle).
Da Forcella Laghet abbiamo un bivio:
L'itinerario dell'Alta via Bepi Zac è un itinerario di assoluto interesse e presenta difficoltà moderate in lunghi tratti del percorso con alcuni tratti maggiormente impegnativi ed esposti, sopratutto nel tratto fine tra Forcella Ciadin e Forcella Laghet. L'alta via richiede un buon allenamento essendo abbastanza lunga e il dislivello complessivo è maggiore di quello assoluto se si considerano i vari saliscendi percorsi durante l'itinerario. Può essere utile una torcia per alcune delle gallerie presenti. Da evitare in caso di tempo instabile essendo quasi tutta sulla cresta o poco sotto. Molto consigliata la variante che sale al Sasso di Costabella.
L’Alta Bepi Zac via è intitolata nel 1981 al noto alpinista fassano Bepi Pellegrin (detto Zac), grande appassionato di storia locale. Bepi Zac era anche il rifugista che lavorava al Rifugio di Passo delle Selle - dove ha inizio l'Alta Via - ora passato di mano al figlio Floriano. Nel corso del 2020 è stata oggetto di manutenzione.
Costabella era un importante caposaldo difensivo del fronte austriaco nel settore della Marmolada. L’esercito italiano aveva conquistato Sasso Costabella e Cima Uomo: sfondando al Passo delle Selle, avrebbe potuto raggiungere agevolmente la Val di Fassa scardinando la linea difensiva austro-ungarica. Nonostante aspri combattimenti, di cui si vedono chiare le testimonianze, gli italiani non conquistarono mai il Passo delle Selle ma solo Cima Costabella per poco meno di 2 settimane.
La zona del Monzoni e del versante occidentale della Marmolada è ricca di itinerari attrezzati lasciando molte opportunità agli appassionati di vie ferrate. Un lungo itinerario ma decisamente appagante è di abbinare l'alta via Bepi Zac con l'altra alta via nel Monzoni, ovvero la Bruno Federspiel. Volendo si potrebbe proseguire ulteriormente verso nord e abbinare la Ferrata Gadotti al Sass Aut. Se invece si volesse scendere sul versante della Val San Nicolò abbiamo alcune opzioni: si potrebbe optare per un lungo itinerario alla Ferrata Ombretta sotto la Marmolada oppure dal Passo San Nicolò procedere alla Ferrata Kajserjager al Col Ombert. Per le persone molto preparate, sempre in val San Nicolò si sviluppa la molto difficile Ferrata dei Magnifici 4.
Spostandoci invece verso il Catinaccio si possono percorrere alcune magnifiche ferrate in un contesto maestoso. Tra le varie, segnaliamo la Ferrata Santner, la Ferrata al Catinaccio d'Antermoia, la Ferrata Masarè e la Ferrata Roda di Vael.
Devi accedere per lasciare una recensione
marianna.rossi698
16/08/2019 alle 23:36Bellissima escursione per i panorami, la via attrezzata in sé, con saliscendi, ponticelli, scalette e gallerie, e di notevole interesse storico.
Dal Sass de Costabela, dopo aver preso la variante che conduce a un museo fotografico allestito in una della tante gallerie e rifugi scavati nella roccia (consigliatissima), poco prima di scendere a Forcella Ciadin, siamo tornati indietro per comodo sentiero, e abbiamo imboccato il sentiero 637B lungo un non banale ma divertente ghiaione verso la Val San Nicolò.
Federico Bertacchini
16/08/2019 alle 21:14Bella e di carattere storico
dario.graziano
08/08/2019 alle 07:33Davvero bella e intersssnti le trincee della prima guerra mondiale. Percorsa con 2 ragazzi di 11 anni e guida
Filippo Rosi
09/03/2019 alle 16:30Fatta tutta tranne la salita a Cima Uomo per limiti di tempo. Tornerò per quel giro prendendolo a parte. La via è bella, non difficile anche se serve bel tempo per evitare tratti scivolosi nelle zone non attrezzate.