La recente Ferrata delle Aquile è una ferrata che si sviluppa sul versante sud-est della Cima La Paganella in un itinerario che si sviluppa su un costone roccioso con uno sviluppo abbastanza singolare. La ferrata parte in discesa per poi percorrere una lunga ed esposta cengia e poi procede in salita. La ferrata ha un'ottima attrezzatura e presenta due ponti sospesi e due originali scale elicoidali in una variante del percorso di salita. Attenzione nei mesi estivi per il sovraffollamento.
Il punto di partenza dell'escursione è la stazione a monte della funivia che da Andalo porta in cima alla Paganella (2124 m). Per giungere alla stazione a valle della funivia, si deve giungere ad Andalo che si può raggiungere dal casello autostradale di Trento Nord e seguire successivamente per Mezzolombardo e successivamente seguendo le indicazioni per Fai della Paganella e successivamente Andalo. Giunti ad Andalo da Fai della Paganella noteremo gli impianti di risalita sulla sinistra e poco prima di giungervi c'è un parcheggio gratuito sulla destra.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Presa la funivia ad Andalo terminiamo il primo troncone e scendiamo a Dosso Pela (1776 m). Usciamo dalla stazione e andiamo con sentiero in discesa verso sinistra in direzione dell'impianto di seggiovia che da Dosso Pela ci porta alla Cima La Paganella (2125 m). Il sentiero passa sotto una galleria con le piste sopra di noi (5' a piedi tra le due funivie).
Giunti a La Paganella proseguiamo in leggera salita fino a notare sulla destra dei ricevitori. Ci incamminiamo in direzione dei ricevitori su ampia carrareccia fino a incontrare un bivio:
Volendo si può salire da Andalo a La Paganella anche con sentiero (F11) che in 2 ore di costante e faticosa risalita lungo i 1000 m di dislivello ci condurranno alla stazione a monte della funivia.
Partiamo dicendo che lo sviluppo della ferrata è particolare e per certi versi singolare rispetto alla maggioranza delle ferrate italiane. Si sviluppa su un modesto dislivello con la prima parte della ferrata in discesa e la seconda parte in salita lungo una ripida costola rocciosa (Dente di Corno). La ferrata è suddivisa in alcune sezioni che sono riconoscibili con targhe in metallo lungo il percorso.
Il primo tratto della ferrata è chiamato "Canalone Battisti". Questo tratto di discesa avviene lungo il lato sinistro di un ripido canale erboso non particolarmente difficile. Il cavo serve principalmente come corrimano e alterniamo alcuni tratti di discesa con brevi tratti di salita e tratti di cenge. Dopo questo primo tratto prevalentemente in discesa giungiamo alla targa metallica "Antro delle Pegore" che segue a un tratto di pianeggiante sentiero e ci conduce dentro un passaggio nella roccia. Usciamo dall'altro lato e percorriamo una facile cengia e iniziamo un tratto di discesa su roccette con crescente esposizione. Questo tratto non presenta particolari difficoltà ma richiede solo piede fermo e di cercare i facili appoggi per i piedi.
Dopo questi primi due tratti facili giungiamo ora a un tratto con difficoltà leggermente più sostenuta: "La Traversata degli Angeli". Si tratta di un traverso orizzontale che in forte esposizione ci porta ad aggirare uno spigolo. Il traverso offre buoni appigli naturali all'inizio e alcune staffe nella seconda parte. Un paio di passaggi richiedono un poco di forza nel passaggio dei moschettoni essendo la parete leggermente a strapiombo. Dopo il traverso affrontiamo due tratti di disarrampicata verticali con forte esposizione. I passaggi non sono difficili e sono aiutati da alcuni sostegni metallici. Questo è il primo tratto tecnico della via moderatamente difficile. Completato il tratto di disarrampicata traversiamo verso sinistra un breve tratto che ci porta a una nuova targhetta metallica "Conca d'Oro" oltre la quale iniziamo un tratto misto di esposti traversi e cenge - denominata "Cengia Terlago" - che aggira senza rilevanti cambiamenti di dislivello ad aggirare la parete del Dente del Corno fino a portarci nella parete Ovest.
Percorriamo questo tratto fino a scendere senza tratti degni di nota in direzione del corno collegato col resto della montagna da due ponti sospesi. Passiamo la targa "Ponti del Cielo" e dopo un tratto di leggera discesa affrontiamo il primo di due ponti sospesi. Entrambi i ponti sono a 4 corde, molto stabili con ottime pedane metalliche per i piedi. Usciti dal primo ponte saliamo con alcune cambre fino a una breve cengia. Risaliamo un breve gendarme roccioso che ci porta al "Dos de la Merenda" ovvero un punto panoramico dove poco più sotto parte il secondo più lungo ponte sospeso. E' possibile aggirare questo secondo ponte con sentiero attrezzato. Risaliamo una parete attrezzata e dopo un traverso verso destra scendiamo in una sella terrosa dove si ricongiunge il sentiero per chi ha eventualmente saltato il secondo ponte.
Variante Battito d'Ali
Dal 2019 è stata inaugurata una variante di salita tra il primo e il secondo ponte sospeso. Questa variante consiste nell'affrontare un pendolo e successivamente in una parete verticale e strapiombante di livello Estremamente Difficile. Per effettuare il pendolo dovremo collegarci a un lungo cavo metallico tramite un anello e pendolare verso sinistra per raggiungere il cavo metallico a circa 7-8 metri di distanza. Per questo pendolo consigliamo di collegare, oltre al set da ferrata, una longe corta con moschettone a ghiera in modo da restare collegati vicini al cavo metallico. Terminato il pendolo la via sale verticale e strapiombante con passi atletici privi di staffe. La parete non è lunga ma risulterà difficilmente arrampicabile quindi si procederà in aderenza con un certo dispendio di forza. Va sottolineato che risulterà difficile, se non impossibile, tornare indietro e percorrere il pendolo a ritroso. Quindi se si intraprende la salita della variante si deve procedere fino a raggiungere il secondo ponte sospeso.
Passato il libro delle firme siamo ora in prossimità dell'ultimo tratto della ferrata. Noteremo a questo punto due opzioni: proseguire verso la variante estrema oppure risalire il "Spigolo del Vento":
Dal termine della ferrata dovremo proseguire in direzione nord-ovest seguendo il sentiero che sale in direzione della Cima La Paganella. Giungeremo a un bivio in cui se proseguiamo a destra allunghiamo leggermente il rientro. Se teniamo la sinistra proseguiamo nel sentiero fino a giungere nei pressi dei prati delle piste da sci. Questo tratto è in costante salita e ci porterà agli impianti della funivia (30' dal termine della ferrata - 2h 30' totali) da cui potremo scendere a valle e quindi al parcheggio.
La prima nota va per l'attrezzatura. Di recente costruzione e in ottimo stato di manutenzione. Se si volesse trovare un punto almeno in parte negativo è la corta distanza tra i fittoni col risultato di essere costantemente impegnati a moschettonare anche in tratti facili nella ferrata. Ovviamente questa disposizione ha evidenti vantaggi per la sicurezza in caso di caduta ma in alcuni tratti la distanza tra i chiodi sembra effettivamente troppo corta.
I ponti sospesi sono di ottima fattura, stabili e ben costruiti. L'unico appunto è sul secondo ponte in cui il cavo alto utilizzabile per i moschettoni risulta generalmente troppo alto con il risultato di rendere problematico procedere. Sebbene sia una situazione non ottimale per la progressione si può procedere mettendo un moschettone sul cavo di destra e uno su quello di sinistra.
L'ultima nota sullo sviluppo della scala elicoidale. Questa variante estrema è stata inaugurata nel 2017 e rappresenta nel panorama italiano qualcosa di unico e inusuale. Ci sono pareri discordanti su questo sviluppo e, nonostante anche noi abbiamo un'opinione a riguardo, ci asteniamo dal renderla pubblica su questa relazione. Sicuramente è un'esperienza unica da fare e per evitare situazioni potenzialmente pericolose consigliamo di avere con sé una fettuccia in caso si voglia sostare metà scala.
Conclusione sull'affollamento. La Ferrata delle Aquile è un itinerario che nei mesi estivi di Luglio e Agosto viene percorsa da moltissime persone. Il livello di difficoltà medio e la possibilità di salire e scendere con funivia, riducendo l'avvicinamento a pochi minuti, la rende una meta molto gettonata tra i turisti in zona. A causa probabilmente dell'affollamento è fatto esplicito divieto di percorrere la ferrata nel senso inverso da quello indicato nella relazione. Con questo in mente si generano di frequente situazioni di ingorgo che rendono il percorso assai meno piacevole. Si può ovviare a questo problema percorrendola nei giorni feriali e più in generale partendo presto la mattina appena gli impianti di risalita aprono.
La Ferrata delle Aquile è un'escursione che, se intrapresa utilizzando gli impianti di risalita sia in salita che in discesa, ci lascerà sia il tempo che le energie per abbinare un secondo itinerario attrezzato nella stessa giornata. Tra i candidati naturali ci sono la Ferrata al Burrone Giovanelli vicino Mezzocorona (attenzione agli orari degli impianti per la discesa) oppure la Ferrata di Rio Secco. Se da Andalo volessimo scendere verso Molveno e quindi in direzione Lago di Garda potremmo andare alla Ferrata di Preore oppure la Ferrata Rio Sallagoni, entrambe con breve avvicinamento e bassi dislivelli. Infine per un secondo itinerario sicuramente più impegnativo ma molto appagante c'è la Ferrata Marangoni a Mori nei pressi dello svincolo autostradale di Rovereto Sud.
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Achille Barbarisi
02/10/2020 alle 16:37Sarò forse un neofita, ma a me è piaciuta molto. Attenzione agli orari di chiusura degli impianti di risalita/discesa, c’e’ da considerare più di una buona mezz’oretta come percorso (in salita) per raggiungere la seggiovia …
daniel grassi
13/09/2020 alle 18:26L’ho fatta nel 2018, panorama super, molto esposto il secondo tratto.
Molti traversi, tutto di braccia, molta discesa.
Ponti adrenalinici.
Ultimo tratto uscito dallo spigolo del vento.
La parete terminale è poco ricca di appigli, molte braccia anche qui.
Troppa gente già alle 9 di mattina.
Attrezzatura top.
A mio avviso non è per principianti.
Michele Grisafi
22/07/2020 alle 23:49Ferrata che si salva solo se si percorre la bellissima variante con le scale ad elica. La difficoltà nel resto è abbastanza ridotta sebbene dia grande fastidio la partenza in discesa… parti e continua in discesa per 25 minuti buoni in grande scomodità.
I ponti sono molto belli.
Andrea De Togni
30/06/2020 alle 17:51Percorsa il 26/6/20.
Premetto che io non faccio mai ferrate ED molto atletiche (ho poca forza di braccia) e che gradisco quelle “arrampicabili”. Però volevo fare i ponti, volevo vedere quelle famose scale elicoidali e mio cugino abita in zona…
Vi scrivo come l’ho vissuta io, considerazioni ovviamente personali.
La ferrata è infida e capisco perchè ogni tanto qualcuno ci rimane appeso o deve essere recuperato. È infida perché l’avvio è in discesa, sembra poco esposta e facile. Per i primi 20 minuti è così, è poco più di un sentiero attrezzato.
Poi ad un certo punto comincia una sequenza interminabile di cenge tendenzialmente a sbalzo, dove le braccia lavorano molto. Sempre costantemente esposti. Quando non sono cenge sono discese molto verticali e molto esposte, da disarrampicare quindi non difficili (a volte con staffe ma non moltissime). Ed è tutta così fino quasi alla fine, 80% traversi, 20% discese. Quindi se non stai attento arrivi dopo 1h30 (più o meno) così, cotto di braccia. Non si arrampica mai. Anche nei pochi passaggi di salita si deve ricorrere praticamente sempre al cavo.
Poi ci sono i due ponti, adrenalinici certo ma non difficili.
Dopo questi passaggi che sono esposti ma non tecnicamente difficili, così di colpo, te la tira in faccia ?
C’è una prima deviazione dove puoi salire in verticale su una parete (si arrampica, alcuni tiri di braccia ma si fa) oppure fare “il battito d’ali”: una corda d’acciaio appesa 5mt sopra a cui ti devi fissare l’imbrago, appenderti e dondolare fino a prendere un cavo a sinistra. Io non l’ho fatta non per il dondolare ma perché quando arrivi a sto cavo cominciano 10mt di parete strapiombante tutta di braccia. Ho detto no, l’ho guardata e ho preferito non rischiare.
Vai avanti ancora un po’ e hai la deviazione ED. O vai dalla salita arrampicabile che a occhio non sembrava complessa (lo spigolo del vento), oppure la variante “estrema”. Mi sono consultato con mio cugino (molto più bravo di me) e ho detto “ma si, che saranno mai due scale, proviamo ???)
Le due scale elicoidali sono toste perché si muovono (consiglio di salire uno per volta), sono lunghe e soprattutto la seconda è più corta ma ha i pioli di cavo (la prima lì ha di ferro rigido) e quindi più faticosi. Il problema non è lì però. È che dopo quelle due scale ti trovi di fronte 5 metri di muro decisamente esposti, verticali e con pochi appigli, seguiti da un piccolo ponte e poi altri 3-4 metri così. E’ lì la vera ED: è un punto in cui senza braccia non vai su (e sei stanco dopo averle usate per tutta la ferrata e sulle scale) e io sono arrivato al limite delle mie energie.
La rifarei? Non lo so. Al di là della variante estrema c’è veramente poco o nulla da arrampicare. Sembra spesso esposizione fine a sé stessa. I ponti sono carini ma arrivano alla fine quando un po’ ti sei rotto di andare quasi sempre in orizzontale.
Fatta ma preferisco altro “tipo” di ferrate.
Andrea Lucchini Huspek
14/05/2020 alle 17:01Ferrata molto scenografica da cui si goda una vista di tutta la valle sottostante, non presenta eccessive difficoltà tecniche (eccetto forse un paio di passaggi in cui si disarrampica) anche se è necessario prendere in considerazione la costante esposizione della via. Durante l’estate è abbastanza frequentata ma con ampie cengie che permettono di passare eventuali gruppi più lenti.
La via presenta due varianti molto divertenti anche se decisamente impegnative che ne aumentano la difficoltà (un pendolo dopo la metà del percorso ed una scala a chiocciola alla fine), evitandole direi che il grado “moderatamente difficile” risulta abbastanza appropriato.
sara.sambrizzi
07/04/2020 alle 11:56Ferrata senza particolari difficoltà, un po’ affollata. Quando l’ho percorsa, erano con me un paio di persone che affrontavano una via ferrata per la prima volta e non hanno avuto particolari difficoltà. Da fare con tempo favorevole poiché è molto esposta e può diventare scivolosa
assowt
22/09/2019 alle 23:07Inizierei con una premessa, la società che gestisce il comprensorio ha saputo valorizzare in modo ottimale ciò di cui disponeva, ottima l’attrezzatura, ottima la posa della stessa di conseguenza ottima la sicurezza. La ferrata in se invece non mi ha entusiasmato. Tanta discesa molti traversi, carini il pendolo e i due ponti, purtroppo l’unica vera parete su cui si possa arrampicare può essere evitata con una scala. Una gran scala però tanto di cappello a chi l’ha ideata.
Vincenzo
26/08/2019 alle 08:11Via ferrata molto affollata. Ferrata moderatamente difficile ed esposta. Bello il panorama sottostante.
tommy.76
24/04/2019 alle 11:30La ferrata è particolare anche se a me sembra più un parco giochi….troppa gente e code….ideale per chi vuol imparare perché ci sono tratti in discesa traversi pareti verticali e ponti un assaggio di tutto un po’
Alessandro Iotti
19/08/2018 alle 19:29Per me è una ferrata anomala come sviluppo. Lungo tratto di discesa, traversi, cenge fino a questo singolare ponte ad elica. A me personalmente piacciono ferrate verticali, arrampicabili che seguono una linea logica di salita. Ottimamente attrezzata. Non penso che la rifarò.