Generale:
La Ferrata del Venticinquennale al Corno Occidentale di Canzo è una difficile ferrata nel comasco. La Ferrata ha un avvicinamento abbastanza lungo e si sviluppa su una parete molto impegnativa con poco utilizzo di staffe metalliche. Richiede buona capacità di arrampicare per evitare di utilizzare troppo la catena e quindi sforzare inutilmente le braccia.
Località di partenza:
Il punto di partenza dell'itinerario sono le Sorgenti di Gajum, nel comune di Canzo, in provincia di Como. Da Canzo si risale per via Gajum fino agli alberghi in cui c'è uno spiazzo per parcheggiare.
C'è modo di partire anche nel comune di Valbrona ma l'itinerario è più lungo, così come è possibile per gli escursionisti più allenati combinare questa ferrata con la Ferrata al Corno Rat partendo da Valmadrera (Lecco) e fare un lungo itinerario ad anello (maggiori informazioni nella relazione della Ferrata del Corno Rat)
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Avvicinamento:
Da Gajum si deve raggiungere il rifugio di Terz'Alpe. Si hanno due opzioni: seguire il sentiero che costeggia il torrente Ravella oppure seguire il sentiero che giunge a Prim'Alpe e Second'Alpe. Giunti al rifugio Terz'Alpe si segue il ripido sentiero verso nord in direzione della Colma di Pianezzo. Poco prima di giungere alla croce, sulla destra seguiremo un sentiero che lungo un ghiaione ci porta all'attacco della Ferrata del Corno Occidentale di Canzo (1h 45' dal parcheggio a Gajum).
Ferrata:
La ferrata attacca inizialmente per un breve tratto di placca appoggiata verso destra, poi piega a sinistra in diagonale su parete ottimamente appigliata fino a giungere sotto una lunga, impegnativa parete. La placca è liscia e originariamente era senza staffe. Ora son stati inseriti alcuni appigli artificiali che, assieme agli ottimi appigli e appoggi naturali presenti, facilitano la salita. Risulta evidente fin da subito che procedere arrampicando renderà la salita molto meno dura che abusando del cavo e della catena. Terminata la placca, viriamo a destra risalendo in diagonale un canalino inizialmente un po' angusto fino a raggiungere due staffe che ci aiutano nella salita. La via fino a questo punto è molto bella, logica e regala grandi soddisfazioni.
Aggiriamo un albero e siamo in prossimità di un lungo traverso a destra. Il traverso offre buoni appoggi per i piedi ma non sempre facili appigli per le mani e questo renderà talvolta necessario equilibrarsi con la grossa catena. Attenzione a sostare a lungo su pezzi in leggero strapiombo che potrebbero stancare inutilmente le braccia. Conviene procedere con ritmo per terminare il traverso.
Si termina il traverso e risaliamo un diedro non banale in cui si devono cercare i migliori appigli per le mani e i piedi per evitare di trazionare completamente il cavo. Risalito il diedro, cala un attimo la pendenza e affrontiamo alcune piacevoli roccette. Siamo ora sotto una parete più verticale, appigliata e di media difficoltà. Giungiamo quindi a una scala metallica di circa 20 metri. Terminata la scala si risale un leggera pancia e alcune roccette con alcuni piccoli infissi metallici.
Ci troviamo ora in un sentierino attrezzato in cui è possibile riprendere fiato prima dell'ultimo pilastro. Quest'ultimo pilastro richiede una buona tecnica di arrampicata per superare alcune placchette lisce (alcune staffe tuttavia sono presenti).
Si terminano le ultime pareti e si conclude la ferrata. Si seguono i bolli rossi in salita verso destra, si scende la sella e si risale sulla vetta del Corno Occidentale (1h 30' dall'attacco - 3h totali).
Discesa:
Per scendere si possono scegliere due opzioni:
Note:
Come accade in altre ferrate del lecchese, la corda è spesso affiancata o sostituita da una catena. In questo caso è abbastanza grossa e questo impedisce a volte al moschettone di seguirci nella salita. La ferrata, pur non lunga, non è da consigliare a principianti per il numero di passaggi tecnici presenti nella via.
Una nota va spesa sul Passo della Vacca, ovvero il passaggio che si dovrà affrontare almeno una volta al termine della ferrata in direzione della vetta. Questo passaggio avviene al termine della ferrata ovvero quando è facile rilassarsi dopo lo sforzo fatto. Questo è un passaggio non difficile ma esposto e non va sottovalutato.
Questa ferrata presenta sia la catena che la fune metallica. Conviene agganciare i moschettoni alla fune e, eventualmente, utilizzare la catena per trazionare.
Opportunità:
La Ferrata del Venticinquennale al Corno Occidentale di Canzo si sviluppa vicino alla Ferrata del 30° OSA al Corno Rat. Questa potrebbe essere, logisticamente parlando, percorribile lo stesso giorno senza allungare di molto l'itinerario. Tuttavia entrambe sono ferrate difficili e impegnative quindi è consigliabile valutare bene le proprie forza prima di percorrerle entrambe. Se si vogliono abbinare, suggeriamo partenza da Valmadrera, Lecco.
Altre ferrate di difficoltà simile in zona sono la Ferrata del Medale e la Ferrata Contessi al Monte Due Mani tra le Vie Ferrate a Lecco, e tra le Vie Ferrate di Como la Ferrata del Centenario CAO Como al Monte Grona e la Ferrata Sass del Tavaracc.
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Avvicinamento: 1:45 h
Ferrata: 1:30 h
Itinerario: 4:45 h
Dislivello ferrata: 250 m
Dislivello itinerario: 900 m
Altitudine max: 1373 m
Lunghezza: 11 Km
Catena: Prealpi Comasche
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fabio cavalieri
22/06/2019 alle 14:35Ferrata abbastanza semplice per le mie aspettative.
La prima parte tira molto in salita, la seconda parte rallenta e ti permette di godere del paesaggio e per finire la terza parte (dalla scala in poi) risale di nuovo.
Io personalmente la consiglio a dei principianti se accompagnati da qualcuno gia’ un po’ piu’ esperto.
Tutta la ferrrata e’ coperta bene dalla catena e solo in un tratto essa si discosta un po’ dalla traccia rendendo leggermente meno confortevole la ferrata (soprattutto se si ha un kit da ferrata un po’ corto)
marcomelioli
16/05/2019 alle 17:38Stupenda, così così, bella. Divido la ferrata in 3 sezioni: la prima parte tutta arrampicabile, bellissima, ricca di clessidre e prese fantastiche; la seconda il traverso, esposto, adrenalinico, ma troppo lungo; la terza dopo la scala, con diverse staffe, che mantiene comunque le sue difficoltà ed una certa arrampicabilità. Nel complesso ferrata molto bella, assolutamente da percorrere!
Alessandro Iotti
16/05/2019 alle 16:17La via mi è piaciuta moltissimo nella sua prima sezione. Logica, arrampicabile, difficile il giusto. Poi il lungo traverso a destra è sì emozionante ed esposto ma è difficile procedere senza utilizzare la catena per equilibrarsi. Infine l’ultima sezione è più staffata e, seppur sempre bella e arrampicabile, meno interessante secondo me. Nel complesso comunque una bella via.
david.bianchi64
04/01/2019 alle 16:50Una ferrata splendida. Difficile (ma non di quelle troppo difficili) ma veramente appagante. Le placche, i diedri, le diagonali sono tutte tecniche. Il Traverso e’ il piu’ spettacolare che abbia mai fatto.
Panorami eccezionali sui monti del triangolo lariano.
Avvicinamento lungo e con notevole dislivello, da mettere in conto. Una nota per il ritorno: se non siete interessati ad arrivare sulla cima del Corno occidentale di Canzo, potete semplicemente rimanere sull’anticima e tornare indietro prendendo il sentiero che scende poi a destra ripido come si vede nella foto. In questo modo evitate il passo della Vacca,