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La Ferrata Giovanni Lipella è un lungo itinerario attrezzato che sale alla Tofana di Rozes nelle Dolomiti Ampezzane. La ferrata è caratterizzata da passaggi di media difficoltà tecnica con un paio di punti più impegnativi. La lunghezza dell'itinerario, il dislivello e l'ambiente di alta montagna ne aumentano il grado di difficoltà. La via si sviluppa sulla parete ovest della Tofana di Rozes con un panorama stupendo sul Lagazuoi e il Gruppo di Fanes.
Il punto di partenza dell'itinerario è il Rifugio Dibona (2083 m) raggiungibile tramite strada asfaltata che si stacca dalla strada che collega Cortina d'Ampezzo con il Passo Falzarego. Salendo da Cortina verso il Passo Falzarego seguiamo la strada che a destra conduce al Rifugio Dibona con indicazioni. Evitare a destra il bivio lungo la strada che conduce al Rifugio Duca d'Aosta. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
E' anche possibile intraprendere l'escursione dal Passo Falzarego ma l'avvicinamento risulterà più lungo e con un dislivello maggiore.
Dal Rifugio Dibona procediamo in direzione ovest (sinistra rispetto al rifugio) seguendo i chiari cartelli. Iniziamo siamo sul sentiero 403 fino a un bivio dove il 403 devia a destra verso il Rifugio Giussani (via di rientro). Noi proseguiamo dritti verso l'imponente parete sud della Tofana di Rozes e ci innestiamo sull'ampio sentiero 404 che costeggia la parete sud della Tofana di Rozes tra radi boschi di mughi. Ignoriamo un primo bivio per la Ferrata alla Grotta di Tofana e restiamo sul 404 in direzione est seguendo le indicazioni per la Ferrata delle Gallerie del Castelletto e la Ferrata Lipella. Il sentiero piega a destra seguendo le indicazioni su alcune paline e raggiungiamo l'attacco della Ferrata alla Galleria del Castelletto, preceduto da uno spiazzo in cui è possibile mettersi l'imbraco (2475 m - 1h 15' dal Rifugio Dibona).
La Ferrata alla Galleria del Castelletto è il preludio alla vera e propria Ferrata Lipella alla Tofana di Rozes. E' una ferrata facoltativa nell'itinerario salita, tuttavia molto consigliata. Se si volesse evitare si segue la traccia che sale verso destra dalla Forcella Col dei Bos in direzione del Castelletto. Si salgono i primi metri di roccette appoggiate e attrezzate in direzione della targhetta metallica dove una serie di staffe e una scaletta metallica ci depositano su un terrazzino da cui si entra nella galleria scavata durante la Grande Guerra - segni ancora molto evidenti lungo il percorso. Procediamo verso sinistra e ci addentriamo nella galleria salendo su una scalinata. Ignoriamo la deviazione attrezzata che scende a sinistra e proseguiamo in salita sulla gradinata incontrando un ampio buco (vedetta) nella galleria sul lato sinistro. Proseguiamo nella galleria ora senza scalinata su fondo a tratti scivoloso alternando tratti orizzontale con tratti di salita attrezzata. Il lungo tratto buio della galleria termina nei pressi di un tornante dove una feritoia di apre sulla sinistra. La galleria giunge quindi a un uscita in cui è possibile terminare il percorso in galleria (sinistra) e uscirne oppure proseguire ancora all'interno della galleria per un paio di minuti uscendo su una cengia a cui segue un tratto attrezzato in discesa. Questo ultimo tratto di galleria è facoltativo e forse superfluo all'interno della lunga escursione. La tipologia di galleria richiede torcia frontale utilizzando il cavo per la progressione.
Usciti dalla galleria (20' dall'attacco) si è un sentiero nei pressi della Forcella di Rozes. Proseguiamo su un sentiero a mezzacosta che taglia la parete ovest della Tofana di Rozes (2630 m). Prestiamo attenzione a eventuali residui di neve anche in stagione inoltrata e raggiungiamo in discesa l'attacco della Ferrata Giovanni Lipella (2520 m - 20' dal termine della galleria - 40' dall'attacco - ca 2h dal Rifugio Dibona).
L'attacco della Ferrata Lipella è piuttosto semplice. Si sale una serie di roccette appoggiate verso sinistra fino a un terrazzino panoramico oltre il quale affrontiamo un balzo verticale più marcato ma ben gradinato. Raggiungiamo un diedro con ottimi appigli sul suo lato sinistro e il cavo che sale a destra. Terminiamo il diedro, le attrezzature si interrompono momentaneamente e noi siamo sotto una parete giallo-nerastra. Raggiungiamo un facile traverso verso sinistra con ampi appoggi per i piedi. L'esposto traverso inizialmente orizzontale prosegue in diagonale verso con difficoltà contenute. Attenzione durante la traversata del lungo traverso alle varie rocce che spuntano su cui è possibile sbattere (caschetto quanto mai necessario). Terminiamo il traverso e iniziamo un tratto di sentiero che ci conduce a un traverso più impegnativo del precedente. Questo traverso inizia con un salto deciso e poi sale in diagonale verso sinistra. Sono tuttavia presenti molti appigli per i piedi. La roccia è buona ed appigliata così che dopo i primi metri impegnativi il traverso diventa più piacevole aumentando la verticalità e l'esposizione ma riducendone le difficoltà tecniche. Dopo gli ultimi metri gradonati verso destra raggiungiamo una cengia.
Percorriamo una lunga cengia verso sinistra perdendo leggermente quota. In ampi tratti privi di difficoltà la cengia non è protetta mentre lo sono gli attraversamenti di alcuni esposti canalini. Dopo aver percorso tutta la cengia ci troviamo sotto un passaggio caratteristico. Saliamo una bella parete frastagliata. Iniziamo salendo alcune roccette poi lo sviluppo della fune ci porta ad affrontare la parete in diagonale verso destra. La roccia è molto appigliata e sarà possibile procedere arrampicando senza eccessive difficoltà. Percorriamo un breve traverso verso destra col quale arriviamo in un camino. Il camino presenta una fessura in cui noi staremo sul lato sinistro seguendo lo sviluppo del cavo ed eventualmente cercando appigli per i piedi sul lato destro in spaccata. Sebbene un poco esposto, questo passaggio risulta molto piacevole da risalire. Traversiamo per pochi metri verso destra con il cavo che sale a sinistra di una grotta. Un nuovo traverso a sinistra sempre di modesta difficoltà e terminano nuovamente le attrezzature nei pressi di una cengia.
Percorriamo una nuova cengia verso sinistra più esposta ed esile rispetto alla precedente. Percorriamo la lunga cengia aggirando alcune rientranze e alternando tratti attrezzati e tratti non protetti dove la cengia si allarga. La cengia termina in un tratto dove il cavo piega bruscamente in verticale in un tratto di parete piuttosto gradinato con alcuni infissi. In questo tratto alterniamo brevi tratti di collegamento con tratti di parete sempre ben gradinata ed esposta con cui guadagniamo di nuovo quota. Questo tratto del percorso piacevole per l'arrampicabilità e le medie difficoltà procede fino a condurci a un bivio segnalato nei pressi delle Tre Dita (2700 m - 1h 30' dall'attacco della Ferrata Lipella - 3h 30' dal Rifugio Dibona). A questo bivio seguendo le indicazioni per Giussani e Cantore (rifugio dismesso) si termina la salita alla Tofana di Rozes e si raggiunge il rifugio in 30'. Questa via può essere utilizzata ovviamente anche come via di fuga in caso di peggioramento del meteo.
Noi terremo la destra con indicazioni "Cima" percorrendo una nuova lunga cengia a tratti attrezzata che ci conduce alla seconda sezione della via. Le attrezzature metalliche ripartono inizialmente in verticale salendo alcuni balzi verticali di modesta difficoltà. Raggiungiamo un traverso orizzontale verso destro che termina con il cavo metallico che sale verticale in una serie di passaggi verticali ma arrampicabili. Proseguiamo la salita con pendenza moderata e si sale su roccette. Dopo un punto di riposo orizzontale in cui è possibile osservare lo stupendo panorama del tratto appena percorso saliamo uno dei passaggi più impegnativi della via, seppur breve. Un balzo verticale che rispetto ai precedenti offre pochi appigli e servirà trazionare sul cavo per rimontarlo. Ora percorriamo una nuova cengia che diventa a tratti molto esposta e stretta.
Siamo all'ultima sezione della via attrezzata. Prima di intraprendere ci si può voltare per osservare l'anfiteatro roccioso appena risalito. Questa sezione in un paio di passaggi risulta difficile per la mancanza di appigli e la roccia assai più levigata rispetto al resto della ferrata. Rimontati questi due balzi percorriamo un'ultima cengia - meno lunga delle precedenti verso destra e ci uniamo alla via normale (3030 m - 1h 15' dal bivio delle Tre Dita - 2h 45' dall'attacco della Lipella - 3h 30' dall'attacco della Ferrata alla Galleria del Castelletto) che sale dal sottostante Rifugio Giussani. Seguiamo la via normale che seguendo una via molto logica lungo la cresta sebbene faticosa ci porta a salire fino alla croce di vetta della Tofana di Rozes (3225 m - 30' dal termine della via ferrata - 4h dall'attacco della Ferrata alla Galleria del Castelletto - 5h 15' dal Rifugio Dibona).
Dalla vetta scendiamo per l'ultimo tratto della via normale appena percorsa e dal bivio con la ferrata teniamo la destra seguendo i bolli blu scendendo fino al Rifugio Giussani (2580 m - 1h 15' dalla vetta 6h 30' totali). Dal Rifugio Giussani seguiamo il sentiero 403 che dopo un inizio più ripido diventa un piacevole sentiero turistico incastonato tra la Tofana di Mezzo e la Tofana di Rozes. Lo percorriamo in discesa fino al bivio incontrato all'andata dove tenendo la destra raggiungiamo il Rifugio Dibona (1h dal Rifugio Giussani - 8h totali).
La Galleria del Castelletto inizia a quota 2480 m e termina a 2612 m dopo circa 500 m di sviluppo elicoidale. La galleria è completamente buia in ampi tratti e il cavo, sebbene funga solo da corrimano, è utile a causa del fondo a tratti umido e scivoloso. La torcia (preferibilmente frontale) è d'obbligo.
Attenzione nelle varie cenge a spostare detriti perché in più punti le cenge passano parallele una sotto l'altra con alcune centinaia di metri di dislivello tra l'una e l'altra.
La via ferrata che sale alla Tofana di Rozes è intitolata alla memoria della Medaglia d'Oro al Valor Militare Giovanni Lipella. Lipella nacque a Riva del Garda, all'epoca in territorio austriaco. Era un patriota e si arruolò giovanissimo nell'esercito italiano. Morì in combattimento nel Giugno del 1918 nei pressi del Monte Grappa. Nel marzo 1919 ricevette la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Dopo la sua morte, fu trovato nel cassetto della sua scrivania (lavorava a Brescia presso la Banca Commerciale Italiana) un foglio sul quale aveva scritto: "Se mi dovesse accadere di non ritornare più, il mio testamento è questo: Viva l'Italia. 8 giugno 1917.
La ferrata è stata costruita nel 1967 dalle Guide di Cortina e dalla locale sezione del CAI.
La Ferrata alla Tofana di Rozes è un itinerario molto lungo che difficilmente lascerà tempo ed energie per essere abbinato in giornata ad altre vie ferrata, fatta eccezione per la Ferrata alla Galleria del Castelletto (il primo tratto della relazione) e la Ferrata alla Grotta della Tofana. Per escursionisti molto allenati, si potrebbe eventualmente far rientro dalla Val di Travenanzes utilizzando la Ferrata alla Scala del Menighel. Se si restasse nella zona del Passo Falzarego per più giorni si potrebbe percorrere la Ferrata Brigata Alpina al Col dei Bos, la Ferrata Tomaselli o il Sentiero dei Kaiserjager al Lagazuoi. Dal Rifugio Dibona si potrebbero intraprendere la Ferrata Olivieri a Punta Anna ed eventualmente la Ferrata Aglio alla Tofana di Mezzo oppure il più facile Sentiero Attrezzato Astaldi. Sul versante opposto del Passo Falzarego si potrebbero percorrere la Ferrata Averau o la Ferrata al Ra Gusela,
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johnoverhill
04/10/2021 alle 13:20Bellissima ferrata. La mia prima dolomitica. Paesaggio meraviglioso. Non particolarmente difficile. Solo molto lunga ma ti ripaga ampiamente dello sforzo.
Luca Barbieri
06/09/2021 alle 23:12Ferrata molto bella e atletica.
Roccia a tratti molto scivolosa a causa di acqua di scioglimento: è necessario prestare sempre attenzione.
Discesa per la normale fino al Giussani agevole, é sufficiente seguire la traccia.
luca.manca
01/09/2021 alle 16:49Quindi ..ferrata della Lipella
Dal Dibona e ritorno..ci ho messo 8 ore
L avvicinamento è durato 1 e 15 ..l attraversamento della galleria ..in ferrata 20 minuti, poi altri 20 minuti nel vallone x attaccare la ferrata che porta a 3000metri .poi un ora per fare 230 metri di dislivello x arriva are alla croce.E 7n altro paio di ore x ridiscendere al Dibona
La ferrrata piu impegnativa è nella seconda parte dopo il percorso nel vallone.Ci sono dei punti verticali con roccia bagnata..dove ti devi tirare su quasi di peso ..puntando bene i piedi..e fare questo “esercizio” quasi a 3000 metri x uno che vice a 80metri s.l.m ..ci vuole un po di culo Per fortuna a 55 anni ho ancora un discreto allenamento..cardio/muscolare è tutto è filato liscio .sino alla consueta birra a fine percorso..
https://www.flickr.com/gp/lucamanca/G4ZUU8
gius.messin
11/08/2021 alle 16:04Abbastanza faticosa, soprattutto per lo sforzo in quota se si arriva dalla pianura senza acclimatamento, molto bagnata, molto scivolosa, tutto sommato facile, scenario grandioso, spettacolare, immenso……ma si sa le dolomiti non hanno eguali.
Leonardo Bona
17/09/2020 alle 10:57Ferrata divertente con alcuni punti non banali. Possibilità di evitare la parte finale, più complicata della parte precedente, deviando per il rifugio Giussani. La cima della Tofana di Rozes è raggiungibile eventualmente anche attraverso la via normale (non ferrata), la stessa che si percorre scendendo dalla cima verso il Giussani.
È un itinerario lungo e impegnativo quindi è indispensabile prendersi l’intera giornata.
dappaster
07/08/2020 alle 16:14Ascesa compiuta il 30/07/2020 con buone condizioni meteo.
Condizioni della ferrata in generale buone, ho trovato diversi punti bagnati per la presenza di piccole cascate, piccolissime sorgive o a causa delle intemperie (fino al giorno precedente aveva piovuto).
Il mio punto di vista sulla difficoltà:
Ho trovato la prima parte della ferrata (fino al bivio Giussani – Cima) abbastanza facile dal punto di vista tecnico. A mio parere una persona che si senta a suo agio in questo tipo di ambiente, con un minimo di preparazione atletica, può percorrerla molto agevolmente. Sono presenti alcuni tratti dove la roccia è un po’ scivolosa per via dell’usura e della presenza di acqua. Ci sono pochi passaggi verticali ed in generale la salita è poco impegnativa.
Fino a qui non è richiesto un grosso impegno fisico.
La seconda parte della ferrata presenta difficoltà tecniche ed un dispendio di energie più elevati. Ci sono diversi passaggi verticali ed anche qui ho trovato tratti con roccia scivolosa, in particolare sui punti di passaggio verticale obbligatori.
Usciti alla targa posta alla fine della ferrata (poco sopra i 3000mt) la fatica si fa sentire.
Se si decide di salire da questo punto fino alla cima della Tofana di Rozes, il percorso procede su una sorta di ghiaione/ pietraia friabile ed abbastanza inclinato, con la possibilità di dover attraversare anche nel periodo estivo brevi tratti innevati o ghiacciati.
La discesa dalla cima fino al Rifugio Giussani non presenta particolari difficoltà tecniche, la traccia del sentiero non è sempre evidente ma è facilmente intuibile. È richiesto un buon controllo delle gambe per la presenza di ghiaione, rocce smosse o scivolose e qualche piccolo salto di roccia.
Paesaggisticamente il percorso è sensazionale e merita abbondantemente la fatica che richiede. Consiglio di documentarsi sulla storia del gruppo delle Tofane durante la prima guerra mondiale prima di compiere l’ascesa, in particolare per quanto riguarda la Tofana di Rozes e la galleria del Castelletto.
Reputo realistiche le tempistiche indicate se riferite ad una persona con moderata esperienza di vie ferrate e una buona preparazione fisica.
Maurizio Bonomo
30/06/2020 alle 16:5630/06/2020 Ferrata fatta l’anno scorso lunga ma con dei panorami sulla Val Travenanzes e dalla cima stupendi , da mettere in lista assieme alla Olivieri Punta Anna , le Tofane non deludono …
Andrea Lupini
13/08/2019 alle 10:25Escursione magnifica!
Fino alle 3 dita mi trovo allineato con quanto scritto nella relazione, facendo una piccola polemica: a circa metà della ferrata si arriva ad un punto dove non è ben indicata la prosecuzione dell’itinerario e si continua verso una cengia molto esposta, priva di cavo e che porta ad un vicolo cieco: pericolosissimo!
Arrivati alle 3 dita, abbiamo deciso di salire in cima: qui la difficoltà della ferrata descritta nella relazione è assolutamente riduttiva. Tutta in verticale, tutta esposta ed un paio di passaggi assolutamente privi di appigli su cui salire unicamente di braccia (senza considerare che dopo 6 ore di escursione la lucidità inizia a venire meno).
Al termine della ferrata ci siamo letteralmente trascinati fino in cima, stremati dalla difficolta dell’escursione che porta via veramente molte energie. La soddisfazione per aver raggiunto la croce di vetta è impagabile.
Discesa impegnativa e segnalata davvero male.
zedred
05/08/2019 alle 17:42Percorsa in giornata il 20/07/2019 con partenza dal Dibona abbastanza tardi….avvicinamento non particolarmente estenuante anche se non brevissimo. Ferrata nel complesso priva di passaggi tecnici, ampiamente arrampicabile senza l’uso del cavo. Ambiente MAESTOSO e SPETTACOLARE durante tutto il percorso, possibilità di raggiungere la soddisfacente vetta della Tofana di Rozes con panorama a 360°.
Come recita la relazione la difficoltà maggiore è data dalla lunghezza dell’intero percorso, da tener presente soprattutto perchè se vogliamo la parte più “tecnica” della ferrata è concentrata nell’ultimo tratto che porta all’anticima. Terminati i tratti attrezzati e giunti quindi in vista della piramide sommitale se avete ancora energie ed il tempo lo permette percorrete l’ultimo tratto fino alla cima (30/45min).
Il rientro fino al Giussani lo ho trovato un po scomodo per via della mancanza di una traccia ben precisa e per la presenza di alcuni residui nevai su cui non abbassare la guardia. Agevole il sentiero di rientro dal Giussani al Dibona.
La mia considerazione personale è che la ferrata in se sia percorribile un po da tutti con un minimo di conoscenza del comportamento da tenere, se avete buon allenamento è percorribile (con discreto impegno di enrergie) in giornata, se invece siete alle vostre prime ferrate o non vi sentite particolarmente in forma meglio aloggiare al Dibona e partire la mattina presto; la ferrata può essere fatta anche aiutandosi sul cavo e non mi è sembrata mai particolarmente esposta…se vi trovate in difficoltà considerate che a 3/4 della ferrata c’è la possibilità di usscire e raggiungere il Giussani senza percorre il tratto più difficile della Lipella fino all’anticima. (Non avendo però percorso questa deviazione non saprei dire quanto lungo sia il sentirero che vi porta al rifugio).
mirkomarcolini
15/07/2019 alle 12:21fatta il 13/07/2019 bellissima in ogni parte … la galleria iniziale, tutta la ferrata e lo scenario mozzafiato. Complessa ma piacevolmente arrampicabile senza particolari problemi. Le parti più stancanti sono sicuramente il tratto dalla fine ferrata alla cima e la discesa fino al Giussani. Possibilità di presenza di lingue di neve
marcomelioli
28/05/2019 alle 02:06Straordinaria, entusiasmante in tutta la sua durata. Avvicinamento non breve e alla randa del sole, ferrata molto lunga in un contesto bellissimo, arrampicabile, mai troppo difficile. Suggestiva la galleria iniziale. Potrebbe essere bagnata in alcuni tratti, causa disgelo. Consiglio di partire alle prime ore del mattino, altrimenti potreste trovarvi decine e decine di persone lungo il percorso (noi abbiamo dormito al Dibona per essere pronti all’alba). Portare tanta acqua e crema solare. Finita la ferrata se si vuole raggiungere la cima della tofana potrebbero essere necessari i ramponi. La discesa è ripida, molto lunga e con alcuni nevai da attraversare. A mio avviso è una delle escursioni più belle nell’intero panorama dolomitico!
tommy.76
24/04/2019 alle 12:47Lunga lunga ma in ambiente mozzafiato….stancante per la lunghezza ma senza passaggi complicati…per chi va in zona consiglio un pernottamento al rifugio Giussani in posizione magnifica e con possibilità di unire altre ferrate in zona….dalla fine della ferrata alla vetta c’è ancora un po’ da camminare ma la vista ripaga alla grande
Alessandro Iotti
19/08/2018 alle 20:39Escursione magnifica per paesaggio e passaggi. Una delle più belle che abbia mai fatto. La ferrata non è mai troppo difficile e solo un paio di passaggi richiedono maggiore sforzo altrimenti il livello di difficoltà è medio. Itinerario lungo per dislivello e durata. Piuttosto ostico il rientro per la normale, non segnata benissimo e umida con alcuni passaggi scivolosi da non sottovalutare.