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Generale:
La stupenda via Ferrata degli Alpini all'Oronaye si sviluppa su una strada fatta dagli alpini per scopi militari al confine con la Francia. L'itinerario è lungo, di alta montagna e con pochi punti di appoggio quindi da percorrere in condizioni meteo stabili e buon allenamento.
Località di partenza:
Il punto di partenza è la frazione di Viviere nell'alta Valle Maira in provincia di Cuneo. Giunti alla frazione di Vivere si prosegue per poco lungo l'asfaltata che diventa a un certo punto ferrata fino a raggiungere un cartello che indica l'inizio dell'itinerario della Ferrata degli Alpini all'Oronaye.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Avvicinamento:
Proseguendo sulla strada in cui abbiamo parcheggiato giungiamo a un cartello che indica il sentiero S9 che ci porterà nel vallone di Enchiausa. Si prosegue camminando lungo la valle in direzione dell'evidente cima del Monte Oronaye in fondo al vallone. Si prosegue per sentiero via via più ripido fino a un tratto pianeggiante in cui prenderemo il sentiero S30 verso sinistra in prossimità di un bivio. Si pende verso sinistra in direzione dell'Oronaye, risalendo il vallone detritico, giungeremo quindi al Bivacco Enrico Mario (2650 m), dopo aver passato il vicino Bivacco Valmaggia. Il Bivacco Enrico Mario è attualmente non in perfette condizioni a causa di umidità e non ne è consigliato l'utilizzo. Tuttavia prima di raggiungere il Bivacco Enrico Mario è presente il Bivacco Valmaggia del CAI sezione Dronero che è piuttosto recente. Nei pressi del Bivacco Enrico Mario c'è un cartello con descrizione della via ferrata. Si indossa l'imbraco e si parte in direzione di un primo salto roccioso senza protezioni, ma non difficile. Si costeggia la montagna verso destra lungo ghiaioni non propriamente stabili giungendo quindi all'attacco della ferrata seguendo le frecce gialle lungo il percorso (3h dal parcheggio).
Ferrata:
La Ferrata risale un dislivello di 350 m e parte con un tratto di roccette attrezzate, cenge, canalini, brevi pareti e salti rocciosi di modesta difficoltà che in circa 30 minuti ci portano al primo bivacco d'emergenza (Nido d'Aquila). In questo tratto il cavo si interrompe momentaneamente e in caso di escursionisti privi di esperienza potrebbe essere utile uno spezzone di corda per procedere in conserva utilizzando anche alcuni fittoni in loco. Questa prima sezione è composta da roccette, placche diagonali e alcuni risalti verticali.
Il secondo tratto della ferrata aumenta la verticalità e l'esposizione sebbene non segua la linea diretta di salita ma cerchi tramite un percorso orizzontale e poi diagonale di giungere sfruttando le debolezze della roccia al secondo bivacco d'emergenza in prossimità della Forcella Dronero (3000 m) con la peculiarità di essere ricavato dentro la roccia. Lungo questo tratto il fondo è poco stabile in diversi tratti, attenzione a non spostare detriti per chi è sotto.
A fianco del bivacco parte una incredibile scala di circa 150 pioli che ci porterà al termine della ferrata risalendo gli ultimi 50 metri dopo un breve tratto attrezzato al termine della scala. Si giunge quindi in cima al Dronero (1h 30' dall'attacco - 4h 30' totali) con una vista che spazia su tratti bellissimi delle Alpi Marittime su entrambi i lati del crinale. Dritti a noi visibile la vicina croce del Monte Oronaye.
Discesa:
La discesa avviene per lo stesso itinerario di salita. Pur non essendo particolarmente difficile dal punto di vista tecnico va considerata la stanchezza accumulatasi durante l'itinerario e al fatto di essere in ambiente di alta montagna con possibili impatti del cambiamento del meteo. Si ripercorre prima la scala, poi i due tratti di ferrata fino al bivacco Enrico Mario (1h 30' dal termine della ferrata - 5h totali) e quindi si rientra al parcheggio (2h 15' dal bivacco Enrico Mario - 7h 15' totali senza eccessive soste).
Note:
Lungo il percorso sono visibili le vecchie attrezzature risalenti agli anni trenta. L'attrezzatura attuale è in buono stato. L'unico tratto in cui l'attrezzatura è da valutare bene è la scala in cui i pioli tendono a essere piuttosto vicini alla roccia e quindi serve attenzione per non perdere l'appiglio con i piedi, sopratutto durante la discesa.
Le attrezzature sono state rinnovate di recente e in diversi punti vedremo sia il cavo originale che il cavo recente. In alcune parti della salita dove non era protetta dal cavo è possibile assicurarsi a spit in loco (in questo caso necessaria corda e materiale per le manovre di sicurezza). Questi potrebbero risultare particolarmente utili in caso di terreno bagnato.
Opportunità:
La Ferrata degli Alpini all'Oronaye è una salita in ambiente di alta montagna, stupendo come ambiente montano in cui l'escursionista gode di un panorama stupendo dalla cima. La salita della via ferrata porta al Dronero, ovvero l'anticima dell'Oronaye. Giungere all'Oronaye richiede attualmente un percorso alpinistico con tratti di IV gradi in libera. Vista la lunghezza dell'itinerario è difficile concatenare questo itinerario con un'altra via ferrata nello stesso giorno. Tuttavia nei giorni adiacenti si potrebbe valutare la non lontana Ferrata di Camoglieres oppure la Ferrata di Chiaronto.
Tra le altre vie ferrate in provincia di Cuneo che suggeriamo di approfondire ci sono anche la Ferrata dei Funs, la Ferrata del Bec Valletta e la Ferrata Rocca dei Corvi. Volendo spostarci invece a sud si può raggiungere la bella Ferrata degli Artisti in provincia di Savona.
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sefranzo
08/09/2020 alle 23:47Fatta il 20/8/2020. La ferrata in sé è facile, direi poco più di un sentiero attrezzato. Non presenta difficoltà di rilievo nemmeno la scala finale, a parte il fatto che è stata lasciata la vecchia scala degli alpini degli anni ’30 che in qualche punto sta cedendo. Difficile e faticoso è arrivarci alla ferrata. Attenzione! arrivati al bivacco Enrico Mario (2670 mt, messo in stato pietoso) NON proseguire a sinistra, come indicano i segni, perché si va al Colle Feuillas (2760 mt) che segna il confine tra Italia e Francia e permette di scollinare in Francia verso i bei laghi di Roburent (comunque uno sguardo dal colle per chi ha voglia di raggiungerlo, merita). Andare invece a destra del bivacco, dove apparentemente non c’è un sentiero, né ci sono indicazioni (io ho messo qualche sasso tentando di scrivere VF). Poi proseguire in diagonale salendo molto, cercando di intravedere e mantenere il sentiero, che dura circa 1 km prima di arrivare alla ferrata. Tenete conto che a questo punto bisogna affrontare dei ghiaioni molto problematici, perché instabili e scivolosi. Solo se si rimane sul sentiero, e non è facile perchè i segnali gialli nel primo tratto non sono presenti, appariranno molto più avanti, ci si risparmia parecchie tribolazioni. A mio parere la difficoltà sta nella lunghezza (11 km) e dislivello (1.300 mt) del percorso e nella difficoltà a passare questi ghiaioni se si perde anche di poco la strada.
Filippo Rosi
10/04/2019 alle 21:52Bellissima escursione, contesto stupendo. La ferrata è molto logica, mi è piaciuta. Un giorno salirò sull’Oronaye per la via alpinistica.