Comunicazione importante Luglio 2019: il Gruppo Alpinistico Gamma ha dichiarato chiusa la Ferrata Gamma 2 in attesa di lavori di manutenzione. E' vietato percorrerla fino a data da destinarsi.
Generale:
La Ferrata Gamma 2 al Dente del Resegone è una delle ferrate più impegnative e tecniche dell'intero panorama Italiano. Il livello di difficoltà nella prima metà è assai inferiore a quelle che si incontreranno nella seconda e per questo è consigliabile un uso oculato delle proprie energie prediligendo una progressione in arrampicata rispetto a un uso esagerato della catena. La Ferrata è da sconsigliare a neofiti, principianti e persone in cattivo stato di forma.
Località di partenza:
Il punto di partenza dell'itinerario è l'ampio piazzale da cui parte la funivia per i Piani d'Erna nel comune di Barzio in provincia di Lecco. Giunti a Lecco dalla superstrada che collega Lecco con Ballabio e poi con la Valtellina, all'uscita di una galleria si prende l'uscita con chiare indicazioni per "Piani D'Erna". Da lì si prosegue in salita tra tornanti fino al termine della via nell'ampio piazzale.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Avvicinamento:
Come avviene per molte tutte le ferrate sulle pareti sud e est del Resegone, per l'avvicinamento si può salire in funivia dal parcheggio ai Piani d'Erna e risparmiare circa 1h e 30' di sentiero di salita e intraprendere il percorso di avvicinamento già in quota. Se si optasse per la funivia, si seguono le indicazioni del Sentiero 5 in direzione del Rifugio Azzoni. Proseguiamo per il Sentiero 5 fino al bivio col Sentiero 1. Il sentiero 5 proseguirebbe in direzione del Passo Foo, mentre noi imbocchiamo il Sentiero 1 in salita verso sinistra. Proseguiamo in salita fino a una palina che ci indica il sentiero da seguire per l'attacco della via ferrata. Affrontiamo alcune facili roccette e in breve siamo all'attacco della Ferrata Gamma 2 (40' dalla funivia).
Se invece si volesse salire a piedi si intraprende dal lato destro del parcheggio il sentiero 1 che sale. Passiamo affianco al Rifugio Stoppani e continuiamo in salita in direzione del Rifugio Azzoni in vetta al Resegone. Giungeremo a un bivio col Sentiero 5, che ignoreremo, e da questo punto proseguiamo come indicato nel paragrafo precedente.
La più impegnativa delle varianti di avvicinamento è di percorrere in salita la Ferrata Gamma 1 (3h 30' dal parcheggio) e poi di seguire le indicazioni come nel primo paragrafo sull'avvicinamento giungendo all'attacco della Gamma 2 in circa 4h e 15' dal parcheggio. In questo caso è necessario calcolare bene lo sforzo necessario per la seconda ferrata che risulterà assai più impegnativa della prima.
Ferrata:
Per una ferrata impegnativa come la Gamma 2 vale la pena di iniziare la relazione sottolineando di valutare le proprie energie e allenamento prima di intraprenderla e, una volta intrapresa, di procedere cercando di arrampicare dove possibile evitando di abusare della presenza della catena in alcuni tratti in vista dei difficili passaggi concentrati principalmente nella seconda metà della via.
La via inizia con una prima parete verticale con ottime maniglie naturali e buoni appigli per i piedi con cui potremo iniziare arrampicando. Si segue quindi un sentierino che ci porta a una seconda paretina con caratteristiche simili alla precedente. Raggiungiamo un primo camino da risalire in spaccata sfruttando anche alcune staffe per poi risalire brevemente e giungere a un sentiero. Procediamo con un paio di brevi risalti fino a raggiungere quindi sotto un secondo e più impegnativo camino con la catena che scorre sul lato destre e due staffe - una per lato - che ci permetteranno di procedere in spaccata nel tratto iniziale. Una volta stabili coi piedi conviene procedere lato destro prestando attenzione alla stabilità della roccia. Si risale il camino con buona esposizione risalendo uno spigolo che ne delimitava il lato destro. Si esce da camino attraversandolo nel lato alto. Già da questo tratto si capisce il livello tecnico della ferrata. Proseguiamo sul sentiero risalendo alcune pareti ben appigliate con la catena che spesso scorrerà davanti a noi con la possibilità di arrampicare agevolmente le rocce che incontriamo. A questo punto si intraprende un sentiero con catena corrimano verso destra concludendo il primo tratto della ferrata.
Si inizia la seconda sezione della ferrata risalendo 2 metri verticali per poi affrontare un diedro. Sebbene la catena scorra sul lato sinistro è possibile cercare appigli anche sul lato destro del diedro che tuttavia non sono ampi. Si risale il diedro, non senza affanno, alla ricerca della migliore combinazione di passaggi fino a uno stretto terrazzino in cui è possibile fermarsi un attimo. Si riparte e in salita per ulteriori 5 metri si conclude la prima parte del diedro. Si riparte con la seconda parte del diedro caratterizzata da una roccia molto levigata nei primi metri portandoci a dover tirare sulla catena. Risalendo ci sono un paio di staffe artificiali e alcuni punti naturali in cui procedere arrampicando. Si segue ora un breve sentiero attrezzato in salita fino a raggiungere una parete verticale esposta con buoni appigli. Man mano che si sale questa parete diventa un diedro con una fessura abbastanza pronunciata. La catena scorre a destra ma si trovano molti buoni appigli a sinistra. Terminato il diedro si piega a sinistra risalendo una parete di circa 10 metri esposta con alcune rocce sporgenti che offrono alcuni appoggi per i piedi. Si giunge a una cengia che verso destra ci porta al primo passaggio chiave: uno esposto traverso diagonale verso sinistra con roccia molto levigata che di fatto obbliga all'utilizzo della catena. Si risale in diagonale il traverso raggiungendo un esposto spigolo che dobbiamo risalire sfruttando i pochi appigli presenti. Questo tratto richiede buona forza di braccia, assoluta assenza di vertigini e un minimo di pazienza nel cercare i pochi appigli presenti per la progressione. Nella parte finale del torrione si risale verso destra inizialmente trazionando sulla catena poi cercando gli appigli per i piedi. Risalito il pilone siamo in una cresta attrezzata. Percorriamo la cresta e giungiamo in un sentierino che ci conduce all'ultima parte della ferrata.
Quest'ultima parte della ferrata inizia con elevata difficoltà. Dobbiamo risalire una parete verticale inizialmente molto priva di appigli per poi procedere con alcune staffe metalliche e nella parte superiore in spaccata sfruttando un masso a destra. A questo punto si intraprende un sentiero che aggira un canalone lungo la montagna. Si percorre una cengia e si giunge a una serie di passaggi dove si deve arrampicare e risalire dei balzi. Si percorre un sentiero e si affronta un'ultima paretina da risalire prima di giungere al secondo passaggio chiave che raggiungeremo con un tratto di sentiero. Il secondo passaggio verticale è di assoluta difficoltà e conviene riprendere tutte le forze prima di intraprenderlo visto che un'eventuale discesa risulterebbe estremamente difficile e pericolosa.
Questo passaggio chiave è un lungo camino di circa 30 metri da risalire con buon mix di tecnica, forza e agilità. Si attacca subito sul lato sinistro del camino con un paio di maniglie metalliche che aiutano molto l'inizio. Salendo risulterà comodo anche il lato destro per procedere in spaccata e per trovare punti di equilibrio per le mani. Si giunge quindi al primo punto in cui la catena attraversa il camino. Si risale ora sul lato destro risalendo una parete verticale e inevitabilmente esposta. Si risale stando a destra andando a raggiungere una provvidenziale maniglia. La catena ora passa dentro il camino e torna sul suo lato sinistro. A questo punto è necessario porre attenzione a non incastrarsi e uscire dalla fessura. Sebbene la catena scorra a sinistra è probabilmente più ricca d'appigli la parete destra del camino. Si giunge ora a un punto tecnico in cui è necessario procedere in spaccata. Se si procede trazionando totalmente la corda si dovranno cercare appigli solo sulla parete sinistra col risultato di fare molta fatica a livello di braccia. Si risale la fessura del camino raggiungendo un punto un poco più largo in cui è possibile appoggiare entrambi i piedi. La catena attraversa il camino e ora procediamo sull'ultimo tratto stando a destra e rimontando un ultimo tratto verticale liscio con alcune staffe presenti. Siamo quasi al termine quando giungiamo in un terrazzino panoramico prima di affrontare gli ultimi 10 metri ed essere di fatto e con gran soddisfazione fuori dal camino. Si risale l'ultimo pendio e siamo al termine di questa impegnativa ed entusiasmante salita (2h 30' dall'attacco - 3h 15' dalla stazione a monte della funivia) con alla nostra destra la visibile la croce del Resegone eLecco.
Discesa:
La discesa più agevole richiede di raggiungere il Rifugio Azzoni. Dal termine della ferrata si prosegue verso destra in direzione ovest nord-ovest dove oltrepassati alcuni sali scendi si raggiunge il Rifugio Azzoni (15' dal termine della ferrata). Dal rifugio si segue il sentiero 1 in discesa fino al bivio col sentiero 5. A questo punto dovremo valutare se raggiungere la funivia oppure scendere al parcheggio per sentiero:
In alternativa è possibile scendere al termine della ferrata e dirigersi a nord (sinistra) fino a intercettare il canale Bobbio dal quale si scende il Sentiero Attrezzato Carlo Villa.
Note:
A differenza di altre ferrate estremamente difficili, la Gamma 2 presenta difficoltà modeste nella primissima parte. Il livello di difficoltà cresce regolarmente raggiungendo il suo apice in un esposto traverso diagonale e in un lungo tecnico camino da risalire in spaccata. In particolare, il camino è un passaggio molto tecnico dove avere capacità di arrampicata aiuta notevolmente.
Un altro aspetto da considerare è la disposizione della catena in alcuni punti. La catena è posizionata in modo da sostenere la caduta ma non per aiutare la progressione. Se si procedesse trazionando esageratamente la catena, il risultato ottenuto è di stancarsi molto le braccia. Discorso a parte per il traverso, dove la roccia unta e il tipo di salita richiede un uso costante della catena almeno fino allo spigolo. L'ultima considerazione sulla catena è la distanza tra i fittoni: in alcuni tratti (es: al termine del diedro), la distanza tra un fittone e l'altra è decisamente lunga con il risultato, in caso di caduta, di un lungo volo e possibili conseguenze per la caduta.
Per i tratti molto difficili di questa via ferrata, può essere utile leggere l'articolo che abbiamo preparato su "Come sostare lungo una Via Ferrata".
Opportunità:
Per gli escursionisti esperti e con forze a disposizione la discesa potrebbe avvenire lungo il Sentiero Attrezzato del Canale Bobbio. Questo è un sentiero ripido e per esperti con alcuni tratti attrezzati non banali (1h rientriamo ai Piani d'Erna).
Se invece si optasse per il più lungo rientro dal sentiero 1, si potrebbe anche percorrere in discesa il Sentiero Attrezzato del Buco della Carlotta che si snoda in uno stretto canalino.
Entrambe queste opzioni conviene valutarle se si è ancora in buone condizioni fisiche dopo lo sforzo compiuto in salita. Sempre in salita verso il Resegone è possibile optare per le meno difficili Ferrata del Centenario e la Ferrata Silvano de Franco.
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Federico HSette-Venticinque
09/08/2019 alle 04:18Ferrata da non sottovalutare, complessità che aumenta in maniera decisiva all’avanzare, bisogna avere ottime condiizioni fisiche, sforzi intensi e prolungati! Andare solo se condizioni meteo stabili e senza pioggia altrimenti i punti chiave diventano impossibili a causa della roccia scivolosa, scarpe da arrampicata aiutano. Ferrata percorribile nonostante la chiusura, attrezzatura in ordine tranne in un paio di punti.
Ivan Pegorari
26/04/2019 alle 18:39un po’ discontinua nelle difficoltà, a tratti nella media, altri molto impegnativi.
Ambiente bellissimo.
marcomelioli
11/09/2018 alle 01:48Ritengo la Gamma 2 la più bella ferrata da me percorsa. La difficoltà non si discute, ma la roccia così ricca di appigli rende la progressione piacevole e molto meno difficile di quanto si pensasse. Il camino finale è davvero impegnativo, se non si ha un minimo di tecnica di arrampicata lo si percorre tutto tirando sulla catena. Attenzione a non arrivarci con le braccia troppo stanche. Consiglio vivamente alla fine di proseguire fino al rifugio Azzoni, dove i ragazzi del rifugio sapranno rifocillarvi ottimamente.
Alessandro Iotti
19/08/2018 alle 16:30Una delle ferrate nel complesso più belle e impegnative che ho fatto. La roccia stupenda che permette, anzi richiede, di essere arrampicata in larga parte durante l’escursione. Il famoso traverso è sì esposto e impegnativo ma breve e mentre lo si percorre si impiega poco tempo per uscire dalle reali difficoltà. L’ultimo camino è veramente un passaggio tecnico e ostico. Serve calma per cercare appigli e salire seguendo una linea logica prestando attenzione a non avere con se zaini ingombranti che potrebbero complicare ulteriormente la salita. A causa della roccia bagnata ho dovuto trazionare la catena non senza fatica prima del famoso traverso. Ferrata veramente appagante che ripeterò sicuro.