La Ferrata Perona-Saglia alla Rocca di Clarì è una stupenda ferrata in alta Val di Susa, probabilmente tra le più impegnative e belle del Piemonte. E' impegnativa dal punto di vista fisico, atletica ma anche molto varia e piacevole senza mai essere solo uno spunto di forza: si incontrano pareti verticali - attrezzate e non - tratti arrampicabili, passaggi aerei, traversi, tratti di brevi disarrampicate tutto accompagnato da un itinerario sul filo di uno spigolo in salita. Non è adatta a neofiti e richiede una buona dose di allenamento precedente e assenza di vertigini.
Il punto di partenza dell'itinerario è Claviere in alta Val di Susa in provincia di Torino. Ci sono due opzioni di avvicinamento:
Indicazioni per Google Maps nell'itinerario 2 disponibili qui.
Nel caso della prima opzione di avvicinamento, si scende un sentiero ben segnalato in direzione della Gorge di San Gervasio. Giunti vicino al fiume proseguiamo risalendolo, attraversandolo su un ponte e seguendo il sentiero in salita sulla destra orografica giungiamo all'attacco della ferrata (15' dal parcheggio).
Nel caso del secondo avvicinamento proseguiamo alcuni metri verso sinistra imboccando un sentiero che in ripida discesa ci conduce verso il torrente. Proseguiamo brevemente sul sentiero prima di attraversare il torrente. Dal versante opposto teniamo la destra in salita e in breve vediamo il cartello che indica lo sviluppo della via ferrata che attacca pochi metri sopra il sentiero (15' dal parcheggio).
Ognuno dei 15 settori in cui è suddivisa la Ferrata Rocca di Clarì ha un cartello con un nome che lo contraddistingue. Eccoli uno ad uno:
Si scende per un sentiero poco segnato ma su traccia evidente verso Ovest sopra la sommità di Rocca Clarì fino a raggiungere alcune postazioni militari dismesse. Si scende una sterrata verso La Coche dove sono gli impianti da sci (possibile scendere senza traccia obbligata lungo gli impianti) e ancora in discesa verso Claviere Poco prima di giungere a Claviere si gira a destra, si attraversa uno skilift per imboccare il sentiero verso le Gorge di San Gervasio. Si giunge sotto il ponte tibetano dove, in base a dove abbiamo lasciato la macchina sceglieremo:
La Ferrata è ottimamente attrezzata con staffe posizionate in modo intelligente, non troppo invasivo. L'itinerario è molto vario e richiede un buono stato di forma ed esperienza di ferrate.
Noteremo da subito il cavo nero inguainato che, nei pressi del fittone di collegamento, fa un anello. Questa caratteristica è ottima in caso di caduta, evitando scontri tra il moschettone e il fittone. Dall'altro lato, il cavo non sarà teso e offrirà meno aiuto in caso di trazione quindi è consigliato arrampicare la via utilizzando gli appigli e gli appoggi naturali e artificiali.
Vi è la possibilità di noleggiare l'attrezzatura per la ferrata alla biglietteria del ponte tibetano (per le indicazioni qui).
Sempre nella zona della Ferrata di Rocca Clarì è possibile percorrere il lungo ponte sospeso "Bompard" che è il più lungo al mondo.
La via ferrata di Rocca Clarì è dedicata alla memoria di Mario Perona e Aldo Saglia morti nella Pasqua 2003 in un tragico incidente d'elicottero. Perona era Guida Alpina e Saglia pilota di elicottero ed erano molto apprezzati in Val di Susa. L'intuizione di costruire una via ferrata a Rocca Clarì è dovuta proprio a Mario Perona la costruzione risale al 2010.
La Ferrata di Rocca Clarì può essere combinata con la Ferrata del Bunker o Ferrata dei Militari che si sviluppa sul versante opposto del lungo potente tibetano. Sempre da Claviere si sviluppa la Ferrata della Batteria Bassa e la Ferrata dello Chaberton.
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simba2000
06/11/2020 alle 15:35Bellissima! Unico difetto che nei mesi freddi é completamente in ombra, tranne gli ultimi dieci metri dalla vetta…
Splendido l’inizio con la “lama”!!!!
Alcuni passaggi da attacco di panico forse per i principianti….
Per quanto riguarda il parcheggio forse sarebbe meglio inserire il riferiremto di Google maps per quello prima della galleria che é decisamente più giù prima di arrivare a Claviere, dato che il baracchino con su scritto PONTE TIBETANO é facilmente individuabile giungendo al centro abitato.
Anche per la discesa inizialmente si segue il sentiero ora ben segnalato, ma poi agli impianti di sci viene il dubbio su dove andare… conviene costeggiare il lago sempre dritto, poi si troverà la strada/pista da sci che scende a Claviere.
Ulteriore complicazione i cartelli di divieto di accesso ai sentieri da entrambe le opzioni di parcheggio, per manutenzione (invernale, presumo).
Nel mio caso nessun vigile é sbucato fuori all’improvviso ed entrambe i sentieri erano agibilissimi nella pratica.
Gabriele Vecco
20/08/2020 alle 17:49Ferrata divertente e varia , ombreggiata tutta la mattina , molte parti sono direttamente arrampicabili su roccia. I sentieri per il rientro a Claviere causa caduta alberi con le targhette delle indicazioni non sono molto ben segnalati. Per velocizzare la discesa una volta raggiunta la seggiovia con i piloni di colore VERDE , si può scendere seguendone il fianco , il sentiero è però molto ripido e scivoloso , se si segue questa via si rientra direttamente dentro Claviere
beppe.tini
28/02/2020 alle 01:18Fatta 2 volte, a settembre 2019 e poi ottobre, mi e piaciuto molto alcuni tratti belli strapiombanti..vista spettacolo! rientro divertente con passaggio nel vallone sotto il ponte tibetano piu lungo d’Europa, in fine arrivo al mio scooter nel mini parcheggio prima del curvone direzione Claviere, consigliatissima !!
Carlo Demo
22/08/2019 alle 16:19Ferrata gratificante e ben attrezzata, che regala belle viste lungo tutto il percorso. E’ posta sul versante in ombra, quindi è perfetta per le calde giornate estive. Abbiamo impiegato poco più di due ore, poiché la via era deserta e non c’era alcun tipo di impedimento. Non facilissimo capire quale sia il parcheggio sterrato dove lasciare l’auto: si trova sulla sinistra salendo da Cesana, in corrispondenza di un’ampia curva a destra, poco prima di imboccare l’ultima galleria, ma è del tutto privo di indicazioni.
Mescalero
09/06/2019 alle 00:42Sarà che a Claviere sono di casa… ma è stata la mia prima ferrata ad agosto 2010 ed è quella che mi ha fatto innamorare di questo tipo di escursioni (considerando che ho iniziato a 53 anni…).
Da allora le successive mi sembrano tutte “medie”… ma mai sottovalutare niente!
Alessandro Iotti
19/08/2018 alle 17:01Abbiamo percorso la ferrata in una giornata di tempo incerto. La ferrata è molto attrezzata con forse troppe staffe in alcune parti. In generale però è varia e mette alla prova. La parte del Gran Pilastro è quella che mi è piaciuta di più. Al rientro abbiamo percorso il lungo ponte sospeso per far rientro al parcheggio.