La Ferrata Campanili del Latemar è una ferrata tecnicamente semplice che si sviluppa in un ambiente suggestivo di alta montagna. Il percorso si sviluppa lungo l'omonima catena montuosa.
Il punto di partenza dell'itinerario è la stazione a monte della funivia Oberholz che parte dal paese di Obereggen in provincia di Bolzano. Si può raggiungere Obereggen sia da Bolzano risalendo la statale che porta in val di Fassa e poi procedere in direzione del Passo di Lavazè oppure da Cavalese in val di Fiemme risalendo sempre la statale del Passo Lavazè e scendere in direzione di Bolzano fino alle chiare indicazioni. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Scesi dalla seggiovia seguiamo le indicazioni per la Forcella dei Camosci seguendo il sentiero 18 che si inerpica prima su tornanti poi su un ambiente gradualmente sempre più roccioso fino all'ultimo tratto più verticale attrezzato con funi metalliche. Raggiunta la Forcella dei Camosci (2590 m - 1h 45' dalla stazione a monte della funivia), ignoriamo il sentiero (516) che a destra raggiunge il Rifugio Torre di Pisa e si seguono a sinistra (18) le indicazioni per la Forcella dei Campanili. Alla nostra destra vediamo la desolata Val Sorda mentre dritto a noi vediamo la frastagliata Catena del Latemar meta del nostro itinerario. Proseguiamo sull'altopiano e raggiungiamo la Forcella dei Campanili (45' dalla Forcella dei Camosci - 2h 30' totali). Seguendo le indicazioni del grosso cartello, conviene mettere l'imbraco in questo tratto poiché in breve si inizierà la ferrata.
Alla Forcella dei Camosci teniamo il sentiero 511 a sinistra che procede più alto rispetto al sottostante 18 che sarà invece il nostro sentiero di rientro. Seguiamo i segni bianco rossi e, risalite alcune facili roccette (attenzione se umide), si raggiunge il primo cavo metallico della Ferrata dei Campanili del Latemar (15' dalla Forcella dei Campanili - 2h 45' totali).
Iniziamo salendo in diagonale verso destra alcune roccette che ci conducono, sotto una singolare guglia rocciosa, a una lunga cengia attrezzata nella prima parte con il cavo che funge principalmente da corrimano. Dopo questo tratto percorriamo un tratto di sentiero esposto ma facile che ci conduce a uno dei tratti caratteristici del percorso: una forcella terrosa di colore scuro dove un cavo abbastanza alto ci darà sicurezza nell'attraversare questo esposto tratto. Superata la forcella (2730 m - 20' dall'attacco) rimontiamo sul versante opposto senza difficoltà prima di iniziare una panoramica ed esposta cengia attrezzata.
Iniziamo ora un tratto di sentiero non difficile con un alternarsi di tratti attrezzati e non fino a raggiungere una nuova forcella attrezzata dove alla nostra sinistra c'è un altro punto molto iconografico di questa via ferrata: un masso incastrato tra due pareti vicinissime tra loro di fronte alla forcella in cui passiamo noi. Proseguiamo il sentiero in quota che si sviluppa tra cenge ora non protette fino a raggiungere la deviazione (2760 m - 1h dall'attacco) non segnalata per raggiungere la Torre Diamantidi (2842 m - 30' a/r). Se si vuole raggiungere Torre Diamantidi si devono seguire gli omini di pietra fino a raggiungere la madonnina che contraddistingue la vetta. Stupendo panorama sul Catinaccio di fronte a noi. Il rientro sulla via ferrata avviene a ritroso.
Dalla deviazione proseguiamo nel nostro itinerario in direzione della Cima Latemar di fronte a noi. Proseguiamo scendendo alcuni metri attrezzati per poi arrivare a un canalino dove risaliamo sul versante opposto in un singolo passaggio maggiormente impegnativo rispetto ai precedenti per poi percorrere una nuova esposta cengia. Ci incamminiamo ora verso il passaggio chiave della via. Dovremo scendere alcuni metri in direzione di un canalino. Il passaggio avviene in diagonale sfruttando ottime cambre. Va tenuto in considerazione che il passaggio è lievemente strapiombante quindi conviene non temporeggiare inutilmente in questo passaggio per non sforzare le braccia. Risaliamo sul versante opposto del canale su un traverso diagonale di media difficoltà dove buoni appigli per i piedi ci aiutano nella progressione.
Siamo ora nel tratto conclusivo della ferrata. Siamo ora sopra un costola rocciosa sotto la quale vediamo il Bivacco Rigatti col suo caratteristico involucro arancione e dietro di noi vediamo Torre Diamantidi. Percorriamo in discesa alcuni metri piuttosto verticali e poi affrontiamo un tratto di cresta prima di scendere su un più comodo sentiero e raggiungere il cartello che ci indica la fine della Ferrata dei Campanili del Latemar. Siamo ora in prossimità del bivacco e di Forcella Grande (2650 m - 2h 15' dall'attacco se si è saliti a Torre Diamantidi e 5h totali - 1h 45' senza la deviazione e 4h 30' totali), nuovo crocevia di sentieri.
A questo punto l'escursione della via ferrata è terminata. Tuttavia se si volesse si può raggiungere la vetta di Cima Latemar/ Schenon (2h a/r). Per la salita a Cima Latemar si deve seguire la traccia che prosegue a mezzacosta seguendo i segni bianco rossi. In breve iniziamo alcuni passaggi di I grado in libera risalendo alcune roccette a tratti instabili. Saliamo sul crinale fino a notare alla nostra sinistra la croce. Lasciamo il sentiero 18 e raggiungiamo la grande croce di vetta (2791 m). Il rientro avviene a ritroso fino alla Forcella Grande. Nella durata dell'itinerario non è calcolata questa deviazione.
Dalla Forcella Grande dovremo percorrere il sentiero 18 che scende e percorre a ritroso il sentiero della ferrata ma ad altitudine più bassa. Il percorso è una lunga traversata a mezzacosta con vista sulla val Sorda fino a rientrare alla Forcella dei Campanili. A questo punto a ritroso fino alla Forcella dei Camosci e quindi in discesa fino alla stazione a monte della funivia (2h 30' dalla Forcella Grande - 7h totali senza salita a Torre Diamantidi né a Cima Latemar - 9h 30' con salita a entrambe le cime).
La Ferrata dei Campanili del Latemar è un'escursione lunga e particolarmente appagante dal punto di vista paesaggistico. Volendo si potrebbe anche spezzare in due giorni evitando la funivia ed eventualmente pernottando nel Rifugio Torre di Pisa oppure in uno dei due bivacchi (A. Sieff oppure E. Rigatti). Si potrebbe anche valutare di salire dalla Val di Fiemme (abitato di Forno).
La ferrata offre dei panorami stupendi e, pur sviluppandosi in un ambiente di alta montagna, presenta difficoltà contenute e per lunghi tratti è più assimilabile a un sentiero attrezzato con protezioni nei tratti più esposti, che una ferrata con forte sviluppo verticale. Ovviamente l'ambiente di alta montagna e il fatto di non aver vie di fuga facilmente accessibili richiedono massima attenzione e pianificazione, in particolar modo sulle previsioni meteo. Se percorsa d'estate tenere conto della distanza e portare con sé abbondante acqua.
La Ferrata dei Campanili del Latemar è un itinerario lungo che non ci lascerà il tempo né le energie per intraprendere un secondo itinerario attrezzato nella stessa giornata. Ovviamente se si rimane in val di Fiemme o Val di Fassa le opportunità non mancano. Scendendo in Val di Fiemme si potrebbe percorrere la breve Ferrata Attilio Sieff sopra Ziano di Fiemme. Andando in Val di Fassa, a Moena incontriamo il Sentiero Attrezzato del Gronton, mentre da Vigo o dal Passo di Carezza si potrebbero raggiungere le varie ferrate del Catinaccio - la Ferrata Roda di Vael, la Ferrata Masarè oppure a Ferrata al Passo Santner per citarne alcune.
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Paolo Pajer
03/08/2020 alle 10:51Fatta con mio figlio anni fa, ma da non sottovalutare per la lunghezza e l’assenza di acqua lungo il percorso.
La ferrata ha una sola difficoltà (leggera): un passaggio leggermente strapiombante, dove si deve cercare il gradino con il piede, per il resto bellissima gita, poco frequentata e pertanto in genere priva di sovraffollamenti.
Da consigliare il pernottamento al rifugio.
Filippo Rosi
16/04/2019 alle 10:43Per me bellissimo l’ambiente e l’escursione. La ferrata è più assimilabile a un sentiero attrezzato con poche o nulle possibilità di arrampicare. L’ambiente e il panorama è la vera attrattiva di questa via.