Relazione della Ferrata Rino Costacurta al Monte Tavarone nell'Alpago. Ferrata medio-facile inserite in un lungo e impegnativo itinerario che si svolge in un ambiente isolato e selvaggio. Rientro ad anello per un lungo tragitto.
Il punto di partenza dell'itinerario è nei pressi di Casera Stabali a nord della frazione di Plois in provincia di Belluno. Raggiunta Pieve d'Alpago si procede per pochi minuti verso ovest lungo l'ampia Strada Provinciale fino a incontrare vicino al municipio il bivio verso nord su via Marconi che ci conduce a Plois dopo alcuni tornanti. All'ingresso di Plois c'è una piccola costruzione religiosa dove la strada si biforca. Teniamo la sinistra in salita. Proseguiamo in salita fino a un ampio spiazzo sul lato destro della strada. Guidiamo oltre e la strada si biforca nuovamente e noi teniamo la destra. Percorriamo la strada, in parte sterrata, fino a una tettoia con un tavolo e due panche dove lasciamo l'auto. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dalla tettoia (1050 m) dove abbiamo parcheggiato seguiamo l'ampia mulattiera con segnavia CAI 965 e le prime indicazioni per la Ferrata Costacurta che in circa 5 minuti ci porta alla sinistra della Casera Stabali (1070 m). Proseguiamo in salita sul CAI 965 / AV6 seguendo i cartelli per Passo di Valbona raggiungendo l'abbandonata Casera Scalet Bassa (1170 m). Oltrepassiamo l'edificio e proseguiamo in salita sempre sul CAI 695 fino a incontrare uno spiazzo con croce, bandiera italiana e piazza commemorativa. Entriamo ora nel bosco con il sentiero che sale ripido ma mai difficile. Usciamo dal bosco e in breve raggiungiamo Scalet Alta (1590 m - 1h 15' dal parcheggio). Nei pressi del primo cartello ignoriamo il CAI 930 che si stacca a sinistra. Proseguiamo sul CAI 965 ancora per alcuni metri incontrando le indicazioni a destra per il 930 verso Forcella Bassa e la Ferrata Costacurta. Teniamo la destra e il sentiero procede verso sud alternando tratti in salita con tratti in cui perde quota. Aggiriamo una parete rocciosa e ci incamminiamo decisi all'interno di un canalone su buon fondo che ci conduce alla Forcella Bassa (1930 m - 2h 15' dal parcheggio). La Forcella Bassa del Teverone è un'ampia sella erbosa e un crocevia di sentieri: a sinistra il 930 prosegue verso il Passo di Valbona, la Ferrata Costacurta a destra solca la parete nord e nordest del Monte Teverone. Teniamo la destra al bivio verso l'attacco della ferrata con segnavia AV7. Alla nostra destra si stacca una traccia di sentiero tra l'erba in direzione delle pareti rocciose. Aggiriamo a destra un primo risalto roccioso seguendo un evidente triangolo azzurro e poi verso sinistra andando verso il filo di cresta dove incontriamo la targhetta metallica che segna l'inizio della Ferrata Costacurta (2065 m - 2h 45' dal parcheggio).
Dalla targhetta presso l'attacco risaliamo un canalino su fondo instabile ma che non risulta difficile. Guadagniamo rapidamente quota aggirando uno spigolo e salendo ripidi su un tratto gradonato ma piuttosto verticale. In questi primi metri della ferrata siamo sul versante nord della cresta verso la valle di Landres Negres, ovvero il versante friulano dell'Alpago. Percorriamo un tratto esposto ma non difficile, piano prima di iniziare a risalire alcuni tornanti attrezzati che ci porteranno sul versante veneto della cresta. La ferrata si sviluppa ora prevalentemente su strette cenge erbose alternando tratti in salita con brevi tratti in discesa. Siamo in un tratto esposto e molto panoramico che ci conduce a un primo tratto verticale. Proseguiamo nel percorso scendendo lungo una rampa terrosa inclinata fino ad aggirare uno spigolo dove c'è un ampio spiazzo erboso dove poter effettuare una pausa osservando il tratto appena percorso.
Proseguiamo ora su una cengia inclinata vicino a un tetto roccioso dove perdiamo quota. Questo tratto sollecita le braccia a causa del tetto che ci obbliga a spingerci in fuori. Proseguiamo lungo il tratto della ferrata con vista magnifica sulla parete nord del Teverone fino a raggiungere una cengia erbosa che gradualmente diventa un sentiero in un tratto privo di difficoltà e verticalità. Riprendiamo la ferrata sempre con le caratteristiche precedenti sviluppandosi lungo cenge e brevi traversi esposti intervallati da tratti dove risaliamo alcuni canalini attrezzati e alcuni balzi rocciosi. Dopo un susseguirsi di passaggi su cengia incontriamo un balzo verticale non difficile e ricco di appigli. Proseguiamo su una nuova cengia e raggiungiamo un canalino franoso da risalire fino a raggiungere la sella erbosa del Monte Fagoreit (2094 m - 2h 15' dall'attacco - 5h totali).
Dal termine della ferrata è possibile raggiungere il Monte Fagorat seguendo il sentiero di cresta 936 verso est. Noi iniziamo il lungo rientro seguendo il 932 che scende verso sud in una conca a tratti erbosa a tratti su pietrisco non segnata ottimamente. Si procede in discesa su alcuni tratti piuttosto instabili. Proseguiamo lungo la vallata fino ad aggirare verso destra il Col Fontana e intravedere più a valle Casera Venal. Passiamo a fianco di Casera Venal (1260 m - 1h 30' dal termine della ferrata) e ci innestiamo sulla carrozzabile tenendo la destra in discesa. Proseguiamo sulla carrozzabile raggiungendo Casera Crosetta (1156 m) e continuiamo a scendere lungo il sentiero ora decisamente largo. Raggiungiamo un bivio non segnalato: la carrareccia principale scende, noi teniamo la destra in salita. Proseguiamo sulla carrareccia ignorando le varie deviazioni presenti e passando a fianco di ruderi e case vacanze fino a incrociare in località Degnona il sentiero 931 che sale al Teverone. Proseguiamo in direzione ovest su carrareccia fino a raggiungere Casera Stabali incontrata nell'avvicinamento (3h dal termine della ferrata - 8h totali).
La Ferrata Costacurta viene talvolta chiamata Sentiero Attrezzato Costacurta. Preferiamo definirla ferrata per i tratti verticali che ne caratterizzano alcuni passaggi. Premesso ciò, la ferrata è di livello medio-facile, sempre esposta e non presenta passaggi tecnicamente difficili. Ci sono tuttavia alcune variabili da tenere in considerazione che possono aumentarne la difficoltà. E' inserita all'interno di un lungo itinerario, con un avvicinamento faticoso e che copre un buon dislivello e generalmente poco battuto quindi serve buon allenamento. La ferrata è caratterizzata da saliscendi esposti e il fondo erboso può risultare, specie se bagnato, scivoloso e quindi serve particolare attenzione. Attenzione alla ripida discesa nel vallone dopo la ferrata che in diversi punti poggia su fondo instabile.
La Ferrata Costacurta si sviluppa nella parte bassa della provincia di Belluno. Rimanendo in questa zona incontriamo 3 ferrate molto diverse dalla Costacurta sia per lunghezza e tipo di itinerario che per verticalità e fisicità dei passaggi attrezzati: la Ferrata Parete dei Falchi, la Ferrata della Memoria e la Ferrata alla Palestra di Roccia della Val Gallina.
Per itinerario più "montani" si può procedere in direzione del Gruppo dello Schiara dove incontriamo alcune ferrate molto interessanti: la Ferrata Sperti, la Zacchi e la Berti che possono essere abbinate alla Ferrata Mormol in discesa. Infine nello stesso gruppo si può salire il Sentiero Attrezzato Guardiano al Pelf.
Spostandoci sul versante pordenonese delle Prealpi Friulane incontriamo l'Alta Via dei Rondoi.
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Libero Forestale
11/08/2020 alle 07:22Avvicinamento lungo e comunque non banale.(2′ di salita). Segnali del sentiero recentemente sistemati. Ferrata in se, chiaramente mai banale, ma sicuramente non impegnativa. Molte cenge e alcuni passaggi esposti. Rientro bene segnalato, ripeto che i segnali sono appena stati fatti, ma comunque molto lungo ed impegnativo.
crisp1975
28/08/2019 alle 21:00Sono solo agli inizi e credo d’ essere d’ aiuto a qualche principiante che si vuole cimentare in questa ferrata… direi che l’ avvicinamento è piuttosto lungo e fisico, non molla quasi mai.. bello tosto… la ferrata si presenta per la maggior parte del percorso piuttosto fattibile con un po’ d’attenzione.. ho trovato delle difficoltà nei tratti in discesa dove non ci sono ne placche ne nulla di artificiale che possa aiutarti.. pochi anche i punti di appiglio naturali.. sono dei tratti piuttosto fisici dove ci si sostiene di brutto sul cavo.. su alcuni traversi sempre in discesa la parete era bagnata e mi son trovato un po’ spiazzato ma con un po’ di forza si possono superare.. poi nel rientro confermo che non è ben segnalato e nella prima parte la discesa è molto scivolosa da prestarci attenzione.. confermo che si cade ?… nel complesso comunque è stata una bella esperienza…
Filippo Rosi
10/03/2019 alle 10:16Lungo avvicinamento e lungo rientro, poi la via ferrata è piuttosto facile sebbene esposta in lunghi tratti. Panorami bellissimi sull’alpago
Giacomo Lupini
14/03/2019 alle 12:47Ciao, è consigliata farla in questo periodo?
Alessandro Iotti
14/03/2019 alle 17:27No, per lunghi tratti guarda a nord. Suggerirei di aspettare almeno metà Aprile, forse anche inizio Maggio!