La Ferrata di Punta Marmotta è una recente ferrata che sale uno sperone roccioso sopra il Rifugio Nino Corsi in Valle Martello. La ferrata è ottimamente protetta su roccia granitica, facile nelle prime due sezioni, più impegnativa nella terza sezione (evitabile). Nel complesso una ferrata moderatamente difficile. Attenzione all'esposizione a nord che la mette in ombra durante gran parte della giornata.
Il punto di partenza dell'itinerario è il parcheggio al termine della strada che risale la Val Martello (Martelltal), valle perpendicolare alla Val Venosta. La valle è molto bella e si addentra per 30 Km nel Parco Nazionale dello Stelvio in un ambiente molto suggestico. Per raggiungere il parcheggio si deve raggiungere l'abitato di Goldrano in Val Venosta e proseguire a sud entrando nella valle per circa 30 Km oltrepassando Ganda di Martello e il Lago Gioveretto fino a raggiungere uno spiazzo dove parcheggiare l'auto.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
A prescindere da dove si è lasciata l'auto, il primo punto da raggungere è il comodo Rifugio Genziana (2051 m) dove termina la valle. Solitamente si trova parcheggio nei pressi del Rifugio. A questo punto iniziamo la camminata che ci conduce al Rifugio Nino Corsi (2265 m). Abbiamo alcune opzioni, tutte simili in termini di difficoltà e lunghezza (30'). I sentieri 151, 36 e 37 confluiscono al rifugio. Il 151 è probabilmente il piu diretto e permette di intraprendere la ferrata senza raggiungere il rifugio nell'avvicinamento mentre il 36 e 37 raggiungono prima il rifugio.
Raggiunto il Rifugio Nino Corsi (30' dal parcheggio) vediamo di fatto in direzione ovest Punta Murmele dove si svilupperà la ferrata. Seguiamo il sentiero e quasi subito incontriamo un primo bivio: a sinistra scende il sentiero di rientro dalla ferrata, noi terremo la destra verso ovest per la ferrata e raggiungiamo subito l'attacco, in ombra, della Via Ferrata Murmele (45' senza fretta dal parcheggio).
La ferrata è composta da tre sezioni: le prime due piuttosto facili con pochi passaggio moderatamente difficili e l'ultima appena più impegnativa con un singolo passaggio difficile. Tra le tre sezioni sono presenti due vie di fuga verso sinistra che riconducono al sentiero di rientro quindi al Rifugio Nino Corsi.
Già dall'avvicinamento è ben visibile lo sviluppo della prima sezione della via. Si salirà verso sinistra alternando brevi tratti verticali con tratti verso destra. Le difficoltà della prima parte della via sono generalmente contenute e lo sviluppo è raramente in verticale. Percorriamo i primi 30-40 metri e poi incontriamo la prima via di fuga.
Dopo la via di fuga saliamo alcune facili roccette e percorriamo una cengia verso destra con bel panorama sulla valle sottostante. Saliamo alcuni facili balzi in diagonale con un paio di passaggi leggermente più impegnativi, quindi raggiungiamo la seconda via di fuga della via. A questo punto conviene valutare se proseguire perchè le difficoltà dell'ultima sezione sono maggiori con un singolo passaggio che può essere considerato difficile e leggermete atletico (traverso). Sotto di noi visibile l'attacco e la via percorsa in salita.
Iniziamo l'ultima sezione inizialmente facile per poi raggiungere una parete più impegnativa dove percorriamo un traverso a destra con buoni appoggi per i piedi ma non moltissime prese per le mani. Questo potrà portare chi non è abituato a concedersi il tempo di studiare la via a utilizzare abbondantemente il cavo lungo la progressione. In breve raggiungiamo il passaggio chiave della via: un tetto che aggiriamo da destra e, con l'aiuto di alcune staffe, risaliamo in buona esposizione con un certo spunto atletico ma non difficile. Proseguiamo dopo il passaggio chiave su una nuova paretina verticale prima delle ultime roccette con le quali la via termina.
Dal termine della ferrata seguiamo la traccia che ci riporta senza problemi al vicino rifugio (15' dal termine della ferrata). Dal rifugio si rientra per uno dei sentieri indicati nell'avvicinamento al parcheggio (3h totali).
Per chi avesse voglia di allungare la gita, dopo la ferrata è possibile innestarsi sul sentiero 103 e salire al Rifugio Martello (2600 m) dal quale avremo una vista magnifica sui ghiacciai della Marmotta, del Cevedale ecc.
La Ferrata della Marmotta è una bella escursione in un ambiente piacevole e ancora a bassa quota. Sotto molti aspetti, in particolare le vie di fuga e le difficoltà crescenti dopo di esse, questa ferrata si presta bene come una delle prima vie attrezzate da percorrere. Avvicinamento e rientro brevi la rendono un'ottima scelta per una gita di mezza giornata.
Se dalla Valle Martello si rientra in Val Venosta avremo alcune interessanti opzioni. Se guidiamo in direzione est verso Merano incontreremo la Ferrata Hoachwool e la Ferrata Knott a Naturno mentre a Merano si potrà raggiungere il Picco Ivigna con la Ferrata Heini Holzer. Se invece risaliamo la Val Venosta fino a Solda potremo percorrere due itinerari di alta quota: la Ferrata Tabaretta all'Ortles e la Ferrata alla Croda di Cengles. Lungo la statale dello Stelvio è possibile anche raggiungere la Ferrata di Trafoi nell'omonimo villaggio. Vicino Merano è stata installata nel 2020 la Ferrata Ziel.
In provincia di Bolzano consigliamo anche altri itinerari: la Ferrata Mendola al Roen, la Ferrata alle Cascate di Stuller e la Ferrata Lampskopf vicino al confine con l'Austria. Se invece ci spostassimo sul versante orientale della Val d'Adige si apre un mondo con le Ferrate della Val Pusteria e le Ferrate nelle Dolomiti di Sesto.
Devi accedere per lasciare una recensione
Sergio Vecchi
04/01/2020 alle 17:58La ferrata è in crescendo di esposizione e difficoltà tecnica. Non è male anche se un po’ fine a se stessa la salita. A me è piaciuta e mi ha fatto giungere in un posto che altrimenti non conoscevo.