Relazione della breve e atletica Ferrata Biasin al Passo Pertica nelle Piccole Dolomiti. Ferrata con itinerario breve. Salita molto attrezzata che si svolge in larga parte all'interno di una fessura camino. Difficoltà tecniche di per sé contenute dall'abbondante utilizzo di infissi metallici che, tuttavia, per la loro disposizione richiedono qualche accorgimento e di utilizzare anche appigli paralleli alle cambre e alle staffe. Facilmente abbinabile ad altri itinerari attrezzati che salgono nelle Piccole Dolomiti.
Il punto di partenza dell'itinerario è il Rifugio Revolto (1355 m). Per raggiungere il rifugio si deve risalire la Val d'Illasi. Giungendo da sud si esce dall'A4 a Verona Est o Soave e si raggiunge Selva di Progno. Lo si oltrepassa fino a un bivio dove terremo la destra sempre risalendo la valle raggiungendo Giazza. In paese restiamo sulla strada principale oltrepassando un ampio tornante verso sinistra. Restiamo sulla strada e proseguiamo per circa 7 Km lungo la strada, a tratti stretta ma sempre ben asfaltata, fino a raggiungere il Rifugio Revolto. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dal Rifugio Revolto dovremo raggiungere il Rifugio al Passo Pertica (1530 m). Si può raggiungere il passo sia con la forestale che parte dalla sbarra dove termina la strada oppure per sentiero che nel bosco taglia la strada e ci conduce al passo (20' con sentiero nel bosco - 30' con forestale). Sulla destra del rifugio vediamo l'intera via di salita che corre lungo una fessura che taglia la roccia. Ci incamminiamo dal rifugio verso la bastionata rocciosa seguendo il comodo sentierino che ci conduce all'attacco della Ferrata Gianni Biasin (10' dal rifugio - 30' dal parcheggio).
La fune metallica parte a 3 metri da terra sulla sinistra della targhetta metallica commemorativa. I primi tre metri devono essere arrampicati in libera. Il passaggio di arrampicata (II grado) è breve e raggiungiamo la fune metallica che parte subito verticale all'interno di un lungo camino. I primi metri sono verticali ma ben gradonati e ci spostano dal lato sinistro del camino a quello destro col cavo che ci porta otto una lunga serie di cambre verticali. La parte iniziale di queste cambre è strapiombante e si deve salire senza indugiare eccessivamente per evitare inutili affaticamenti nelle braccia. Guadagniamo rapidamente quota e, utilizzando due chiodi metallici come appigli per le mani, ci prepariamo a spostarci nuovamente sul lato destro del camino.
Allarghiamo le gambe in spaccata e passiamo sul versante destro della fessura dove incontriamo subito un breve balzo verticale in forte esposizione con 3 staffe metalliche. Siamo ora su uno stretto terrazzino da cui riprendiamo la salita sempre in verticale e sempre utilizzando ampie cambre metalliche. Saliamo sulla destra di un sasso sporgente. Questo tratto della via tende a tratti a spostarsi un po' distante dalla corda col risultato di sollecitare le braccia in salita. Siamo ora sul lato sinistro di una fessura che risaliamo in accentuata esposizione. Sfruttiamo un pinnacolo come appoggio per i piedi e saliamo verticali prestando attenzione all'interno della fessura dove un chiodo offre un ottimo sostegno alla salita. La parte alta del camino spancia leggermente e si consiglia di cercare anche all'interno della fessura alcuni appigli per procedere senza trazionare eccessivamente la fune che tenderebbe a spingere in fuori. Ci spostiamo all'interno della fessura in prossimità di due sassi incastrati che offrono un ottimo appoggio per i piedi e poi riprendiamo a salire in verticale all'interno della fessura che ora si stringe (attenzione a zaini ingombranti). La salita prosegue sempre caratterizzata da forte verticalità ed esposizione anche se all'interno della fessura.
Proseguiamo in salita all'interno della fessura piegando gradualmente verso destra seguendo il suo sviluppo fino a incontrare un secondo sasso incastrato in un passaggio dove serve una certa agilità. Proseguiamo per gli ultimi infissi metallici prima di uscire definitivamente dalla gola. Siamo ora in un passaggio piuttosto aereo che dura pochi metri. Pieghiamo a destra e raggiungiamo il libro delle firme. Saliamo un balzo a sinistra del libro risalendo una serie di roccette e balzi appoggiati fino al termine delle attrezzature metalliche con cui termina la Ferrata Biasin (3o' dall'attacco - 1h dal parcheggio).
Proseguiamo seguendo i segni rossi fino a incontrare un bivio:
La Ferrata Biasin è stata ammodernata alcuni anni fa e le difficoltà presenti precedentemente sono state ridotte significativamente con l'aggiunta di molte cambre metalliche. La ferrata rimane tuttavia atletica, intensa e aerea seppur breve. Inoltre alcuni tratti della ferrata sono attrezzati seguendo una linea di salita particolare dove si tende ad essere buttati in fuori utilizzando solo le cambre e può essere utile cercare gli appigli anche sulla roccia pochi centimetri dagli infissi metallici - ne guadagna notevolmente la progressione e lo sforzo di braccia. Attenzione a percorrere la via con zaini ingombranti per il tratto nella stretta fessura e, infine, attenzione ai sassi che tendono a calare lungo tutta la fessura.
La breve e aerea Ferrata Biasin può essere comodamente percorsa all'interno di un itinerario che percorra anche un altro itinerario attrezzato nella zona del Carega. E' infatti comodo proseguire verso il vicino Sentiero Attrezzato Pojesi oppure procedere verso il Rifugio Scalorbi e poi raggiungere l'attacco della Ferrata Campalani. Allungando maggiormente l'itinerario si può raggiungere la Ferrata del Vajo Scuro oppure procedere in direzione del Gramolon dove salgono le ferrata Viali e Ferrari. Nella parte nord delle Piccole Dolomiti incontriamo anche il Sentiero Attrezzato al Monte Cornetto e lo stupendo Sentiero Attrezzato Falcipieri. Da Pian delle Fugazze è possibile anche intraprendere il Sentiero Attrezzato Baglioni.
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Sebastiano Calore
11/08/2020 alle 00:39Ferrata molto verticale ed esposta, seppure molto corta (si può fare in 25-30 minuti)
Richiede freddezza per l’esposizione elevata, e una discreta forza di braccia seppur sia poco arrampicabile perché dotata di molte cambre. Al momento la trovo poco sicura rispetto a qualche tempo fa, qualche frana (adeguatamente bloccata) di sassi dalle parti superiori mi preoccupa un po’. A mio parere andrebbe fatto un intervento di pulizia della via.
Resta una ferrata interessante, anche perché esposta alla vista del rifugio Pertica
M. G.
07/07/2020 alle 17:51Fatta il 05/07/2020. Ferrata verticale ed esposta. Molto “fisica”. Le parti arrampicabili sono pochissime secondo me, salvo sfruttare l’appoggio con i piedi in opposizione. L’uso delle staffe penalizza un po’ l’esperienza ma la vista a picco sul rifugio Pertica è affascinante. In mezz’ora si fa. Rientro al Pertica veloce.
oscar.morin1977
21/09/2019 alle 22:45Percorsa il 21 settembre 2019
Ferrata simbolo del passo Pertica.
L’inizio è la parte più difficoltosa, verticale, esposta ed aerea,ma abbondantemente fornita di staffe.
Impegno costante per le braccia, per tre quarti di ferrata.
Sempre molto esposta, ma mai con passaggi troppo impegnativi.
Consigliata a chi vuole provare un po’ di verticalita’, dove serve più testa che fisico, impegna mentalmente data la forte esposizione che la caratterizza.
Sconsigliata ai principianti.
Rientro veloce dal sentiero ben attrezzato in discesa.
Filippo Rosi
09/03/2019 alle 20:49Ferrata aerea, breve e intensa. Mi è piaciuta. Ho poi proseguito sul Pojesi fino al Carega. Piccole Dolomiti sempre molto belle