La Ferrata Rino Pisetta a Sarche è una ferrata molto impegnativa, tecnica ed esposta che si sviluppa lungo l'imponente parete della Cima Garzolet. La ferrata è molto esposta e alterna tratti verticali con impegnativi traversi a cui si aggiungono alcuni camini con fessure. La ferrata è assolutamente da percorrere se in ottime condizioni fisiche e con buona esperienza di vie attrezzate. Attenzione a percorrerla d'estate la mattina che è completamente al sole.
Il punto di partenza dell'itinerario è il paese di Sarche in provincia di Trento. Giunti all'abitato di Sarche si deve procedere in direzione di Madonna di Campiglio. Passiamo una rotonda e vedremo sulla sinistra un distributore di benzina. A destra sale una piccola strada su cui è indicato il parcheggio per la Ferrata Rino Pisetta. Parcheggeremo nei pressi della scuola elementare e della bocciofila.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dal parcheggio costeggiamo il bocciodromo e ci portiamo dietro l'edificio dove un cartello bianco ci indica il sentiero di accesso alla via attrezzata. Proseguiamo sul sentiero che entra nel bosco e al primo bivio a destra e il successivo verso sinistra che sale ripido nel bosco fino a incontrare una serie di cartelli bianco-rossi che ci indicano la via ferrata. Proseguiamo in ripida e faticosa salita fino a giungere all'attacco della ferrata con la targa metallica che mostra l'anno di creazione della ferrata (45' dall'attacco).
Appena sotto la targa vediamo sopra la nostra testa la prima parete di una ventina di metri che ci attende. L'inizio è sicuramente uno dei passaggi più impegnativi della via e ci fa capire subito sia il tipo di roccia che l'impegno richiesto. Si sale verticalmente con pochi appigli per mani e piedi e risulterà necessario tirarsi su di braccia trovando pochi appigli. Ovviamente il consiglio in un tipo di via come questo è di procedere andando a cercare quegli appigli che magari non sono visibili subito ma che, una volta individuati, ci aiuteranno a ridurre l'uso del cavo risparmiando energie per i tratti che affronteremo in seguito. Risalita la parete il cavo piega verso sinistra e affrontiamo un esposto traverso in leggera discesa oltre il quale il cavo parte in verticale e ci conduce all'interno di un camino oltre il quale passiamo un albero e giungiamo su una cengia verso sinistra in cui è possibile e consigliato prendere fiato prima di ripartire. A questo punto c'è anche una via di fuga a destra.
Dopo pochi metri in piano la ferrata parte in verticale nuovamente ma con un tratto con roccia abbastanza frastagliata e quindi ricca di appigli. Proseguiamo con un traverso a sinistra a cui seguono alcuni balzi rocciosi da risalire. Il cavo ci porterà in un tratto verticale con una caratteristica fessura che sarà molto utile come appoggio per i piedi e le mani nella progressione. Al termine della fessura iniziamo un impegnativo, esposto e faticoso traverso verso sinistra dove un paio di passaggi li dovremo fare in piena aderenza ed è importante arrivare qui con ancora molta forza nelle braccia. Il traverso aggira un esposto spigolo e parte in diagonale ascendendo sul versante opposto portandoci a un piccolo balcone in cui potremo sostare un attimo. Siamo ora nel tratto più atletico della salita. Continuiamo questa salita in traverso sfruttando un paio di appigli artificiali oltre i quali il cavo riparte in verticale in forte esposizione e con un impegno via via crescente. Questo tratto offre alcune maniglie e staffe oltre che una nuova fessura che scorre sul lato sinistro del cavo. Risaliamo l'impegnativo tratto cercando ove possibile i pochi appigli naturali (guardare anche sul lato destro della fessura) e in alcuni casi tirando sul cavo per procedere salendo. Al termine di questa placca il cavo piega a sinistra su una cengia rocciosa in cui è assolutamente una buona idea riposare e godersi il panorama dietro di noi.
Ci spostiamo a sinistra e in breve il cavo riparte in verticale. Come nel tratto precedente corre vicino al cavo una fessura che, assieme a qualche piolo, ci aiuterà nella progressione e ci offrirà alcuni piccoli punti di sosta. Questa seconda parete verticale è decisamente esposta e area. Man mano che saliamo la fessura si allarga e prende la forma di un camino non particolarmente profondo. Usciamo dal camino nei pressi un piccolo albero in un tratto con buoni appigli naturali. Proseguiamo su un traverso verso sinistra che dopo alcuni metri ci porta a risalire un'impegnativa parte verticale che dopo pochi metri ci presenta un basso tetto roccioso non utile come punto di sosta. Proseguiamo in verticale in un tratto povero di appigli in cui arrampicare diventa molto difficile e si procederà molto tirando sul cavo. Giungiamo a uno stretto balconcino in cui possiamo prendere fiato e riposare le braccia a questo punto decisamente sotto sforzo. Ripartiamo verticali su roccia che continua a essere liscia. Un breve traverso a destra e ripartiamo verticali con alla nostra destra una nuova fessura.
Possiamo dire che, a questo punto, le difficoltà sostenute della via ferrata terminano. La via propone ancora un paio di passaggi impegnativi ma assai inferiore ai precedenti. Serviranno ancora 30-45 minuti per terminare la via, ma questa sezione è caratterizzata da canalini, brevi parete e balzi di livello mediamente difficile e sarà decisamente più facile arrampicare la roccia. Man mano che saliamo e per i piedi è possibile trovare buoni appigli per guadagnare l'ultimo sperone, dove è presente il libro delle firme, oltre il quale c'è la crestina sommitale (2h dall'attacco - 2h 45' dal parcheggio).
Da questo tratto dovremo percorrere l'ultimo tratto della via ferrata, ovvero una cresta sommitale non particolarmente difficile ma esposta e faticosa. La cresta è attrezzata con cavo metallico principalmente utile come corrimano. Giungeremo quindi a una panchina di legno con panorama sulla valle sottostante. Qui termina l'impegnativa Ferrata Rino Pisetta (2h 15' dall'attacco - 3h totali).
Dalla Cima Garzolet (961 m) proseguiamo in direzione ovest scendendo lungo il sentiero in direzione di Ranzo. Giungeremo a un'area picnic oltre la quale possiamo continuare a scendere in direzione di Ranzo e una sottostante mulattiera. Scendiamo completamente la mulattiera fino a giungere, in vista del paese di Ranzo di fronte a noi, a un bivio:
L'attrezzatura è in ottimo stato, la fune molto tesa e questo è sicuramente un aspetto positivo in un tipo di salita impegnativa ed esposta come questa. Possono essere molto utili le scarpe da arrampicata per avere maggiore aderenza nella salita così come un paio di guanti per evitare tagli alle mani lungo la salita e gli eventuali tiri sulla corda.
Per i tratti molto difficili di questa via ferrata, può essere utile leggere l'articolo che abbiamo preparato su "Come sostare lungo una Via Ferrata".
La Ferrata Pisetta è stato per molti anni la via ferrata per eccellenza per chi voleva mettersi alla prova. La sua costruzione risale al 1982 e per l'epoca era una ferrata estrema. Rispetto ad oggi, le vie ferrate negli anni precedenti, erano prevalentemente via che avevano l'obiettivo di facilitare la salita di una montagna spesso cercandone la linea logica, la salita intuitiva. La Ferrata di Mori inaugurò una stagione nuova, quella delle ferrate sportive. La Piseta spinse l'asticella più in alto e non sorprende che il suo sviluppo avviene in una montagna di importanza secondaria - il Piccolo Dain - e che la salita risulti (almeno in parte) difficilmente arrampicabile.
La via è dedicata alla memoria di Rino Pisetta, alpinista trentino, morto in un incidente stradale di rientro dalle Dolomiti. Pisetta era l'ideatore e partecipò attivamente alla costruzione della via ferrata che oggi prende il suo nome.
La Ferrata Rino Pisetta è una delle ferrate più impegnative in Italia e sicuramente un itinerario da riservare a persone esperte di salite in vie ferrate e ben allenate. Detto questo l'itinerario non è particolarmente lungo e lascia il tempo, se intrapreso la mattina presto, di essere abbinato a un altro itinerario magari meno impegnativo successivamente. Ad esempio scendendo verso Riva del Garda incontreremo la facile Ferrata Rio Sallagoni e la Ferrata Colodri entrambe con itinerari inferiori alle 2 ore incluso avvicinamento e rientro. Più lunghe e impegnative sono la Ferrata Che Guevara e la Ferrata di Favogna. Spostandoci verso Andalo possiamo percorrere la Ferrata delle Aquile. Andando in direzione di Madonna di Campiglio con difficoltà contenuta c'è la Ferrata di Ballino alle cascate del Rio Ruzza oppure a Preore la Ferrata Artpinistica.
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Riccardo Meoni
09/09/2020 alle 11:54Sarebbe carino da parte di chi è del luogo segnalare meglio la via di rientro. Alla fine del primo grande tratto si è abbandonati a se stessi e non è scontato imbiffare l’angolo giusto. Ho trovato solo due pezzi di scotch bianco in alcuni punti lasciati da una buona anima. Per il resto bella bella!!
Paolo F
07/09/2020 alle 10:47Ferrata con qualche passaggio dove occorre ragionare bene su come procedere ma gli appigli ci sono (anche se decisamente molto lisci), in qualche punto occorre fare forza sul cavo ma tutto sommato si sale senza particolari problemi. In alcuni punti verticali vi è una elevata esposizione.
Nel complesso una bella ferrata ma molto corta (si conclude in meno di un’ora e mezza se si è in forma), è comunque da affrontare solo se si è esperti e si ha qualche nozione di arrampicata altrimenti si deve utilizzare molto il cavo. Essendo molto corta l’impegno fisico non è così notevole, ci si stanca di più durante l’avvicinamento (sentiero tutto in salita e abbastanza ripido in alcuni punti).
Andrea Lucchini Huspek
14/05/2020 alle 17:08Ferrata molto complessa a livello fisico e che richiede ottima preparazione, numerosissimi passaggi esposti concorrono ad aumentarne la difficoltà. Avvicinamento veramente brutto su terreno ripido e a volte scivoloso all’interno di un boschetto.
Dopo 25/30 metri dall’attacco si ha la possibilità di usufruire di una via di fuga, ottima soluzione per chi si rendesse conto di non essere abbastanza esperto visto che, in questi primi passaggi, ci si trova ad affrontare una difficoltà simile a quella della via nel suo complesso. Pochi appigli per i piedi richiedono spesso di doversi tirare al cavo anche se qualche nozione di arrampicata sportiva può sicuramente aiutare.
Sconsiglio di farla in estate durante le ore più calde del giorno per via dell’esposizione, il cavo scotta e la temperatura in parete si alza notevolmente data anche la bassa quota.
ciscato.diego
04/01/2020 alle 09:14Ferrata esposta e molto fisica, servono forza e resistenza nelle braccia, in alcuni tratti è difficile trovare appoggi per i piedi, ma è appagante e bella, da rifare sicuramente.
Da evitare se manca preparazione fisica, regola sempre valida.
Diego
assowt
25/08/2019 alle 22:21Ogni giudizio parte da presupposti personali quindi soggettivi. Di oggettivo in questa ferrata troviamo un avvicinamento lungo e faticoso, troviamo una roccia poco gradevole, liscia e spesso unta, troviamo anche nella parte intermedia quella senza cavo alcune difficoltà a riconoscere il percorso per carenza di segnali, stessa problematica si può riscontrare al rientro. Di soggettivo posso dire che mi è piaciuta nonostante tutto. Per correttezza devo però aggiungere che l’ho percorsa con una guida del posto cosa che mi ha aiutato non poco.
casadei.ilenia
18/02/2019 alle 10:17L avvicinamento è abbastanza ripido. Ho trovato difficoltà nella prima parte della ferrata. Diciamo il primo muro di 20 metri. Il resto della ferrata l ho trovata meno difficile di quello che pensavo leggendo le relazioni. Alla fine c è una bella placca liscia ma ci sono dei fori naturali dove poter appoggiare piedi e mani. Naturalmente richiede tecnica e preparazione fisica elevata. Sicuramente tornerò a rifarla. Anche il ritorno è un po spiccatamente.
Scott Ribes
29/08/2018 alle 17:33Ferrata pisetta
Ho deciso di affrontare questa ferrata dopo due anni che mi cimento in ferrate e da un po’ meno, arrampicate.
L’ho affrontata in un buon stato di forma e ciò nonostante devo dire che la pisetta ha un suo perché.
Per quanto non arrampicabilissima a causa della roccia liscia e della tipologia diferrata, bisogna essere in forma in quanto lo sforzo fisico è notevole.
Diversi sono i passaggi in cui bisogna forzatamente “tirarsi su di cavo”.
La prima parte è la più difficile.
Io ho affrontato questa ferrata con le scarpette da arrampicata e credo mi abbiano aiutato e non poco.
Discesa non difficile ma faticosa.
Ferrata ( parere personale ) da evitare in estate con alte temperature.
Alessandro Iotti
19/08/2018 alle 19:13Ero curioso di fare la Pisetta e il mio giudizio è contrastante. Da un lato è innegabile che sia una ferrata tosta, estrema e impegnativa. Dall’altro non mi è piaciuta per la roccia spesso liscia, poco arrampicabile che porta alla fine a usare spesso il cavo per trazionarsi. L’avvicinamento è bello ripido e il rientro piuttosto faticoso a sua volta (fatta in giornata molto calda). La seconda parte della via è meno difficile e più arrampicabile. La prima metà (fino alla fessura) è molto difficile.