Relazione dell'impegnativa Ferrata Bolver Lugli allo Spallone del Cimon della Pala. La ferrata è una ferrata di media difficoltà con alcuni passaggi impegnativi. Il contesto è di alta montagna con lungo avvicinamento e lungo, impegnativo rientro tramite funivia. E' un'escursione da pianificare con attenzione al meteo.
Il punto di partenza dell'itinerario è la stazione della funivia Col Verde che parte da San Martino di Castrozza in provincia di Trento. San Martino di Castrozza è generalmente raggiungibile dalla Val di Fiemme e quindi raggiungendo il Passo Rolle oppure dalla Strada Statale 50 che collega Bassano del Grappa al Passo Rolle. Giunti in paese sul versante del Passo Rolle, poco prima di uscire dal paese in prossimità di un tornante ci sono gli impianti di risalita. Parcheggiamo l'auto nel piazzale. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Se gli impianti fossero chiusi o non si volesse salire con gli impianti, si può parcheggiare l'auto in prossimità di un successivo tornante dove parte il sentiero che sale prima a Malga Pala e successivamente alla stazione a monte della funivia. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Visto il lungo itinerario di salita e rientro consigliamo di prendere gli impianti e di arrivare alla stazione della funivia di Col Verde risparmiando circa 500 m di dislivello. Dalla stazione a monte della funivia proseguiamo in salita per pochi minuti fino a raggiungere una palina dove incontriamo la prima indicazione per la ferrata. Teniamo la sinistra in salita seguendo il segnavia 706. La salita inizia gradevole nel bosco, dove incontriamo un singolare cartello, per poi passare in breve su pietraie che, essendo rivolte a sud, inevitabilmente si scalderanno rapidamente aggiungendo un ulteriore elemento di fatica all'escursione. Proseguiamo in costante salita fino a incrociare il sentiero 712. Ignoriamo il bivio, proseguendo verso nord in direzione delle alte pareti sudest del Cimon della Pala. Raggiungiamo quindi la targhetta metallica della Ferrata Bolver Lugli (ca 2300 m - 1h dalla stazione a monte della funivia) che tuttavia è il preludio al vero attacco che avviene ben 300 metri di dislivello oltre.
Da questo tratto il sentiero di avvicinamento cambia marcia e, seguendo i segni rossi, si inizia a salire su roccette (max II- grado), tracce di sentiero su sassi e tratti attrezzati. Proseguendo in ripida salita su fondo detritico e talvolta infido guadagniamo quota con San Martino di Castrozza dietro le nostre spalle e infine incontriamo l'attacco appoggiato della Ferrata Bolver Lugli (1h dalla targa metallica - 2h dalla stazione a monte della funivia).
Iniziamo la ferrata spostandoci in diagonale verso sinistra su alcune roccette all'interno di un canalino che sale verso uno spigolo che aggiriamo e affrontiamo altre roccette e facili balzi in salita. Raggiungiamo un camino non particolarmente impegnativo che risaliamo con la fune sul lato destro e ottimi appigli sia al centro del camino. Usciamo dal camino e dopo un breve tratto verticale attrezzato siamo un tratto di collegamento nella ferrata. Uno sguardo alla nostra sinistra e vediamo in lontananza la meta finale del nostro itinerario: la stazione a monte della funivia del Col Rosetta.
Terminato il tratto di collegamento segnato con bolli rossi raggiungiamo nuovamente le attrezzature. Seguiamo il cavo che sale diagonale per aggirare un paio di sassi prima a destra poi a sinistra e ci troviamo sotto una bella parete verticale. La parete risulta ottimamente appigliata e si può agevolmente arrampicare sfruttando le naturali debolezze della roccia guadagnando piacevolmente il termine di questa parete. Percorriamo ora un esposto traverso orizzontale ricco di comodi appoggi per i piedi. Raggiungiamo una seconda parete verticale da risalire più impegnativa della precedente.
Percorriamo ora un tratto vario dove pieghiamo inizialmente verso destra su alcuni gradoni per poi salire un tratto verticale e posizionarci in un pulpito panoramico. Saliamo una placchetta posta sul lato sinistro di uno speroncino e quindi ci posizioniamo sotto una parete dove incontriamo la prima staffa della via prima di attaccare la salita che prosegue a zigzag in salita. La parte alta di questo tratto ci porta a sinistra su un traverso orizzontale da cui ripartiamo verticali in forte esposizione verso sinistra.
Saliamo ora inizialmente in diagonale e quindi alcuni brevi tratti verticali fino a raggiungere una parete verticale che parte sul lato destro di una fessura. Saliamo su una serie di solide staffe metalliche per poi proseguire verticali con roccia più povera di appigli di altre sezioni della via. Proseguiamo ora in una sezione che si mantiene piuttosto difficile. Affrontiamo un diedro con la fune sul lato destro e quindi ci spostiamo all'interno di uno stretto canalino. La fune corre a destra e sebbene gli spazi non siano molti si trovano buoni appigli e si esce dal canalino senza eccessive difficoltà. Aggiriamo un aereo spigolo e saliamo un passaggio piuttosto impegnativo e leggermente strapiombante. Poi raggiungiamo un diedro appoggiato da affrontare cercando gli appoggi anche sul lato opposto alla fune. Proseguiamo in salita affrontando una placca appoggiata.
Siamo nell'ultima sezione della via con la fatica che inizia inevitabilmente a farsi sentire anche a causa dell'altitudine (ca 3000 m). A compensare la fatica il panorama che ci circonda e ci sovrasta con le slanciate forme delle Beppine a fianco a noi che ci danno l'energia per concludere gli ultimi metri. Proseguiamo in salita su un tratto gradonato in direzione di un'evidente forcellina che raggiungiamo oltrepassandola. Sul versante opposto appare il Bivacco Fiamme Gialle e il panorama cambia completamente. Percorriamo un breve tratto di cresta attrezzata verso sinistra, poi pieghiamo a destra e seguiamo l'evidente traccia di sentiero fino a raggiungere il Bivacco Fiamme Gialle (3005 m - 2h dall'attacco - 4h totali).
Raggiunto il Bivacco Fiamme Gialle e, dopo essersi goduti il panorama magnifico che lo circonda, si deve intraprendere il lungo rientro che ci metterà davanti ad alcune interessanti opzioni. Innanzitutto dovremo raggiungere il Passo del Travignolo (2985 m). Il passo divide a sud il Cimon della Pala e a nord Cima Vezzana. Per raggiungere il passo tagliamo a mezzacosta in discesa dal bivacco. Attenzione a possibili tratti innevati in base alla stagione. Raggiunto il passo (15' dal bivacco) abbiamo una prima scelta davanti a noi: salire a Cima Vezzana o rientrare subito per la Val dei Cantoni.
Scegliendo di salire a Cima Vezzana, si prosegue sul sentiero 716 che dal passo ci porta in vetta a Cima Vezzana e successivamente prosegue per la Val Strutt. Proseguiamo in salita verso nord portandoci sul versante opposto e iniziando a salire con moderata pendenza verso la forcella che divide Cima Vezzana da Cima Nuvovo. Dal bivacco a questo punto è comune incontrare tratti innevati. Ora iniziamo un tratto in cresta che ci porta a una conca. Risaliamo la conca, generalmente innevata anche in stagione inoltrata, verso l'anticima prima e successivamente lungo un sentiero non difficile fino alla vetta di Cima Vezzana (3192 m - 1h dal Bivacco Fiamme Gialle).
A questo punto possiamo scegliere:
Entrambe le opzioni sono impegnative e scendono lungo nevai. La prima opzione è più breve, la seconda più lunga percorrendo anche il Sentiero delle Farangole che scende molto più a valle rispetto al sentiero della Val Cantoni. Proseguiamo la descrizione della discesa con la prima opzione. Se si vuole scegliere la seconda lunga opzione, rimandiamo alla relazione della Ferrata Gabitta Ignoti, tenendo in considerazione la lunghezza dell'itinerario e il solo Bivacco Brunner come punto d'appoggio fino alla stazione di rientro della funivia.
Rientrati al Passo del Travignolo iniziamo la ripida discesa nel vallone generalmente innevato. La situazione dell'innevamento e dei crepacci varia da stagione a stagione sebbene generalmente i crepacci siano presenti nella parte inferiore. Dopo i primi 20 minuti in discesa sul nevaio dovremo prestare attenzione a un grosso sasso al centro della valle dove una freccia ci indica di spostarci sul lato destro del nevaio verso la roccia. In questo tratto usciamo dal nevaio per evitare un tratto particolarmente ripido e incontriamo alcuni tratti attrezzati. Proseguiamo lungo la discesa del vallone e un paio di attraversamenti sulla neve su passi esposti sono da fare con attenzione. Terminato il tratto di discesa lungo il vallone (ca 1h dal bivacco) seguiamo a destra il sentiero 716 che taglia a mezzacosta in salita verso il Passo Bettega (2658 m). Giunti al passo ignoriamo la traccia che si stacca a sinistra e proseguiamo in discesa dal passo fino a un bivio: a destra si scende ripidi (roccette) verso Col Verde oppure a sinistra su sentiero privo di difficoltà verso il Rifugio Pedrotti-Rosetta (2581 m) e quindi in salita alla stazione a monte della funivia presso il Rifugio Rosetta (2678 m - 2h dal termine del vallone - 3h dal bivacco Fiamme Gialle - 7h senza salita a Cima Vezzana - 9h con salita a Cima Vezzana).
L'escursione che include la Ferrata Bolver Lugli si svolge su un itinerario lungo con un elevato dislivello in un ambiente decisamente alpino. La ferrata va intesa come una parte dell'escursione e non necessariamente la più impegnativa. Il lungo rientro merita sicuramente di essere tenuto in considerazione così come l'avvicinamento. Attenzione a seguire i vari bolli rossi in salita e non perdere la traccia soprattutto tra la targhetta e l'attacco della ferrata così come lungo la salita a Cima Vezzana. Per percorrere questo itinerario è richiesta una buona dose di esperienza di montagna oltre che di vie ferrate. Consigliamo di partire presto per fare l'avvicinamento all'ombra e sopratutto per avere tempo necessario per fare rientro alla funivia prima della chiusura o per avere tempo a sufficienza per scendere a San Martino a piedi. A inizio stagione saranno molti i i nevai da attraversare: uno piuttosto ripido proprio sotto l'attacco, uno prima del Bivacco e uno decisamente ripido tra il Bivacco e il Passo da cui si può salire a Cima Vezzana o scendere la Val Cantoni. Giunti al Passo Bettega incontreremo altri nevai sia in discesa che verso il rifugio. Per questo motivo consigliamo di avere con sé sempre i ramponi e (almeno) le bacchette. L'uso effettivo dei ramponi sarà da valutare in loco in base alla consistenza della neve.
La via ferrata Bolver Lugli fu costruita dalle Aquile di San Martino e inaugurata nel 1970. La via sale una via alpinistica storica risalente al 1921 - la Via Higusi - aperta dagli alpinisti Hilde, Sigur e Langes. La via è stata intitolata a Bolver Lugli, notaio di Mestre, deceduto due anni prima, e finanziata dalla moglie. L'ultimo ristrutturazione della via ferrata risale al 2016.
Come anticipato nella relazione, una classica opportunità è di abbinare alla salita della Ferrata Bolver Lugli la salita a Cima Vezzana e la discesa con la Ferrata Gabitta Ignoti. Per un itinerario più lungo sulle Dolomiti delle Pale di San Martino si può far tappa al Rifugio Pedrotti da cui eventualmente intraprendere il Sentiero Attrezzato Gusella, la Ferrata del Porton e la Ferrata Velo oltre che eventualmente la Ferrata della Vecia in discesa. Procedendo verso est si può raggiungere il Sentiero Attrezzato del Cacciatore oppure la difficile Ferrata Dino Buzzati al Cimerlo.
La zona delle Pale di San Martino offre anche nel versante orientale molti itinerari attrezzati, generalmente piuttosto impegnativi: la Ferrata del Canalone e la Ferrata Fiamme Gialle sul versante trentino mentre la Ferrata Stella Alpina e la Ferrata dell'Orsa sul versante Veneto.
Un'altra interessante opzione se si abbina la Ferrata Bolver Lugli con la Ferrata Gabitta d'Ignoti è di proseguire verso il Passo delle Farangole e raggiungere il Rifugio Mulaz da cui poi eventualmente percorrere (in questo caso in discesa) la Ferrata del Mulaz.
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Paolo F
07/09/2020 alle 10:53Ferrata che non presenta particolari difficoltà tecniche (si arrampica benissimo sulla roccia senza usare troppo il cavo), a rendere il tutto più complesso è la lunghezza dell’itinerario. L’avvicinamento è piuttosto lungo così come il rientro.
Consiglio di salire alla cima della Vezzana (circa 1 h dal bivacco fiamme gialle) il panorama merita sicuramente. Attenzione al rientro per la valle dei cantoni in quanto varia da stagione a stagione in base all’innevamento dell’anno precedente.
Nel complesso giro decisamente molto appagante.
highlander.69
08/08/2020 alle 21:03Salita il 6 agosto 2020.
Avvicinamento lungo e ripido, con partenza a piedi da San Martino di Castrozza.
L’attacco vero e proprio della via, dopo la targa iniziale, non è così semplice da trovare, mancano indicazioni chiare. Roccia solida e “arrampicabile”, cavo sempre ben teso. Panorama stupendo, dal bivacco Fiamme Gialle discesa mai banale, prima per sfasciumi fino al passo del Travignolo, poi su sentiero o nevaio per la Valle dei Cantoni, salto roccioso di I grado privo di protezioni, risalita per il passo Bettega e successiva discesa sul versante opposto con salita finale al rifugio Rosetta.
Da lì, in 15 minuti, si raggiungono gli impianti per la discesa che, in considerazione del fatto che, all’andata siamo saliti a piedi, tutto sommato sono stati molto apprezzati.
loris.begnini
27/07/2020 alle 16:34Bellissima ferrata in quanto molto varia. Panorama mozzafiato!!
Ferrata comunque impegnativa in quanto lunga da percorrere.
La consiglio vivamente.
fabriziocavazzuti
19/07/2020 alle 20:53Bellissima ferrata…. Tracciata benissimo…. La prima che riesco a fare senza mai utilizzare artificiale ma solo arrampicando su roccia, in piena sicurezza grazie al cavo.
Unico neo il sentiero di rientro dopo passo Bettega, in cattive condizioni di sicurezza, percorribile solo se esperti
billogila
30/06/2019 alle 21:43Great ferrata!
We took the funivia to get closer to the attach quicker .
The rock was great , the scenary very beautifull and difficult enough to keep you concentrated, but never out of contest.
We departed early in the morning and we made it untill the top in the shade.
The way back is what makes the ferrata more difficult, it’s a long way to go back or getting to the refugio. Also there is a very steep channel full of snow (30-06-19), which it needed a lot of care due to the melted snow on top and more compact one beneath.
Overall .. awsome! Enjoy and take care to the rolling rocks!
Alessandro Iotti
30/06/2019 alle 21:29Una delle ferrate più belle che ho percorso. Roccia super, salita di difficoltà media, mai banale né mai difficile. Proprio bella. Quando si apre la vista sulla Val Cantoni e le ardite cime che la circondano è un’emozione. Rientro bello e “impegnativo” nel vallone. La consiglio al 100%
tommy.pt76
23/04/2019 alle 19:27La prima parte è veramente molto semplice…la seconda invece è stupenda molto arrampicabile anche su roccia con difficoltà superiore che all’inizio …il paesaggio un po’ monotono durante la salita ma nel finale è bello e la discesa per il canalone fantastica
Filippo Rosi
10/03/2019 alle 08:14Che gran bel giro! Ferrata classica con alcuni passaggi di impegno ma non estremi. Bellissimo il contesto. Non son salito a Cima Vezzana. Gran bell’itinerario