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Relazione dell'escursione che sale al Monte Cimone dalla Val Dogna con la Ferrata Norina. Lungo itinerario che include un guado, un lungo avvicinamento inizialmente nel bosco poi su alcuni tratti ripidi ed esposti. Ferrata di media difficoltà con la quale raggiungiamo il Bivacco Del Torso e salita al Monte Cimone.
Il punto di partenza è situato nella Val Dogna raggiungibile dall'omonimo comune in provincia di Udine. Attraversato il ponte a Dogna procediamo per circa 4 Km fino a raggiungere uno stretto spiazzo in prossimità di un tornante con una palina CAI. Lasciata l'auto intraprendiamo l'escursione.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Lasciata l'auto scendiamo con sentiero CAI 640 nel bosco perdendo quota (ca 100 metri) fino a raggiungere il letto del fiume. Era presente un ponte in metallo con cui attraversare il fiume ma è stato distrutto da una piena del fiume e ora è necessario guadare il torrente. Nei mesi estivi il guado non è difficile ma l'acqua arriva alle ginocchia. Sul versante opposto del fiume restiamo sul CAI 640 che sale ripido nel bosco. Guadagniamo rapidamente e non senza un certo affanno quota ignorando il bivio del CAI 651 fino a raggiungere il Bivacco Cividale (1414 m - 2h 30' dall'auto - ca 2h dal guado del fiume).
Lasciato il bivacco proseguiamo in falso piano sul sentiero talvolta ingombro di vegetazione. Ignoriamo il bivio per il CAI 655 e proseguiamo verso la ferrata seguendo una scritta ben visibile su roccia. Attenzione ora a un paio di canaloni che tendono a essere innevati anche in stagione inoltrata. Proseguiamo ora su rocce e tratti più esposti, alcuni attrezzati, fino raggiungere l'attacco della Ferrata Norina (1807 m - 4h 45' dal parcheggio - 2h 30' dal Bivacco Cividale).
I primi tratti della ferrata risalgono uno stretto canalino roccioso a cui seguono tratti sentiero piuttosto esposto e una stretta cengia attrezzata. Ora inizia la vera e propria ferrata fatta di balze rocciose molto arrampicabili che alternano passaggi di II grado con qualche singolo passaggio più impegnativo. Il fondo è detritico e serve attenzione nel procedere. Saliamo tra rocce rotte e un susseguirsi di colatoi attrezzati con l'ambiente che diventa sempre più bello e austero. La via è molto logica e si salgono le debolezze della parete fino a raggiungere un esposto spigolo che aggiriamo e proseguiamo in salita alternando tratti facili a pezzi di collegamento.
Raggiungiamo un non marcato camino dove sono presenti alcune staffe e guadagniamo nuovamente quota. Proseguiamo tra roccette e passaggi fino a raggiungere il passaggio più iconico della via: un tetro canalino chiuso da un masso. Ci addentriamo per uscirne in un bel passaggio in spaccata. Con questo passaggio cambia la visuale: dal buio passaggio lo sguardo sale sul vicino Monte Cimone e il Bivacco Del Torso. In pochi minuti di cammino in discesa raggiungiamo il bivacco (2110 m - 1h 30' dall'attacco - ca 6h totali).
A questo punto è possibile terminare l'escursione oppure proseguire in salita verso la vetta del Monte Cimone. La via corre al lato della cresta e permette di raggiungere la vetta in circa 45' dal bivacco per un totali di circa 7 ore.
Dalla vetta del Cimone si percorre a ritroso l'itinerario dell'andata (6h dal Cimone - 13 h totali).
Tenendo conto del dislivello, lunghezza dell'itinerario e il fatto di percorrere una via attrezzata anche in discesa e un guado anche per il rientro, consigliamo di spezzare l'itinerario in due giorni. Sia il Bivacco del Torso che il Bivacco Cividale sono in buone condizioni e offrono un ottimo punto di appoggio per questa escursione appagante e lontano da folle.
Molto bello il panorama dal Monte Cimone sul vicino Jof di Montasio e sul Canin. Attenzione al guado e ai canaloni prima dell'attacco della ferrata (a inizio stagione meglio essere attrezzati con ramponi e piccozza). Alcuni dei tratti di sentiero sono su fondo sdruciolevole ed esposto (passo fermo ed esperienza necessari). Dal Bivacco Del Torso la salita al Cimone richiede un paio di passaggi su roccette (max I grado). Tutt'altro che raro incontrare animali allo stato brado lungo questa isolata escursione per escursionisti esperti.
La via ferrata Norina risale all'inizio degli anni'80 permettendo il collegamento tra la Val Dogna e la Val Roccolana. La via è dedicata alla madre di Ivano Baracchini, che ne è l’ideatore e il capocantiere. La via fu realizzata grazie al gruppo Rocciatori del CAI Cividale.
Numerose sono le opportunità di escursioni e vie ferrate in questo angolo di Friuli dove dominano le Alpi Giulie. Procedendo a nord possiamo raggiungere la breve ma difficile Ferrata dedicata al Tenente Ferrante di Ruffano. Spostandoci sul versante del Jof di Montasio possiamo percorrere l'impegnativa Ferrata Amalia così come i Sentieri Attrezzati Leva e Ceria Merlone. Si può salire al Jof Fuart con la Ferrata Anita Goitan o salire al Canin con le Ferrata Julia e Grasselli.
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andrea verlato
24/10/2021 alle 11:57Ci tengo a fare questa recensione perchè abbiamo trovato poche info in merito e la nostra esperienza è stata si piacevole ma anche rischiosa.
Premetto che abbiamo esperienza di ferrate e di escursioni multigiorno e che abbiamo fatto le dovute ricerche prima di venire.
La ferrata si svolge con un panorama incredibile, molto simile al Sentiero attrezzato Ceria Merlone, con viste sul Jof del Montasio e, una volta scollinati, sul Canin.
Siamo saliti da Dogna e già nel primo tratto di sentiero ci sono 2-3 tratti franati non banali (di cui uno con cordino). Il guado è stato divertente e piacevole visto l’afflusso di acqua modesto. Il sentiero sale molto ripido e su terreno foglioso (settembre 2021) che si rivelerà fastidioso in discesa e conduce sino al bivacco Cividale dove passiamo la notte.
Il mattino seguente ci avviamo verso la ferrata su sentiero praticamente sempre in ombra, con decisamente poca manutenzione (numerosi tratti erosi e pini mughi sul sentiero) con tratti molto esposti e dovendo procedere con molta cautela per il fondo sdrucciolevole. Fortunatamente i tre nevai sui canaloni sono abbastanza sciolti da passare agevolmente ma il sentiero è davvero molto tecnico (chi cammina in Friuli sa che qui le difficoltà ambientali sono maggiori e i sentieri più selvaggi) e ci troviamo sollevati a trovare il cartello di inizio ferrata per assicurarci. La ferrata inizia con un facile tratto verticale ma poi torna su, a mio avviso, sentiero esposto fino all’inizio della progressione più verticale. L’itinerario è davvero piacevole (alcuni fittoni sono tolti ma solo uno in un passaggio delicato) e arriviamo al Bivacco del Torso senza difficoltà. All’idea di ripercorrere la ferrata in discesa come da relazione ma soprattutto rifare il rischioso avvicinamento preferiamo la discesa verso Piani del Montasio (sebbene fossero 20 km a Dogna e avessimo lasciato parte dell’attrezzatura in bivacco per salire leggeri). Senza perderci d’animo e pronti a farcela a piedi dopo qualche ora si fermano dei locali che con l’autostop ci riportano a Dogna dove con 4 km riguadagneremo l’auto, notte sui sedili e la mattina dopo salita al Cividale per recuperare le attrezzature.
Consiglio a gente esperta e con confidenza su questi terreni, il paesaggio è incredibile ma il percorso non è per tutti.
Filippo Rosi
14/04/2019 alle 11:46Stupendo giro in un angolo di Giulie poco battuto. C’era un po’ di corrente nel guado del Torrente, per il resto tutto ok. Molti camosci lungo la via.