La Ferrata alla Cima Nova è una breve ferrata che aiuta a salire sull'ardita Cima Nova in Val Badia. Si tratta di un lungo e impegnativo itinerario, attrezzato negli ultimi 100 metri prima della croce. Ferrata senza passaggi tecnicamente proibitivi ma molto esposta, in particolare nella placconata sud che caratterizza la Cima Nove. Escursione per larghi tratti in ambiente solitario e austero con brevi passaggi esposti non protetti.
Il punto di partenza dell'itinerario è il Rifugio Pederù raggiungibile da San Virgilio di Marebbe in Val Badia - Bolzano - seguendo le indicazioni che già in centro paese indicano "Pederù". Percorriamo la strada asfalta che ci condurrà al rifugio dove c'è un ampio parcheggio a disposizione. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dal Rifugio Pederù (1548 m) seguiamo l'ampio e turistico sentiero 7 che si addentra verso sud nel Vallone di Fanes. Raggiungiamo in rapida successione tre rifugi e punti di ristoro generalmente aperti tutto il periodo estivo: il Rifugio Pices Fanes (2007 m), il Rifugio Fanes (2060 m - opzionale con breve deviazione) e il Rifugio Lavarella (2050 m - 1h 30' dalla partenza). Dal Rifugio Lavarella teniamo il segnavia 13 che si addentra in direzione nord verso destra Piano delle Sarenes che in costante salita ci fa raggiungere il Passo di Sant'Antonio (Ju de Sant'Antone - 2466 m - 2h 30' totali).
Lasciamo il sentiero 13 che scende in direzione della Val di Fanes e poi della Val Badia. Seguiamo il cartello che ci fa salire in direzione est su un ripido ghiaione con alcuni bolli rossi e alcune facili roccette fino a raggiungere una sella prativa con stupendo panorama sulla Cima Dieci e sulla Cima Nove dove terminano i segni ma si segue a occhio l'itinerario sulla cresta in direzione nord-ovest che ci conduce all'attacco delle attrezzature dopo un leggero saliscendi. Questo tratto è contornato da precipizi su entrambi i lati quindi l'assenza di segni non crea particolari problemi (2800 m - 3h 30' totali).
La ferrata risale circa 100 metri che ci lasceranno sul pendio ghiaioso con cui raggiungeremo la vetta. I primi tratti attrezzati ci assicurano in un tratto di cresta che risale vicino al precipizio della parete nord in un tratto moto ben gradonato più simile a un sentiero attrezzato che a una ferrata vera e propria. Dopo i primi metri ci spostiamo sul versante sud - maggiormente esposto - su cui si sviluppa il cavo metallico in un tratto ancora privo di difficoltà tecniche. Proseguiamo su moderata pendenza fino a un sasso dove il cavo termina e riattacca due metri più avanti per il tratto più interessante della ferrata.
Iniziamo ora un lungo e decisamente aereo traverso verso sinistra su una liscia placconata in cui dovremo procedere in aderenza con lo scarpone. Saliamo questo tratto e il cavo procede più in verticale in direzione di un tratto di spigolo molto aereo dove guadagniamo quota in forte esposizione fino a raggiungere un camino di media difficoltà da risalire. Saliamo questo tratto - probabilmente il più tecnico dell'itinerario sebbene abbastanza appoggiato - e ci troviamo all'ultimo tratto della via ferrata. Saliamo un'ultima placca inclinata e alcune esposte roccette sommitali oltre le quali terminano le attrezzature (45' dall'attacco).
Siamo ora su un pendio ghiaioso in vita della croce di Cima Nove (2968 m - 15' dal termine delle attrezzature - 4h 30' totali).
Il rientro avviene a ritroso per l'itinerario di salita, inclusa la via ferrata (3h 30' dalla vetta - 8h totali).
La Ferrata a Cima Nove non presenta particolari difficoltà tecniche ma si sviluppa lunga una parete molto esposta con placche lisce e verticali molto caratteristiche che potrebbero creare alcuni problemi a persone con poca esperienza e piede non fermo. Questa va tuttavia abbinato a passaggi senza difficoltà con ottima attrezzatura.
Il rientro avviene percorrendo la ferrata in discesa. La ferrata, come detto, è molto esposta e deve essere percorsa con molta attenzione. Un altro aspetto su cui tenere alta l'attenzione è il meteo. L'escursione è lunga e, dopo la prima serie di rifugi, è abbastanza isolata quindi da percorrere con tempo stabile. Attenzione sul pianoro sommitale in discesa - in caso di nebbia o nuvole basse - a individuare il canalino dove sono presenti le attrezzature per la discesa.
In alternativa alla partenza dal Rifugio Pederù possiamo lasciare l'auto in località Spescia (1549 m) in Val Badia (indicazioni per Google Maps qui) e salire ripidamente col sentiero 13 lungo la Val di Fanes fino a raggiungere il Jeu di S. Antonio (2466 m). Sebbene più breve in termini di distanza percorsa, questa salita è più fatica e ripida. Durata itinerario 7h a/r.
Il Sasso delle Nove è una montagna molto particolare e, sotto certi aspetti, unica tra le Dolomiti. Mentre ci si avvicina alla via ferrata è impossibile non notare la lunga placconata appoggiata della parete sud. Questa lunga placca appoggiata (ma non troppo..!) è stata salita dai fratelli Messner con ben 3 itinerari di vera aderenza (Direttissima, Heidi, Placche). Le vie sono state per la loro epoca - fine anni 60 - veri e propri banchi di prova sopratutto alla luce del fatto che si arrampicasse con scarponi rigidi. Oggi, la più ripetuta di queste vie, è la Direttissima Messner che oltre richiedere buona tecnica è, almeno per i canoni attuali, da cardiopalma per quanto riguarda le lunghezze tra le protezioni.
Il Sasso delle Nove si sviluppa sulla vetta settentrionale del Gruppo del Sasso della Croce. Su questo pulpito e sul vicino Sasso delle Dieci si sviluppano due ferrate, spesso abbinate. Scendendo più a sud lungo il gruppo si incontra anche il Sentiero Attrezzato Tru Dolomieu e la lunga Ferrata della Pace. Sempre vicino la Val di Fanes nella zona nord vicino il Lago di Braies si sviluppa la facile Ferrata di Valdaora alla Cima dei Colli Alti.
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Filippo Rosi
14/04/2019 alle 12:55Giro lunghissimo ma molto bello che culmina in un monte dalla forma unica. Lunghissima placca che con la ferrata si aggira e si sovrasta. Stupenda la vista sulle valli interne.