Questo sito utilizza cookie che aiutano a usufruire dei servizi nel modo migliore. Le informazioni relative ai cookie sono salvate sul tuo browser e aiutano a riconoscerti quando ritorni sul sito.
La difficile Ferrata Piazzetta al Piz Boè è una delle ferrate più conosciute delle Dolomiti e deve questa sua fama al magnifico contesto in cui è inserito e alle difficoltà che la accompagnano. La ferrata è estremamente difficile nel primo tratto per poi gradualmente ridurre il livello di difficoltà medio. L'escursione è impegnativa e copra un elevato dislivello. Da percorrere se ben allenati e preparati a ferrate impegnative.
Il punto di partenza dell'itinerario è il Passo Pordoi (2239 m) che collega Canazei (Trento) e Arabba (Belluno). Raggiunto il passo si parcheggia in uno degli spiazzi presenti. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Per raggiungere il punto di partenza della Ferrata Piazzetta dovremo percorrere la stretta strada asfaltata che costeggia i verdi prati che conducono all'Ossario del Pordoi (2229m - 20' dal passo) mantenendosi sul versante est del Gruppo Sella. Raggiungo l'ossario seguiamo le indicazioni e i cartelli presenti che con un sentiero gradualmente più ripido risalgono un canalone ghiaioso che, non senza qualche affanno, ci innesta sul CAI 626 che corre a mezzacosta sotto le imponenti pareti del Gruppo Sella. Raggiunto il CAI 626 proseguiamo a destra sotto le pareti fino a incontrare la targa metallica che indica l'attacco della ferrata sotto una liscia parete giallastra (2630 m - 1h 15' dal Passo Pordoi).
L'inizio della Ferrata Cesare Piazzetta e i successivi 30 metri composti da una placca e un traverso sono di estrema difficoltà. Nel contesto di vie ferrate italiane è sicuramente uno dei tratti maggiormente impegnativi per difficoltà legate alla roccia (particolarmente levigata), assenza di punti d'appoggio e intensità. Per questo primo tratto la ferrata merita di essere considerata Estremamente Difficile mentre per il resto della via è più corretto definirla Molto Difficile.
I primi metri sono verticali e molto impegnativi selezionando subito chi potrà percorrere la via. Saliti i primi 8-10 metri verticali il cavo vira a sinistra per un traverso estremamente impegnativo, aereo e difficile. Per chi non sia particolarmente allenato può essere utile un rinvio o una fettuccia per sostare. Terminato il traverso si può prendere fiato su un piccolo terrazzino e prepararsi per percorrere il resto della ferrata.
Percorriamo una breve ma provvidenziale cengia dove è possibile anche girarsi e notare che siamo al cospetto della Marmolada e del suo ghiacciaio. Raggiungiamo un salto verticale dove sono presenti due staffe metalliche singolari che ci aiutano a salire i primi metri. Oltre questo salto, la salita si mantiene difficile, verticale e su roccia levigata e spesso unta. Questo ci porterà a utilizzare abbondantemente lo spesso cavo metallico presente. Raggiungiamo una breve cengia verso destra e proseguiamo nuovamente in verticale salendo una fessura dove sono presenti due cavi metallici - uno da ogni lato della fessura - e alcuni piccoli chiodi. Proseguiamo la salita incontrando una scaletta metallica e proseguiamo in linea verticale lungo una parete sempre liscia fino a raggiungere un nuovo traverso verso sinistra. Aggiriamo uno spigolo e saliamo in verticale per raggiungere un'ampia cengia sabbiosa dove è decisamente consigliato prendere fiato e voltarsi per vedere il panorama sia delle pareti del Sella che delle valli circostanti.
Percorriamo la cengia per alcuni metri fino a raggiungere un nuovo punto impegnativo della via. Si deve risalire un camino stretto all'interno di una fessura. La fessura è molto stretta e creerà problemi se si hanno zaini voluminosi. Il passaggio è atletico per sua natura e lo zaino potrebbe renderlo molto difficile quindi è consigliato legarsi lo zaino all'imbraco con un rinvio o fettuccia e avere lo zaino sotto i piedi e poter passare indenni la fessura. Risalita la fessura si risale in verticale un breve tratto oltre il quale aggiriamo una spalla rocciosa e giungiamo al ponte sospeso (40' dall'attacco - ca 2h totali).
Passato il ponte si può affermare che le difficoltà dell'itinerario si riducono e si scende al livello difficile. Tuttavia, la stanchezza accumulata nella prima metà della via inizia a farsi sentire e serve mantenere elevata la concentrazione. Saliamo alcuni metri dopo il ponte e si risalgono alcune roccette ben più arrampicabili di quelle incontrate nella prima sezione. Proseguiamo senza difficoltà particolari su una cengia verso sinistra fino a incontrare l'ultimo tratto difficile della via. Dovremo salire un traverso verso sinistra abbastanza privo di appigli ma non del livello del primo tratto. Saliamo questo tratto e iniziamo a percorrere una cengia verso destra con cui aggiriamo una delle grosse parei che compongono il Sella. Dobbiamo ora risalire alcuni balzi rocciosi privi di evidenti appigli comunque non particolarmente impegnativi. Risaliamo questo tratto fino a raggiungere alcuni tratti senza cavo che non presentano particolari difficoltà. Inizia ora una parte della via dove tratti in libera - max I grado e tratti attrezzati si alternano. Senza abbassare la concentrazione si sale fino al termine delle attrezzature (1h 30' dall'attacco) in corrispondenza di uno scherzo della natura: alcuni massi si sono incastrati a formare una porta naturale. Vediamo dritti a noi il Piz Boe che, a primo impatto non sembra lontano, richiederà ancora un discreto sforzo per essere raggiunto.
Saliamo sul ghiaione dell'altopiano incontrando il CAI 638 in salita da Corvara. Saliamo alcuni facili balzi rocciosi e siamo in dirittura d'arrivo al Rifugio Capanna Fassa sopra il quale è la vetta del Piz Boe (3152 m - 45' dal termine delle attrezzature - 2h 15' dall'attacco - 3h 30' totali).
La discesa al Passo Pordoi avviene percorrendo in discesa il sentiero 638 che ci porterà a Forcella Pordoi. I primi metri sotto il Piz Boè sono ripidi e attrezzati nei tratti più impegnativi. Si noterà sul versante opposto della Val di Lasties l'altopiano delle Mesules dove termina la Ferrata delle Mesules. Noi proseguiamo in discesa seguendo i segnavia biancorossi fino a raggiungere senza particolari difficoltà Forcella Pordoi (2848 m - 45' dal Piz Boe - 4h 15' totali) dove è posizionato l'omonimo rifugio. A questo punto abbiamo due alternative per fare rientro al Passo Pordoi:
La Ferrata Piazzetta è una ferrata molto difficile con un inizio estremamente difficile. E' da evitare se non allenati e preparati a una salita impegnativa. Per la bellezza del paesaggio e della salita è facile incontrare molti escursionisti lungo la via che, purtroppo, spesso non sono preparati e rallentano la salita per le difficoltà presenti. Per questo motivo è vivamente consigliato durante i mesi dell'alta stagione di percorrerla la mattina presto o, meteo permettendo, nel primo pomeriggio così da evitare gli ingorghi della mattinata. Gli infissi sono in buono stato e il cavo è molto spesso - anche se non sempre molto teso.
Per i tratti molto difficili di questa via ferrata, può essere utile leggere l'articolo che abbiamo preparato su "Come sostare lungo una Via Ferrata".
La ferrata è stata inaugurata nel 1982 e dedicata alla memoria di Cesare Piazzetta - giornalista del Gazzettino, appassionato di montagna e morto a soli 40 anni. La via è stata ideata da Gilberto Salvatore e poi costruita da lui con l’aiuto del G.S. Fiamme Gialle della Finanza di Moena e dalla Sezione CAI di S. Polo di Piave (TV). Gilberto Salvatore - alpinista, grande appassionato di montagna e per anni presidente della sezione del Cai di Livinallongo - è stato ideatore anche della vicina Ferrata delle Trincee al Padon così come del bivacco Bontadini.
La Ferrata Piazzetta sale in un contesto maestoso e imponente come il Gruppo Sella. Questo Gruppo include alcune delle più affascinanti vie ferrate delle Dolomiti. In ordine crescente di difficoltà incontriamo la Ferrata al Piz da Lech e la Ferrata del Vallon sul versante orientale del gruppo, la Ferrata Tridentina su quello settentrionale e la Ferrata delle Mesules sul versante occidentale. Le salite sono in media impegnative per dislivello e impegno fisico richiesto. Sul versante opposto del Passo Pordoi si sviluppa la Ferrata delle Trincee, ferrata molto panoramica e con elevato interesse storico.
Devi accedere per lasciare una recensione
Questo sito utilizza cookie che aiutano a usufruire dei servizi nel modo migliore. Le informazioni relative ai cookie sono salvate sul tuo browser e aiutano a riconoscerti quando ritorni sul sito.
Trovi maggiori info sui cookie a questa pagina: Cookie Policy
iz4beh
17/08/2021 alle 20:57I primi 40 metri sono veramente tosti, poi dopo il ponte diventa più facile
con alcuni passaggi comunque tecnici. Bellissima escursione.
Rientro al passo Pordoi per la forcella con discesa dal ghiaione in mezzo alla bolgia di gente che saliva.
Ale Sandrino
04/09/2020 alle 20:57Fatta in agosto 2019 con un amico.
La ferrata è impegnativa sia per alcuni passaggi di braccia sia per la lunghezza del percorso.
Il primo pezzo dall’ attacco è abbastanza tosto perché si deve usare parecchio la forza delle braccia essendo una parete verticale con pochi appigli .
Arrivati al primo terrazzamento la via inizia ad essere un pò più semplice.
Arrivati alla capanna Fassa si gode di bellissimo panaroma .
Il rientro verso la seggiovia del piz boè è un pò lungo considerando la fatica per fare la ferrata ma ne vale la pena .
Alex Michelazzi
29/08/2020 alle 15:10Effetuata il 24/08/2020
I primi metri(circa 10) sono veramente tosti ,bisogna tirarsi su a son di braccia poi ci sono ancora due punti tecnici sparsi sulla ferrata .
Il ponte tibetano è veramente stupendo (a circa 30 min dall’attacco ) ,man mano che si sale la ferrata diventa meno tecnica per poi finire con tratti in libera e non .
Fate attenzione nell’ultimo segmento perche i segnali sono arancioni e si possono confondere con i licheni sulle rocce .
Nel complesso una salita stupenda abbastanza tecnica e anche fisica sopratutto perche finita la ferrata si sale lungo il sentiero fino a quota 3152 dove troverete il rifugio capanna piz fassa e godrete di un ottima vista
Roberto Librio
03/08/2020 alle 14:38Il tratto iniziale verticale, liscio e strapiombante, è veramente impegnativo, io non ho avuto modo di studiarlo e di affrontarlo con la dovuta calma perché volevo sbrigarmi, in quanto il meteo avrebbe potuto peggiorare dopo poche ore. Mi sono tirato su a forza di braccia velocemente trazionando il cavo. Anche il caminetto è stato difficile da superare, perché con lo zaino si passava a stento, non potendo progredire come avrei voluto, e io non sono massiccio. Successivamente la ferrata si è addomesticata e diventava piacevolissimo e semplice salire. Ultimo pezzo su facili roccette in libera. Nel complesso la ferrata è molto bella e verticale, con pochissimi ferri supplementari se non il cavo, e non adatta a principianti.
eu.miotto
16/07/2020 alle 14:29ferrata e giro di rientro per forcella Pordoi appena terminati,ferrata molto bella con i primi 50mt molto tecnici,per me,che ho tecnica di arrampicata,devo dire che non è stata difficile,purtroppo per chi non arrampica di solito può trovare questa ferrata molto faticosa ed impegnativa.cmq la roccia offre molti appigli per mani e piedi,basta solo non lasciarsi tentare dal cavo per non commettere l’errore di tirarsi su di ora con le braccia.
scattolin.stefano
08/09/2019 alle 12:49Fatta la settimana di ferragosto, vi lascio immaginare il via vai di persone in coda per salire. Confermo la partenza molto sulle braccia con appigli per i piedi davvero contati, per lo più avere davanti una famiglia con la figlia di dieci/dodici anni che bloccava tutti e restare appesi sul traverso ad aspettare proprio non ve lo consiglio!!
In seguito tutto più facile, prestare attenzione a circa metà percorso, termina la fune e le frecce direzionali rosse ti portano troppo verso sinistra a salire in arrampicata!
Filippo Rosi
17/02/2019 alle 08:15Un grande classico. Se allenati è una salita di grande soddisfazione. Difficoltà nella prima metà poi gradualmente più facile. Gran soddisfazione raggiungere il Piz Boe
marcomelioli
18/01/2019 alle 00:15L’attacco della ferrata è di quelli terrificanti, anche perché arriva dopo un avvicinamento spaccagambe di 1h e 30. Roccia untissima, cavo liscio consumato, verticalità massima e pochissimi appigli. Il traverso in obliquo è durissimo, è richiesta una buona forma fisica e forza nelle braccia per oltrepassare questa parte iniziale, dopodiché tutto sarà più semplice. Alta esposizione per tutta la ferrata, nel camino io ho attaccato lo zaino con un rinvio al mio imbrago, se lo si tiene sulle spalle è facile incastrarsi. Ferrata assolutamente da fare, se si sale fino in cima al piz boé l’escursione risulterà molto faticosa, ma credo una delle più belle sotto il profilo ambientale.
Alessandro Iotti
19/08/2018 alle 19:02I primi 15 minuti della ferrata li ricordo molto difficili. Il traverso fatto quasi in apnea per la mancanza di appigli. Cala in difficoltà man mano che si sale pur mantenendosi impegnativa e generalmente difficile. Vista stupenda sulla Marmolada, la Val Badia e le lontane Dolomiti Ampezzane. Faticosa la salita al Piz Boè al termine della ferrata. La rifarò sicuro.