La Ferrata Ettore Bovero al Col Rosà è una ferrata breve ma impegnativa, aerea e varia nei suoi passaggi. L'itinerario richiede una buona preparazione fisica ed assenza di vertigini essendo molto verticale. Alcuni passaggi di I grado non protetti nella seconda sezione della ferrata. Panorama magnifico dalla vetta.
Il punto di partenza è il parcheggio presso l'ingresso del Campeggio Olympia nel paese di Fiames a nord di Cortina d'Ampezzo. Raggiunto Fiames seguiamo le indicazioni che ci faranno attraversare il ponte sul Torrente Boite. Dopo il ponte svoltiamo a destra e in breve siamo al campeggio dove parcheggiamo esternamente. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dal parcheggio presso il campeggio seguiamo l'ampia forestale con segnavia 417 che sale verso nord. Proseguiamo sul sentiero notando alla nostra sinistra il Col Rosà che si erge imponente. Raggiungiamo Pian de Ra Spines (1301 m - 25' da parcheggio) dove prendiamo a sinistra il sentiero 408 che sale deciso nel bosco. La salita è costante e ripida fino a incontrare il Passo Posporcora (1711 m - 1h 15' dal parcheggio).
Ignoriamo il bivio per il 409 che si stacca a sinistra e proseguiamo sul 408 fino a incontrare la deviazione segnalata a destra per il 447 seguendo le indicazioni per il Col Rosà e la Ferrata Bovero. Raggiungiamo l'attacco della ferrata dopo una salita ripida su gradoni rocciosi, cenge e roccette (1950 m - 1h 45' totali). Possiamo mettere l'imbraco su un terrazzino prima di salire questi ultimi risalti che ci conducono all'inizio delle attrezzature alcuni minuti dopo la targa metallica.
La ferrata inizia in prossimità di un diedro con scarsi appigli. La salita è fin da subito piuttosto impegnativa e nella parte alta di questo primo tratto dobbiamo incunearci all'interno di uno stretto canalino. Lo passiamo stando sul lato destro e ci troviamo su un terrazzino. Percorriamo un tratto di sentiero senza fune. Ci troviamo ora sotto una placca inclinata piuttosto gradinata che risaliamo agevolmente. Siamo su un nuovo terrazzino da cui parte una parete verticale in corrispondenza di un nuovo diedro. Come il precedente è piuttosto liscio e privo di appigli sul lato destro mentre su quello sinistro offre qualche maggiore opportunità di appoggio nei pressi di una fessura. Proseguiamo in salita con forte esposizione in un passaggio caratteristico. Il cavo corre all'interno di una fessura piuttosto angusta. Noi sostiamo su un terrazzino sul lato destro e dovremo andare alla ricerca di appigli per alzarci di un paio di metri e raggiungere i primi appigli validi per i piedi. Il cavo corre sul lato destro del camino. Passo questo tratto impegnativo proseguiamo in verticale su roccia ben gradinata. Ci troviamo ad affrontare un altro diedro con fune sul lato destro. Ci son alcuni buoni appigli sul lato sinistro e con un paio di passaggi atletici in spaccata risaliamo il diedro, probabilmente il passaggio più impegnativo della via. Raggiungiamo un pulpito panoramico al termine del diedro prima di spostarci a destra su un esposto spigolo.
Partiamo affrontando lo spigolo in diagonale verso destra e poi in linea dritta con forte esposizione saliamo una decina di metri. Il cavo ora piega a destra dello spigolo passando in diagonale all'interno di una fessura che saliremo non senza affanno cercando appigli sia a destra che a sinistra della fessura. Questo passaggio è tecnico ed aereo. Passata la fessura diagonale il cavo procede verticale risalendo una parete frastagliata ma molto verticale sempre in prossimità di una fessura della roccia. Saliamo in prossimità di uno spanciamento della roccia che aggiriamo sul suo lato sinistro prima di un esposto traverso a sinistra che aggira uno spigolo. Dallo spigolo saliamo verticali in forte esposizione prima verso sinistra fino a un balconcino poi a destra su una parete più appigliata ma sempre verticale. Ci troviamo sotto un tetto che risaliamo con un passaggio impegnativo cercando appigli dentro l'ennesima fessura prima di uscire sulle roccette superiori. Saliamo ora in diagonale verso sinistra in un passaggio meno impegnativo degli ultimi con cui in breve termina la prima sezione della ferrata e con essa delle attrezzature.
Percorriamo un tratto di sentiero di collegamento salendo alcune roccette tra sassi e mughi in direzione dell'ultima sezione della ferrata. Si segue il sentiero e si salgono alcune roccette (I grado) fino a incontrare sotto un tetto roccioso il cavo metallico che riprende momentaneamente per salire un balzo più pronunciato. Proseguiamo sul sentiero tra i mughi in direzione della croce di vetta evidente dritta a noi. Saliamo sul sentiero fino a incontrare a sinistra di un oscuro camino una serie di ampie staffe metalliche. Le saliamo assicurandoci ad esse e proseguiamo sul sentiero per una decina di metri incontrando nuovamente una serie di staffe con cui saliamo la sinistra di una diedro. Proseguiamo su un tratto di sentiero senza protezioni con cui saliamo alcuni balzi rocciosi piuttosto gradinati con cui ci addentriamo dentro un canalino. Sempre sul lato sinistro incontriamo alcune staffe che ci aiutano a salire i balzi più pronunciati raggiungendo dopo alcune roccette (I grado) l'uscita del canalino sul pianoro sommitale del Col Rosa (2166 m - 1h dall'attacco - 2h 45' totali) con magnifica vista a 360 gradi sui gruppi dolomitici circostanti.
Dalla vetta del Col Rosà si inizia a scendere in direzione nord seguendo i segni del CAI 447. Scendiamo sull'evidente sentiero raggiungendo un canalone detritico che scendiamo in parte per poi tagliare a mezzacosta in direzione di una singolare ed evidente torre rocciosa raggiunta la quale scendiamo ripidamente nel bosco. La discesa è ripida e ci conduce a valle dove ci innestiamo sull'ampia forestale (CAI 417 - 1300 m - 1h 30' dalla vetta). Teniamo la destra e rientriamo al parcheggio (30' dall'innesto sul CAI 417 - 2h dalla vetta - 5h totali).
La Ferrata Bovero è una ferrata intensa ed esposta. La breve durata (1h) non deve trarre in inganno essendo una salita pressoché verticale con alcuni passaggi interessanti tra diedri, camini e traversi che non devono essere presi sottogamba. Il tracciato della prima sezione è verticale e ben presto diventa esposto. La roccia alterna tratti molto ben arrampicabili con punti in cui è piuttosto levigata e offre pochi appigli stabili. L'attrezzatura non è in eccellente stato. La chiodatura è piuttosto ridotta con distanze a volte eccessive tra i fittoni con il risultato di un possibile fattore di caduta assai elevato. Un paio di punti la fune è lasca e per una ferrata così verticale può creare qualche difficoltà in più. Attenzione al rientro in un paio di punti esposto. Itinerario senza punti d'appoggio intermedi né fonti d'acqua.
La Ferrata Bovero si sviluppa sul versante occidentale della Valle del Boite. All'altezza di Fiames sul versante opposto sale la Ferrata Strobel a Punta Fiames. Sempre sul Pomagagnon sale la Ferrata della Terza Cengia dove tuttavia l'itinerario consigliato parte da Cortina d'Ampezzo. Proseguendo verso nord sulla Statale 51 verso Dobbiaco incontriamo la Ferrata Giovanni e Barbara Dalaiti alle Cascate di Fanes. Scendendo verso Cortina d'Ampezzo incontriamo l'impegnativa Ferrata Sci Club 18 al Monte Faloria.
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Simone Nale
15/12/2020 alle 12:03Molti definiscono questa ferrata aerea ed esposta: a parte un breve traverso non ha tutta questa esposizione.
L’arrampicata è divertente su tratti molto verticali ma sempre ben appigliati. Ultra panoramica con la valle d’ampezzo che si apre davanti e le tofane che sembra di toccarle.
Vincenzo
02/08/2020 alle 23:45Semplice ma aerea ed appagante magari non per tutti .
Filippo Rosi
10/03/2019 alle 08:16Ferrata non lunga ma bella con un paio di passaggi tosti e tanta esposizione! Panorama stupendo dalla vetta sul Gruppo del Cristallo, delle Tofane e poi a nord verso gli altri gruppi dolomitici. La consiglio