La breve Ferrata Mazzetta collega il Bivacco Gera con il versante della Val Padola nelle Dolomiti di Sesto. E' una ferrata di modesta difficoltà che tuttavia è parte di un itinerario piuttosto solitario e impegnativo che sale a Forcella de Ambata e ne discende su un vallone detritico percorrendo un sentiero con alcuni passaggi di arrampicata non attrezzati. Rispetto a molti itinerari nelle Dolomiti di Sesto risulterà poco battuto anche in stagione inoltrata.
Il punto di partenza dell'itinerario è Padola, vicino Comenico, in provincia di Belluno. Se aperti, è possibile utilizzare gli impianti di risalita che da Padola salgono al Col d'la Tenda. E' generalmente possibile parcheggiare a bordo strada nei pressi degli impianti di risalita. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Se gli impianti fossero chiusi è possibile parcheggiare lungo la stradina Via delle Acque Rosse che da Padola sale in sul versante destro dei Rio Aiamola. La stradina è dissestata e dopo un paio di chilometri il fondo diventa sterrata ed accidentato e sarà conveniente parcheggiare per poi proseguire sulla stradina a piedi visto che essa coincide con il sentiero 152 che in salita ci conduce al Rifugio Col d'la Tenda oppure evitando di raggiungere il rifugio direttamente all'attacco della Ferrata Mazzetta. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Utilizzando gli impianti di avvicinamento di troveremo al Rifugio Col d'la Tenda (1950 m) pronti a intraprendere la nostra escursione. Iniziamo salendo in direzione est per traccia di sentiero che ci porta a incontrare dopo un tratto in modesta salita il sentiero 152. A questo punto dovremo valutare il tipo di itinerario da percorrere:
Descriviamo la ferrata nel verso Bivacco Gera - Col d'la Tenda, opzione che percorreremo in entrambi gli scenari.
Dal bivacco iniziamo procedendo verso sud lungo il vallone fino a incontrare un bivio dopo circa 10 minuti di cammino in cui terremo la sinistra procedendo a mezzacosta verso la parete sud della Croda di Tacco. In breve incontriamo una targhetta metallica bianca con indicazioni in rosso che indica l'inizio della Ferrata Mazzetta. I primi tratti attrezzati ci assicurano nel percorrere una cengia verso destra prima che il cavo parta in verticale per risalire una parete ottimamente appigliata. Salita questa prima parete proseguiamo su un tratto di salita su prati (attenzione se umidi) in direzione sud guadagnando gradualmente quota per poi raggiungere un tratto insidioso di discesa su fondo ghiaioso. Terremo la sinistra (attrezzata) vicino alla parete rocciosa col cavo che funge da corrimano.
Aggiriamo uno spigolo cambiando direzione e procedendo in salita verso est. Affrontiamo un salto verticale ben appigliato in cui è possibile cercare di arrampicare per gran parte della salita. Passiamo tra la parete e un pinnacolo col cavo a sinistra sul versante della parete. La roccia è molto buona e ricca di appigli in questa sezione della ferrata. Proseguiamo in salita verso l'evidente intaglio di Forcella di Tacco (2347 m - 1h dall'attacco che raggiungiamo dopo alcuni tratti di roccette attrezzate, una rampa diagonale e un paio di cenge alternate da alcuni tratti di sentiero non esposto di collegamento.
La Forcella di Tacco è lo spartiacque tra la Valle Ambata e l'ampia Val Padola. Il cartello bianco può trarre in inganno pensando di aver terminato i tratti attrezzati che invece continuano per una discesa di circa 20 metri su roccette ben appigliate prima piegando a destra poi scendendo a valle piegando a sinistra fino al termine delle attrezzature (15' dalla Forcella di Tacco - 1h 15' dall'attacco - 3h 45' totali).
Dal termine delle attrezzature scenderemo inizialmente verso sinistra su fondo detritico fino a iniziare una ripida discesa in un vallone dove alcune frane e piogge hanno reso il terreno poco stabile. Raggiungiamo il bivio tra il sentiero che scende dalla Ferrata Mazzetta (152) col sentiero 153 che corre a mezzacosta. Teniamo la sinistra in direzione degli impianti di risalita (1h 30' dal termine della ferrata - 5h 15 totali).
La Ferrata Mazzetta è, rispetto alle altre ferrate delle Dolomiti di Sesto anomala. Mentre le altre ferrate permettono generalmente di salire a vette e picchi, questa ferrata aiuta nei tratti più esposti a percorrere un itinerario che permette di scavallare una forcella per raggiungere un bivacco. Questo aspetto la rende meno interessante dal punto di vista paesaggistico. Guardando agli stessi elementi da un punto di vista differente, la ferrata risulta tuttavia molto meno battuta rispetto a itinerari molto turistici (i.e. Ferrata Scalette alla Torre Toblin, Ferrata Innerkofler al Paterno per citarne due) e darà grandi soddisfazioni a chi cerca un'escursione selvaggia, solitaria e impegnativa. Alcuni passaggi di salita alla Forcella Ambata non sono da sottovalutare così come lo stato di innevamento può rendere l'escursione ulteriormente impegnativa.
Ci sono altri itinerari di avvicinamento alla ferrata che non sono stati considerati nella relazione. Volendo si potrebbe raggiungere il Bivacco Gera sia da Forcella Anna (sentiero 152) che lungo la Val Ambata da Villanova di Cadore (sentiero 123). Questi sono itinerari lunghi che potrebbero richiedere un lungo itinerario ad anello per essere percorsi.
I tratti attrezzati non presentano particolari difficoltà tecniche e servono principalmente come sicurezza in tratti esposti.
La Ferrata Mazzetta è la ferrata più a est tra quelle del Gruppo delle Dolomiti di Sesto. Volendo percorrere altri itinerari attrezzati nelle Dolomiti di Sesto ci si può spostare verso ovest incontrando le ferrate alla Croda di Sesto (la Ferrata Zandonella e la Ferrata ai Costoni) così come la Strada degli Alpini. la Ferrata Roghel, la Ferrata Capitano Bilgeri e la Cengia Gabriella nella parte più centrale del Gruppo. Sono tutti itinerari con elevati dislivelli che richiedono più giorni a disposizione.
Se da Comenico volessimo spostarci, un'interessante alternativa è di procedere verso nord est ed entrare nelle Alpi Carniche incontrando il Sentiero Attrezzato d'Ambros o la Ferrata del Camoscio.
Sul versante del Comelico con partenza dal Rifugio Lunelli, si può percorrere la recente Ferrata Bepi Martini al Colle di Colesei.
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Filippo Rosi
14/04/2019 alle 13:06Uno di quei giri che mi piacciono da matti. Ambienti isolati, poca gente. Serve calma e pazienza per raggiungere la meta che in questo caso è un rifugio e non una cima. Per questo è una ferrata un po’ anomala ma la zona è molto bella e mi son ripromesso di pernottare al bivacco il prossimo giro.