La Ferrata Giulio Segata al monte Dos d'Abramo sopra Trento. La ferrata seppur breve è decisamente impegnativa, tecnica e aerea che in poco più di trenta minuti ci metterà a dura prova. Caratteristica di questa breve ferrata sono la salita in due fori naturali scavati dall'acqua all'interno del Dos d'Abramo. Sarà molto appagante il proseguo dell'itinerario salendo tutte e 3 le cime del Bondone.
Il punto di partenza dell'itinerario è nei pressi dell'abitato di Viote del Bondone. Si può giungere da Trento oppure da Rovereto entrambe strade piuttosto tortuose. Abbiamo due opzioni su dove lasciare l'auto.
In entrambi i casi partono sentieri con avvicinamento analogo verso la ferrata.
Nel caso di parcheggio con l'itinerario 1 si sale vicini a Malga Fragari, ignoriamo il sentiero CAI 607 che sale dritto per una ventina di minuti fino a trovare un'indicazione che verso sinistra ci conduce verso il giro delle 3 cime del Bondone. Proseguiamo in salita fino a innestarci sul CAI 636 che giunge in salita da sinistra. Noi lo prendiamo e proseguiamo in salita verso destra.
Il Sentiero CAI 636 è il sentiero che prendiamo con l'itinerario 2. Infatti in questo caso lasciata l'auto seguiamo le indicazioni per il giro delle 3 cime del Bondone e saliamo sul CAI 636 ignorando al bivio il CAI 9 che scende. Proseguiamo in salita fino al dove si innesta il sentiero indicato nel punto 1.
Proseguiamo in salita sul 636 in direzione di Cima Verde (2102 m - 1h 30' dal parcheggio) sul cui cima erbosa incontriamo in discesa verso sinistra il CAI 630 per il Sentiero Attrezzato Sparaval. Noi teniamo il CAI 636 che verso destra prosegue in direzione del Dosso d'Abramo. Da questo tratto vediamo dritto a noi in direzione sud-ovest il Dosso d'Abramo. Continuiamo su un sentiero di cresta in un bellissimo ambiente con uno spartiacque naturale di colori con il verde verso ovest e il rosso verso est. Proseguendo sul comodo sentiero giungeremo proprio sotto il Dosso d'Abramo in un incrocio di sentieri: a destra prosegue il 636 in direzione del monte Cornetto aggirando il Dosso d'Abramo verso ovest, dritto sale il 638A che ci conduce per sentiero attrezzato in cima al Dos d'Abramo su ripido canale, a sinistra si segue il 638 "Sentiero Corazza". Preso verso sinistra il 638 dopo pochi metri giungiamo a un bivio in cui il 638A continua in discesa e noi proseguiamo dritti in direzione della parete est del Dos d'Abramo giungendo sotto la parete est dove vedremo il cartello rosso di inizio ferrata (2h dal parcheggio).
L'inizio della ferrata coincide con il suo punto più iconico. Si sale attraverso un foro naturale nella roccia. Come si può immaginare il foro è verticale e si deve cercare ogni singolo appiglio naturale per salirlo riducendo la trazione sulla corda. In particolare noteremo alcuni appigli lato destro del foro. La roccia è molto liscia in questo tratto e, sebbene possibile, arrampicare diventa difficoltoso. Giunti al punto superiore del foro ne usciamo sulla destra e traversiamo verso sinistra in forte esposizione su roccia nuovamente molto levigata. Saliamo un breve passaggio verticale e siamo su un terrazzino roccioso da cui parte il secondo tratto della ferrata.
Il tratto che intraprendiamo ora è verticale e si sviluppa su roccia liscia con pochi appigli che risulta spesso difficilmente arrampicabile. Questo tratto è molto verticale ed esposto ma ci sono un paio di piccoli balconcini in cui sostare. La parte alta di questa parete ci fa passare all'interno di una fessura dentro la roccia in un singolo passaggio non banale ma in cui una staffa metallica ci aiuta come maniglia per la mano. Terminiamo questa prima sezione della ferrata in una cengia verso destra (15' dall'attacco). Proseguendo la cengia usciamo su una via di fuga che ci conduce in cima al Dos d'Abramo salendo dal CAI 638A.
Se invece proseguiamo la ferrata parte verticale su una parete abbastanza liscia in cui saranno provvidenziali i fittoni abbastanza staccati dalla parete che potranno essere utili sia per le mani che per i piedi. Continuiamo in salita sfruttando anche un paio di pioli ulteriori e saliamo all'interno di un camino che ci conduce su un terrazzino e quindi all'interno di una cavità. Questa grotta è spesso umida e dal basso ha uno sviluppo decisamente ardito. I primi metri sono fondamentali e si devono utilizzare in maniera saggia i pioli presenti sia sul lato destro che sinistro. La salita all'interno della cavità prende la forma di uno stretto camino in cui procedere in spaccata cercando di alternare pioli e spaccature nella roccia. Usciamo dal camino con un paio di passaggi in cui muoversi agilmente tra pioli e proseguiamo su un tratto diagonale verso destra oltre il quale termina la difficile Ferrata Segata al Dos d'Abramo (30' dall'attacco - 2h 30' totali) e in breve si raggiunge la vetta del Doss d'Abramo (2133 m).
Terminata la Ferrata Segata si hanno fondamentalmente due opzioni:
Per questa ferrata possono essere decisamente utili le scarpette da arrampicata visto il tipo di roccia particolarmente levigata e liscia.
Per i tratti molto difficili di questa via ferrata, può essere utile leggere l'articolo che abbiamo preparato su "Come sostare lungo una Via Ferrata".
La Ferrata Giulio Segata al Bondone è una ferrata corta, decisamente tecnica ed esposta. L'itinerario se ci porta a raggiungere tutte le 3 cime del Bondone risulta in tutto lungo e con un buon dislivello, cosa che potrebbe scoraggiarci dall'intraprendere un secondo itinerario nello stesso giorno. Se al termine della ferrata tornassimo direttamente al parcheggio si potrebbe abbinare un secondo corto itinerario, come ad esempio l'esposta Ferrata Marangoni a Mori oppure salendo la Val d'Adige la Ferrata Rio Secco oppure la Ferrata del Burrone Giovanelli. Spostandoci invece verso Andalo si può percorrere la Ferrata delle Aquile. Spostandoci invece in Val di Sarche verso il Garda, potremo percorrere la Ferrata Pisetta, la Ferrata Che Guevara, la Ferrata di Casteldrena, la Ferrata Signora delle Acque e la Ferrata di Preore.
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tommy.76
24/04/2019 alle 15:08Ferrata corta ma intensa….verticale faticosa e con una partenza micidiale…attenzione alla roccia si sgretola facilmente….poco dopo l’inizio c’è una via di fuga e un tratto attrezzato molto più semplice che porta in vetta…il giro nel complesso è molto bello e vario con belle vedute sulle montagne circostanti