La recente e molto difficile Ferrata Tabaretta risale un'imponente parete rocciosa sul versante nord dell'Ortles sotto Punta Tabaretta. Questo itinerario associa difficoltà tecniche di estrema difficoltà con un itinerario di alta montagna che richiede elevata preparazione fisica e mentale. Non ci sono vie di fuga e l'itinerario presenta molti tratti difficili e alcuni estremamente difficili. Il panorama in cui si sviluppa è notevole e si salirà oltre i 3000 metri con la parete nord dell'Ortles al nostro fianco lungo tutta la salita.
Il punto di partenza dell'itinerario è la stazione a monte della funivia della funivia dell'Orso. Dovremo scendere alla stazione a 2330 m e non proseguire oltre.
Per giungere a Solda generalmente si esce dall'autostrada a Bolzano Sud e si prosegue fino a Merano. Proseguiamo quindi in direzione del Passo dello Stelvio fino alle indicazioni per Solda a sinistra. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dalla stazione a monte della funivia seguiamo il sentiero CAI 10 che risale a mezza costa fino a un bivio dove terremo la sinistra imboccando il sentiero CAI 4A. Proseguiamo verso ovest aggirando la parete nord dell'Ortles che svetta sopra la nostra testa. Proseguiamo senza difficoltà fino a innestarci sul sentiero CAI 4 e risalire alcuni tornanti fino a raggiungere il Rifugio Tabaretta (2556 m - 45' dalla stazione a monte della funivia), ideale punto di appoggio per l'escursione.
Dietro il rifugio parte il sentiero segnato "Ferrata - Parete Nord" che proseguendo mezza costa in direzione sud ovest verso la parete nord dell'Ortles e ci conduce all'attacco della ferrata sotto un'imponente bastionata rocciosa (15' dal rifugio - 1h dalla stazione a monte della funivia).
La ferrata inizia risalendo alcune roccette nei pressi di uno spigolo. Dopo questi primi passaggi facili iniziamo a risalire questo spigolo guadagnando rapidamente esposizione e iniziamo ad affrontare una situazione che ci accompagnerà lungo il resto della via: pochi appigli per mani e piedi che ci costringeranno a tirare sulla fune per salire. Risalito questo spigolo siamo su un piccolo terrazzo roccioso dove scendiamo un paio di metri per poi risalire un diedro. Risaliamo il diedro in forte esposizione e una volta usciti proseguiamo su una placca diagonale che ci porta su un terrazzino.
Nel 2019 l'attcco originale - descritto sopra - è stato modificato e reso più impegnativo. Si sale una parete di un centinaio di metri che, con difficoltà accentuate, si innesta sul terrazzino. Questa sezione è verticale, esposta e povera sia di appigli che di appoggi per mani e piedi.
A questo punto risaliamo verso destra alcune roccette prima di risalire una placca verticale oltre la quale facciamo un breve traverso verso destra prima di salire un angusto diedro. Alla fine del diedro un tetto roccioso ci obbliga a traversare verso sinistra in prossimità di una fessura nella roccia. Questo è un primo tratto faticoso della salita in cui la forte esposizione si aggiunge ad oggettivi tratti di impegno fisico. Dopo il traverso la fune parte verticale a risalire un tratto con pochi appigli leggermente strapiombante. Risalito questo siamo su un nuovo piccolo terrazzino in cui è possibile vedere il dislivello già risalito e il Rifugio Tabaretta a valle e l'Ortles alle nostre spalle e in cui consigliabile rifiatare prima di procedere.
Risaliamo ora inizialmente verticale per alcuni metri prima di piegare in diagonale verso destra e percorrere un difficile e impegnativo traverso ascendente con pochissimi appigli per i piedi che ci metterà a dura prova. Questo è il famoso Geelen Knott che rappresenta il passaggio chiave della via. Questo tratto richiede di essere percorsi in rapidità e con forza di braccia evitando di temporeggiare per non bruciarsi le braccia (utile un rinvio o fettuccia in questo passaggio. Il traverso si sviluppa sotto un tetto roccioso oltre il quale il cavo parte verticale con una nuova fune a destra in un tratto sempre povero di appigli. Passiamo questi primi metri e troviamo un punto in cui è possibile riprendere fiato prima di ripartire in verticale.
Risaliti alcuni metri verticali, aggiriamo uno spigolo e procediamo in un tratto verticale abbastanza appigliato giungendo in un largo terrazzino da cui parte una breve cengia in cui è nuovamente possibile rifiatare e studiare lo sviluppo verticale dei successivi metri. Risaliamo una placca di una ventina di metri utilizzando alcune comode sporgenze delle rocce. Risaliamo alcune facili roccette e ci troviamo in un primo tratto appoggiato fino a una nuova placca liscia in cui per procedere dovremo tirare sul cavo. Traversiamo verso destra in forte esposizione e ripartiamo verticali in uno dei tratti più arrampicabili della via. Traversiamo verso destra e proseguiamo la salita ora meno difficile che in precedenza.
Questo tratto facile si interrompe però rapidamente e si riparte su placche abbastanza lisce con cui guadagnare nuovamente quota. Dopo questo tratto ci troviamo in un tratto di cresta abbastanza facile rispetto alla media della via. Dopo questo tratto di collegamento raggiungiamo il libro delle firme e affrontiamo l'ultimo tratto della via. Iniziamo su uno spigolo arrampicabile ed esposto. Percorriamo un traverso orizzontale esposto ma non particolarmente difficile oltre il quale saliamo una nuova parete verticale impegnativa in cui dobbiamo rimontare un piccolo tetto sporgente che visti gli sforzi precedenti ci metterà nuovamente alla prova. Procediamo in verticale sempre sul filo dello spigolo per poi percorrere un traverso ascendente verso destra impegnativo ma decisamente più appigliato del sottostante Geelen Knott. Il traverso ci porta sotto un difficile diedro. Questo diedro, come altri tratti della via, è aereo e privo di evidenti appigli. I migliori appigli sono sul lato destro dello spigolo in cui si sviluppa il diedro, tuttavia non saranno sufficienti per procedere senza utilizzare il cavo almeno in alcuni punti. Risalito il diedro ne usciamo verso sinistra in un passaggio verticale ma più appigliato del diedro. Siamo ora su un piccolo terrazzino dove è possibile riposare un attimo prima di ripartire in verticale su una placca oltre la quale siamo su tratto di roccette prima di risalire un breve camino. Risaliamo alcuni metri di roccette, una placca verticale priva di difficoltà e in breve terminano le attrezzature metalliche e con esse la Ferrata Tabaretta.
Percorriamo un sentiero tra ghiaia e sassi per collegarci al sentiero di cresta che dal Rifugio Payer sale all'Ortles e siamo al punto più alto dell'itinerario (3076 m). Alla nostra destra vedremo il Rifugio Payer pochi metri più in basso. Seguiamo il sentiero di cresta e raggiungiamo il Rifugio Payer (3029 m -2h dall'attacco - 3h 45' dalla stazione a monte della funivia).
Dal Rifigio Payer proseguiamo seguendo il sentiero di cresta CAI 4 che con tratti esposti e parzialmente attrezzati giungiamo alla Forcella dell'Orso (2871 m) dove il sentiero scenderà ripidamente in direzione del sottostante Rifugio Tabaretta. Questo tratto è inizialmente ripido ed esposto poi gradualmente più dolce fino a giungere nella Vallata di Solda (1h 30' dal Rifugio Payer - 5h 15' totali).
Dal Rifugio Tabaretta proseguiamo a ritroso per il sentiero di avvicinamento fino alla stazione a monte della Funivia dell'Orso (30' dal Rifugio Tabaretta - 5h 45' totali).
La Ferrata Tabaretta è una ferrata estremamente impegnativa che si sviluppa in un ambiente tra i più imponenti delle Alpi in territorio italiano. L'itinerario è ottimamente attrezzato ma questo non deve portare a sottovalutazioni. La ferrata non dà tregua lungo la sua salita e la maggioranza dei tratti è di livello difficile e molto difficile con punte di estremamente difficile (ad esempio il famigerato traverso del Geelen Knott). L'ambiente richiede assoluta preparazione anche riguardo al meteo visto che si sviluppa nell'intorno dei 3000 metri e non ha vie di fuga prima di completare la via ferrata e giungere al Rifugio Payer (3029 m). Si consiglia vivamente di percorrere la ferrata in giornate di meteo stabile e la mattina.
Rispetto ad altre ferrate molto impegnative (es: Gamma 2, Pisetta) mancano gli appigli in diversi punti e per questo si rischia di stancare molto le braccia. Può essere una valida idea utilizzare un rinvio o una fettuccia per potersi riposare in alcuni difficili tratti.
Per i tratti molto difficili di questa via ferrata, può essere utile leggere l'articolo che abbiamo preparato su "Come sostare lungo una Via Ferrata".
La Ferrata Tabaretta all'Ortles è una delle ferrate più impegnative di tutto il panorama alpino e richiede un elevato grado di preparazione. Per gli appassionati di questo tipo di escursioni, sempre da Solda si potrebbe intraprendere l'impegnativa escursione alla Ferrata della Croda di Cengles. Risalendo la valle fino a Naturno si potrebbe percorrere la Ferrata Hoachwool oppure da Merano si potrebbe percorrere la più facile Ferrata Heini Holzer. Lungo la statale dello Stelvio è possibile anche raggiungere la Ferrata di Trafoi nell'omonimo villaggio. Vicino Merano è stata installata nel 2020 la Ferrata Ziel.
Se uno fosse interessato a ferrate d'alta quota in ambiente simile a quello in cui si sviluppa la Ferrata Tabaretta, si potrebbe scendere verso il Parco dell'Adamello Brenta e percorrere la Ferrata Monte Nero con la conseguente salita alla Presanella. Spostandoci invece verso il Passo del Tonale si può percorrere il panoramico Sentiero dei Fiori. Invece procedendo verso la Val Passiria, si può percorrere la recente Ferrata delle Cascate di Stuller.
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Filippo Rosi
04/07/2019 alle 15:50Parliamo di una signora via. Difficile, a tratti estremamente difficile. Ambiente stupendo a due passi dall’Ortles. Sconsigliata a chi non è capace di arrampicare.