La storica Ferrata Oskar Schuster è un itinerario parzialmente attrezzato che sale alla cima di Mezzo del Sassopiatto, nel gruppo del Sassolungo. L'itinerario è mediamente difficile nei tratti attrezzati tuttavia presenta un discreto sviluppo anche in tratti in libera all'inizio e alla fine dell'itinerario. L'ambiente è di alta montagna e deve essere percorso con sicurezza di buon tempo essendo assenti vie di fuga all'interno della salita.
Il punto di partenza dell'itinerario è la stazione a valle della funivia che dal Passo Sella conduce al Toni Demetz. Per raggiungere il Passo Sella si può salire sia dalla Val di Fassa (Canazei) che dalla Val Gardena (Selva). Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Vista l'itinerario è vivamente consigliato salire il primo dislivello dal Passo Sella (2180 m) al Rifugio Toni Demetz (2685 m) con la cabinovia. In alternativa si può seguire il sentiero CAI 525 che raggiunge il rifugio in circa 1h 30' ci conduce alla Forcella Sassolungo.
Dal Rifugio Demetz proseguiamo in ripida discesa sul CAI 525 che nel vallone ci conduce al Rifugio Vicenza (2253 m - 45' dalla stazione a monte della cabinovia). Proseguiamo ora lasciandoci alle spalle il rifugio proseguendo dentro la detritica conca del Sassopiatto in direzione del punto più alto del cono formato da un ripido canalone dove è posizionato l'attacco della Ferrata Schuster (45' dal Rifugio Vicenza - 1h 30' totali). Prima di arrivare alla prima fune metallica dovremo risalire alcune roccette seguendo le indicazioni in vernice rossa sulla roccia
Le prima funi metalliche si trovano in prossimità di una rampa inclinata con cui aggiriamo uno spigolo roccioso (2550 m). Terminato questo breve tratto, le attrezzature si interrompono e proseguiamo la salita che sarà caratterizzata da un alternarsi di tratti attrezzati con pezzi da arrampicare in libera. Saliamo alcune roccette e incontriamo il secondo spezzone di corda che ci aiuta a rimontare un balzo verticale più pronunciato. Entriamo in un canalino da risalire arrampicando sugli agevoli gradoni naturali seguendo i bolli rossi fino a incontrare un nuovo salto verticale più pronunciato dove saliamo con l'aiuto di due staffe. Il tratto attrezzato prosegue su un facile ma esposto traverso verso destra. Continuiamo la salita su cavo attrezzato per rampe inclinate e roccette non difficili. Proseguendo in questo tratto saliamo un ampio vallone composto da facili roccette in cui sarà piacevole arrampicare senza utilizzare il cavo. Raggiungiamo ora il punto più verticale dell'itinerario che risale una parete di una trentina di metri con ottimi appigli naturali e fune di sicurezza. Questo tratto ci conduce su un'ampia forcella dove è possibile sostare prima di riprendere l'itinerario.
Attraversiamo la forcella per partire in un nuovo tratto verticale in cui saliamo una parete verticale e priva di appigli sfruttando una serie di solide staffe prima e una scaletta metallica poi. Continuiamo la salita in questo tratto ottimamente attrezzato fino a portarci all'interno di un canalino non difficile da risalire. Saliamo aggirando uno spigolo e poi risaliamo delle roccette arrampicabili per portarci a uno dei punti più iconografici della salita: la Forcella delle Torri (2730 m - 1h dall'attacco). Percorriamo ora una comoda cengia in quota che aggira la parete sud del Sassopiatto fino a raggiungere un breve salto attrezzato che ci porta a un lungo canalone dove non sono presenti attrezzature. I passaggi sono in libera e, sebbene non difficili, devono essere ben calcolati visto il materiale detritico presente. Raggiungiamo la parte terminale del canalone dove si stringe fino a diventare una fessura nella roccia che con conduce nell'ampia cresta sommitale con la quale raggiungiamo la vetta di Mezzo del Sassopiatto (2955 m -1h da Forcella Due Torri - 2h dall'attacco - 3h 30' dalla stazione a monte della cabinovia).
Scendiamo sul versante opposto in una lunga discesa sul versante ovest inizialmente su sentiero su fondo roccioso che poi diventa ampio e privo di difficoltà fino a raggiungere il Rifugio Sassopiatto (2300 m - 1h dal termine della ferrata). Terremo ora il sentiero CAI 557 che comodamente ci porta prima al Rifugio Sandro Pertini (2316 m), poi al Rifugio Federico Augusto (2298 m) e quindi in prossimità del Col Rodella dal quale seguendo le chiare indicazioni raggiungiamo il parcheggio (3h dal termine della ferrata - 6h 30' totali).
La Ferrata Schuster al Sassopiatto è una ferrata vecchio stile. Non presenta difficoltà tecniche di elevato livello e ci permette di raggiungere una vetta di tutto rispetto salendo per un versante più difficile rispetto alla via normale - invasa nel periodo estivo da moltissimi turisti. La via è decisamente piacevole e arrampicabile sia nei suoi tratti attrezzati che in quelli in libera. I passaggi in libera, se percorsi su roccia asciutta, non presentano particolari difficoltà essendo compresi tra il I grado (la grande maggioranza) e il II grado (alcuni isolati). L'esposizione è generalmente non eccessiva. Attenzione ai tratti innevati fino a stagione abbastanza inoltrata.
La via ferrata che sale al Sasso Piatto è dedicata alla memoria dell'alpinista tedesco Oscar Schuster. Schuster fu medico e alpinista esplorativo tra la fine del XIX e i primi anni del XX secolo quando morì in Russia durante la Grande Guerra. La via ferrata ripercorre una salita che lo stesso Schuster intraprese assieme all'alpinista austriaco Hans Lorenz nel 1895. LA via alpinistica aperta saliva la parete est del Sassopiatto e successivamente venne attrezzata diventando di fatto una delle prime vie ferrate delle dolomiti, come indicato nel rapporto annuale del 1896 della Sezione Accademica di Vienna del Club Alpinistico Austriaco. Il rapporto indicava che il nuovo sentiero attrezzato avrebbe dovuto essere chiamato Oscar-Schuster-Weg in onore del primo scalatore. Rispetto alla via ferrata originale, il percorso è ora molto facilitato e protetto sebbene ne ripercorra in larga parte l'itinerario originale.
La Ferrata Schuster si sviluppa sul Sassopiatto dove non sono presenti altre vie attrezzate. Tuttavia dal punto di partenza dell'itinerario - Passo Sella - si possono salire la breve Ferrata al Col Rodella oppure la impegnativa escursione alla Ferrata delle Mesules. Scendendo in Val Gardena incontriamo la Ferrata Sass Rigais, la Ferrata Tridentina, oppure la Ferrata al Piccolo e al Grande Piz da Cir. Non lontano dal Passo Sella, si può raggiungere il Passo Pordoi e percorrere la molto difficile Ferrata Pisetta.
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Matteo Peroni
12/01/2021 alle 09:52Ferrata davvero molto bella. E’ una goduria per gli occhi. Quando si risale il Sassopiatto dall’interno basta voltarsi per vedere la pancia del Sassolungo ed è davvero una visione che ti riempie il cuore. Io l’ho trovata piuttosto semplice perché a settembre non ho trovato alcun nevaio. Chiaro che facendola a ridosso della stagione primaverile potrebbe avere qualche difficoltà in più. Da rifare sicuramente.
gianhellas00
10/08/2020 alle 16:54effettuata in agosto 2019 spezzandola in due gg,salendo dal passo Sella a piedi fino al rif. Demetz,per poi raggiungere il rif.Vicenza per il pernottamento.l’avvicinamento è ripido e su terreno franoso/ghiaioso.trovato piccolo nevaio alla base della ferrata ma niente di insormontabile.la ferrata è molto arrampicabile con le protezioni nei punti giusti ed ha una durata interessante. non ci sono passaggi particolarmente difficili. obbligatorio ovviamente dimestichezza con le esposizioni ed una certa esperienza.lo “scollino” in vetta è di una soddisfazione incredibile! tenere conto che da li, si deve ritornare al passo Sella, scendendo dapprima al rif.Sasso Piatto, al rif.Pertini e al rif. Friedrich August ,percorso molto lungo che deve essere tenuto in considerazione per dosare le energie.
martinellijanet
02/09/2019 alle 14:02La mia prima ferrata…
Raggiunta a piedi senza impianti (si può raggiungere sia dal rifugio Demetz che dal Comici, io fatti tutti e due), la parte peggiore dell’avvicinamento è il tratto dal rifugio Vicenza fino ai piedi della via che è molto sabbioso e faticoso. La via ferrata è Molto fattibile basta non avere furia, per metà è in libera ma ci sono molti appigli naturali che ti portano su fino alla croce. Per il resto che dire, meravigliosa e la vista da lassù merita!
Lorenzo Zoffoli
28/07/2019 alle 21:05Ferrata paesaggisticamente stupenda. Non presenta tratti tecnici complicati ma è molto lunga. Nessun tratto particolarmente esposto. Escursione bellissima e consigliata, fisicamente comunque impegnativa e necessario un minimo di addestramento fisico.
Filippo Rosi
14/04/2019 alle 12:52Non ho preso gli impianti quindi l’avvicinamento è risultato decisamente la parte dura dell’escursione. La via non ha passi difficili ma nel complesso è lunga e l’ambiente richiede un po’ di abitudine all’alta montagna. Da non sottovalutare con tempo incerto.