La Ferrata Zucco Pesciola è una bellissima, impegnativa e panoramica ferrata che si sviluppa in un ambiente suggestivo delle Orobie. Risaliti con gli impianti ai Piani di Bobbio, si affronterà questa tecnica ferrata che metterà alla prova tra camini, diedri, pareti arrampicabili e tratti di cresta. La variante difficile è da considerarsi uno dei tratti più difficili del panorama ferratistico italiano e va affrontata con ottimo allenamento e preparazione.
Il punto di partenza dell'itinerario è la stazione a monte della Funivia ai Piani di Bobbio. Per raggiungere la stazione a valle della funivia si prosegue da Lecco in direzione della Val Sassina oltrepassando Ballabio e giungendo a Barzio. Giunti a Barzio si prendono le indicazioni per il centro e successivamente per la funivia. Si risale la strada per alcuni tornanti e si giunge al parcheggio degli impianti di risalita.
Volendo di potrebbe salire anche dal versante opposto in provincia di Bergamo ma in questa relazione consideriamo la stazione a monte della funivia come il punto di partenza dell'itinerario.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dalla stazione a monte della funivia si sale lungo le piste da sci in direzione del Rifugio Lecco dal quale prenderemo verso destra il Sentiero 30 in direzione della Bocchetta di Pesciola. Intrapreso questo sentiero - che proseguendo diventa il Sentiero Attrezzato degli Stradini - giungiamo a un'indicazione per l'attacco della via ferrata poco distante dal sentiero (45' dalla stazione a monte della funivia ai Piani di Bobbio).
Un'alternativa di avvicinamento è di percorrere il Sentiero Attrezzato degli Stradini dai Piani d'Artevaggio. In questo caso si sale con la funivia ai Piani d'Artavaggio da Moggio. Si sale fino alla Bocchetta del Faggio e poi si percorre il Sentiero Attrezzato degli Stradini quasi completamente fino al cartello giallo che indica la ferrata poco sopra il sentiero (2h 15' dalla stazione a monte della funivia ai Piani d'Artaveggio).
La ferrata inizia con un bel torrione da risalire. Inizialmente si risalgono alcune roccette verso sinistra per poi iniziare a salire più in verticale su una serie di balzi rocciosi che gradualmente diventano placche verticali. La roccia è buona e permette generalmente di essere arrampicata. Si giunge a un esposto traverso che aggira uno spigolo verso destra e termina il primo torrione.
Si prosegue per un tratto di discesa attrezzato e giungiamo sul secondo tratto di salita. Si attacca il tratto iniziale della seconda parte risalendo verso sinistra una parete di una decina di metri con una fessura al centro. Questa salita presenta buoni appigli e giungiamo sotto l'imponente parete strapiombante. Questa impegnativa parete si sviluppa lungo un diedro in cui la catena scorrerà sulla destra mentre molti appigli per mani e piedi saranno sul lato sinistro così da richiedere di procedere in spaccata. Nel tratto maggiormente impegnativo potremo utilizzare un'ulteriore catena e una maniglia molto comoda per passare il tratto più sporgente. Terminato il tratto in strapiombo procediamo verso destra su un tratto più appoggiato.
Usciamo da questo impegnativo tratto e lungo un sentiero di cresta procediamo verso le sezioni successive dell'itinerario. Affrontiamo un camino abbastanza breve (4 m) e continuiamo a salire giungendo a un tratto atletico: un esposto traverso in diagonale verso destra che ci permette di rimontare uno spigolo anche grazie all'aiuto di un paio di staffe artificiali. Terminiamo questo tratto e proseguiamo in salita lungo tratti di difficoltà moderata.
Giungiamo ora in prossimità di un impegnativo diedro. Il diedro parte in verticale per 4-5 metri al termine dei quali pieghiamo in un traverso con la catena verso destra per evitare una sporgenza della roccia e completare la salita di questo impegnativo tratto.
Giungiamo ora a un bivio: a destra prosegue la via facile mentre verticalmente prosegue la via difficile.
Percorriamo alcuni metri di collegamento e una paretina. Iniziamo così l'ultimo tratto di ferrata. Dopo un tratto di sentiero risaliamo una parete verticale meno difficile delle precedenti ma con stanchezza pregressa e quindi da non sottovalutare. Breve tratto piano poi l'ultima parete appoggiata e siamo in dirittura d'arrivo, giungendo alla madonnina sommitale (1h 45' dall'attacco - 2h 30' totali).
La discesa in direzione dei Piani di Bobbio avviene andando verso est per evidente traccia di sentiero fino a una bocchetta dove imboccheremo a sinistra il ripido Canale Madonna che ci porta nella Valle dei Camosci dalla quale si scende verso ovest in direzione del Rifugio Lecco (1h dal termine della ferrata).
Attenzione al canale di rientro che, essendo a nord, risulta spesso innevato fino a stagione inoltrata e quindi potenzialmente pericoloso. Se lo si desidera percorrere, attrezzarsi di conseguenza.
La Ferrata dello Zucco Pesciola è una ferrata difficile con molti passaggi impegnativi, abbondanza di diedri e camini in cui è decisamente consigliato, se non obbligatorio, procedere arrampicando per evitare di fare eccessiva fatica. Come accade in tante altre ferrate del lecchese, la catena è a tratti lasca e quindi succede alle volte che il moschettone non scorra bene oppure che in determinati tratti tenda a buttare in fuori. D'altro canto, la catena è moschettonabile e quindi permette soste di fatto quasi ovunque.
Una nota speciale va fatta per la variante difficile. Si tratta di un tratto estremamente difficile. La parete è particolarmente povera di appigli naturali e artificiali, richiede ottima capacità di arrampicata e presenta tratti strapiombanti in cui è necessaria forza e buono stato di allenamento. Un aspetto che va sottolineato è la presenza lungo questa parete di alcuni occhielli e fittoni aggiuntivi in cui fare sosta con un rinvio. Valutare attentamente le proprie condizioni al bivio.
Per i tratti molto difficili di questa via ferrata, può essere utile leggere l'articolo che abbiamo preparato su "Come sostare lungo una Via Ferrata".
La Ferrata dello Zucco Pesciola ripercorre quasi integralmente una storica via ferrata dedicata a Domenico Rebuzzini.
Per gli escursionisti esperti, un'interessante opportunità è di raggiungere la vetta dello Zuccone Campelli e da li scendere lungo la Ferrata Mario Minonzio, ferrata che è da considerarsi moderatamente difficile ma con un paio di passaggi difficili e quindi la discesa da riservare a persone esperte e ben allenate. Se si volesse percorrere questo itinerario dal termine della Ferrata Zucco Pesciola si procede in direzione del Cristo delle Vette dove per raggiungerlo dovremo risalire un'esposta paretina con passaggi di I e II grado. Dal Cristo delle Vette si scende al Dente dei Campelli fino al termine della Ferrata Mario Minonzio che si percorrerà in discesa.
Se si decidesse di terminare l'itinerario in zona con la Ferrata Zucco Pesciola, si potrebbe andare a percorrere altre ferrate con breve avvicinamento del lecchese come ad esempio la Ferrata della Galleria di Morcate, la Ferrata del Corno del Medale (difficile) oppure in un'ora di auto raggiungere Valchiavenna per la Ferrata Succetti oppure la Ferrata Biasini. Di livello analogo suggeriamo anche la Ferrata Gamma 2 al Resegone, la Ferrata del Monte Ocone nel bergamasco e la Ferrata Contessi al Monte Due Mani.
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Davide Bonacina
20/08/2020 alle 12:24Ferrata difficile, ma per niente impossibile. E’ possibile evitare il tratto davvero difficile con una variante molto semplice. Assolutamente fattibile se si è in buona condizione fisica.
Ferrata molto esposta in alcuni punti, consiglio di usare la corda solo nei punti in cui è davvero necessaria altrimenti vi è il rischio di essere troppo stanchi una volta arrivati alla parete più difficile della ferrata (situata quasi a fine percorso).
Vincenzo
28/10/2019 alle 09:402 parole sulla variante. Molto verticale e strapiombante io lo conclusa in extremis con le braccia in fiamme. Ambiente molto bello.
steby11
27/10/2019 alle 07:57Molto bella e arrampicabile ma alcuni tratti molto atletici e fisici.
Roberto Librio
23/07/2019 alle 16:26Fatta il 23-06-2019. Ferrata molto bella e tecnica, fatta in solitaria la variante difficile, con molti tratti arrampicabili, e un tratto strapiombante particolarmente impegnativo, sconsigliata a persone che non hanno mai fatto arrampicata, o ferrate difficili.
E’ tutta attrezzata con catena grossa moschettonabile se si ha una longe a disposizione (consigliata)
Il percorso diventa abbastanza lungo, in ambiente bellissimo, se concatenato con la ferrata Minonzio in discesa, possibilità di usufruire della funivia in giornata per diminuire i tempi dell’avvicinamento e di rientro alla macchina.
Filippo Rosi
16/04/2019 alle 10:52La ferrata è bellissima e in larga parte il mio stile di ferrata preferito: roccia ottima, arrampicabile, impegnativa ma non estrema. Poi la variante è tra i tratti più duri che ho mai fatto. Molto difficile e verticale, un po’ strapiombante, poco logica. In generale però è un bel giro e lo rifarò.