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Relazione della difficile Ferrata alla parete nord del Coglians, recentemente ristrutturata, che si svolge in un bellissimo ambiente di alta montagna al confine tra Italia e Austria. Lungo itinerario con avvicinamento di oltre 2 ore e rientro per sentiero attrezzato. Escursione ideale da dividere in due giornate.
Il punto di partenza dell'itinerario è il Rifugio Tolazzi nel paese di Collina in provincia di Udine. Per raggiungere il rifugio si deve raggiungere Forni Avoltri posto lungo la strada che collega Santo Stefano di Cadore con Comeglians. Siamo letteralmente vicini al confine italo austriaco. Nel centro del paese prestiamo attenzione alle indicazioni per Collina, Frassenetto e Sigilletto. Seguiamo la strada fino al termine seguendo le indicazioni per Collina. La strada termina nel parcheggio del rifugio. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Lasciata l'auto nel parcheggio nei pressi del Rifugio Tolazzi (1350 m) dovremo salire in direzione del Rifugio Lambertenghi Romanin (1955 m) posizionato poco sotto il Passo Volaia ancora in territorio italiano. Saliamo lungo il Sentiero dei Cramars con segnavia 144. Il sentiero sale inizialmente su comoda forestale. Man mano che saliamo la forestale diviene sentiero che sale più ripidamente ma mai con eccessivo sforzo. Possibilità di seguire una scorciatoia segnalata. Il sentiero sale ora in ambiente più aperto circondato da pareti e placconate. Ignoriamo la deviazione a destra per il Sentiero Spinotti (segnavia 145) che utilizzeremo per il rientro e proseguiamo fino a raggiungere il Rifugio Lambertenghi Romanin (1h 30' dal parcheggio).
Lasciato il rifugio saliamo fino al vicino Passo Volaia (1974 m), confine di stato con il panorama che si apre sul bellissimo Lago Volaia. Proseguiamo in leggera discesa fino a raggiungere un bivio: a destra si aggira più velocemente il lago, a sinistra il sentiero è più comodo e permette di raggiungere il Rifugio austriaco Pichl Hutte (1959 m - 10' dal rifugio sul versante italiano). Per abbreviare il percorso teniamo la traccia sulla destra del lago e ci immettiamo sul sentiero 403 che procede verso est in salita contornato da piacevoli pendii erbosi su cui spuntano sopra le vette delle Alpi Carniche. Proseguiamo in salita su una pietraia in direzione della forcella del Valentintorl con i primi segnavia per la ferrata con la dicitura austriaca: "Weg der 26ger" con segnavia 427. Attenzione che dovremo prendere il sentiero di destra rispetto allo sperone roccioso alla sinistra del quale c'è la forcella del Valentintorl. Questo bivio non è segnalato benissimo e bisogna prestare attenzione tagliando a destra verso una sella (2147 m) mentre la forcella del Valentintorl resta sulla sinistra.
Pieghiamo a sud lungo il segnavia 427-1 e alcuni sporadici bolli blu e in breve ci troviamo sotto una parete di una cinquantina di metri da risalire. Non è la vera e propria ferrata, bensì il preludio. Saliamo senza evidenti difficoltà e scendiamo sul versante opposto e siamo sul ghiaione, in base alla stagione può essere innevato, sotto l'imponente parete nord del Coglians lungo la quale si sviluppa la ferrata. Raggiungiamo quindi un bivio segnalato dove ignoriamo la traccia che verso sinistra sale una nuova ferrata con segnavia 427-2. Seguiamo la traccia raggiungendo l'attacco della ferrata indicato da un'insolita freccia blu e una targhetta metallica (2276 m - 2h 30' totali).
La Ferrata del Coglians è particolarmente impegnativa nei primi 150 metri. La via in questa sezione è verticale, varia nella tipologia di passaggi con una spiccata vena atletica che consiglia di dosare bene le energie. Seppur presenti alcuni infissi metallici in questa prima sezione, questi non sono posizionati né eccessivamente né in maniera superflua.
L'attacco rende subito l'idea delle difficoltà che andiamo ad affrontare. Affrontiamo una alta parete verticale in cui alcuni canalini scendono verticali. Il cavo li sale andando a cercare una linea di salita logica nonostante l'esigua presenza di punti d'appoggio per piedi e mani. Con un certo sforzo guadagniamo i primi metri verticali per piegare leggermente a sinistra e inserirci in un canalino. Guadagniamo da subito esposizione e utilizziamo un provvidenziale primo piolo in un passaggio leggermente strapiombante. Saliamo sempre su linea verticale raggiungendo un primo tetto roccioso che aggiriamo a sinistra in traverso diagonale impegnativo. Aggiriamo questo ostacolo e troviamo un piccolo terrazzino dove prendere fiato. La parete, senza tregua, prosegue in verticale raggiungendo in breve un secondo tetto roccioso che, analogamente a quello precedente, aggiriamo a sinistra con un traverso. Questo traverso è tuttavia orizzontale e si affronta utilizzando alcuni pioli per i piedi che rendono il passaggio decisamente aereo e adrenalinico. Aggiriamo uno spigolo e ci troviamo in un canalino con i primi metri nuovamente verticali per poi diventare più appoggiato.
Siamo ora in uno dei passaggi più caratteristici della via e probabilmente il più impegnativo. Ci troviamo nuovamente sotto un tetto roccioso che aggireremo con un traverso a sinistra. Questo risulta più lungo dei precedenti e avviene su una placca levigata e spesso umida. Aggiriamo il tetto in completa aderenza con gli scarponi sulla roccia levigata e, cercando inutili indugi, aggiriamo lo spigolo e con un paio di trazioni usciamo da tratto più ostico di questo passaggio. Proseguiamo in salita verticale sulla roccia fino a raggiungere un terrazzino dove è possibile nuovamente rifiatare.
Proseguiamo ora nuovamente salendo una serie di passaggio verticali intervallati da alcuni passaggi più appoggiati e altri risalendo brevi canalini. Dopo una serie di questi passaggi di media difficoltà raggiungiamo un nuovo passaggio impegnativo che consiste in un traverso simile al precedente. Tagliamo a sinistra un tetto sempre su placca povera di appoggi e risaliamo sul versante opposto. Proseguiamo ancora con alcuni passaggi per raggiungere un tratto dove terminano momentaneamente le attrezzature e con esso anche la prima difficile parte della via. Alla nostra sinistra la vetta del Coglians inizia ad apparire meno lontana e noi saliamo su traccia su ghiaia e sassi fino a incontrare nuovamente le attrezzature metalliche.
La fune metallica inizia con una serie di roccette abbastanza verticali ma gradonate a cui seguono una serie di passaggi appoggiati in cui è possibile arrampicare e salire senza eccessive difficoltà. La roccia è in questo tratto meno levigata della precedente sezione e sono presenti maggiori appigli. Attenzione tuttavia che è presente in più parti ghiaino e sassi quindi serve non smuoverli per evitare problemi a chi segue sotto di noi. Raggiungiamo un ultimo tratto verticale che corre su un canalino in buona esposizione oltre il quale raggiungiamo l'ambita cresta (ca 2700 m - 2h dall'attacco) che fa da spartiacque tra la parete nord e quella sud del Coglians oltre che da confine di stato. Sotto di noi ben visibile il Passo Volaia, il Rifugio Antonin e il percorso di avvicinamento già percorso.
Iniziamo percorrendo un tratto di cresta piuttosto larga su fondo sassoso per spostarci gradualmente sul filo di cresta. La vetta sembra vicino, tuttavia servirà ancora una certa dose di pazienza e concentrazione per salire una serie di esposti ma non eccessivamente difficili passaggi. Man mano che saliamo i passaggi lungo la cresta ci spostiamo verso sud e raggiungiamo un punto intermedio nella cresta con la vetta ben visibile. Inizia l'ultima sezione della via con una serie di passaggi gradonati e ben arrampicabili che ci conducono fino alla vetta del Coglians (2780 m - 1h dal crinale - 3h dall'attacco - 5h 30' totali) dove è presente sia una croce metallica che una campana. Stupendo il panorama dalla vetta sulle Alpi Carniche, le catene austriache fino a vedere in lontananza il Re delle Dolomiti, l'Antelao.
Nei pressi della campana di vetta si segue la traccia che scende per la via normale di salita. La discesa tramite la via normale inizia su una serie di roccette ben segnate per poi raggiungere un ghiaione. Siamo ora in territorio italiano e con segnavia 143. Il sentiero che scende ripido è ben battuto e raggiungeremo un bivio (2330 m - ca 45' dalla vetta): dritto si procede per Forcella Monumenz quindi per il Rifugio Marinelli, noi terremo la destra per raggiungere il Sentiero Attrezzato Spinotti e far quindi rientro al Rifugio Lambertenghi Romanin. Seguiamo le indicazioni che ci portano nuovamente a destra con segnavia 145 e iniziamo il sentiero Spinotti.
Il Sentiero Spinotti presenta alcuni tratti attrezzati. Incontriamo un curioso tratto di discesa su placca con gradini di legno posti direttamente sulla roccia. Procediamo incontrando una cengia per poi raggiungere un camino che scendiamo inizialmente su una solida scala metallica, poi utilizzando una fune che segue i bolli biancorossi e ci permette di scendere l'esposta parete esterna. Proseguiamo quindi sul sentiero fino a raggiungere il sentiero poco sotto il rifugio raggiunto nella mattina (2h 30' dalla vetta). Ci innestiamo sull'ampio sentiero già percorso in avvicinamento e rientriamo quindi al Rifugio Tolazzi dove abbiamo parcheggiato (1h dall'innesto - 3h 30' dalla vetta - 9h totali).
La Ferrata sulla parete nord del Coglians avviene in territorio austriaco. Può essere utile ricordare il nome austriaco sia della ferrata (Weg der 26er) che del Coglians stesso (Hohe Warte), visto che dopo il confine seguiremo i cartelli locali. La dicitura Weg der 26er si riferisce al ventiseiesimo battaglione austriaco di Spittel che costruì questa storica ferrata nel 2000.
La ferrata si sviluppa in un ambiente severo e di alta montagna. Nell'avvicinamento è facile imbattersi in nevai sia nel canalone che sale a Forcella del Valentintorl che nel ghiaione fin sotto l'attacco della ferrata. La prima sezione della via è difficile e almeno un paio di passaggi sono da considerarsi "Molto Difficili" soprattutto in caso (frequente) di roccia bagnata. E' fondamentale dosare bene le energie nella prima sezione per arrivare bene ai passaggi chiave che per tipologia di passaggio e roccia richiedono una forte trazione sul cavo. Ferrata molto esposta nella prima parte.
Per i tratti molto difficili di questa via ferrata, può essere utile leggere l'articolo che abbiamo preparato su "Come sostare lungo una Via Ferrata".
L'itinerario di salita al Coglians si sposa molto bene per essere diviso in due giorni così da poter raggiungere un rifugio dove pernottare e percorrere l'impegnativa salita della ferrata riposati. Rimanendo sulle Alpi Carniche ci sono molto itinerari attrezzati piuttosto impegnativi. Sempre vicino al confine italo-austriaco incontriamo:
Più a sud rispetto al confine, incontriamo la Ferrata 50 del Clap, la Ferrata Adventure Climb e la Ferrata Cassiopea oppure verso Tolmezzo la recente Ferrata la Farina del Diavolo a Villa Santina.
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Filippo Rosi
24/03/2019 alle 07:58Ferrata da mettere tra quelle toste anche per via del lungo avvicinamento e rientro. Bellissimo il posto. Serve forza e allenamento per farla.