Relazione dell'impegnativo itinerario che sale il Picco di Carnizza e il Monte Canin con la Ferrata Grasselli e in discesa la Ferrata Julia. Itinerario molto vario, dal carattere alpinistico sia nel tratto di cresta che collega i due monti che lungo la discesa dal Ghiacciaio del Canin. Da evitare con tempo instabile per mancanza di vie di fuga in quota.
Il punto di partenza dell'itinerario è la stazione a monte della funivia che dal Sella Nevea (Udine) sale al Rifugio Gilberti Soravito. Per raggiungere la stazione a valle della funivia si deve raggiungere Sella Nevea. Per raggiungere Sella Nevea si deve raggiungere il paese di Chiusaforte, posto a 20 minuti dall'uscita Carnia Tolmezzo nell'A23. Giunti a Chiusaforte seguiamo le indicazioni per Sella Nevea verso est. Passiamo il ponte e guidiamo per 20 Km fino al paese. All'altezza di un tornante incontriamo il cartello di benvenuti a Sella Nevea. Poche decine di metri oltre sulla destra c'è una via che ci conduce agli impianti di risalite. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Lasciato alle nostre spalle il rifugio (1850 m) prediamo a destra il sentiero 632 che sale in direzione della Sella Bila Pec dove sono presenti i ruderi di una vecchia caserma militare. Seguiamo ora il sentiero 632 che prosegue a mezzacosta in direzione della Sella Grubia e del Bivacco Marussich. Il sentiero di avvicinamento si sviluppa in una zona interessante prevalentemente fatta da ghiaioni che risaliamo in direzione ovest con alle nostre spalle il Montasio. Raggiunta la Sella Grubia, noteremo alla nostra sinistra il bivacco posto alla base delle pendici occidentali del Picco di Carnizza. Raggiungiamo il Bivacco Marussich (2040 m - 1h 30' dalla stazione a monte della funivia) dove è ben visibile nostro itinerario che ci porterà a raggiungere il Picco di Carnizza prima e il Monte Canin poi.
Lasciamo alle nostre spalle il bivacco salendo su traccia per prati e rocce in direzione dell'evidente spigolo dove la targhetta metallica ci indica che inizia la Ferrata Grasselli (20' dal bivacco). Percorrendo il versante nord del Picco di Carnizza attenzione allo stato di innevamento a inizio stagione che può variare in base alle precipitazioni invernali.
Ci spostiamo di un paio di metri sul lato destro rispetto alla targa e seguendo i triangoli rossi saliamo una prima parete verticale ben appigliata ma piuttosto impegnativa. Alcuni pioli ci aiutano nei passaggi più ostici ma i passaggi restano comunque di un certo impegno nonostante la roccia sia ben frastagliata. Saliamo verticali e guadagniamo rapidamente una certa esposizione incontrando una parete verticale lungo una fessura. Noi restiamo sulla destra della fessura risalendo alcune staffe metalliche.
Terminiamo il passaggio e ci troviamo in un breve tratto di collegamento dove per breve traccia di sentiero esposto a sinistra ci portiamo in un tratto di cresta attrezzata. Iniziamo a salire alcune roccette di cresta esposte tuttavia prive di sostanziali difficoltà. Saliamo alcuni canalini e siamo ora fuori dal primo tratto ferrato. Percorriamo un tratto di sentiero che ripidamente e tra sfasciumi ci conduce sull'ampia cresta che in breve conduce al Picco di Carnizza (2441 m - 1h dall'attacco - ca 3h totali).
Inizia ora la seconda parte della salita che ci conduce al Canin. Dritto a noi ben evidente lo spigolo che scende a ovest del Canin che a prima impressione incute un certo timore. Dopo aver perso inizialmente quote, dovremo percorrere un primo tratto di cresta dove alterniamo tratti di sentiero con passaggi in placca inclinata su cui prestare attenzione in caso di terreno bagnato. Notevole il precipizio sul versante nord della cresta che scende fino al Ghiacciaio del Canin.
Seguiamo i bolli rossi e raggiungiamo una prima serie di passaggi attrezzati con i quali aggiriamo una cengia erbosa per risalire alcuni balzi attrezzati lungo un canalino. Siamo ora nei pressi dello spigolo roccioso. La segnatura del sentiero è ottima e abbondante (triangolo rossi dell'Alta Via Resiniana). Iniziamo con alcuni tratti attrezzati su placca fino a spostarci in cresta. Siamo ora lungo la cresta dello spigolo ovest del Canin con alle nostre spalle il Picco di Carnizza ben in vista. Alterniamo alcuni tratti su sentiero con passaggi su placca e alcuni tratti su roccette o di arrampicata. Saliamo fino a raggiungere i resti della croce di legno del Canin e voltandoci è notevole il tratto appena percorso dal Picco di Carnizza (2587m - 2h 30' dall'attacco - ca 4h 30' totali).
Dalla vetta del Canin seguiamo il sentiero che scende per la via normale sul versante est. Raggiungiamo in circa 10-15 minuti di discesa il bivio a sinistra per la Ferrata Julia. La ferrata Julia è di media difficoltà e, se percorsa in discesa, richiede una certa attenzione ma la roccia è ben appigliata lungo tutto il percorso fatta eccezione per l'ultima placchetta prima di terminare la discesa. Quest'ultima placchetta solleciterà maggiormente le braccia ma si tratta di pochi metri. Relazione della Ferrata Julia disponibile qui. Ben visibile lungo la discesa il Picco di Carnizza passato alcune ore prima. Terminiamo la ferrata raggiungendo il Ghiacciaio del Canin (1h 30' dalla vetta del Canin - 6h totali).
La discesa del ghiacciaio richiede molta attenzione e sono decisamente consigliati i ramponi sebbene generalmente non siano presenti grossi crepacci. Scendiamo il ghiacciaio e, una volta individuata la traccia, proseguiamo in direzione sud verso la Sella Bila Pec e quindi alla stazione a monte della funivia (1h 15' dal termine della Ferrata Julia - ca 7h 30' totali).
L'escursione che sale la Ferrata Grasselli al Picco Carnizza e successivamente al Monte Canin è un itinerario molto bello e appagante come spesso avviene nelle Alpi Giulie che sono un vero e proprio gioiello per gli appassionati di montagna. Rimane comunque un itinerario impegnativo e in molti tratti esposto e piuttosto difficile. Sia la Ferrata Grassselli che la Julia percorsa in discesa richiedono buona esperienza, discreta tecnica e assenza di problemi con l'esposizione. La cresta tra il Picco di Carnizza e il Canin ci offriranno un paio di ore di emozione e adrenalina con passaggi molto belli ed esposti. La salita è varia e, pur non presentando passaggi eccessivamente ostici, richiede massima concentrazione lungo tutta la salita. Da evitare con tempo instabile vista la mancanza di vie di fuga tra il Picco di Carnizza, il Canin e la discesa dalla Julia.
Come indicato in ferrata, presentiamo la Ferrata Grasselli con la Ferrata Julia percorsa in discesa. Nelle Alpi Giulie ci sono molti altri itinerari attrezzati di elevatissimo interesse. Sul Jof Montasio suggeriamo la Via Amalia, il Sentiero Attrezzato Leva, il Sentiero Attrezzato Ceria Merlone. Dal versante della Val Dogna si può salire al Monte Cavallo con la lunga escursione che include la Ferrata Norina. Sul vicino Jof Fuart suggeriamo il panoramico Sentiero Attrezzato Re di Sassonia e la Ferrata Anita Goitan. Procedendo in direzione del Mangart incontriamo la Ferrata Italiana e Slovena al Mangart e l'esposta Ferrata della Vita.
Devi accedere per lasciare una recensione
Vincenzo
16/09/2020 alle 08:19La ferrata non l’ho trovata particolarmente difficile ed impegnativa. Non sono sceso dalla Julia ma ho fatto il giro sino a sella prevala. I tratti non attrezzati in cresta sono esposti e adrenalinici a dir poco entusiasmanti. Ovviamente per sella Prevala l’escursione diventa lunga circa 8 ore. Appagante il primo tratto ed il forato meno appagante il tratto dal Canin al Forato.
Andrea Scocchi
13/09/2020 alle 13:49Itinerario impegnativo ma davvero appagante. Ambiente bellissimo e nel caso di bel tempo è possibile godere di un panorama fantastico. Sconsigliata per chi non ha un minimo di esperienza con le ferrate. Alcuni tratti in libera anche piuttosto esposti ma mai troppo pericolosi. Consigliata vivamente per gli appassionati sia per la difficoltà che per l’esposizione ma da affrontare con massima attenzione.
pandrake
08/09/2020 alle 09:52Giro fatto il 29.08.2020 con tempo splendido. Escursione parecchio impegnativa. Tratti esposti e non protetti richiedono nervi saldi e concentrazione. La salita per la Grasselli è piacevole, a parte la solita ansia nel caso si abbia gente dietro per la facilità di smuovere sassi. Alcuni tratti potrebbero essere attrezzati meglio. La discesa per la Julia l’ho goduta un po’ meno. La vista migliore si ha dalla cima, quindi, scendendo, non si hanno variazioni sostanziali di panorama. SI tratta di un percorso praticamente verticale, su fondo non particolarmente solido.
Interessante il tratto di attraversamento di quel che rimane del ghiacciaio del Canin, visto che non avevo mai fatto un ghiacciaio prima.
Nel complesso una bellissima escursione che regala panorami incredibili, in particolare dalla vetta del Picco di Carnizza (e poi del Canin).
Filippo Rosi
28/03/2019 alle 15:12Metto una stella in più per la difficoltà a causa della nebbia che abbiamo incontrato mentre salivamo. Alcuni tratti in libera non sono scontati ma nemmeno difficili. Bellissimo l’ambiente. Scesi dalla Julia.