La Ferrata Magnifici 4 è una delle ferrate più difficili e impegnativi delle Dolomiti. E' una ferrata recente, atletica ed esposta che richiede molta preparazione fisica ed esperienza per essere percorsa. L'itinerario si sviluppa in larga parte dentro una gola con difficoltà ambientali che si sommano alle difficoltà tecniche presenti in molti passaggi. L'itinerario si sviluppa in Val San Nicolò in provincia di Trento.
Il punto di partenza dell'itinerario è in Val San Nicolò, una valle perpendicolare alla Val di Fassa all'altezza di Pozza di Fassa. Entrati in val San Nicolò ignoriamo prima il bivio per la Val Monzoni e risaliamo la valle fino a Malga Crocefisso. Proseguiamo lungo la via fino a individuare uno spiazzo sulla sinistra dove è possibile parcheggiare. Individueremo questo spiazzo perché in prossimità di un piccolo ponte in legno oltre il quale c'è una costruzione con un indicazione per la Ferrata dei Magnifici 4. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Oltrepassato il ponticello sul Rio San Nicolò (1600 m) individuiamo sul versante opposto una forestale. Teniamo la destra e ci incamminiamo sull'ampio sentiero che costeggia il torrente. Giungiamo a un chiaro cartello che ci indica di salire a sinistra nel bosco. Seguiamo i tornanti del ripido sentiero non segnato fino ad entrare all'interno di un grosso anfratto roccioso dove noteremo una targa commemorativa alle 4 guide alpine a cui è dedicata la difficile ferrata (1810 m - 30' dal parcheggio).
Risalita la cavità su fondo sabbioso e scivoloso ci avviciniamo all'attacco che si sviluppa in un tratto piuttosto angusto. Risaliamo un impegnativo camino in cui, dopo i primi metri verticali, pieghiamo verso destra su un tratto più inclinato verso destra. Incontriamo un terrazzino dove valutare come procedere incontrando il primo, di una serie, di appoggi per i piedi costituiti da uno spezzone di corda che da un lato ci offre un appiglio dall'altro però è instabile e ci invita a non sostare troppo. Usciamo dal camino con un crescente sforzo vista la mancanza di appigli naturali e raggiungiamo un traverso verso sinistra che ci offre alcuni punti dove sostare alternati a tratti lisci.
Aggirato uno spigolo, partiamo nuovamente in verticale in un tratto impegnativo che si sviluppa in un nuovo camino da percorrere in spaccata. Questo tratto tenderà a farci sbilanciare verso l'interno e dovremo fare forza sulle braccia per risalirlo. Passato questo tratto saliamo un tratto più appoggiato su una rampa diagonale fino a un grosso masso dove risaliamo una stretta fessura. Usciti dalla fessura percorriamo una serie di balzi rocciosi e traversi insidiosi in direzione dell'evidente bastionata rocciosa. Giungiamo ora su un terrazzino roccioso in cui è consigliato prendere fiato prima di uno dei passaggi più ostici dell'escursione (45' dall'attacco).
Iniziamo risalendo prima un masso privo di appigli ma con qualche staffa artificiale e poi in diagonale su un difficile camino da risalire per una decina di metri. Alcune staffe ci sostengono in questa salita sebbene siano posizionate sul lato destro del camino e questo tenda a far sbandierare verso l'esterno obbligandoci a far forza con le braccia per procedere. Usciamo dall'impegnativo camino e affrontiamo in diagonale verso destra un difficile traverso che si percorre su doppio ponte. I piedi poggiano su una fune metallica abbastanza lasca che, combinata con la pendenza strapiombante del traverso, rende il passaggio molto impegnativo e atletico. Può essere utile in questo passaggio una fettuccia o un rinvio per poter sostare qualora la forza mancasse. Termina il doppio ponte e il cavo procede per un paio di metri in orizzontale per poi proseguire brevemente in diagonale e poi proseguire in verticale in un passaggio esposto e impegnativo. Si parte con un passaggio leggermente strapiombante e si rimonta la parete verticale oltre la quale si può riposare. Termina la prima parte della ferrata (1h dall'attacco - 1h 30' totali) e percorriamo una cengia prativa che ci collega al secondo tratto dove è presente anche una via di fuga. Percorriamo alcune facili cenge con la possibilità di guardare il panorama della Val San Nicolò e ci avviciniamo al grosso camino nel quale si sviluppa la seconda parte della ferrata (15' dal termine della prima parte della ferrata - 1h 45' totali).
Entrati dentro la grossa gola saliamo alcune facili roccette e percorriamo una breve cengia verso sinistra prima di iniziare a salire verticalmente. Questo passaggio rimane di difficoltà sostenuta ma la roccia è più frastagliata offrendo la possibilità di trovare alcuni appigli per le mani e i piedi cosa decisamente positiva vista la fatica accumulata nella prima sezione della ferrata. Troviamo anche alcuni pioli nei tratti più lisci. Proseguiamo la salita verticale risalendo una fessura inizialmente sulla destra e successivamente sulla sinistra. Guadagniamo quota ed esposizione tuttavia il tratto verticale è piacevole ci permette di procedere in larga parte utilizzando il cavo come equilibrio evitando di trazionare eccessivamente. Proseguiamo in verticale con un ultimo tratto più povero di appigli fino a raggiungere un terrazzino dove sostare e osservare la notevole esposizione colmata. Dal terrazzino risaliamo una placca che ci conduce fuori dalla gola su un ampio terrazzo su cui è possibile sostare prima dell'ultimo tratto.
Percorriamo un breve tratto di sentiero e iniziamo un tratto luminoso - contrariamente ai precedenti. Saliamo una placca nuovamente povera di appigli ma ricca di ampie staffe metalliche che riducono significativamente lo sforzo necessario nella salita. Raggiungiamo una balcone panoramico da dove percorriamo un traverso ascendente verso sinistra oltre il quale alcune staffe ci fanno guadagnare un balzo su parete liscia. Siamo negli ultimi metri della ferrata. Saliamo alcune facili roccette e siamo sul sentiero che ci conduce all'arco che conclude la Ferrata Magnifici 4 in prossimità della Baita Cuz (2h dall'attacco - 2h 30' totali)
Raggiunto il rifugio, il rientro consiglio è verso destra in direzione sud sud-est tenendo il sentiero che con chiare indicazioni ci conduce in Val San Nicolò. Ignoriamo il sentiero 613 a sinistra che conduce al Rifugio El Zedron e proseguiamo sul sentiero che con pendenza mai eccessiva scende a valle. In 40' dal rifugio raggiungiamo la strada asfaltata della Val San Nicolò più a monte del nostro parcheggio. Terremo quindi la destra e lungo l'asfaltata scendiamo a valle (20' dall'innesto sull'asfaltata - 1h dal termine della ferrata - 3h 30' totali).
La Ferrata Magnifici 4 è una ferrata "moderna" rispetto a molte altre presenti in Val di Fassa e limitrofi. La ferrata è atletica, impegnativa con modeste opportunità di essere arrampicata e senza un particolare interesse paesaggistico né una meta o una vetta da raggiungere. La prima parte all'interno della cavità presenta un fondo molto sporco, ricoperto da sabbiolina, e spesso umido che ridurrà significativamente l'aderenza dello scarpone con il risultato di precludere quasi completamente ogni possibilità di arrampicare durante la risalita. Tenuto in mente questo sarà necessario dosare bene le energie e cercare chirurgicamente ogni appiglio per risparmiare forza e fiato. La ferrata è da percorrere in buono stato di forma e con braccia allenate. Assolutamente sconsigliata a neofiti e principianti.
Per i tratti molto difficili di questa via ferrata, può essere utile leggere l'articolo che abbiamo preparato su "Come sostare lungo una Via Ferrata".
La ferrata è in ottimo stato di manutenzione con fune tesa e spessa oltre che staffe, cambre e pioli in ottime condizioni e molto stabili. Una peculiarità è data dai molti dei fittoni che offrono la possibilità di essere utilizzati come sosta con una fettuccia o rinvio - cosa sicuramente da considerare durante il percorso.
Note a seguito della tempesta Vaia
Il sentiero di avvicinamento indicato in relazione è al momento difficile da percorre e decisamente rischioso a causa dei molti alberi abbattuti. La via di avvicinamento consigliata è la seguente:
A Malga Crocefisso proseguire tenendo la sinistra sulla strada asfaltata per circa 800 metri fino a incontrare sulla sinistra una strada sterrata che attraversa il torrente. Ponendo attenzione noteremo un cartello che indica "ferrata". Proseguire su questa strada per circa 200 metri fino a un sentiero che si stacca sulla sinistra prima degli alberi caduti. Seguire i bolli rossi fino all'attacco della via ferrata.
La ferrata dei Magnifici 4 è stata inaugurata nel 2010 ed è dedicata a 4 volontari del soccorso alpino - Alex, Diego, Erwin e Luca - morti in Val Lasties il 26 dicembre del 2009 travolti da una valanga nel tentativo di aiutare degli sci-alpinisti.
La Ferrata Magnifici 4 si sviluppa lungo la Val San Nicolò punto di partenza di altre interessanti vie attrezzate. Proseguendo a monte si potrà intraprendere la bella e impegnativa Ferrata Kajserjager al Col Ombert. Scendendo a valle, si può risalire la Val Monzoni e percorrere la Ferrata Gadotti oppure intraprendere l'Alta Via Bruno Federspiel, eventualmente abbinabile all'Alta Via Bepi Zac o al Sentiero Attrezzato Gino Badia.
Se si desiderasse rimanere su ferrate del livello di difficoltà presente nella Magnifici 4, la più vicina ferrata con questo livello di difficoltà è la Ferrata Piazzetta al Piz Boè.
Spostandoci invece verso il Catinaccio si possono percorrere alcune magnifiche ferrate in un contesto maestoso. Tra le varie, segnaliamo la Ferrata Santner, la Ferrata al Catinaccio d'Antermoia, la Ferrata Masarè e la Ferrata Roda di Vael.
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Francesco Franci
20/08/2020 alle 20:14Percorsa il 20 agosto 2020.
Ferrata molto fisica che consiglierei solo a escursionisti esperti e piuttosto allenati (specialmente nelle braccia). La prima parte è particolarmente umida e scivolosa e questo costringe, almeno nel mio caso, a lavorare di “forza bruta”.
NOTA BENE: l ultima parte di strada per raggiungere il parcheggio è recentemente diventata una ZTL. È quindi necessario lasciare la macchina in un parcheggio 3km più a valle e proseguire con navetta o a piedi. Sebbene il codice della strada non sia responsabilità di Ferrate365, consiglierei di aggiornare la relazione con questa modifica alla viabilità in modo da evitare agli sbadati come me di incorrere in una multa 🙂
EC83
11/08/2019 alle 22:54Il sentiero di avvicinamento é ancora compromesso dagli alberi calcolare almeno un ora per arrivare all’attacco oltre ai rischi!! Sono riuscito a concatenare la kajserjager tramite sentiero 613 e poi 613b ma diventa lungo. Io ci ho messo 10 ore circa. Spero di essere stato utile. Buone ferrate!
Valentina Filippi
23/07/2019 alle 14:30Sentiero di avvicinamento inagibile, abbiamo dovuto farci strada fra alberi caduti a seguito dell’uragano Vaia(sarebbe utile ci fosse una segnaletica a tal proposito). La Ferrata in sé è bellissima: fisica e tecnica. Prima parte completamente bagnata, una parte più semplice, per poi riprendere con il tratto più impegnativo ed esposto. Seconda parte della ferrata più tranquilla della precedente. Non particolarmente panoramica ma per chi vuole fare allenamento ed alzare il grado di difficoltà è sicuramente la ferrata ideale! Per me una delle più belle e toste in assoluto! Consiglio: avere le braccia ben allenate!! 😉
Filippo Rosi
14/04/2019 alle 12:50Ferrata molto fisica secondo me. Duro l’inizio nella grotta. Poche possibilità di arrampicare anche a causa del ghiaino infido che si trova. Decisamente esposti molti tratti della via.