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La Ferrata al Passo Santner è un itinerario paesaggisticamente di notevole interesse che risale la parete ovest del Catinaccio portandoci dal Rifugio Fronza al Passo Santner per poi scendere nella Valle del Vajolet. L'itinerario può essere percorso in entrambe le direzioni e viene qui proposto con partenza dalla stazione a monte della funivia Re Laurino con partenza tra il Passo di Costalunga e il Passo Nigra in provincia di Bolzano.
Il punto di partenza dell'itinerario è la stazione a monte della funivia "Re Laurino". La funivia parte dalla strada che collega il Passo di Costalunga con il Passo Nigra in provincia di Bolzano. Per raggiungere la stazione a valle si può giungere dal Passo di Costalunga tra Carezza e la Val di Fassa oppure direttamente da Tires passando dal Passo Nigra. L'auto si può parcheggiare nell'ampio parcheggio di fronte agli impianti.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dalla stazione a monte della funivia "Re Laurino", proseguiamo in salita dietro il Rifugio Fronza incontrando subito un bivio: a destra sale il sentiero CAI 550 in direzione del Passo delle Coronelle, a sinistra si stacca in mezzacosta il sentiero CAI 542. Noi terremo il 542 che, dopo qualche facile tratto attrezzato, prosegue a mezzacosta in direzione nord verso le strapiombanti pareti rocciose del Catinaccio.
Proseguiamo in costante ma non eccessiva salita a mezzacosta seguendo i segni rossi (caratteristica S) lasciandoci alle nostre spalle il rifugio - ben visibile - fino a raggiungere una prima serie di roccette non protette che risalgono una serie di canalini e anfratti. Dopo questi primi tratti - non difficili - ma che richiedono piede fermo si raggiungono le prime attrezzature metalliche con cui inizia di fatto la Ferrata che ci conduce al Passo Santner (30' dalla stazione a monte della funivia).
Prima di iniziare la ferrata girandoci vedremo il percorso che abbiamo appena fatto da rifugio. Risaliamo alcuni facili balzi rocciosi e dopo alcuni facili tratti su cenge e traversi, ci troviamo a dover risalire un paio di camini potenzialmente difficili ma facilitati da scalette o cambre metalliche che ci sosterranno decisamente lungo la progressione. Percorso questo tratto non difficile, risaliamo una stretta forcella che taglia a metà la parete del Catinaccio con una imponente guglia rocciosa chiamato Ago di Schroffenengger.
Questo tratto molto caratteristico ci farà passare sul versante opposto dove scenderemo fino a un canalino generalmente coperto di neve. Questo è il passaggio chiave dell'itinerario dove le difficoltà sono direttamente proporzionali allo stato di innevamento. Se innevato conviene attraversarlo subito e risalirlo sul versante sinistro utilizzando gli infissi artificiali presenti. Se la neve è sciolta si può attraversarlo più comodamente in diagonale andando a cercare gli infissi artificiali sul versante opposto. Va detto che il canale non è proibitivo ma un'eventuale caduta potrebbe risultare fatale siccome alcuni metri più in basso il canale si interrompe per un salto di alcune centinaia di metri. Il passaggio è stato recentemente attrezzato riducendo significativamente i rischi di un'eventuale caduta.
Risalito il canalino con una parete di media difficoltà raggiungiamo un facile camino oltre il quale siamo in una forcella. Inizia ora l'ultimo tratto della ferrata prima di raggiungere il Passo Santner. Dobbiamo risalire un tratto aereo ma non difficile che ci conduce al Passo Santner riconoscibile dalla croce metallica, incastonato tra il Catinaccio e la Croda di Re Laurino. Dritto a noi, raggiungibile in pochi minuti, vediamo il piccolo Rifugio Santner (2734 m).
Raggiunto il rifugio (2h 15' dal Rifugio Fronza - 1h 45' dall'attacco), vedremo dritti a noi le Torri del Vajolet e sotto la conca detritica del Gartl con in basso il caratteristico lago glaciale e il Rifugio Alberto I (2621 m), successiva meta del nostro itinerario (15' dal Passo Santner). Dal questo rifugio proseguiamo la discesa lungo il vallone detritico in direzione del Rifugio Vajolet e del Rifugio Preuss (2243 m - 2h 45' dall'attacco - 3h 15' totali).
Dal Rifugio del Vejolet rimarremo sul versante destro dell'ampia valle del Vajolet proseguendo inizialmente verso sud sull'ampio sentiero per poi tenere a destra il sentiero CAI 541 che sale in direzione del Passo delle Coronelle. Il sentiero sale inizialmente su ripidi pendii erbosi e poi su terreno detritico fino a raggiungere un successivo bivio: a sinistra scende il CAI 550 in direzione del Rifugio Gardeccia, dritto il CAI 541 e noi teniamo a sinistra il CAI 550 che ripidamente sale verso il passo. Ci avviciniamo all'intaglio roccioso dove una singolare panchina di legno di indica di aver raggiunto il Passo delle Coronelle (1h 30' dal Rifugio del Vajolet - 4h 45' totali).
Dal Passo delle Coronelle scendiamo ripidamente sul versante ovest del Catinaccio in direzione del Rifugio Fronza da cui siamo partiti. Questa discesa è ripida ma non difficile sebbene si svolga su un canalino detritico. Questo infatti è stato attrezzato con alcuni gradoni in legno e attrezzature metalliche dove più esposto e scivoloso. Raggiungiamo quindi il rifugio e la stazione della funivia (1h dal Passo delle Coronelle - ca 6h totali) da cui fare rientro al parcheggio.
Il punto chiave dell'itinerario è il canalone innevato nella parte alta della Ferrata Santner. Questo passaggio non è tecnicamente difficile in mancanza di neve ma potenzialmente pericoloso in caso di neve e ghiaccio. Serve prestare molta attenzione e, a inizio stagione, potrebbe essere prudente avere con sé si ramponi nel caso in cui le funi fossero ostruite dalla neve e l'assicurazione difficoltosa.
Come commenti più generali val la pena di sottolineare che alcuni passaggi nel tratto iniziale sono sprotetti e si devono salire facili roccette in libera senza l'ausilio delle attrezzature. I passaggi sono facili e la difficoltà principale è l'esposizione - tra l'altro modesta - in cui avvengono.
Infine, essendo l'itinerario molto frequentato in entrambe le direzioni conviene prestare attenzione a eventuali detriti che si possono spostare nella salita.
La Ferrata al Passo Santner si sviluppa nel Gruppo del Catinaccio, zona ricca di altri percorsi attrezzati con livelli di difficoltà crescenti dal facile al difficile. Procedendo dal Rifugio Vajolet in direzione nord lungo la Valle del Vajolet in direzione del Passo Principe si potrebbe percorrere la Ferrata la Catinaccio d'Antermoia magari concatenandola col Sentiero Attrezzato delle Scalette per un lungo itinerario ad anello. Procedendo ulteriormente verso nord si potrebbero percorrere le più difficili ed esposte ferrate Maximilian o Laurenzi.
Se invece si volesse procedere verso sud lungo la Valle del Vajolet potremmo optare per la Ferrata Bepo de Medil alla Pala di Mesdì oppure salendo in direzione della Roda di Vael percorrere la Ferrata Masarè o la Ferrata Roda di Vael. Volendo combinare più percorsi attrezzati, si consiglia di pernottare in uno dei molti rifugi presenti nel gruppo del Catinaccio così da ridurre i tempi di avvicinamento.
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Diego
15/10/2021 alle 14:48Percorsa nella settimana di ferragosto 2021 con mia figlia di 11 anni. Partendo presto, primi clienti ovovia Fronza, abbiamo trovato poche persone. L’avvicinamento è abbastanza lungo ma molto facile. La vestizione con imbrago ecc. deve esser fatta prima dell’inizio vero e proprio della ferrata perchè quando si arriva al primo cavo c’è poco spazio per muoversi, diciamo appena prima di iniziare a salire su roccette è bene prepararsi e poi procedere con l’attrezzatura indossata anche se non la si utilizza subito (difficile spiegare bene la zona ma diventa più comprensibile in ambiente). La ferrata è continuamente interrotta e per questo motivo è meglio fare sempre attenzione perchè ci sono tratti leggermente esposti dove non si è agganciati. Il percorso è molto arrampicabile e divertente. Arrivati al rifugio Santner siamo poi scesi al Rif. Re Alberto e da li al Rif Vajolet (sinceramente abbiamo trovato più devastate quella discesa per le nostre gambe che tutto il giro fatto dal Rif. Fronza più ferrata. Da li siamo rientrati per il passo delle Coronelle e giù al Fronza. La ferrata in se non è stata molto stancante, ma se si vuole fare un giro ad anello bisogna tener presente per bene la durata e i dislivelli del rientro. Paesaggi sempre molto belli, ma per la maggior parte della ferrata sembra di trovarsi chiusi nella montagna…..un’emozione bellissima e molto forte!
cammo75
29/09/2021 alle 10:22Percorsa il 25/09/2021 con giornata soleggiata, devo dire che i panorami che si incontrano sono mozzafiato e meritevoli; la ferrata in se l’ho trovata più un sentiero, a tratti, attrezzato che una vera ferrata.
Non presenta nessuna difficoltà tecnica, molto camminabile ed arrampicabile, ma è attrezzata solo a tratti e questo comporta che vi siano punti esposti da attraversare slegati; passaggi non difficili, ma in quanto considerata una ferrata, a mio parere, dovrebbe esserlo dall’inizio alla fine.
Attenzione alle rocce, in alcuni punti, che, essendoci passata tanta gente, si presentano levigate quindi con quell’effetto “unto” che fornisce poco grip.
comeaquiloni
03/09/2021 alle 11:48Percorsa a 43 anni esatti di distanza, allora con la mia futura moglie, oggi con la figlia 21enne. Sono soddisfazioni! 🙂
Ferrata in ambiente stupendo, mai difficile ma con passaggi molto belli se arrampicati. Il nevaio a fine agosto non c’era. Arrivo nella conca delle Torri del Vjolet sempre entusiasmante, specie se si arriva presto, prima della ressa proveniente dalla conca di Gardeccia
Stefano Rulz
26/08/2021 alle 07:10ho trovato più impegnativo il lungo avvicinamento, causa brevi passaggi di I grado che non la ferrata in se.
comunque molto bella e di soddisfazione
tommy.76
24/04/2019 alle 14:58La ferrata non è difficile ed è varia e divertente…ambiente molto bello sia per l’avvicinamento che per il rientro…c’è più da camminare che da ferrare ma merita una visita
Filippo Rosi
14/04/2019 alle 12:42Bellissimo questo giro nel Catinaccio. Via non difficile dove il passaggio più difficile è attraversare un nevaio perenne piuttosto esposto. Per il resto posto magnifico.