Il Sentiero Attrezzato Olivato è un piacevole itinerario attrezzato che attraversa le pareti ovest del Monte Miaron nelle Prealpi Carniche. L'itinerario si snoda attraversando esposte cenge e canaloni franati che richiedono un passo fermo. Zona poco frequentata che lascerà un bellissimo ricordo di un'escursione decisamente consigliata.
Il punto di partenza dell'itinerario è il Passo Mauria situato lungo la Strada Statale 52 Carnica che collega San Candido (Bolzano) con Vanzano (Udine). Giunti al passo, si parcheggia nell'ampio piazzale antistante il Bar Ristoro al passo. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Dal parcheggio presso il Passo Mauria (1298 m) prendiamo verso sud la carrareccia che, con divieto di transito per gli automezzi, sale con modesta pendenza tra vari tornanti fino al Ricovero Militare del Miaron. La carrareccia ha segnavia 325 e in 45' ci conduce al ricovero. A questo punto si potrebbe salire al Monte Miaron per la via normale (segnavia 327). Noi invece proseguiamo a destra del bivio con la via normale seguendo le indicazioni per il Sentiero Olivato rimanendo sul sentiero 325. Il Sentiero taglia a mezzacosta tra i mughi la dorsale nord-ovest del Miaron senza particolari difficoltà ad eccezione di alcuni canaloni con fondo friabile a causa di alcune frane. Le frane hanno tormentato la zona e per diversi anni hanno causato la chiusura del Sentiero Olivato. Proseguiamo lungo la cengia tra i mughi fino a raggiungere un'indicazione rossa su roccia e un cartello che ci indicano di piegare in salita verso sinistra a risalire un canalone detritico con pendenza più marcata. Proseguiamo seguendo i segni rossi in salita sul canalone fino a incontrare il primo tratto attrezzato del Sentiero Olivato (1h 45' dal parcheggio).
Il primo tratto attrezzato consiste in una paretina verticale a lato di un canalino in cui è caduta una frana. Saliamo il balzo verticale e il cavo piega a destra dove in breve terminano le attrezzature e proseguiamo sul sentiero inizialmente in salita poi nuovamente a mezzacosta. Aggiriamo uno spigolo e si apre davanti a noi il tratto più caratteristico del sentiero. Taglieremo la dorsale occidentale del Miaron in un susseguirsi di esposte cenge e canaloni.
Proseguiamo sulla cengia verso destra incontrando un paio di tratti di canaloni franato che richiedono attenzione. Tuttavia le attrezzature presenti danno una buona mano ad aumentare la sicurezza nei passaggi più esposti. Rimaniamo per un bel tratto radenti alla roccia (caschetto assolutamente d'obbligo per eventuali detriti) e aggiriamo l'intera parete in un crescendo di passaggi interessanti del sentiero. Continuiamo lungo la cengia fino a incontrare un pilone roccioso che forma una forcella con la parete del Miaron.
Oltre la forcella il sentiero prosegue sulla dorsale ovest ed entra ora nel tratto più difficile del sentiero. Il sentiero prosegue lungo una cengia che sembra simile alle cenge precedenti tuttavia si dovrà passare un ghiaione più insidioso con fondo particolarmente instabile. Il passaggio del ghiaione richiede di pesare ogni passo con cautela vista la mancanza di attrezzature di autoassicurazione. Il passaggio è di alcune decine di metri e una volta raggiunta la cengia sul versante opposto del canalone si può dire di aver terminato le difficoltà tecniche del percorso. Si seguono i segni rossi lungo il canalone cercando di evitare i tratti meno stabili.
Aggiriamo lo spigolo e proseguiamo lungo la cengia. Siamo all'interno di una terza "insenatura" dove seguiamo la cengia che in un paio di punti diventa stretta ma è attrezzata e il fondo è assai più stabile del canalone franoso. Aggirando lo spigolo è apparsa dritta a noi la Cridola con le sue guglie. Completiamo questa nuova cengia attrezzata e usciamo di nuovo su un sentiero privo di attrezzature attorno ai mughi. Incontriamo una traccia che giunge da destra (sentiero 340 da località Ciampo) e noi proseguiamo verso sinistra e in breve risaliamo un altro canalone ghiaioso ma decisamente meno insidioso dei precedenti. Seguiamo la traccia in salita ripida e costante fino a raggiungere il Bivacco Vaccari (2050 m - 2h dall'attacco - 3h 45' totali) dove termina il Sentiero Attrezzato Olivato.
Dopo una meritata pausa al bivacco, iniziamo il rientro. Proseguiamo verso est sul sentiero 340 che sale con costante ma non eccessiva pendenza alla Forca del Cridola (2176 m), punto più elevato dell'escursione. Tagliamo a mezzacosta su un tratto in cui prestare nuovamente attenzione fino a innestarci sul più tranquillo sentiero 348 che sale a Forcella Fossiana (1967 m - 1 h dal bivacco). Iniziamo una discesa su un ripido canalone che ci porta in un bel vallone detritico - la Val del Cadorini - e proseguiamo perdendo gradualmente e costantemente quota fino a raggiungere il Passo Mauria (1h 45' da Forcella Fossiana - 6h 30' totali).
Il Sentiero Attrezzato Olivato è un'escursione decisamente piacevole. I tratti attrezzati sono ben posizionati e mai eccessivi. L'escursione si sviluppa in lunghi tratti su falso piano. Le principali insidie sono i canaloni franosi che richiedono passo fermo. Utili bastoncini telescopici. Itinerario lungo con bei panorami e di difficoltà medio-facile fatta eccezione un canalone franoso non protetto di difficoltà maggiore.
Il Sentiero Attrezzato Olivato si sviluppa nelle Prealpi Carniche in un contesto paesaggisticamente magnifico e sconosciuto alle grandi masse che spesso attanagliano le vicine Dolomiti di Sesto e Dolomiti Cadorine. Se si volessero percorrere altri itinerari attrezzati in zona si può scendere a Forni di Sopra per percorrere le due impegnative Ferrate Cassiopea e Varmost. Salendo invece verso nord incontriamo due difficili sentieri attrezzati: il da Pra e Jau Tana. Proseguendo ulteriormente verso il confine italo-austriaco si incontrano il Sentiero Attrezzato d'Ambros, la Ferrata Sartor e Chiadenis.
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giulia_galiazzo
17/08/2020 alle 07:26Percorsa il 26/7/2020 con giro ad anello dal passo della Mauria-sentiero Olivato-bivacco Vaccari-forca del Cridola-anello di Bianchi-rifugio Giaf-passo della Mauria.
Dopo il ricovero Miaron, all’inizio del sentiero c’è un piccolo canalone franoso da scendere, si aggira il lato della montagna e poi si risale un pendio di massi per portarsi all’attaccatura del primo tiro (stare sulla destra).
Dopo il primo tiro comincia il sentiero sulla cengia: mai difficile, anche i ghiaioni sono ben tracciati ma fare attenzione al fondo sdrucciolevole in alcuni punti.
Impegnativa la salita al Vaccari dopo la fine della ferrata: è molto ripida, quasi verticale ma non ha senso scendere al bivio (di parecchio) a destra per risalire per il sentiero 340.
La discesa dopo la forca del Cridola è più sicura se si tengono i guantini e il casco e si mantiene la destra sul ghiaione.
Filippo Rosi
17/05/2019 alle 13:43Bellissimo giro nelle Dolomiti Friulane. Ambiente isolato, severo con parte del sentiero interessato da una frana che richiede un poco di attenzione. Lungo l’itinerario e bellissimo il vallone prima della forcella.