La Ferrata Heini Holzer al Picco Ivigna è dedicata al famoso alpinista di Scena - località sopra la quale si sviluppa questa montagna. L'itinerario è di media difficoltà e non presenta tratti tecnicamente difficili sebbene serva una discreta preparazione visto il tipo di roccia che, sovente, ci costringerà a tirare sul cavo per la mancanza di appigli. L'escursione si completa salendo al Piccolo e al Grande Picco Ivigna pochi minuti oltre il termine della ferrata.
Il punto di partenza dell'itinerario è la stazione a monte della funivia Merano 2000. Sebbene si possa salire anche con gli impianti Falzeben, si consiglia di utilizzare la funivia Merano 2000 facilmente raggiungibile dall'uscita Merano Sud nella superstrada che collega Bolzano con Merano. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dalla stazione a monte della funivia Merano 2000 (1900 m) seguiamo i segni dei cartelli poco fuori l'impianto. Noi dovremo seguire i segnavia 18 che indicano anche il percorso per raggiungere il Rifugio Ivigna. Proseguiamo sul sentiero 18 che a tratti è attrezzato ed esposto ma non difficile (consigliato l'imbraco ma non necessario). Abbiamo ignorato inizialmente il bivio per il sentiero 3 e successivamente per il Sentiero 41. Dopo circa mezz'ora dalla stazione a monte della funivia seguiamo le chiare indicazioni che ci mostrano a destra una piazzola sopra la quale inizia la Ferrata Heini Holzer (30' dalla stazione a monte della funivia Merano 2000).
Dal terrazzino in legno si parte su una parete rocciosa con alcuni balzi di modesta difficoltà. Proseguiamo aggirando uno spigolo e dopo aver risalito una breve placca diagonale liscia in cui sarà necessario usare il cavo terminiamo la prima parte percorrendo un tratto di sentiero attrezzato. I tratti di sentiero che congiungono le varie sezioni della via sono presenti in molte parti dell'itinerario. In questo primo caso percorriamo prima un tratto di sentiero in salita poi una cengia sotto un tetto roccioso. Iniziamo ora la sezione denominata "Erta". Questa sezione è particolarmente verticale e il primo passaggio si sviluppa su una parete liscia e verticale che riusciamo a rimontare agilmente grazie ad alcune staffe presenti. Pieghiamo a sinistra e poi ripartiamo verticali fino a terminare questa sezione in cui difficilmente si riuscirà ad arrampicare senza utilizzare il cavo. Percorriamo un sentiero di collegamento in salita e siamo pronti a percorrere il terzo tratto denominato "Via delle Guide".
Questo tratto della salita parte inizialmente abbastanza appoggiato con passaggi di media difficoltà in cui si può procedere senza abusare del cavo. Dopo un traverso a sinistra tuttavia giungiamo sotto un passaggio verticale in cui l'inizio almeno è privo di appigli e ci costringerà a tirare sul cavo. Proseguiamo in salita per terminare dopo un paio di passaggi a sinistra questo tratto dell'itinerario e ci apprestiamo a un nuovo trasferimento. Dopo il trasferimento giungiamo sotto una placca inclinata da risalire in aderenza con gli scarponi senza particolari problemi e procediamo a un nuovo trasferimento questa volta più gradonato dei precedenti.
Dopo il trasferimento ci troviamo in uno dei passaggi più belli dell'escursione: la Cresta degli Spiriti. Partiamo risalendo alcuni metri su solida roccia per poi portarci sul filo di cresta percorrendola senza particolari affanni ma con passaggi emozionanti e paesaggisticamente molto appaganti. Terminata la cresta percorriamo il sentiero di collegamento, passando affianco a una panchina su cui è possibile riposare e godere del panorama sulla valle ("Pascolo delle Capre"). Il prossimo tratto inizia con un traverso ascendente a sinistra interessante oltre il quale proseguiamo su alcuni balzi verticali non difficili giungendo al libro delle firme. Proseguiamo risalendo alcuni balzi rocciosi talvolta attrezzati quando la verticalità e la roccia liscia lo richiedono.
Iniziamo quindi un nuovo tratto denominato "Volo dell'Angelo" caratterizzato da alcune roccette e uno spigolo oltre il quale usciamo in una cengia erbosa che risale verso destra. Siamo ora nel tratto finale della ferrata. Saliamo due placche levigate, verticali e sicuramente difficili se queste non fossero abbondantemente attrezzate con staffe metalliche a sostegno della progressione. Raggiungiamo un cartello con la dicitura uscita che di fatto indica l'inizio del tratto di itinerario che ci condurrà al termine della via ferrata. Questo tratto è un sentiero appoggiato con alcuni balzi più verticali ma privi di difficoltà sostanziali. Terminiamo la via Ferrata Heini Holzer con una specifica targa (2480 m - 2h dall'attacco - 2h 30' totali) e con le due vette (Piccolo Picco Ivigna e Grande Picco Ivigna) di fronte a noi.
Proseguiamo lungo il prato in direzione dei due picchi e in breve giungiamo a un bivio:
Dal Grande Picco dell'Ivigna scendiamo a ritroso per il sentiero percorso all'andata scendendo fino al bivio tra i due Picchi Ivigna. Da quel tratto scendiamo lungo un ripido e franoso sentiero (19) fino al Kulheiten (2362 m) dove abbiamo due opzioni per rientrare a Merano 2000:
A questo punto seguiamo l'ampio sentiero 3 che ci conduce a Merano (1h 15' dal termine della ferrata - 5h 30' totali).
La Ferrata Heini Holzer all'Ivigna è suddivisa in molti settori (16 per la precisione) e ognuno ha una targa che lo presenta. L'attrezzatura è in ottimo stato e il cavo ha un diametro decisamente maggiore della media e questo aiuta nei casi in cui si debba fare trazione su di esso. La roccia su cui si sviluppa è particolarmente solida e a tratti levigata quindi ci troveremo a tirare sul cavo in alcuni passaggi altrimenti di grado decisamente alto.
L'escursione merita decisamente la salita ai due picchi per un totale di 1 h da aggiungere all'itinerario.
La Ferrata Heini Holzer è stata inaugurata a Merano nel 2016 ed è stata dedicata al grandissimo alpinista e scialpinista atesino Heini Holzer. Fu un grande alpinista negli anni 60 e pioniere dello sci estremo negli anni 70. E' deceduto in una discesa in sci nel 1977 nel gruppo del Bernina. Alla sua vita è dedicato il libro "La mia traccia, la mia vita".
La Ferrata Heini Holzer include un bel giro ad anello con salita al Picco Ivigna che probabilmente ci riempirà gran parte della nostra giornata. Se si volesse proseguire su altri itinerario attrezzati la Val Senales ci offre in ordine di difficoltà crescente le seguenti opzioni: la facile Ferrata Knott a Naturno a fianco della più difficile Ferrata Hoachwool mentre Solda possiamo percorrere la difficile Ferrata Croda di Cengles oppure l'estremamente difficile Ferrata Tabaretta all'Ortles. Lungo la statale dello Stelvio è possibile anche raggiungere la Ferrata di Trafoi nell'omonimo villaggio. Vicino Merano è stata installata nel 2020 la Ferrata Ziel.
Scendendo verso sud si incontrano altre due interessanti vie ferrate non particolarmente difficili: la Ferrata di Favogna e la Ferrata Mendola. Invece procedendo verso la Val Passiria, si può percorrere la recente Ferrata delle Cascate di Stuller.
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Filippo Rosi
04/07/2019 alle 16:20Ferrata molto bella in un bell’ambiente. Moderatamente difficile, senza difficoltà degne di nota. La consiglio.