Questo sito utilizza cookie che aiutano a usufruire dei servizi nel modo migliore. Le informazioni relative ai cookie sono salvate sul tuo browser e aiutano a riconoscerti quando ritorni sul sito.
Generale:
La Ferrata Sant'Antone è una difficile ferrata che si sviluppa sui monti pisani ad un'altezza compresa tra i 500 e i 600 metri. La ferrata non si sviluppa su un elevato dislivello bensì è composta da molti esposti traversi, spesso esposti e strapiombanti, che mettono alla prova l'escursionista.
Località di partenza:
Il punto di partenza è una piazzola ben visibile nella strada provinciale 56 che risale da Buti (PI) e porta sul Monte Serra. La piazzola si distingue chiaramente per la presenza di una fontana e di una casa cantoniera sul versante opposto della strada.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Avvicinamento:
Parcheggiata l'auto si risale la strada asfaltata per circa 200 metri fino a individuare un cartello che indica la ferrata. Si intraprende per 5 minuti un sentiero in salita con segni bianco rossi. Al bivio tenere la destra per l'attacco della ferrata (10' dal parcheggio). Se al bivio teniamo la sinistra arriviamo in breve sotto la serie di cambre che caratterizzano uno dei primi passaggi, senza comunque la possibilità di raggiungerne la prima.
Ferrata:
La ferrata inizia subito con un obliquo traverso che passa uno spigolo in esposizione e si prosegue facendo trazione sul cavo con gli scarponi in aderenza. Questo tipo di passaggi caratterizzerà la via anche nel proseguo. Si risale una parete verticale con attacco leggermente strapiombante in cui le cambre presenti aiutano la progressione. Si intraprende un esposto traverso orizzontale in cui risulta necessario proseguire in aderenza con gli scarponi trazionando sul cavo e facendo attenzione alla roccia che sporge sopra la nostra testa. Si intraprende un passaggio in discesa non banale in cui bisogna buttarsi in fuori per individuare i migliori appoggi per i piedi. Si riparte immediatamente su un impegnativo traverso verso sinistra leggermente strapiombante. Il traverso si addentra in una gola che aggiriamo e ne usciamo sul lato opposto. Saliamo in diagonale in una zona in cui un tetto richiede si abbassarsi. Si attacca l'ultima parete verticale di media difficoltà e si raggiunge una via di fuga. Questa uscita permette in salita di raggiungere la fine della ferrata (5') e in discesa di raggiungere l'attacco (10').
Per proseguire la ferrata seguire le indicazioni presenti verso sinistra. Si attacca un traverso obliquo e dopo aver aggirato un altro esposto spigolo, si scende in un passaggio in cui è necessario studiare bene la propria posizione per evitare di essere sbalzati contro la roccia. Si prosegue tra sali scendi, camini e traversi generalmente difficili e che richiedono una certa atleticità e forza di braccia. Si termina questa sezione della ferrata e ci portiamo in prossimità dell'ultima sezione.
L'ultima sezione è maggiormente verticale con due passaggi di difficoltà maggiore rispetto al resto della via. Il primo passaggio consiste in un camino, decisamente strapiombante, richiede una buona tecnica nei primi due passaggi per poi diminuire la difficoltà. Si interrompono momentaneamente le attrezzature, proseguiamo a destra e affrontiamo il secondo passaggio impegnativo. Troviamo un sasso da risalire in spaccata valutando bene i pochi appigli presenti su entrambi i lati. Per risalirlo può risultare necessario un paio di trazionate per rimontare anche qui un leggero strapiombo. Passati questi due tratti ci sono alcuni traversi esposti ma non difficili prima di giungere all'ultimo bivio: a destra si termina la ferrata, a sinistra si giunge dopo un traverso a un breve ma esposto ponte sospeso che ci porta all'ultimo difficile passaggio (passaggio chiave). Un tratto verticale che tecnicamente e fisicamente mette alla prova in particolare per la mancanza di appigli e per la stanchezza accumulata precedentemente. 5 Fittoni verticali ci conducono alla bandiera italiana con cui si conclude la ferrata. Il maggiore problema è staccarsi dal ponte per la mancanza di appigli, in particolare per persone di bassa statura. Individuato il modo di risalire il primo fittone ci si sposta sul lato destro della parete in prossimità di due singolari staffe a Y che danno un appoggio nel risalire la parete anch'essa leggermente strapiombante. Si sale prima sulla destra e poi sulla sinistra del cavo terminando il difficile passaggio verticale. Dopo questo tratto si è conclusa la Ferrata di Sant'Antone (1h 15' dall'attacco - 1h 25' dal parcheggio).
Discesa:
Dal termine della Ferrata di Sant'Antone proseguire per una traccia labile verso sinistra che in breve ci conduce a una serie di sassi da risalire e quindi siamo su uno spiazzo denominato Ghiaccietto. Andremo a destra attraversando lo slargo per il parcheggio seguendo poi il sentiero CAI che porterà alla prima via di fuga. Si prosegue la discesa fino all'attacco della ferrata e poi a ritroso alla macchina parcheggiata. Attenzione che - dopo l'incrocio con la via di fuga - è facile perdersi essendo mal segnato. La strada si trova comunque alcune decine di metri sotto e tra arbusti e tratti franosi si giunge comunque alla strada che prendiamo a sinistra (25' dal termine della ferrata - 1h 45' dal parcheggio).
Note:
La Ferrata è di recente costruzione e vista la bassa quota si presta a essere percorsa praticamente tutto l'anno. La roccia offre buona aderenza e aiuta durante i vari tratti in cui l'aderenza dello scarpone sulla roccia è imprescindibile. La ferrata è molto varia offrendo abbondanza di traversi, tratti in discesa impegnativi, pareti, camini. Serve buona forza di braccia per l'elevato numero di tratti strapiombanti lungo la via. Ogni fittone è numerato rendendo possibile capire a che tratto si è della via - considerando che l'intera ferrata è circa 170 fittoni. Molto emozionante il tratto in discesa in cresta.
Storia:
La via Ferrata di Sant'Antone è stata Inaugurata il 14 giugno del 2008 ed è gestita dalla sezione CAI di Pontedera.
Opportunità:
La Ferrata di Sant'Antone è una ferrata che vista la non eccessiva lunghezza e il fatto di essere caratterizzata da molti traversi si presta bene per gli escursionisti esperti a essere percorsa a ritroso (evitando magari l'ultimo tratto tra il ponte sospeso e il termine della via).
Devi accedere per lasciare una recensione
Questo sito utilizza cookie che aiutano a usufruire dei servizi nel modo migliore. Le informazioni relative ai cookie sono salvate sul tuo browser e aiutano a riconoscerti quando ritorni sul sito.
Trovi maggiori info sui cookie a questa pagina: Cookie Policy
Jen Tak
14/03/2022 alle 10:48note that the first part of ferrata is CLOSED for risk of falling rocks. (the sign even said “large” rocks). The second part is still doable though. It’s best to start from the parking lot at the top of the ferrata. (43.7348N, 10.5600E) and go down until the first junction next to a climbing crag. From there you can turn right where the second part of ferrata begins.
We did it in climbing shoes trying to not use the ropes and it was quite fun. Especially the very last section.
fabioscafo
05/03/2022 alle 19:47ATTENZIONE!!!.. AL 5/03/2022 la ferrata è chiusa causa caduta massi..e c’è un cartello in cui vieta di fare la ferrata
polonia.maurizio
12/07/2021 alle 06:09Bellissima ferrata, la fontana al piazzale è stata chiusa , quindi bisogna portarsi l’acqua, ci sono alcuni tratti come il primo strapiombo con scalette che esauriscono velocemente le forze , molto comodo avere una longe per riposare un po’ di volta in volta.
fabseb60
03/07/2021 alle 19:02L’ho trovata una ferrata bellissima, che non ha nulla da invidiare a molte celebrate ferrate delle Alpi. Innanzitutto, si sviluppa in un ambiente meraviglioso, con panorama continuo su una valle boscosa e fresca, e su roccia semmpre bellissima e solida. Dal punto di vista tecnico, è molto varia, anche se il movimento dominante è quello della progressiione in trazione su traverso; ha però alcune emozionanti parti in discesa, entrate e uscite da piccole gole, alcune salite in verticale che si possono eseguire con trazione sul cavo, e addirittuta un passaggio in cui si cammina sul tronco di un alberello che si sporge obliquamente da una goletta. La cosa da notare però è che l’ultimo 15-20% della ferrata è atleticamente molto impegnativo (almeno per il mio livello), con due tratti verticali e leggermente strapiombanti da risalire che si affrontano, dato che si trovano verso la fine, con gambe e (soprattutto) braccia stanche. Io ho dovuto aggirarli (il primo — quello che nella relazione è descritto come il “camino decisamente strapiombante” — riscendendo di cinque-sei fittoni, staccandomi dal cavo, e risalendo per il bosco, aggirando questo camino sulla destra; il secondo — quello che nella relazione è chiamato il “passaggio chiave” — semplicemente andando a destra al bivio appena prima del ponte tibetano). Nel complesso, bellissima ferrata, raccomandabile a ferratisti con una certa esperienza e con un po’ di forza nelle braccia.
Janettina
13/08/2020 alle 17:55Per una principiante come me è stata tosta, ho dovuto spesso usare il cavo Per aggrapparmi perché non ci sono appigli sulle rocce, bella e movimentata con finale thriller, ero allo stremo ma ne sono uscita, credo che la rifarò tra qualche anno…
Alessandro Iotti
19/08/2018 alle 16:07E’ stata una piacevole sorpresa questa ferrata nei Monti Pisani. La ferrata si sviluppa prevalentemente in traverso su roccia particolare (conglomerato). Ottima aderenza nei tratti in trazione. La ferrata è atletica con passaggi da studiare sia in salita che in discesa. L’ultimo tratto della via dopo il ponte sospeso è breve ma atletico, ostico e serve buona tecnica per risalirlo senza trazionare eccessivamente il cavo. Ottima nei mesi freddi.
billogila55
15/08/2018 alle 16:13Ferrata di medie difficoltà. Alcuni passaggi in traverso e strapiombo la rendono affascinante.
Da semplice amatore, ho utilizzato spesso il cavo come aiuto per salire.
Adatta all’escursionista con l’ abilità di arrampicarsi e con moderata esperienza.