Generale:
Quando si sta per giungere a Civago - ultimo avamposto in territorio reggiano prima di giungere al passo delle Radici - non si può non notare una penna rocciosa che sovrasta il paese. La Penna di Civago è caratterizzata da un profilo tagliente composto da più pareti che rapidamente salgono a 1400 m. Su questa ardita parete è stata recentemente completata una difficile ma corta ferrata.
Punto di Partenza:
Il punto di partenza è il borgo Case di Civago raggiungibile in circa 1 ora e 30 minuti da Reggio Emilia o Modena. Giunti a Case di Civago è possibile parcheggiare l'auto lungo gli abbondanti parcheggi nella sterrata da cui partono diversi battuti sentieri verso i rifugi Battisti, Segheria e Bargetana.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Avvicinamento:
Parcheggiata la macchina, proseguire a piedi sulla sterrata per 5 minuti sempre tenendo la Penna di Civago sulla nostra destra fino a notare un cartello da cui diparte una ripida traccia. Seguire il sentiero con segnavia bianchi che dapprima sale ripido per una pietraia e poi per ripidi sentieri. Un esposto traverso ci porta all'inizio dell'attrezzatura (30' dal parcheggio).
Ferrata:
La ferrata è caratterizzata da una spinta verticalità. L'arenaria risulta a volte poco arrampicabile e pioli, maniglie e cambre risultano ottimamente disposte per facilitare la progressione. La ferrata si sviluppa inizialmente su due diedri per poi passare un esposto spigolo e proseguire su un impegnativo camino. Terminato il camino si attraversa un sentiero erboso in cui è possibile sostare e riposarsi prima dell'inizio della seconda e più impegnativa parte della ferrata.
La seconda parte della ferrata inizia subito verticale con una parete leggermente strapiombante in cui le attrezzature metalliche aiutano la progressione comunque su livello di difficoltà abbastanza sostenuto. Terminata questa parete di circa 10 metri ci si trova su una piccola cengia su cui riprendere le forza prima del passaggio chiave della via: una pancia strapiombante su una paretina di 8 metri. Sebbene ottimamente attrezzata, questa pancia richiede di essere affrontata con cautela e rapidità di movimento per evitare di trovarsi senza più forza nelle braccia prima di averla terminata. Il consiglio è di studiare la disposizione di tutte le maniglie prima di affrontare il tratto strapiombante.
Terminato il passaggio chiave ci si trova in un esposta placca di arenaria in cui alcune staffe facilitano la salita sebbene risulti difficile evitare di trazionare il cavo in almeno un paio di punti vista la particolarità della roccia (arenaria liscia).
Terminata questa placca siamo nel tratto finale della ferrata con difficoltà oramai contenute. In 5' terminiamo la salita di una paretina e il superamento di una esposta ma semplice cengia. A questo punto la ferrata è terminata e si può godere di un bel panorama dall'alto su Civago, sul lago di Fontanaluccia e sul Monte Giovarello (1h dall'attacco - 1h 30' totali).
Discesa:
Prima di iniziare l'effettiva discesa bisogna continuare 5 minuti in salita su ripido sentiero che ci innesta su un sentiero CAI. Si può rientrare a Civago sia andando a destra che a sinistra. Tuttavia suggeriamo di proseguire a sinistra (CAI 631 A) verso la Cavallina. Questo sentiero è meno ripido del CAI 607 e circa nello stesso tempo (40') ci riporta al parcheggio. Dal CAI 631 A si scende fino a innestarsi nel CAI 605 che andrà intrapreso verso sinistra. Qualora servisse rifornirsi di acqua si può intraprendere il CAI 605 verso destra per 5' dove c'è una fonte. Il sentiero 605 è una comoda mulattiera che termina nella sterrata in cui è stata parcheggiata la macchina (2h 30' totali).
Note:
Questa ferrata è breve tuttavia risulta atletica e un paio di passaggi possono mettere in seria difficoltà l'escursionista inesperto o poco allenato. Una peculiarità è che i tratti difficili vanno via via aumentando dopo l'inizio lasciando, di fatto, poche opportunità di interrompere la salita e tornare sui propri passi. Nell'estate 2018 son state inserite 2 ulteriori staffe nel passaggio chiave della via che riducono significativamente la difficoltà di questo passaggio.
Opportunità:
Sebbene non ci siano altre ferrate raggiungibili senza l'utilizzo dell'automobile, la ferrata Barranco del Dolo è a 4 Km di distanza da Case di Civago quindi si presta benissimo per essere il naturale proseguo per l'appassionato ferratista.
Se si volesse proseguire una più tradizionale escursione si potrebbe proseguire sul CAI 607 fino al Monte Ravino per poi costeggiare l'Alpe di Vallestrina e raggiungere il Passone (2 h dal termine della ferrata). Dal Passone si può virare a sinistra sul CAI 615 verso Lama Lite (possibilità di ristoro presso il rifugio Battisti). Da Lama Lite si può ridiscendere il vallone in direzione Rifugio Segheria e successivamente verso Case di Civago (4:30 h dal termine della Ferrata).
Se si volesse tornare all'automobile è possibile fare una delle seguenti ferrate nello stesso giorno:
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Lorenzo Zoffoli
09/11/2020 alle 08:49Percorsa inizio novembre, periodo ideale per temperatura in quanto la ferrata è esposta al sole sin dalla mattina.
Avvicinamento di 30/40 minuti ma molto ripido: da affrontare con calma per non finire le forze ancora prima di iniziare la ferrata.
Ferrata di per se non difficile, arrampicabile e non esposta per cui molto divertente. Sono sempre presenti dei punti di sosta dove riposare e riprendere le energia. Come da tutti citato il punto chiave è nell’ultimo tratto in un diedro con esposizione negativa. Riprendere le energie prima di affrontarlo, studiarlo accuratamente ed eseguirlo tutto di un fiato perchè lo sforzo fisico sulle braccia è notevole: questo passaggio potrebbe risultare ostico.
In ogni punto di sosta notevole la vista su civago e su tutta la valle del dolo.
Rientro in 40/50min di camminata in discesa.
paolo-3889
23/09/2020 alle 04:18Inizio settembre, ferrata molto bella forse quella vicino del Dolo è più bella ed un po più impegnativa fatto salvo il punto finale.
ATTENZIONE nell’avvicinamento si dice di partire a 5 minuti dal parcheggio, invece il sentiero con un gran cartello ma un po imboscato, parte già dal parcheggio, pochi metri dopo la posizione su Google Map. Altrimenti rischiate di salire dalla discesa.
Ferrata bella e neanche troppo difficile, fatto salvo il citato punto in cui vi troverete un aggancio/sgancio di moschettone sbilanciati molto indietro, operazione mai agevole, soprattutto per persone pesanti o con zaini pesanti.
C’è di bello che i punti impegnativi sono tutti piuttosto brevi, e c’è posto e tempo per prepararsi o ricuperare.
Michele
13/01/2020 alle 08:23Percorsa sabato 11/01/2020.
Ha un passaggio un pochino più fisico ma è attrezzato bene con il cavo e con i pioli per salire.
Percorsa in questo periodo ha un fascino particolare perchè i boschi circostanti sono privi di foglie lasciano vedere tutto il panorama.
Negli ultimi passaggi si sposta verso destra per ammirare tutta la valle del Dolo con Civago Fontanaluccia e il lago.
Consiglio di affrontare l’avvicinamento con calma perchè molto ripido.
mirko_cova
23/09/2019 alle 09:31Ferrata molto bella con bei passaggi e progressioni interessanti. Alcuni punti necessitano di un po’ più di fisico. Verso la fine c’è una paretina strapiombante dove il cambio dei moschettoni non è molto comodo. La vista sulla valle del Dolo durante l’ascesa è appagante.
Il sentiero di avvicinamento è ripido quindi dosate le energie.
assowt
25/08/2019 alle 23:00L’avvicinamento, un ripido sentiero in gran parte su una pietraia mi ha praticamente messo in crisi. La ferrata in se non la trovo particolarmente appagante, l’ultima paretina strapiombante mi ha prosciugato le ultime energie. L’uscita in mezzo a un bosco può essere rigenerante in estate ma toglie la soddisfazione di una vetta e di un panorama che possa valere la fatica.
Francesco Galli
17/07/2019 alle 19:04Ferrara bella in un
Gioele Carboni
21/06/2019 alle 19:02Ferrata molto “tecnica”. L’arenaria è ottima e sebbene liscia offre comunque un buon “grip” agli scarponi. Va affrontata non tirando di braccia ma al contrario cercando tutti gli appigli e appoggi che l’arrampicata in arenaria (sebbene si tratti di una ferrata) richiede, specialmente nell’attraversamento di placche. Bellissimi i diedri iniziali e il passaggio “chiave” che ho affrontato partendo subito da destra verso lo spigolo ignorando di fatto le due cambre poste a sinistra. Come sempre 10 e lode ai costruttori.
Se si vuole continuare l’escursione, all’incrocio con i due sentieri di discesa, continuate diritto (segni Cai bianchi e rossi) fino al Monte Ravino (1882 m s.l.m. ca. 1h 15′ ) da dove si può godere di un panorama che spazia su quasi tutto l’Appennino Tosco-Emiliano.
cammo75
03/06/2019 alle 11:33Percorsa data 11.05.2019 Premettendo che la mia esperienza è all’inizio, trovo questa ferrata in generale mediamente impegnativa se non in un punto (praticamente a fine ferrata) che richiede impegno fisico per oltrepassare un breve passaggio esposto verticale dove è necessario studiare bene gli appigli a disposizione e questo la rende non semplice; comunque bella e di soddisfazione.
Dal punto di vista dell’escursione, a parte qualche scorcio sul sottostante paese di Civago non è particolarmente panoramica, anche arrivati alla fine della ferrata ci si ritrova all’interno del bosco da dove ci sono tante possibilità di belle escursioni per raggiungere punti panoramici dell’appennino Reggiano, ma con diverse ore di percorrenza.
tommy.76
24/04/2019 alle 13:10Ferrata non semplice e alternata tra pareti e tratti di cammino….l’inizio sembra facile ma l’ultima parete è strapiombante e con un passaggio chiave in negativo non semplice anche se staffato…bellissimo il bosco sulla sommità
Alessandro Iotti
19/08/2018 alle 15:41L’avvicinamento è piuttosto faticoso risalendo una ripida pietraia. La ferrata per due terzi è di media difficoltà con passaggi non troppo impegnativi. L’ultima parte cambia marcia e presenta due tratti strapiombanti di cui il secondo selettivo. Terminato lo strapiombo si risale una placca levigata verticale molto esposta dove sarà quali impossibile arrampicare e si procede in trazione. Rispetto alla prima volta che l’ho fatta son state aggiunte 3 staffe nello strapiombo impegnativo che permettono di appoggiare i piedi e quindi riducono significativamente la difficoltà. Lato mio, un peccato visto che riducendo le difficoltà riduce anche l’appetibilità della via.