Relazione dell'escursione che sale alla Ponza Grande nelle Alpi Giulie percorrendo la via ferrata che sale dai Laghi di Fusine. Itinerario di media difficoltà tecnica che diventa esposto nel tratto di cresta e di discesa lungo il sentiero nel canalone. Stupendo il panorama sui monti delle Giulie sia sul versante italiano che sloveno.
Il punto di partenza dell'itinerario è il parcheggio a bordo dei Laghi di Fusine in provincia di Udine. Per raggiungere i laghi, si deve raggiungere Fusine Valromana, abitato vicino a Tarvisio. Si raggiunge Tarvisio con l'A23 e l'omonima uscita autostradale. Giunti a Fusine Valromana, noteremo sulla destra la deviazione per i Laghi di Fusine.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Lasciata l'auto nel parcheggio seguiamo il sentiero 512 con chiare indicazioni verso il Rifugio Zacchi. Il sentiero in una parte iniziale è molto ampio e corre lungo uno stradello per poi piegare a destra e uscire dallo stradello addentrandosi nel bosco. Risaliamo circa 400 metri di dislivello raggiungendo quindi il Rifugio Zacchi (1380 m - 1h 15' dal parcheggio).
Il rifugio è posto in un crocevia di sentieri. Noi terremo le indicazioni verso la Ponza Grande (ferrata già segnalata) verso est seguendo i cartelli per la Forca Rossa e la falesia. In breve si esce dal bosco guadagnando quota su pietraie contornate dai mughi incontrando una prima serie di tratti attrezzati non difficili. Seguiamo alcuni segni e indicazioni su roccia e ci avviciniamo alla parete ovest della Ponza Grande. Il sentiero è ora ripido, non protetto ed esposto quindi serve attenzione e piede fermo. Camminiamo fino a individuare un grosso bollo rosso sulla prete: a sinistra le indicazioni per la Ponza Grande, a destra quelle per la Ponza di Mezzo. Noi proseguiamo a sinistra con indicazioni per l'attacco della via con la muraglia che si staglia davanti ai nostri occhi. Attraversiamo nuovamente un colatoio franoso, un altro tratto attrezzato e il sentiero si stringe ulteriormente mentre prende quota. L'ultimo tratto è disturbato da una frana che rende difficoltoso il passaggio ma siamo in dirittura d'arrivo all'attacco con un bollo rosso ben visibile dritto a noi (1h 30' dal rifugio - 2h 45' dal parcheggio).
La via inizia su una placchetta verticale con la quale aggiriamo uno sperone roccioso. Roccia molto buona che, salvo in un paio di punti, regalerà ottime soddisfazioni a chi proverà ad arrampicarla. Alterniamo alcuni balzi rocciosi a tratti di traverso fino a raggiungere una vecchia, ma solida, scaletta metallica. Voltandoci vedremo il Mangart in lontananza apparire nell'intaglio che è Forcella Planiza dove inizieremo successivamente il rientro. Percorriamo una cengia con cui aggiriamo uno spigolo e ci troviamo all'interno di un canalone detritico che risaliremo senza l'ausilio di attrezzature fino a sbucare sul crinale e quindi si raggiunge la vetta della Ponza Grande (2274 m - 1h 15' dall'inizio della ferrata - 4h totali).
Dalla vetta della Ponza Grande seguiremo i segni bianco rossi che ci condurranno sul versante sloveno alcuni metri sotto il filo di cresta. Questo tratto piuttosto esposto e solo in parte attrezzato. Perdiamo leggermente quota per poi tornare sul filo di cresta - stretto e adrenalinico - prima di scendere a una forcella dalla quale seguiremo il sentiero a destra che ci riporta in territorio italiano e più in basso al rifugio. La discesa è ripida e con qualche traverso esposto. Raggiungiamo quindi un bivio incontrando all'andata e a ritroso di si rientra al Rifugio Zacchi. Dal rifugio al parcheggio per il medesimo itinerario dell'andata (2h 30' dalla vetta della Ponza Grande - 6h 30' totali).
Le Alpi Giulie sono un ambiente generalmente austero ed emozionante. La Ponza Granda non fa eccezione e merita sicuramente una visita. Il crinale che dalla Ponza Grande porta fino al Mangart è molto bello ma piuttosto esposto e con attrezzature talvolta precarie quindi non è consigliato a chi non sia esperto. Dal crinale è visibile un panorama stupendo sui massicci delle Giulie sia in territorio italiano che sloveno. Attenzione nell'avvicinamento all'attraversare alcuni colatoi che rischiano di essere innevati a inizio stagione con ulteriori rischi di stabilità.
Anche questa via ferrata, come la vicina Ferrata della Vita, fu realizzata dai reparti degli Alpini negli anni ’20 con scopi di monitorare il confine con la Ex-Jugoslavia. Costituiva uno degli accessi alla “Strada degli Alpini”, percorso attrezzato di cresta che dalla Ponza Grande giungeva fino alla Forcella Sagherza per monitorare l'ardita linea di confine.
Sempre dai Laghi di Fusine è possibile intraprendere altre due bellissime vie ferrate nelle Alpi Giulie su monti posti sul crinale italo-sloveno: la Ferrata della Vita e la Ferrata al Mangart. Facendo ritorno sull'A23 e procedendo a valle possiamo raggiungere la recente Ferrata Tenente Ferrante di Ruffano, itinerario breve e atletico. Sul versante di Sella Nevea invece incontriamo in ordine crescente di difficoltà il Sentiero Attrezzato Re di Sassonia, la Ferrata Julia e Grasselli e la Ferrata Anita Goitan.
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Francesco Bernardini
21/09/2020 alle 18:53Ferrata fatta ieri (20.09.2020), non difficile a parte il tratto iniziale un po’ più verticale e tecnico. Le attrezzature hanno alcuni tratti piuttosto vecchi e in un punto sono sostituite dalla corda. L’ultimo tratto prima della cresta finale non ha bollini rossi e bisogna orientarsi con i pochi ometti presenti. Discesa piuttosto esposta nel primo tratto. Per gran parte dell’escursione, comunque molto bella, fondo con sassolini instabili.
Col bel tempo, dalla cima si ha un panorama stupendo sulle Giulie, con Mangart in primo piano.
PS: lo status della ferrata può tranquillamente essere aggiornato in “Aperta”.
Vincenzo
07/09/2019 alle 18:41Molto bella erano anni che volevo farla.
l’avvicinamento può risultare piuttosto impegnativo un po’ meno la ferrata. In alcuni tratti su in cresta bisogna avere piede fermo soprattutto sul versante sloveno. Per il resto che dire stupenda, appagante. abbinabile con la ponza di mezzo e la via della vita.