Generale:
La recente Ferrata della Falconera si trova in una parete verticale sopra Varallo in provincia di Vercelli. La ferrata è impegnativa e atletica. Per esposizione, presenza di tratti strapiombanti e atletici non deve essere sottovalutata e quindi da consigliare per escursionisti esperti di ferrate in buono stato di allenamento. In questo tipo di salita un rinvio o longe è decisamente consigliato.
Località di partenza:
Il punto di partenza dell'itinerario è Varallo, in provincia di Vercelli. Giungendo al paese si parcheggia nell'ampio piazzale nei pressi della casa di riposo "Casa Serena".
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Avvicinamento:
Lasciata l'auto nel parcheggio si attraversa la strada in direzione di una mulattiera e di una bacheca che introduce alla ferrata. Si risale per una decina di minuti fino a un bivio in cui un sentiero a mezzacosta nel bosco ci porta a un facile tratto attrezzato, quindi al cartello dell'inizio della Ferrata della Falconera (20' dal parcheggio).
Recentemente è stata aggiunta una panchina nei pressi dell'attacco per mettersi imbraco e attrezzatura. Sebbene comoda, serve attenzione perchè non di rado cadono pietra dall'alto quindi consigliamo di mettere il casco (meglio anche il resto dell'attrezzatura) già dal parcheggio.
Ferrata:
Dall'attacco si fanno un paio di metri in orizzontale a destra e si risale una prima parete di roccette abbastanza appoggiate piegando verso destra. Ben presto iniziano le abbondanti staffe che ci guidano in alto facendoci guadagnare quota ed esposizione dandoci sin da subito un primissimo assaggio di una piccola e poco accentuata parete strapiombante. Giungeremo a un traverso verso destra, inizialmente orizzontale poi più diagonale, il "Traverso della chiappa tremante". Terminato il traverso giungeremo a una cengia. Percorriamo la cengia che passa a fianco della "Grotta del Fico" che ci condurrà sotto una prima parete verticale più impegnativa. La parete risale verticalmente una placca in direzione di un tetto roccioso. Sotto il tetto ci troveremo ad avere funi a entrambi i nostri lati. Aggireremo il tetto dal lato sinistra un tratto che brevemente ricorda un diedro. Molto bello il panorama nelle giornate terse verso i 4000 - da qui il nome della "Cengia dei 4000".
Siamo ora in forte esposizione e giungiamo a una cengia - la Cengia della Campana - che come suggerisce il nome ha una campanella metallica. La cengia ci conduce verso destra sotto una parete più verticale dove sono presenti i due passaggi più impegnativi della via. Risaliremo la parete verticale giungendo a un primo tetto roccioso molto spanciante che obbliga a procedere agilmente, senza indugiare nel cambio moschettone per evitare di stancarci troppo le braccia. Il passaggio è breve - 2 metri - ma impegnativo ed esposto. Risalito questo primo tetto proseguiamo verticalmente seguendo i pioli e ben presto giungiamo a un altro tetto simile al precedente ma che un effetto sbandieramento verso l'esterno. Lo risaliamo in forte esposizione e con un certo sforzo fisico e proseguiamo l'ultima parte di questa lunga e impegnativa parete. Giungiamo quindi su un terrazzino panoramico in cui è possibile prendere fiato, risposare le braccia e guardare il panorama dietro di noi. I due passaggi strapiombanti tendono a buttare in fuori e in questi due tratti una longe può essere molto utile.
Risaliamo un paio di pareti più semplici, iniziamo un tratto gradonato di cresta a tratti rocciosa a tratti erbosa, e giungiamo così al ponte sospeso: "Ponte Via col Vento". Come avviene in altre ferrate dell'alto Piemonte, ad esempio la Ferrata Detomasi a Cimalegna, il ponte è a 4 corde e abbastanza stabile, tuttavia le funi con cui è intrecciato tendono a rendere più difficoltosa la progressione dovendole scavalcare in alcuni punti. E' possibile anche percorrere il ponte utilizzando due funi, come fosse un ponte delle scimmie. Dal termine del ponte proseguiamo in un facile ma esposto traverso orizzontale verso destra e siamo in prossimità degli ultimi passaggi della ferrata. Risaliamo una parete verticale, affrontiamo alcune roccette e un paio di balzi rocciosi, giungendo così alla "Cresta del Traguardo" che, dopo alcuni facili passaggi comunque ben assistiti, coincide con la fine della salita vera e propria. Siamo al libro delle firme che indica la fine della Ferrata della Falconera (2h dall'attacco - 2h 20' totali).
Discesa:
Il sentiero più immediato di discesa verso Varallo è di percorrere il Sentiero 636C in direzione nord-est, poi intraprendere il 636B in direzione del laghetto di Scarpia. Giunti al lago, si prende il sentiero 636 in discesa verso Varallo (40' dall'attacco - 3h totali).
Se si volesse fermarsi per mangiare qualcosa, si può utilizzare uno dei 3 tavoli in pietra presenti lungo il percorso in meno di 10 minuti dal termine della ferrata.
Note:
La Ferrata della Falconera è ottimamente attrezzata. E' una ferrata più atletica che difficile dal punto di vista tecnico. Si risale un elevato dislivello con due passaggi chiave ostici dal punto di vista fisico. Tecnicamente non è una ferrata difficile in quanto le attrezzature presenti guidano lungo tutta la salita e l'arrampicabilità ne risulta quindi molto ridotta. L'esposizione è elevata lungo tutto il percorso. I fittoni sono numerati e questo può aiutare nella localizzazione in caso di incidente.
A inizio 2020 è stata inaugurata l'illuminazione notturna di questa via ferrata. Questa caratteristica la rende unica nel suo genere almeno nel contesto italiano. A questi due link (1 e 2) sono disponibili maggiori informazioni, le giornate e gli orari di apertura. L'illuminazione avviene generalmente nelle giornate di Sabato negli orari indicati nel volantino indicato sopra oltre che in prossimità di alcune festività. Necessaria comunque, a prescindere dall'illuminazione della via, la torcia frontale per il ripido rientro.
Per i tratti molto difficili di questa via ferrata, può essere utile leggere l'articolo che abbiamo preparato su "Come sostare lungo una Via Ferrata".
Opportunità:
Il naturale proseguimento della Ferrata Falconera è la Ferrata del Partusac, il cui inizio è vicino al termine della ferrata lungo il sentiero di rientro. Se si volesse percorrere un'altra ferrata in zona, si potrebbe optare per la Ferrata dei Picasass (1h di auto in direzione del Lago Maggiore) oppure le ferrate nel biellese: la Ferrata della Balma, la Ferrata Nito Staich oppure il Sentiero Attrezzato dell'Infernone.
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mauro1960
19/09/2020 alle 16:46La Falconera è una bella ferrata, confermo in pieno quello che è scritto nelle note sulla descrizione della Via. Difficile alle Gobbe di Cammello dove è richiesta un po’ di fatica alle braccia per via della contro pendenza, il cordino di servizio di sicurezza è necessario per tirare un po’ il fiato. Per il rientro a Varallo ho preferito il rientro a piedi sulla strada provinciale da Civiasco. Più sicuro e mono sdrucciolevole del sentiero nel 636a nel bosco.
Gabriele Vecco
25/07/2020 alle 14:11Se vi piacciono le ferrate verticali , avete trovato quella che fa per voi , quasi sempre con massima esposizione , divertente, molto panoramica, attrezzata con abbondanza di staffe.
E’ classificata come difficile, ma se avete una buona forma fisica e forza nelle braccia non avrete sicuramente nessun problema
Michel Moalli
26/06/2020 alle 17:05Premesso che non sono solito fare ferrate, (questa è stata la terza) di per se non è una brutta ferrata, mi è dispiaciuto fosse in molti tratti sovra attrezzata, tratti che sarebbero stati facilmente arrampicabili con giusto qualche aiuto erano invece scale a pioli, per altro spesso i pioli erano a mio parere messi nella posizione “sbagliata”, se la parete ti porta a sbandierare il piolo andrebbe messo in modo da controbilanciare per non costringermi a un movimento inutilmente brutto e scomodo (dove possibile ho preferito utilizzare i piedi sulla roccia). Per il resto la ferrata è in una zona molto comoda, panoramica ed esposta, fisicamente e tecnicamente non molto impegnativa, immagino sia piuttosto suggestiva di notte.
paolinselva
23/06/2020 alle 10:39Di certo non è una ferrata per principianti; scoprire che non ce la fai quando sei sotto le “gobbe di cammello” può diventare un tantino imbarazzante.
Molto bella la salita con un panorama sempre visibile. È decisamente ben attrezzata e sicura. Presenta alcune occasioni per riposarsi ma è consigliabile una longe per poterlo fare nei punti più difficili.
Ci sono almeno tre punti in cui è necessario avere abbastanza forza nelle braccia da rimanere aggrappati con una mano mentre si spostano i moschettoni (oppure una longe, appunto).
Io ho 63 anni e non ho un allenamento specifico, ma mi considero in buona forma fisica e con buone capacità atletiche.
In queste condizioni l’ho trovata impegnativa e divertente, al punto che la parte negativa è stata solo quella del rientro, che con le articolazioni da ultrasessantenne è stato lungo, noioso e faticoso per le ginocchia.
L’esposizione va da ovest a sud-ovest, quindi la prima parte è in ombra tutta la mattina e la seconda è quasi sempre al sole, dalla tarda mattinata in poi.
Luca Zucchi
30/05/2020 alle 22:15Indispensabile un rinvio per riposarsi e fare dei cambi in sicurezza.
Richiede impegno fisico e mentale soprattutto.
dario.graziano
08/08/2019 alle 07:37Entusiasmante per l’esposizione! Ci sono 3 tratti strapiombanti in cui si fa un po’ di fatica. Indispensabile un rinvio in caso di stanchezza
Roberto Librio
04/06/2019 alle 12:53Ferrata fatta il 27/04/2019
La ferrata mi è sembrata meno difficile di quanto mi aspettassi, comunque è molto verticale, panoramica e atletica ma non tecnica, sostanzialmente una serie di staffe, con molti strapiombi (pendenze negative).
Prima della fine un piccolo ponte tibetano.
Occorre avere forza sulle braccia e superare i tratti più difficili senza indugiare troppo, per non affaticarsi e rischiare di rimanere bloccati. Utile una longe per potersi riposare nei tratti più ostici o semplicemente per poter fare delle foto comodamente.
Massimo Loriato
29/04/2019 alle 11:13Comodo parcheggio Casa Serena, avvicinamento corto e ferrata che parte subito molto verticale.
La verticalità rimane per buona parte della ferrata, alternando a cengie, traversi, gobbe, ponte sospeso, rendendo il tutto abbastanza vario.
La verticalità è compensata da un attrezzaggio quasi ottimo, a tratti direi anche quasi eccessivo, che rende necessario arrampicare solo in pochissimi punti; divertenti le targhe che descrivono i vari tratti, oltre che “abbellimenti” e “oggetti caratteristici” che si trovano lungo i punti del percorso:
– Traverso della chiappa tremante
– Grotta del fico
– Cengia dei 4000
– Le gobbe del brivido
– Cengia della campana
– Ponte via col vento
– Cresta del traguardo
Divertimento e grandissima panoramicità sulla Valsesia e sul gruppo del Rosa garantita.
Unica nota aggiuntiva è che, avendola percorsa due giorni dopo abbondanti pioggie, abbiamo trovato due tratti abbastanza scivolosi e soggetti a un discreto stillicidio durante la salita (zona Grotta del Fico fino ad arrivare a Gobbe del brivido, zona verticale prima di Cengia della Campana).
Giovanna Zoia
20/04/2019 alle 12:41Sicuramente bisogna essere allenati e abituati a passaggi strapiombanti, ma per il resto è fattibile senza particolari problemi.
Staffe e cavi accompagnano tutta la ferrata rendendola poco arrampicabile.
Molto bello il panorama e i vari punti di sosta.
Edoardo Miazza
25/03/2019 alle 12:39Ferrata molto verticale e esposta, non adatta proprio a tutti, ma comunque ben attrezzata e con qualche punto per delle pause. Bel panorama sul monte rosa.
zed9
13/03/2019 alle 01:39D/D+ Difficile ; Bella, impegnativa, esposta , ma ben protetta ; passaggi strapiombanti ( gobbe del cammello ) , traversi aerei ( chiappa tremante), un ponte; è da fare in condizioni fisiche ottimali ; 5 ore per giro completo abbinato alla ferrata Partusacc , con passo tranquillo , soste e foto .
Filippo Rosi
13/02/2019 alle 15:07Atletica, verticale ed esposta. Mi è piaciuta molto. Diciamo un ottimo allenamento per altri itinerari. Abbinata alla vicina Partusac
Alessandro Iotti
19/08/2018 alle 20:22La Falconera è una ferrata atletica. Poco o niente arrampicabile ha nei 3 o 4 tratti strapiombanti la sua caratteristica principale oltre che nella costante esposizione. Serve buona forza di braccia per risalire almeno un paio di tratti strapiombanti. Può essere utile un rinvio o fettuccia per allongiarsi. Abbinata alla vicina Partusac.