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Relazione della Ferrata Sartor al Monte Peralba. La salita è di media difficoltà e piuttosto breve inserita all'interno di una piacevole escursione al monte più alto della zona di Sappada. Rientro per l'impegnativa via normale sul versante nord.
Per percorrere la Ferrata Sartor al Peralba, dovremo raggiungere il Rifugio Calvi posto tra il Chiadenis e il Peralba. Il punto di partenza dell'itinerario è situato lungo la Strada Provinciale 22 che collega Cima Sappada con le Sorgenti del Piave. Cima Sappada è circa 1 Km verso est rispetto al comune di Sappada posto lungo la strada che collega Veneto (Santo Stefano di Cadore) e Friuli (Comeglians). Dal centro di Cima Sappada parte una strada a sinistra con chiare indicazioni per le Sorgenti del Piave. Proseguiamo sulla strada asfaltata, a tratti stretta, che sale per 8 Km e termina al Rifugio Sorgenti del Piave. Prima di raggiungere il rifugio noteremo un ampio parcheggio al bordo strada dove è possibile lasciare l'auto per intraprendere l'escursione. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Lasciata l'auto nel parcheggio (ca 1800 m) seguiamo le indicazioni per raggiungere il Rifugio Calvi. Il sentiero inizia su una sterrata che sale tra tornanti fino a incontrare presto un bivio. A destra sale un sentiero attrezzato indicato "Sentiero delle Marmotte". Entrambi i sentieri raggiungono il rifugio in circa 45' dal parcheggio. Giunti al Rifugio Calvi (2167 m) si seguono le indicazioni verso il Peralba e il Passo Sesis e dopo circa 15' di salita incontriamo un bivio (2272 m) in cui teniamo la sinistra verso la bastionata rocciosa del Peralba. Proseguiamo fino a raggiungere la targhetta in marmo e l'inizio delle attrezzature metalliche (2360 m - 1h 30' dal parcheggio).
A destra della targhetta in marmo bianco sale una lunga serie di cambre metalliche su liscia placca. Guadagniamo rapidamente quota ed esposizione passando un paio di punti leggermente strapiombanti. La placca prosegue dopo uno stretto balconcino passando da ampie cambre orizzontali a pioli e maniglie diminuendo gradualmente la verticalità e salendo ora su una parete più appoggiata. Si sale su roccia buona dove non sempre sono presenti ampi appigli ma in cui alcune scanalature nella roccia aiutano la progressione. La ferrata prosegue in questo tratto su linea pressoché dritta essendo la placca abbastanza appoggiata e non difficile.
Dopo una settantina di metri di salita piuttosto appoggiata il cavo piega a sinistra. Ci voltiamo un attimo per guardare il Rifugio Calvi e la quota guadagnata per poi ripartire. Procediamo per una decina di metri su stretta cengia a sinistra e ci troviamo sotto un colatoio dove risaliremo. Attenzione lungo questo tratto alla potenziale caduta di sassi. Il cavo sale ora in diagonale verso destra. Saliamo su parete ben appigliata fino al termine delle attrezzature metalliche (40' dall'attacco).
La ferrata è terminata ma per raggiungere la vetta del Peralba si deve seguire la modesta traccia con sbiaditi segni rossi che sale in vetta. Saliamo seguendo la traccia individuando man mano che si procede la croce e la madonnina sommitale. Raggiungiamo il crinale dove a destra saliamo in vetta mentre a sinistra scende la via Ovest, possibile alternativa più lunga di discesa. Raggiungiamo la vetta del Peralba caratterizzato da una croce, una campana e una madonnina e con una magnifica vista (2694 m - 1h 15' dall'attacco - 2h 45' dal parcheggio).
La discesa avverrà per il ripido sentiero che scende sul versante nord. Iniziamo la discesa e ci incamminiamo con una certa esposizione verso una forcella dove incontriamo due targhe metalliche: una per la visita del papa e l'altra per i caduti della Grande Guerra. Incontriamo un bivio che porta a resti della guerra, noi teniamo la destra seguendo un bollo rosso a destra di un intaglio nella roccia. Inizia la ripida discesa portandoci in un canalino attrezzato piuttosto ripido e su fondo friabile su cui è assolutamente consigliato tenere l'imbraco. La discesa è ripida e, nonostante sia parzialmente attrezzata, è forse il tratto più difficoltoso della via anche a causa della roccia spesso umida. Continuiamo la discesa su sentiero e traccia molto labili in cui dovremo seguire la linea di discesa logica per raggiungere la valle dopo aver passato un canalone e essere discesi al margine di un ghiaione. Raggiungiamo una palina dove seguendo le indicazioni teniamo la destra e saliamo al Passo Sesis dal quale scendiamo al sottostante Rifugio Calvi (1h 15' dalla vetta). Dal rifugio scendiamo al parcheggio per il sentiero di avvicinamento (30' dal rifugio - 1h 45' dalla vetta - 4h 30' totali).
La Ferrata Sartor è una ferrata breve priva di difficoltà tecniche di rilievo che sale sul versante sud del Peralba. La prima sezione della via è verticale con molte staffe presenti. La seconda parte della via è più appoggiata e arrampicabile. L'ultimo tratto di salita è un sentiero in quota per raggiungere la vetta. Escursione molto bella dal punto di vista paesaggistico e non eccessivamente difficile.
Una menzione la merita tuttavia il rientro. La discesa avviene per la via normale di salita al Peralba. Già dai primi metri di discesa noteremo la forte esposizione e le difficoltà presenti nel sentiero. Questo tratto è anche esposto a nord e quindi facilmente innevato anche a inizio stagione.
Dal passo Sesis è possibile dirigersi verso est all'attacco (30') della Ferrata del Chiadenis (3h salita e discesa) che ci conduce al Rifugio Calvi e quindi è un'ottima candidata per una lunga gita abbinando due itinerari attrezzati.
Se scendiamo a Sappada incontriamo il Sentiero Attrezzato Simone al Creton dell'Arco. Da Sappada proseguendo verso ovest in direzione del Cadore incontriamo il Sentiero Attrezzato d'Ambros al confine con l'Austria e poi la Ferrata Mazzetta, la Ferrata Zandonella, la Roghel e la Ferrata alla Croda Rossa di Sesto nelle Dolomiti di Sesto. Proseguendo invece in direzione del Friuli incontriamo prima la Ferrata del Coglians e più a valle la Ferrata dei Cinquanta del Clap.
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pandrake
19/07/2020 alle 21:00Fatta per salire velocemente sul Peralba dopo aver fatto il Chiadenis. La parte attrezzata, di per sé, è abbastanza corta rispetto a tutto il percorso di salita. Finite le attrezzature sì procede in scrambling su per una pietraia dove si alternano balze a gradoni e fondo ghiaioso più scivoloso. Si seguono i bolli e le frecce rosse, senza che sia sempre evidente una traccia di sentiero.
Il rientro, complice anche la minaccia di pioggia, per la via nord, è abbastanza impegnativo e rischioso. In cima si trovano dei tratti di cavo d’acciaio, più in basso servono passi precisi e ginocchia forti. C’è un brevissimo tratto di disarrampicata su roccia abbastanza levigata, circa 3 m di dislivello, ma non è fortunatamente esposto e veramente la difficoltà è bassa. Vale la pena stare invece molto attenti sulle parti di ghiaione. Nonostante la stagione inoltrata ho trovato qualche macchia di neve che è meglio evitare accuratamente. Tantissima gente, anche impreparata. Consiglio di fare in settimana, se si vuole un’esperienza più “selvaggia”.
Filippo Rosi
17/05/2019 alle 10:50Bellissimo giro attorno alle Sorgenti del Piave sul confine con l’Austria. Salito al Peralba dalla Ferrata Sartor. Bel giro, panorama stupendo. Difficoltà contenute. Attenzione a non percorrerla se c’è rischio pioggia per il rientro ripido.