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La Ferrata delle Taccole è una difficile ferrata che si sviluppa sul Monte Baldo a raggiungere la Vetta delle Buse. La ferrata è atletica, esposta e richiede buon allenamento sebbene sia breve e risalga un dislivello non eccessivo. Attenzione al canalino di accesso alla ferrata che spesso risulta innevato anche a inizio stagione.
Si possono avere diversi punti di partenza per l'itinerario della Ferrata delle Taccole. Un primo discriminante è se si vuole utilizzare (o se è aperta) la funivia che collega l'abitato di Prada con Costabella. A inizio 2018 risulta ancora chiusa ma i lavori dovrebbero terminare in modo da poter essere utilizzabile in primavera/estate 2018. In questo, indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Senza l'utilizzo degli impianti di risalita bisogna raggiungere il Rifugio Telegrafo (2200 m). A questo punto si hanno alcune opzioni tra cui suggeriamo:
L'avvicinamento varia in base alle opzioni indicate sopra:
Dalla sella con la targa in ferro della ferrata scendiamo verso ovest lungo un ripido e franoso canalino che ci conduce all'attacco della Ferrata delle Taccole (10' dalla sella).
La Ferrata delle taccole ha inizio molto caratteristico. Si parte dall'interno di un camino. I primissimi metri offrono buoni appigli per i piedi poi salendo si devono cercare più attentamente gli appigli naturali oltre che alcune ottime maniglie e staffe metalliche. Il cavo corre sul lato sinistro del camino ma alcune maniglie e punti d'appoggio sono sul lato destro e vale la pena soffermarsi un attimo durante la salita per studiare i migliori appoggi. Salendo la fessura si stringe e di fatto aumenta l'esposizione. Saliamo in forte esposizione fino a giungere su un terrazzino dove appoggiare entrambi i piedi sempre dentro il camino nella sua parte superiore. Rimontiamo gli ultimi 5 metri all'interno del camino (migliori appigli qui che in precedenza) e usciamo su una serie di massi rocciosi, uno in particolare sporgente, che vanno risaliti. Proseguiamo su questo facile tratto e siamo su una cengia rocciosa verso destra che ci porta alla base di una lunga placca abbastanza ripida.
Il cavo parte in prossimità di una fessura che ci offre alcuni buoni appigli naturale per le mani e piedi, cosa che manca invece nella placca. Saliamo in forte esposizione incontrando alcune maniglie e staffe che ci aiutano in questo impegnativo tratto. La roccia qui è molto compatta ma decisamente liscia e gli unici appigli naturali sono all'interno della fessura. Le staffe le troveremo sia sul lato sinistro che destro della fune permettendoci di utilizzarle alternatamente per le mani e i piedi. Questo tratto risulta sicuramente più difficoltoso per persone di bassa statura vista la distanza tra le staffe. La parte alta della placca presenta un singolo passaggio più complesso dei precedenti lungo la placca stessa. La fessura si allarga con il cavo che scorre a destra e noi che di fatto saremo all'interno della fessura e dovremo uscirne in un passaggio un po' più atletico. In questo punto è importante alzare lo sguardo e notare una staffa sopra la nostra testa che è posta in verticale e risulta ottima come presa per fare forza e uscire dalla fessura. Pochi metri sopra questo più impegnativo passaggio il cavo vira a sinistra per un breve traverso e si attacca un diedro con staffe artificiali su entrambi i lati. Questo tratto non presenta particolari difficoltà tecniche viste le staffe presenti tuttavia siamo ancora in forte esposizione e i singoli passaggi risultano piuttosto atletici. Affrontiamo un breve tratto strapiombante oltre il quale il cavo piega a destra su un terrazzino roccioso. Qui conviene riposare un attimo in vista dell'ultimo impegnativo tratto della via.
Quest'ultimo tratto inizia con una parete simile alle precedenti. Pochi appigli naturali ma staffe presenti. Il cavo corre su uno spigolo alla cui sinistra noteremo una fessura che dovremo affrontare più sopra. Gradualmente ci spostiamo dentro la fessura, talvolta con roccia umida, in cui difficoltà andranno rapidamente a cambiare. Incontreremo un paio di punti leggermente spancianti dove per rimontarli sarà necessario fare forza sul cavo vista anche la mancanza di appigli naturali. Il secondo di questi tratti sporgenti ci offrirà, una volta risalito, di appoggiare entrambi i piedi e studiare bene i prossimi passaggi in cui la fessura si stringe. La fessura si stringe fino a spingerci fuori da essa. In questo tratto per un passaggio potrebbe essere utile salire a lolotte per guadagnare i primi 2 metri utilizzando anche una staffa sul lato sinistra sopra la nostra testa. Usciti dalla fessura abbiamo gli ultimi 4 metri di placca e siamo fuori dal difficile tratto. Usciamo su un sentiero terroso, affrontiamo gli ultimi balzi rocciosi e siamo al libro di vetta dove termina la ferrata (45' dall'attacco).
Dal termine della ferrata, si deve scendere in direzione del CAI 658 per sentiero. Giunti a questo sentiero e in base all'itinerario di avvicinamento si procede a sinistra verso il Rifugio Telegrafo oppure a destra verso la stazione a monte della funivia e rispettivamente indietro per l'itinerario di avvicinamento.
La Ferrata delle Taccole è una ferrata atletica e va detto poco arrampicabile. La roccia, come indicato in relazione, è molto solida ma liscia e con pochi appigli naturali che non siano spigoli e fessure quindi ideali per persone con buone doti di arrampicata. La via utilizza tuttavia molte staffe metalliche posizionate per agevolare molti i tratti impegnativi. Alcune di queste risultano tuttavia abbastanza distanti tra loro e risulterà quasi d'obbligo tirare il cavo per riuscire a procedere. Con queste premesse, è una ferrata che mette alla prova e con forte esposizione che appagherà anche il ferratista esperto. Il panorama dalla cima è molto bello con il Lago di Garda sotto e le catene delle prealpi bresciane e Dolomiti ben visibili dalla cima.
La Ferrata delle Taccole è un itinerario impegnativo che sicuramente lascerà poche energie in quella giornata. Va comunque detto che se si può utilizzare la funivia per la salita l'itinerario e il dislivello cambiano radicalmente permettendo di abbinare anche altri itinerari. Scendendo a valle si potrebbe optare per il vicino Sentiero Attrezzato della Val Sorda oppure si potrebbe optare per una delle molte Ferrate al Lago di Garda dove non mancano le opzioni con la facile Ferrata del Rio Sallagoni oppure la più difficile Ferrata Mori. Se si volesse percorrere un itinerario più facile si potrebbe anche optare per il Sentiero Attrezzato Colodri oppure il Sentiero Attrezzato delle Cavre.
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Roberto Librio
27/06/2021 alle 14:29Fatta il 26/06/21
Ferrata molto verticale e particolare per la presenza di una lunga fessura – in foto – e molti tratti incassati in bei caminetti. Non difficilissima, ma non adatta ai principianti. Problematico trovare l’attacco: una volta indi individuata la targa in ottone sul sentiero in alto occorre scendere su un ripidissimo canalone di sfasciume molto instabile, da percorrere con cautela, sembrava quasi di sciare sulle pietre che scivolavano giù. Arrivati in basso, 30m. sopra la zona pianeggiante con due grossi massi al centro, girare a sinistra fino a individuare sul costone verticale l’attacco, non visibile dall’ alto.
oscar.morin1977
28/09/2020 alle 20:13Percorsa il 20/09/20 Partiti da Novezza e saliti al rif. Telegrafo.Successivamente preso il sentiero che porta verso la ferrata,in mezz’ora si arriva all’attacco scendendo un ripido canalone.Ferrata non banale,ma divertente se si ha una base di arrampicata.Molto verticale ed esposta,ma breve.
Luca Massignani
25/09/2020 alle 22:50Fatta il 20/9/2020. Ferrata famosa per la lunga placca verticale con fessura. Personalmente ho trovato tecnicamente impegnativi il camino d’attacco e il diedro finale, nella scala di arrampicata 5a il primo e 5b il secondo, a mio avviso. La placca intermedia è piuttosto liscia e diventa necessario usare il cavo e tutte le attrezzature presenti e pertanto, a mio parere, meno impegnativa dal punto di vista tecnico. Il contesto è sempre verticale ed esposto e quindi confermo che non si tratta di un percorso da prendere alla leggera.
Il monte Baldo è un luogo straordinario, magico e la ferrata delle Taccole lo conferma pienamente: è più facile trovare il Cancello di Moria sulle Montagne Nebbiose che la targa di attacco di questa ferrata.
M. G.
29/06/2020 alle 09:25Fatta il 28/06/2020 salendo al Telegrafo da Novezzina. Ho trovato problematico trovare l’attacco (una volta trovata la targa sul sentirero 658) nonchè raggiungerlo (sfasciumi instabili). Nella parte iniziale il cavo non è più teso. Sia i camini che la famosa placca non sono banali, nè tecnicamente nè fisicamente. Da sconsigliare a un principiante. Problemi anche in uscita a trovare la via, non c’è alcuna indicazione. Comunque una ferrata breve ma interessante.
mariomossone43
15/08/2019 alle 20:34Percorsa il 06/08/2019 partendo dal Rifugio Novezzina (consigliato per il pernottamento). Difficoltà nel trovare il punto di attacco (segni bianco-rossi recenti solo in prossimità dello stesso) forse a causa di una frana che ha interessato il ripido canalone di accesso.
Ferrata molto interessante con la placca che, osservata dalla sua base, sembra più lunga e ripida di quanto si può immaginare guardando le foto.
La presenza delle nubi non ha purtroppo consentito di osservare il panorama circostante ma, in compenso, ci siamo imbattuti da vicino in tre camosci uno dei quali ha continuato ad osservarci senza allontanarsi!
Sconsigliata per principianti e per chi soffre la verticalità.