La Ferrata Sci Club 18 è una difficile ferrata che da Cortina d'Ampezzo ci conduce per ripida e atletica salita al Monte Faloria. La ferrata è verticale, esposta e con passaggi difficili quindi da riservare a escursionisti allenati e con buona esperienza. Rientro possibile con funivia.
Il punto di partenza dell'escursione è situato in località Sompiei sopra Cortina d'Ampezzo. Dal centro di Cortina si prende la Strada Regionale delle Dolomiti in direzione di Misurina e Auronzo di Cadore. Dopo meno di un chilometro sulla destra prima del cartello "Alverà" si stacca una strada che prendiamo e seguiamo fino a intravedere la funivia. Poco prima una sterrata si stacca a sinistra. La prendiamo e parcheggiamo l'auto facendo attenzione ai parcheggi privati presenti. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dal parcheggio si sale in direzione est seguendo il sentiero in direzione della stazione a monte della funivia. Raggiungiamo la stazione intermedia di Mandres dove, seguendo le chiare indicazioni, intraprendiamo il sentiero 206 in leggera salita fino all'uscita del bosco dove piega a destra e sale ripidamente in direzione della parete rocciosa del Monte Faloria. Seguiamo gli abbondanti cartelli lungo la via che ci guidano al punto in cui abbandonare il sentiero 206 e tenere la destra per raggiungere l'attacco della Ferrata Sci Club 18 dove è presente una targhetta metallica a indicarne la data di costruzione (1h dal parcheggio).
A destra della targhetta metallica c'è l'attacco della ferrata è subito verticale e la lunga parete sopra le nostre teste ci dà l'idea della salita che stiamo per affrontare. I primi metri sono verticali e servirà una prima trazione per vincere i primi due metri oltre i quali troviamo alcuni appoggi per i piedi. Saliamo questo primo balzo deciso e ci troviamo sotto una nuova parete liscia con un tetto roccioso a sbarrarne la salita. Si sale piegando verso destra per aggirare il tetto roccioso utilizzando alcune solide staffe metalliche. Aggiriamo il tetto e continuiamo a guadagnare rapidamente quota salendo alternando staffe e discreti appoggi risalendo un tratto leggermente strapiombante, non eccessivamente impegnativo. Pieghiamo a destra in una cengia e ci posizioniamo sotto uno spigolo.
Aggirato lo spigolo saliamo una lunga parete rocciosa alternando nuovamente tratti con staffe con passaggi impegnativi dove sarà molto difficile arrampicare data la roccia piuttosto liscia e si salirà trazionando sul cavo. Saliti questi 20 metri di placca giungiamo su un terrazzino in cui è possibile sostare prima di proseguire. Si sale su un breve tratto appoggiato prima di affrontare un traverso ascendente verso destra. La roccia è levigata ma non è eccessivamente difficile percorrere il traverso raggiungendo un nuovo spigolo dopo una esile cengia. Rimontiamo non senza affanno il primo balzo per poi salire la parete verticale. Nella parte alta, la fune metallica piega a destra per portarci a percorrere un traverso dove alcune staffe metalliche ci sostengono nell'esposto passaggio. Ci spostiamo verso destra in direzione di un nuovo spigolo che aggiriamo e ci troviamo una cengia utile per prendere fiato, godere del panorama e notare che proprio sopra le nostre teste sale la funivia per il Rifugio Faloria.
Percorsa la cengia in salita verso destra affrontiamo ora un nuovo tratto verticale che, rispetto ai precedenti risulta più appigliato e arrampicabile. Il cavo parte verticale e dopo una deviazione a sinistra, poi a destra riparte verticale. Alcune staffe sono presenti nei tratti meno appigliati ma, nel complesso, risulta meno impegnativa delle precedenti. Risalito il tratto verticale pieghiamo a sinistra scendendo in direzione di un canalino con fondo instabile. Attraversiamo il canalino e con una cengia raggiungiamo il punto in cui il cavo risale uno spigolo. Saliamo i primi metri non troppo impegnativi ma verticali per poi raggiungere una placca verticale decisamente impegnativa. Sono presenti staffe ma la distanza tra esse e la roccia particolarmente levigata rendono questi passaggi molto atletici. La placca in questione è lunga ed è consigliabile cercare ogni appiglio per non esaurire le energie. Si sale fino a raggiungere un tetto roccioso che saliamo con l'ausilio di una breve scaletta. Raggiungiamo un breve terrazzino a cui seguono alcuni metri di cengia prima di partire nuovamente in verticale per alcuni metri ancora decisamente impegnativi e difficilmente arrampicabili. Terminiamo questi passaggi e raggiungiamo la parte superiore della placca che è più arrampicabile e meno impegnativa. Raggiungiamo un camino che si raggiunge da sinistra su un traverso ed è piacevolmente arrampicabile, trovando buoni appigli su entrambi i lati e si risale in spaccata.
Raggiungiamo ora una cengia che scende leggermente verso destra fino a portarci a un traverso. Il traverso sale in diagonale inizialmente con difficoltà contenute e buone staffe per i piedi poi termina in un passaggio di 3 metri leggermente strapiombante in prossimità di un esposto spigolo. Aggirato lo spigolo percorriamo un traverso orizzontale non impegnativo per procedere salendo verso destra alcune roccette in direzione di una fessura. Ci addentriamo nella fessura col cavo che inizialmente è sul lato destro per poi salire a sinistra. Dovremo salire la fessura in spaccata trovando gli appigli su entrambi i lati, principalmente su quello destro. Usciamo dalla fessura su un ampio balcone dove è possibile temporeggiare e godere del panorama sulle Tofane prima di proseguire nel proseguo della via.
Iniziamo l'ultima sezione della via percorrendo una cengia in salita verso sinistra che ci porta ad aggirare uno spigolo vedendo dritti a noi la meta della nostra escursione, ovvero la stazione a monte della funivia. Sebbene a prima vista l'arrivo sembri prossimo, appena a destra notiamo un imponente spigolo con molte e vistose staffe lungo entrambi i lati. Saliamo i primi metri verticali e lo spigolo prende la forma di un diedro con staffe su entrambi i lati che, assieme a buoni appigli naturali, rende non difficile la progressione. Usciamo dal diedro proseguendo sul lato destro verticalmente in crescente e forte esposizione seguendo le numerose staffe. Il cavo piega ora verso destra aggirando lo spigolo e salendo sul versante interno dello spigolo. La relativa facilità dei passaggi viene interrotta da un tetto roccioso più atletico che saliamo con l'ausilio di una staffa e proseguiamo per terminare la placca verticale.
Terminiamo il tratto verticale e iniziamo una cengia che si interrompe momentaneamente per un salto verticale attrezzato con alcune staffe. Lo risaliamo e proseguiamo inizialmente in leggera discesa verso un canalino con fondo detritico e non protetto, poi risalendo verso una forcella che raggiungiamo per un sentiero. Siamo negli ultimi tratti della via. Dalla forcellina risaliamo un tratto verticale attrezzato con staffe che ci conduce sulla cresta che senza particolari difficoltà affrontiamo risalendo in arrampicata i vari tratti attrezzati. Percorriamo una cengia che ci conduce a un balzo verticale attrezzato a cui segue un traverso con cui aggiriamo uno spigolo e salendo una rampa siamo al termine della Ferrata Sci Club 18 (2h dall'attacco - 3h totali).
Terminata la ferrata siamo a vista del Rifugio Faloria dove arriva la funivia che sale da Cortina d'Ampezzo. A questo punto avremo due opzioni di rientro:
La Ferrata Sci Club 18 è una ferrata sotto alcuni aspetti non tipicamente dolomitica. Non si sale su una vetta vera e propria. L'attrezzatura è molto recente, cavo ottimamente tirato e staffe abbondanti ma non esagerate. Dal punto di vista della sicurezza sono presenti coni sui fittoni che aumentano la sicurezza, fattore sicuramente molto buono in una ferrata così verticale dove l'eventuale fattore di caduta può avere serie conseguenze in caso di caduta. La ferrata viene a volte criticata per la ricerca delle difficoltà di salita sollecitando frequentemente le braccia obbligando la trazione sul cavo. Ferrata molto esposta lungo tutto il tracciato. Come indicato al termine della via, la Ferrata Sci Club 18 non è percorribile in discesa.
La Ferrata Sci Club 18 è un itinerario impegnativo e atletico che, anche se percorribile in una mattinata, potrebbe non lasciarci molte energie per intraprendere un secondo itinerario attrezzato in giornata. Da Cortina e le sue vicinanze comunque partono molti itinerari attrezzati. Proseguendo in direzione di Auronzo di Cadore incontriamo la Ferrata Bianchi e la Ferrata Dibona al Cristallo. Proseguendo invece in direzione di Dobbiaco incontriamo in rapida successione la Ferrata alla Terza Cengia del Pomagagnon, la Ferrata Bovero, la Ferrata Strobel, il Sentiero Attrezzato alle Cascate di Fanes e infine la Ferrata Renè de Pol. Infine salendo in direzione del Passo Falzarego incontriamo tutte le ferrate delle Tofane e del Civetta.
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SILVESTRO CESCHIN
16/11/2020 alle 19:06Ferrata molto esposta e molto bella, il panorama è bellissimo, non ho trovato particolari difficoltà, il primo tratto è quello piu’ difficile, guardando bene gli appigli si trovano e si puo’ arrampicare senza tirarsi su con il cavo, bravi a quelli che l’anno ideata.
Alessandro Iotti
30/06/2019 alle 21:31La ferrata mi è piaciuta molto. Bella, tosta in alcuni punti, ma molto logica nei passaggi. Arrampicabile nella sua quasi totalità. Verticale ed esposta è un bell’itinerario per chi è esperto di ferrate e magari con un po’ di tecnica di arrampicata. L’ambiente circostante è maestoso con tutti i monti della Conca Ampezzana a fare da sfondo.
Filippo Rosi
17/05/2019 alle 10:43Ferrata a tratti dura e a tratti molto piacevole. Verticale, esposta e impegnativa. A me è piaciuta. E’ forse l’unica ferrata atletica attorno a Cortina.