La poco frequentata Ferrata Gadotti si sviluppa sulla costa che collega Sass delle Dodici con Punta Vallaccia in Val San Nicolò, vicino la Val di Fassa in provincia di Trento. L'itinerario è di media difficoltà tecnica tuttavia è lungo e con elevati dislivello. L'ambiente è selvaggio e isolato quindi da percorrere se ben allenati, con buona esperienza di montagna e certezza di tempo stabile.
Il punto di partenza dell'itinerario è la Pensione Soldanella nella Val San Nicolò, valle perpendicolare alla Val di Fassa all'altezza di Pozza di Fassa. L'itinerario parte poco prima del ponte. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dalla pensione Soldanella attraversiamo la strada e risaliamo sul versante destro della strada prima del ponte. Seguiamo l'ampio sentiero 635 che sale ripido nel bosco prima e uscendo in un'ampia valle - la Vallaccia - che assomiglia a un grosso anfiteatro con dritto davanti a noi Punta Vallaccia. Da qui inizia la Ferrata Gadotti, anche se l'effettiva targa è nel secondo tratto attrezzato (1h 30' totale).
Si attacca un primo tratto attrezzato che sale su alcune cambre metalliche prima e una rampa diagonale in teoria priva di difficoltà ma potenzialmente scivolosa se bagnata. Aggiriamo uno spallone roccioso e vediamo davanti a noi il Bivacco Zeni (2100 m - 15' dall'attacco - 1h 45' totali). Dal bivacco abbiamo un bivio: procedere verso sud in direzione della Punta della Vallaccia oppure tenere la destra per iniziare la Ferrata Gadotti e incontrare la targa commemorativa dell'alpinista morto sulle Pale di San Martino nel 1976. La ferrata inizia con una cengia inclinata con il cavo alla nostra sinistra. Proseguiamo su questa cengia, a tratti esposta ma non difficile, risalendo in direzione del Sasso delle Dodici. In alcuni tratti la cengia perde queste caratteristiche e ci pone alcune roccette sia da salire che scendere così come dei facili traversi. Proseguiamo sul sentiero che taglia a mezzacosta in salita in direzione di Cima Dodici. Questo tratto a inizio stagione presenta un nevaio su cui è necessario prestare la dovuta attenzione. Il sentiero ci conduce su una sella (2390 m - 1h 30' dall'attacco - 3h totali) dove a destra prosegue il sentiero in salita verso Cima Dodici. Proseguendo in salita a destra su Cima Dodici (2443 m - 10' dalla sella) si potrà avere una stupenda visuale sulla Val di Fassa - in particolare Vigo e Pozza - e sul Gruppo del Catinaccio, i Dirupi del Larsec, il Sassopiatto e Sassolungo.
Dalla sella si prosegue verso sud in direzione del Sas Aut. Ignoriamo il bivio del CAI 630 che scende in val di Fassa. Proseguiamo sulla cresta rocciosa rimanendo sul suo versante sinistro fino a risalire un canalino roccioso con buone attrezzature metalliche che ci conducono sui prati della cima di Sas Aut (2551 m - 45' dalla sella - 3h 45' totali). Proseguiamo sui prati sommitali in direzione sud fino a incontrare un canalone detritico che dovremo percorrere in discesa. Questo passaggio richiede attenzione e piede fermo nonostante le protezioni metalliche. Si scende tenendo la sinistra lungo il canalone fino a raggiungere il punto più iconografico dell'itinerario. Si scende in una stretta fenditura rocciosa attrezzata con cambre. Siamo nel Bus del Diaol. Questo tratto è da percorrere in discesa ed è leggermente strapiombante.
Usciti dal Bus de Diaol proseguiamo in direzione sud tra saliscendi su fondo detritico in direzione della Forcella di Baranchie (2550 m - ) oltre la quale pieghiamo verso sinistra in direzione est per raggiungere Punta Vallaccia (2637 m - 1h30' da Sas Aut - 4h dall'attacco - 5h 15' totali) dove termina la Ferrata Gadotti.
Da Punta Vallaccia scendiamo in direzione est fino a un bivio dove a destra raggiungeremmo Forcella de la Costela (punto di partenza dell'Alta Via Bruno Federspiel) oppure a sinistra possiamo giungere a Forcella Valacia. E' possibile prima di giungere a Forcella Valacia prendere una breve deviazione a destra per raggiungere il caratteristico Rifugio Valacia (2275 m).
Dalla Forcella Valacia teniamo il CAI 615 in discesa che riporterà al Bivacco Zeni e quindi a ritroso per il sentiero di avvicinamento fino al parcheggio (2h 30' da Punta Valaccia - 7h 45' totali).
La Ferrata Gadotti è di livello facile con eccezione di due-tre punti di maggiore difficoltà: all'inizio subito dopo il bivacco Zeni, il canalino franoso prima di Sas Aut e il Bus del Diaol. Questi punti richiedono maggiore attenzione. L'escursione è lunga e, a discapito della zona ad elevato impatto turistico, generalmente poco battuta e selvaggia. Dal Bivacco a Forcella Vallaccia in caso di brutto tempo potrebbe risultare difficile l'orientamento quindi è assolutamente da percorrere con meteo stabile.
La Ferrata Gadotti si sviluppa partendo dalla Val San Nicolò. Questa valle presenta altre 2 ferrate molto interessanti e difficili: la Ferrata Kajserjager e la Ferrata Magnifici 4. Quest'ultima è estremamente impegnativa e da percorrere solo se ben allenati e con buona esperienza.
Se si decidesse di rimanere più giorni in valle, il naturale proseguo della Ferrata Gadotti è l'Alta via Bruno Federspiel che parte da Forcela de la Costela, che a sua volta può essere abbinata all'Alta Via Bepi Zac che prosegue fino a Forcella Uomo.
Spostandoci invece verso il Catinaccio si possono percorrere alcune magnifiche ferrate in un contesto maestoso. Tra le varie, segnaliamo la Ferrata Santner, la Ferrata al Catinaccio d'Antermoia, la Ferrata Masarè e la Ferrata Roda di Vael.
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Claudio Piacentino
27/07/2020 alle 11:13Escursione suggestiva percorsa in giornata il 25/07/20, ideale per gli amanti della montagna primordiale e per coloro che vogliono evitare orde di turisti senza perdere in paesaggio.
Avvicinamento: lasciata la macchina al parcheggio (gratuito), prima del ponte prendete il sentiero 615 (e non 635), che in circa 1.30/1.40h vi porterà al Bivacco Zeni; il tracciato nel bosco è molto bello, con qualche ostacolo naturale (alberi) effetto della tempesta Vaia. Prima del bivacco c’è un breve tratto attrezzato un po’ umido, l’imbrago non serve ma porre attenzione per evitare di scivolare. Giunti al bivacco si capisce già che vi attenderanno vedute mozzafiato.
Ferrata: senza difficoltà, non è richiesta tecnica e l’esposizione è minima (prestare attenzione solo in qualche breve passaggio). Bisogna stare attenti più che altro a dove si mettono i piedi perché in diversi tratti il manto è cosparso di sassi e sassolini instabili, quindi richiesta cautela soprattutto per chi segue.
Rientro: da P.ta Valacia in discesa si giunge alla Forciella omonima, da dove a destra si scende verso il Rif. Vallacia, mentre tenendo la sinistra come da traccia GPX si proseguirà sul sentiero 615. Qui porre attenzione: dopo un breve tratto in pendenza abbastanza scivoloso agevolato dall’indicazione di 12 numeri sui massi a terra, vi si presenterà un ghiaione all’interno di un canalone di 350 mt di dislivello in discesa; qui bisogna stare molto attenti, è praticamente impossibile evitare che cadano massi quindi state all’occhio, un minimo di esperienza è richiesta per evitare di andare nel panico e/o cadere; noi dopo i primi 20 metri necessari per acquistare feeling con il manto, ci siamo fatti praticamente trasportare a valle dalla corsa e dai sorrisi. Questo pezzo non è indicato sulla relazione, sarebbe importante precisarlo perché potrebbe bloccare i camminatori meno esperti. Di li poi si arriva al bivacco Zeni e a ritroso al parcheggio, in 7.45 h precise come da programma.
GrissinBon Bourrichon
29/06/2020 alle 17:13Percorsa il 27/06/2020 Ferrata di difficolta basse, con qualche chiodo saltato e presenza di neve nel canalino prima del traverso esposto. Molto bella e panoramica. Abbiamo dormito al rifugio Vallaccia per allacciarla all’alta via Federspiel il giorno seguente, Consigliatissima anche in giornata!
landi.andrea1
29/09/2019 alle 22:27Difficoltà Tecniche della ferrata decisamente basse. Direi che l’impegno fisico è la caratteristica principale di questa via Ferrata. Avvicinamento impegnativo, dislivello totale dell’escursione da non sottovalutare (1300 ca.). Paesaggisticamente stupenda. Consiglio pernotto al Rifugio Vallaccia, incastonato in una valle splendida e gestito magnificamente. Il giorno seguente si può partire dal rifugio con un avvicinamento di 40′ per la Ferrata Federspiel.
Filippo Rosi
28/03/2019 alle 15:06Lungo l’itinerario con avvicinamento piuttosto duro che consiglio di fare in prima mattina. Poi bellissima l’escursione in cima attenzione a non perdere la traccia