Il Sentiero Attrezzato SOSAT è un sentiero attrezzato molto panoramico che collega il Rifugio Brentei/ Rifugio Alimonta con il Rifugio Tucket nelle Dolomiti di Brenta tra Punta Massari, Punte di Campiglio e Cima Mandron. Il sentiero presenta moderate difficoltà tecniche e può essere percorso in entrambe le direzioni.
Il punto di partenza dell'itinerario è il parcheggio nei pressi del Rifugio Valessinella (sopra Madonna di Campiglio) raggiungibile in macchina. Per raggiungere Vallesinella, appena entrati in centro a Madonna di Campiglio arriveremo a una rotonda dove un cartello marrone ci indica le direzioni che in 4 Km ci portano al parcheggio.
Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Il Sentiero Attrezzato SOSAT, come anticipato nell'introduzione, collega il Rifugio Tucket a nord con due rifugi più a sud - il Brentei e l'Alimonta. In questa relazione partiremo dal Rifugio Tucket per giungere al termine del Sentiero SOSAT e quindi procedere verso il Rifugio Brentei.
Per giungere al Rifugio Tucket dal parcheggio del Rifugio Vallesinella (1513 m) si sale sul CAI 317 nel bosco fino a raggiungere quasi il Rifugio Casinei (1850 - 45' dal parcheggio) dove poco prima restiamo sul CAI 317 in salita verso il Rifugio Tucket. Proseguiamo ignorando il CAI 317 ignorando i sentieri che si staccano verso destra e sinistra e giungiamo al Tucket (2272 m) in poco più di un'ora (1h 30' dal parcheggio - 2h 15' dal parcheggio).
Partiamo dal Rifugio Tucket in direzione est verso l'evidente Bocca del Tucket rimanendo sul versante sinistro dell'ampia vallata. Dritti a noi vediamo l'imponente Vedretta di Tucket (o di Brenta Inferiore). In breve raggiungiamo un primo bivio dove a sinistra parte il Sentiero Dallagiacoma che ci permette di innestarci sulla Ferrata Benini sotto cima Sella. Noi proseguiamo dritti prima di un nuovo bivio con cui dritti si prosegue in direzione della Bocca di Tucket, a destra parte il nostro sentiero CAI 305B per il Sentiero Attrezzato Sosat. Scendiamo verso il fondo valle e attraversiamo in direzione del versante opposto. In questo tratto può esserci neve in base agli anni. Risaliamo il versante opposto della valle fino a raggiungere le prima attrezzature e la targa metallica di inizio del sentiero attrezzato (30' dal Rifugio Tucket).
Il primo tratto di ferrata percorre il versante sud del vallone. Si sale una prima scala metallica e risalgono alcuni balzi rocciosi di modesta entità e difficoltà dopo i quali si procede lungo un sentiero ottimamente segnato privo di difficoltà attraverso grossi sassi. Proseguiamo sul sentiero fino a discendere camino che a primo impatto sembra angusto ma è ottimamente attrezzato con cambre che aiutano la sua discesa. Oltre il camino scendiamo su alcune roccette anch'esse attrezzate per poi continuare sul sentiero aggirando il vallone e uscendone sul versante opposto con il Crozzon di Brenta e Cima Tosa di fronte a noi. Ci troviamo di fronte a una gola dove per proseguire si affronta un tratto di discesa dove entriamo in un camino, passiamo sotto un ponte naturale e scendiamo sotto con alcune roccette da disarrampicare. Proseguiamo su una stretta cengia esposta verso sinistra aggirando parzialmente uno spigolo fino a incontrare una scala di circa dieci metri da discendere. La scala scende una parete strapiombante ma è molto stabile e ci deposita su una nuova cengia verso sinistra in cui vediamo il proseguo della via sul versante opposto della gola. Proseguiamo e incontriamo una nuova scala metallica. Proseguiamo verso l'interno della gola affrontando in rapida successione tratti di cengia e facili traversi con un paio di altre scalette metalliche. Siamo nel tratto più caratteristico ed esposto del sentiero attrezzato. Scendiamo una parete verticale sfruttando una serie di cambre metalliche inizialmente verticali poi più diagonali che facilitano la discesa e siamo su un terrazzino roccioso. Proseguiamo in discesa nella gola affrontando alcuni tratti di sentiero attrezzato, roccette e tratti verticali con ottimi appigli. Scendiamo un paio di altre scale e proseguiamo nell'avvicinarci alla parte più interna della gola sempre disarrampicando tratti di media difficoltà. Oramai in prossimità della parte interna della gola passiamo dal versante opposto dopo aver disceso l'ultimo tratto di parete con cambre. Attenzione a questo tratto che spesso può presentare neve anche in stagione inoltrata.
Risaliamo un masso e proseguiamo verso destra su un traverso oltre il quale risaliamo alcune pareti verticali utilizzando larghe cambre metalliche. Questo tratto è probabilmente il più impegnativo e tecnico del percorso. Risaliti questi primi metri ci troviamo su una larga cengia non protetta. Proseguiamo per diversi minuti in questa cengia senza particolari difficoltà fino a raggiungere la targhetta che indica la fine della ferrata. Consigliamo di non togliere imbraco e caschetto perché incontriamo alcuni tratti attrezzati prima di terminare l'itinerario. Dovremo discendere un paio di nuove scale e due pareti verticali di media difficoltà fino a terminare effettivamente la ferrata con un'ultima scala che ci deposita in un canalino ghiaioso. Scendiamo per il canalino e giungiamo al CAI 323. A sinistra proseguiremmo per il Rifugio Alimonta o la Ferrata Detassis, a destra dove noi proseguiamo si raggiunge il Rifugio Brentei (2h 45' dal Rifugio Tucket - 5h totali).
Dal Rifugio Brentei dovremo scendere al Rifugio Vallesinella passando dal Rifugio Casinei. Ci sono due opzioni principalmente:
Dal Rifugio Casinei scendiamo al Rifugio Vallesinella e quindi al parcheggio (30' - ca 1h 30' dal Brentei - 6h 30' totali).
Come avviene per molte ferrate del Brenta lo sviluppo avviene molto in orizzontale e con modesti dislivelli verticali attrezzati. Sebbene venga chiamato Sentiero Attrezzato del Sosat è - a nostro modesto avviso - riduttivo visto le numerose scale e almeno due tratti verticali esposti sebbene ottimamente attrezzati: poco prima e poco dopo la parte più interna della gola. Il livello di difficoltà è medio e la caratteristica dell'esposizione costante nella gola è l'aspetto forse più caratteristico della via.
Rispetto al percorso di alcuni anni fa, una lunga scala vicino al tratto più interno della gola, è stata sostituita da una serie di cambre metalliche. Questo tratto ha acquisito maggiore difficoltà perché leggermente strapiombante.
Il Sentiero Attrezzato SOSAT è molto spesso utilizzato come sentiero di rientro al Rifugio Brentei dopo aver percorso la Ferrata delle Bocchette Alte. In questo caso dopo le Bocchette Alte non arriviamo al Rifugio Tucket ma a metà tra la Bocca di Tucket e l'omonimo rifugio terremo la sinistra per il Sentiero SOSAT. Ovviamente, in questo possibile itinerario ad anello si potrebbe percorrere anche la Ferrata Detassis come variante delle Bocchette Alte. Se si decidesse di pernottare al Rifugio Brentei oppure al Pedrotti o Tosa si potrebbero concatenare la Ferrata delle Bocchette Centrali con quelle Alte e di conseguenza il SOSAT. In questo caso, come spesso accade nelle Dolomiti di Brenta, gli itinerari possibili sono innumerevoli.
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Michele Grisafi
20/09/2020 alle 01:54Ferrata molto bella, più delle bocchette centrali, che offre lungo il suo tragitto uno dei sentiieri più belli che abbia mai fatto. A livello tecnico è abbastanza semplice sebbene sia possibile farla per la maggiorparte in arrampicata senza usare gli appoggi artificiali (aumentando di molto la difficoltà).
fabseb60
24/08/2020 alle 19:10Come tutte le ferrate nelle Dolomiti di Brenta, si svolge in un ambiente mozzafiato, e lo spettacolo è grandioso. Dato che collega i rifugi Tuckett e Alimonta, è un’alternativa alla Ferrata delle Bocchette Alte, molto più lunga e fisicamente impegnativa. Il sentiero SOSAT non è comunque da sottovalutare, perché presenta qualche tratto abbastanza impegnativo (una serie di staffe in discesa — nella direzione Alimonta/Brentei -> Tuckett — leggermente strapiombanti e da affrontare con delicatezza), e soprattutto dei tratti esposti e non protetti nel tratto vicino ai rifugi Alimonta e Brentei. In particolare, c’è un passaggio che io ho trovato inquietante e che va effettuato, specie se da una persona alta, praticamente carponi, in quanto il sentiero passa sotto un basso tetto di roccia in un punto esposto; in quel passaggio, massima concentrazione!
dario
15/09/2019 alle 09:56fatta lo stesso giorno delle bocchette centrali, giro molto bello ma lungo. Come le bocchette l’ho trovata tecnicamente facile con un paio di passaggi esposti; anche in questa ferrata va posta molta attenzione ai tratti esposti non protetti che non sono pochi!
Filippo Rosi
17/05/2019 alle 13:47Il giro è molto bello, panoramico come sempre il Brenta. Un po’ esposta la ferrata ma mai realmente difficile. Alcuni passaggi da disarrampicare. Mettere in conto durante l’estate di trovare un po’ di traffico che rallenta la progressione.