Generale:
La Ferrata Guerino Rossi è una ferrata inserita all'interno di un'impegnativa ascensione al Pizzo Strinato nelle Alpi Orobie. La ferrata è da considerarsi come parte di un percorso alpinistico dal carattere selvaggio in un ambiente molto bello e panoramico. La salita non presenta tratti tecnicamente difficili tuttavia è per lunghi tratti esposta e il fondo risulta spesso instabile. Assolutamente da evitare in caso di tempo instabile e si consiglia il pernottamento al Rifugio Barbellino per spezzare il lungo itinerario.
Località di partenza:
Il punto di partenza dell'itinerario è l'abitato di Grumetti nel comune di Valbondione in provincia di Bergamo nell'alta val Seriana. Giunti a Valbondione proseguire dritti fino a Grumetti dove parcheggeremo nello spiazzo al termine della strada da dove partirà il nostro sentiero di avvicinamento.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Avvicinamento:
Dal parcheggio risaliamo il sentiero in direzione del Lago artificiale Barbellino col sentiero 332. Al lago incontreremo l'ostello Curò (ca 2h 15' dal parcheggio) sul bordo del lago. Proseguiamo lungo il sentiero che costeggia la riva sud del lago per poi seguire il sentiero 308/324 che prosegue fino al Rifugio Barbellino (3h 30' dal parcheggio) posto vicino a un bel lago naturale in mezzo a una conca montagna molto bella in cui noteremo in direzione sud-est il Pizzo Strinato, meta del nostro itinerario.
Dal Rifugio Barbellino seguiremo le indicazioni verso destra per il sentiero che dal rifugio porterà all'attacco della Ferrata Guerino Rossi. Si dovrà risalire una morena seguendo alcuni segnavia rossi e ometti in direzione sud est. Giungeremo a un masso con indicato "Pizzo Strinato" dove proseguiamo oltre. Giungeremo a un bivio dove la normale procede dritto mentre noi viriamo a sinistra seguendo i segni bianco-rossi fino all'attacco della ferrata indicata con una targa bianca (1h dal rifugio - 4h 15' dal parcheggio).
Vista la lunghezza dell'avvicinamento e l'ambiente in cui si sviluppa la ferrata è consigliabile giungere al rifugio il giorno prima e pernottarvi per poi intraprendere la salita con molte ore di luce a disposizione.
Ferrata:
La Ferrata Guerino Rossi può essere divisa in due ben distinte sezioni: la prima si sviluppa sulla parete nord e la seconda risale l'esposto spigolo nord-est. La ferrata è inserita in un itinerario dal forte carattere alpinistico e, in aggiunta alle difficoltà tecniche della ferrata (moderatamente difficili), richiede all'escursionista passo fermo, capacità di affrontare passi di I e II grado non attrezzati e preparazione fisica.
La prima sezione inizia con una lunga parete di rocce appoggiate in cui è possibile arrampicare facendo attenzione alla roccia a tratti instabile. Questa prima parte è composta da pareti coricate, roccette, tratti diagonali e balzi rocciosi. La linea di salita è logica e verticale quindi si guadagna esposizione rapidamente. Dopo la prima parete si piegherà verso destra e si risale in diagonale per una cinquantina di metri su roccette. Giungiamo ora in un tratto in cui la catena è sovente coperta da neve accumulata. In questo caso si deve risalire per una ventina di metri un canalino fino a raggiungere alla parete superiore in cui pochi metri verso sinistra potremo riprendere la catena. Siamo ora nei pressi del tratto tecnicamente più impegnativo della ferrata. Affrontiamo un diedro con la catena sul versante sinistro in cui potremo risalire i primi tratti in spaccata. Nella parte alta il diedro di apre e la salita assume più la caratteristica di una parete verticale. Usciti dalla parete ci troviamo nei pressi di uno spigolo non molto ripido che risaliamo. Proseguiamo su questo spigolo che in breve diventa una parete appoggiata di roccia e erba con cui giungiamo alla seconda sezione della ferrata.
La seconda sezione è facilmente individuabile per due aspetti. La catena diventa un canapone e usciamo dall'ombrosa parete nord per giungere su uno spigolo (nord-est) al sole. Da questo punto sarà evidente il tracciato che percorreremo e l'esposizione a cui saremo soggetti. Iniziamo risalendo lo spigolo in forte esposizione alternando tratti facili a tratti di media difficoltà. Si deve tenere conto che il canapone ha ancoraggi lontani ed è naturalmente meno teso e stabile di una fune metallica. A un certo punto la parete risale più ripidamente in vista di un gendarme roccioso che poi dovremo parzialmente discendere. Qui inizia l'ultima parte della ferrata molto esposta che consiste nel risalire alcuni balzi rocciosi fino a dove il canapone termina pochi metri sotto una croce. Risaliamo gli ultimi esposti metri e siamo alla croce (1h 30' dall'attacco - 5h 45' totali).
Inizia ora una seconda parte dell'itinerario adrenalinica, esposta e impegnativa. Proseguiamo sulla sottile cresta in direzione del punto più alto del Pizzo Strinato (20' dalla croce - 6h totali) seguendo alcuni segni bianco-rossi e ometti. La cresta è molto aerea e si devono fare alcuni passaggi di I e II grado non protetti.
Discesa:
La discesa inizia intraprendendo dalla cresta sud-ovest. Si scende tenendo spesso il versante destro della cresta su roccia a tratti instabile con alcuni passaggi di disarrampicata di I grado. Si prosegue in discesa prestando particolare attenzione ad alcuni brevi tratti di disarrampicata e alcuni traversi esposti e instabili fino a giungere alla Forcella del Lago. Alla forcella si scenderà verso destra in direzione del rifugio. La discesa è lunga e si devono seguire i segni rossi che tenderanno a portarci sotto la parete del Pizzo Strinato. La discesa è abbastanza faticosa e ci condurrà al Rifugio Barbellino (1h 30' dalla vetta - 7h 30' totali). Dal rifugio al parcheggio per il sentiero percorso all'andata (2h 30' dal rifugio - 10h totali).
Note:
La ferrata si sviluppa nella prima sezione lungo la parete nord e per questo presenta alcuni punti innevati fino a stagione inoltrata e quindi potrebbe aver senso avere senso portare con sé ramponi e piccozza. Inoltre per il tipo di itinerario è decisamente consigliabile procedere in giornate di tempo stabile, possibilmente senza nuvole, per l'ambiente austero e selvaggio in cui si sviluppa la salita.
La roccia è di arenaria e placca solida. In alcune parti della prima sezione risulta poco stabile e serve prestare molta attenzione soprattutto tenendo conto che i fittoni della catena - generalmente abbastanza lasca - sono posizionati distanti tra loro e una caduta è assolutamente da evitare.
L'ultima nota è sulla discesa. La discesa è esposta e lunga. In particolare la prima mezz'ora richiede - probabilmente - maggiore concentrazione della salita in particolare a causa dell'instabilità del fondo.
Opportunità:
Restando nella zona del Lago del Barbellino è possibile intraprendere la Ferrata del Pizzo Recastello, naturalmente pernottando in uno dei rifugi della zona.
La Ferrata Guerino Rossi al Pizzo Strinato è un lungo itinerario, impegnativo e appagante che non può essere combinato con altri itinerari in giornata. Si potrebbe optare per rimanere nelle alti valli di Bergamo per percorrere la Ferrata al Pizzo del Becco oppure la Ferrata al Passo della Porta, entrambe ferrate d'alta montagna di media difficoltà. Se si desidera scendere verso la città si potrebbero incontrare la Ferrata Maurzio, la Ferrata alla Madonnina del Coren o in direzione di Lecco la Ferrata al Monte Ocone.
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Filippo Rosi
28/03/2019 alle 15:13Lunghissimo giro in un angolo di Orobie molto molto bello e che consiglio. Ideale da spezzare in due giorni con pernottamento in rifugio