La Ferrata che sale al Monte Piano nelle Dolomiti di Sesto è stata intitolata alla memoria del Capitano Bilgeri. La ferrata è di difficoltà contenuta. L'itinerario è piuttosto lungo e l'avvicinamento colma un buon dislivello in poco tempo.
Per intraprendere l'escursione si deve raggiungere la strada che collega Misurina con Dobbiaco. Salendo da Misurina, si procede guidando per circa 4 Km e, dopo un marcato tornante a destra, proseguiamo fino a individuare una traccia che sale nel bosco. Parcheggiamo la macchina in uno degli slarghi della strada.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dal parcheggio dell'auto (ca 1600 m) seguiamo la traccia che ripida s'inerpica nel bosco con alcuni tornanti. Incontriamo alcuni sentieri e noi teniamo sempre la sinistra proseguendo in direzione del Rifugio Bosi al Monte Piana (2205 m). Raggiunto il rifugio, il sentiero riduce la pendenza. Evitiamo a questo punto di percorrere il sentiero attrezzato che sale al Monte Piana (sinistra) e restiamo in falso piano verso il Museo all'Aperto della Grande Guerra. Si procede in direzione nord fino a un crocevia di sentieri dove proseguiamo dritti in direzione della Ferrata al Capitano Bilgeri (2h dal parcheggio).
Dal cartello giallo che indica l'inizio della ferrata, saliamo inizialmente in diagonale fino a raggiungere un diedro dove alcuni pioli aiutano la progressione. Proseguiamo in leggera salita, aggioriamo uno spigolo che ci deposita su una comoda cengia. Proseguiamo per qualche minuto fino a raggiungere una serie di facili balzi rocciosi che ci conducono a una panchina in legno dove è possibile sostare e goderci il panorama.
Riprendiamo su una cengia a sinistra fino a raggiungere un bel caminetto da risalire in spaccata, probabilmente il passaggio più bello e impegnativo della salita. Saliamo su un canalino e raggiungiamo un secondo canalino stretto dove procedere in spaccata. Saliamo un colatoio stando sul lato destro fino a raggiungere una forcellina. Risaliamo a destra alcuni balzi rocciosi privi di difficoltà fino a giungere sulla crestina. La percorriamo e siamo sul pianoro sommitale del Monte Piano (2305 m - 1h dall'attacco - 3h totali) dove si potrà godere, tra l'altro, di una magnifica visuale sulle vicine 3 Cime di Lavaredo.
Dal Monte Piano (2305 m) seguiamo ora verso sud il sentiero 6 (o Alta Via 3) che tra tratti attrezzati e trincee di guerra scende fino a una forcella. Risaliamo in direzione della vetta del Monte Piana che raggiungiamo (2324 m) per poi scendere al Rifugio Bosi incontrato all'andata. Da questo tratto, in discesa per la via di avvicinamento al parcheggio.
Via ferrata piuttosto semplice e mai atletica. La roccia permette di essere ben arrampicata e i molti infissi non creano problemi anche in assenza di capacità tecniche. Notevole l'interesse storico della via con resti della Grande Guerra.
Dopo la tempesta Vaja del 2018, l'itinerario proposto in relazione è diventato difficile da percorrere e da seguire sia prima che dopo il Rifugio Bosi. L'alternativa a questo itinerario è la seguente:
La zona è molto ricca dal punto di vista paesaggistico ed escursionistico. Tra le Ferrate nelle Dolomiti di Sesto che consigliamo ci sono la Ferrata Innerkofler De Luca al Monte Paterno, la Ferrata alla Torre Toblin e la Ferrata alla Croda Rossa di Sesto. Scendendo verso Misurina si possono anche percorrere il Sentiero Attrezzato Bonacossa e la Ferrata Merlone al Cadin.
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landi.andrea1
26/07/2020 alle 16:57Confermo le opinioni dell’ultima recensione qui presente, datata fine giugno.
Partiamo dal principio, le indicazioni per il punto di partenza sono corrette, poi però la traccia nel bosco va veramente trovata in alcuni punti perché ci sono molti alberi caduti sul sentiero. Vi può aiutare prendere come riferimento un traliccio caduto che troverete dopo 15′, non fatevi ingannare dal largo sentiero che continua dritto, la nostra traccia sale quasi sempre verticale nel bosco. Arrivati al Bosi poi il buio più totale, abbiamo seguito alla lettera le indicazioni della relazione, ma non c’è traccia di nessuna via ferrata. Tra l’altro c’erano altri due ragazzi che ci avevano rinunciato. Abbiamo optato per il sentiero storico.
L’escursione merita tantissimo perché si hanno panorami a 360° sulle dolomiti e bellissime testimonianze della grande guerra. Peccato però della totale assenza di indicazioni per la ferrata.
sonnyflite .
23/06/2020 alle 21:29Purtroppo anche seguendo alla lettera le indicazioni abbiamo riscontrato diversi problemi: il sentiero che parte dal parcheggio é attualmente impraticabile con diversi alberi caduti nel mezzo, la mancanza di segnalazioni rende inoltre difficile individuare la via giusta. una volta arrivati al rifugio abbiamo mantenuto la destra e proseguito per il percorso storico fino ad arrivare alla piramide. Non avendo trovato alcuna indicazione per la ferrata ci siamo orientati con le mappe tabacco (e le mappe del percorso storico) ma nonostante questo non abbiamo trovato il cartello giallo dell’attacco della via. Abbiamo quindi percorso il sentiero attrezzato sulla destra fino ad arrivare alla croce di dobbiaco. Infine abbiamo percorso il sentiero attrezzato (non la definirei ferrata) 6A, ritornando al rifugio. Vale la pena per la vista a 360 gradi su tutte le montagne più belle, peccato solo per le poche segnalazioni. Tot. 6 ore 923 m dislivello.
Filippo Rosi
10/03/2019 alle 08:34Gran bel giro non troppo battuto nelle dolomiti di Sesto. Molte tracce della Grande Guerra. Giro non difficile anche se piuttosto lungo come dislivello da risalire.