Generale:
La Ferrata Garda che sale al Rifugio Monzino è un percorso realmente gratificante in cui la ferrata aiuta a salire alcuni tratti ripidi che si sviluppano sotto alcune tra le più imponenti montagne del gruppo del Monte Bianco. Un itinerario che stupisce e che - nonostante le modeste difficoltà tecniche - stupisce l'escursionista.
Località di partenza:
Il punto di partenza dell'escursione sono i casolari di Freney che si sviluppano lungo la Val Veny nel comune di Courmayeur in provincia di Aosta. Si può parcheggiare sui vari spazzi disponibili a bordo strada per intraprendere il sentiero che poi ci porterà ad attraversare il torrente Dora di Veny.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Avvicinamento:
Parcheggiata la macchina si prosegue a piedi lungo la strada che porta ai casolari di Freney attraversando due ponti che ci fanno attraversare prima la Dora di Veny e poi il torrente Miage. Si devia quindi a sinistra lungo il sentiero 16 con indicazioni per il Rifugio Monzino. Si prosegue lungo il bosco seguendo segnavia gialli e poi si attraversa con ponte il torrente Freney, si risale la pietraia, tiene la destra a un bivio (a sinistra per il Lago delle Marmotte e per la Ferrata Glarey) e in breve si giunge a una fascia rocciosa in cui si ha l'attacco della Ferrata Franco Garda (45' dal parcheggio).
Ferrata:
Si inizia con una parete diagonale appoggiata in cui ci sono anche alcune staffe metalliche a sostegno della progressione. Terminata la parete, si gira a destra lungo una cengia per poi riattaccare in verticale con una parete ricca di staffe che risale una settantina di metri. In questo tratto noteremo due possibilità: il consiglio è di procedere con il tratto a destra in salita e quello a sinistra (il tracciato originario) in discesa.
Le attrezzature terminano momentaneamente e si intraprende un evidente sentiero fino a un nuovo tratto attrezzato. Questo tratto risale una parete verticale di circa 30 metri depositandoci su un terrazzino da cui riparte il sentiero. Il sentiero risale una costola erbosa con tornanti che poi devia a destra e ci fa giungere al terzo tratto della ferrata. Si superano alcuni gradini verticali e poi si procede su una costola che si aggira al lato sinistra. Si riattacca quindi una parete di un centinaio di metri oltre i quali si intravede chiaro il rifugio, meta della nostra escursione. Si prosegue sul sentiero pietroso e si giunge agli ultimi metri di attrezzatura metallica che risalgono un camino e un paio di non difficili placche inclinate e giungiamo all'ultimo tratto di sentiero che ci conduce al rifugio Monzino posto alla base del Monte Bianco (1h 30' dall'attacco - 2h dal parcheggio)
Discesa:
Lungo il sentiero di andata in cui un pezzo è possibile percorrerlo sulla vecchia variante per evitare intasamenti nella lunga parete verticale (1h 45' dal rifugio Monzino - ca 4h 30 totali).
Note:
La ferrata è stata rinnovata di recente e l'attrezzatura è in ottimo stato. La ferrata è esposta in alcuni tratti sebbene le difficoltà tecniche siano contenute. Il rifugio merita assolutamente una visita e di godersi lo splendido panorama.
Per chi è preparato ad ambienti alpinistici è possibile anche percorrere un giro di due giorni che salendo al Rifugio Monzino raggiunge il Bivacco Borelli (dove c'è un'altra via ferrata) passando dal Col Chasseur.
Opportunità:
Questo tipo di escursione probabilmente preclude di essere unito a un'altra escursione nella stessa giornata, sia per la lunghezza che per il dislivello accumulato. Premesso questo, le escursioni con tratti attrezzati non mancano nelle vicinanze: il Sentiero Attrezzato Gatti al Mont la Brenva, la Ferrata al Bivacco Borelli (più difficile di questa al rifugio Monzino), il Sentiero Attrezzato al Bivacco Boccalatte e la Ferrata del Bicentenario al Mont Chetif.
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Corrado Conca
04/10/2019 alle 15:32Piacevole e facilissima via ferrata che permette di salire fino al Rifugio Monzino (verificare prima l’apertura). Dislivello importante, da non sottovalutare nel suo insieme, soprattutto se si prevede di ridiscendere lungo lo stesso percorso in giornata.
Nonostante la recente richiodatura di questo itinerario ci sono alcuni ancoraggi che hanno ceduto e che si trovano a penzoloni. Tuttavia questo non genera pericoli reali.
In tarda estate si faccia attenzione al guado del torrente Freney (dove attualmente non c’è più il ponte) perché durante la giornata il torrente si ingrossa notevolmente a causa della fusione in quota e occasionalmente può essere davvero difficile da guadare.
Filippo Rosi
28/03/2019 alle 15:07Bellissimo l’ambiente e la facile ferrata mette un po’ di pepe per arrivare al rifugio e godere del panorama e della storia passata da quei posti.