Relazione dell'impegnativa escursione all'Agner salendo la Ferrata Stella Alpina. L'itinerario proposto è molto appagante ma lungo e riservato a escursionisti esperti con buona esperienza non solo di vie ferrate ma anche di escursioni in quota. Itinerario di oltre 10 ore inclusa la salita all'Agner. Attenzione al proseguo della via al termine della ferrata.
Il punto di partenza dell'itinerario è la località di Frassanè in provincia di Belluno. L'abitato è posto proprio alle pendici del Monte Agner ed è raggiungibile sia da Agordo (Belluno) che da Fiera di Primiero (Trento). Giunti in centro al paese alla piccola Via della Vittoria che sale verso ovest (verso l'Agner). Dopo pochi metri sulla sinistra si prende via Domadore che la si segue per alcune centinaia di metri fino a quando noteremo i segnavia del CAI nei pressi di una biforcazione: a destra sale il 771, a sinistra il 772. Troviamo parcheggio in uno spiazzo (4-5 posti auto) e iniziamo la nostra escursione. Indicazioni per Google Maps disponibili qui.
Lasciata l'auto nella piazzola (1182 m) iniziamo la salita con segnavia 771 che ci condurrà al Rifugio Scarpa. Seguiamo inizialmente la strada forestale che sale intersecando l'ormai dismetta seggiovia. Proseguiamo in salita costante ma non eccessiva fino al termine della forestale. Siamo ora fuori dal bosco e iniziamo a salire decisi per prati lungo le piste da sci fino a raggiungere il Rifugio Scarpa (1735 m - 1h dal parcheggio) posto poco sotto l'arrivo della seggiovia.
Il Rifugio Scarpa è posto in posizione strategica per molte escursioni nella zona dell'Agner. Partendo dal rifugio è ben visibile dritto a noi il proseguo dell'itinerario: avvicinamento alle ripide pareti, lastoni, Forcella Pizzon dove è posto il Bivacco Biasin e la vetta dell'Agner. Dal rifugio seguiamo le indicazioni già presenti per la Ferrata e il Sentiero Miniussi. Raggiungiamo in breve Malga Losch e, mentre il Sentiero Miniussi prosegue dritto, noi teniamo la sinistra uscendo dal bosco (15' dal rifugio). Avvicinandoci alle alte bastionate dell'Agner raggiungiamo un nuovo bivio: dritto a noi vediamo il nevaio del canalone che scende da Forcella Pizzon che utilizzeremo come rientro, mentre a sinistra si segue per l'attacco della Ferrata Stella Alpina posto al termine di una gola senza uscita (1955 m - 1h 45' dal parcheggio).
La prima sezione della ferrata ci permette di saltare un primo risalto roccioso oltre il quale avremo un tratto di trasferimento. La prima parte della salita è verticale ma piuttosto appigliata. Saliamo inizialmente verticali e poi piegando a destra risaliamo nella parte alta alcune roccette e quindi a sinistra. Percorriamo ora un tratto di sentiero inizialmente su ghiaia e prato, poi su roccia seguendo vistosi bolli gialli che ci accompagnano lungo la via. Percorso il tratto di collegamento incontriamo nuovamente le attrezzature dove è posto un singolare cartello di avvertimento a non smuovere sassi.
Inizia ora la seconda e più impegnativa sezione della via. Dopo i primi metri di fune in diagonale, il cavo parte verticale su una parete con appigli non evidentissimi seppur presenti. Dopo questi primi metri atletici ci spostiamo verso destra traversando in direzione di un camino, il primo di una serie presente lungo la via. Saliamo inizialmente sul lato sinistro per poi procedere in spaccata cercando appigli sul lato opposto dell'intaglio così come alcuni pioli presenti. Risaliamo il camino e ne usciamo sul lato sinistro.
Terminato questo primo passaggio tecnico, procediamo lungo la via traversando a destra in direzione di una stretta gola. Ci addentriamo nella gola verso destra prestando attenzione a zaini ingombranti. Dalla base della gola saliamo sul versante sinistro e usciamo da questo secondo passaggio impegnativo. Uscendo dalla gola iniziamo una serie di passaggi verticali, in esposizione crescente dove è consigliabile cercare i vari appoggi presenti per non affaticarsi troppo in vista del proseguo della via. Risaliamo i passaggi verticali ed esposti con alle nostro spalle il canalone innevato che percorreremo al rientro.
Proseguiamo ora affrontando l'ultima sezione della ferrata. Proseguiamo verso sinistra con un traverso che ci porta verso un aereo spigolo con vista sul sottostante Rifugio Scarpa. Risaliamo su una parete verticale per poi portarci sotto un passaggio delicato: il cavo prosegue in verticale e si snoda lungo una fessura. L'attacco di questo passaggio è impegnativo e leggermente strapiombante. Conviene cercare un appiglio per il piede sul lato sinistro e guadagnare l'uscita dal passaggio strapiombante. Salendo lungo la fessura serve una certa dose di agilità per cercare gli appigli su entrambe le parti della fessura. Terminato questo passaggio di sicuro impegno, il cavo piega a destra e ci porta sotto il passaggio chiave della via: una placca verticale e liscia da risalire cercando i pochi appigli naturali (fessura lungo la placca) e i pioli metallici presenti. Siamo alle ultime battute della via. Saliamo gli ultimi esposti e ci indirizziamo verso un nuovo spigolo. Proseguiamo per gli ultimi metri di cavo con cui raggiungiamo "Le Laste" (2320 m - 1h 45' dall'attacco - 3h 30' totali).
Inizia ora un tratto particolare della salita all'Agner. Alle nostre spalle notiamo il dislivello risalito rispetto al Rifugio Scarpa. Dovremo percorrere un lungo tratto di sentiero inizialmente su sassi e prato poi sempre più su fondo roccioso che compongono Le Laste dell'Agner. Nonostante il Bivacco Biasin sembri relativamente vicino, il sentiero da percorrere è tutt'altro che banale (proibitivo con la nebbia) e serve prestare attenzione. Seguiamo i segni (spesso sbiaditi) e gli ometti che indicano la via. Incontriamo alcune roccette da arrampicare in libera così come alcuni tratti attrezzati su placca e cengia. In generale si può affermare che l'attraversata delle Laste è generalmente piuttosto esposta e attraversando più tratti levigati è decisamente sconsigliato percorrerla con rocce bagnate. Percorriamo tutte le Laste fino a raggiungere la parte alta del canalone e sotto il Bivacco Biasin. Risaliamo alcuni tratti attrezzati e gli ultimi metri di sentiero raggiungendo il bivacco posto a Forcella Pizzon (2645 m - 1h 45' dal termine della ferrata - 5h 15' totali).
A questo punto è possibile iniziare il rientro evitando la salita all'Agner. Proseguiamo la relazione includendo la salita all'Agner. Iniziamo ad aggirare la parete sudoccidentale dell'Agner risalendo dalla forcella su una serie di tratti attrezzati. Raggiungiamo un'esposta cengia attrezzata in un tratto decisamente aereo e adrenalinico. Usciamo dalla cengia e iniziamo a salire su un tratto di rampa esposta ma non difficile. Seguiamo la traccia in ripida salita fino a raggiungere la vetta e la croce, posta sull'anticima che si raggiunge per sentiero, dell'Agner (2872 m - 1 h dal Bivacco Biasin - 6h 15' totali).
La discesa dall'Agner è decisamente impegnativa e deve essere tenuta in debita considerazione quando si pianifica questa escursione. Dall'Agner a Forcella Pizzon si percorre a ritroso lo stesso itinerario prestando particolare attenzione nel tratto di sentiero tra la vetta e la cengia attrezzata. Siccome non sono presenti abbondanti segni e i pochi sono sbiaditi è conveniente prestare attenzione durante la salita al percorso effettuato per poter individuare dall'alto il sentiero di discesa. Percorriamo a ritroso i vari tratti attrezzati e giungiamo nuovamente al Bivacco Biasin (2645 m - 45' dalla vetta - 7h totali). Se si volesse pernottare, il bivacco è in buone condizioni.
Dal bivacco iniziamo la ripida discesa stando sul lato sinistro del canalone, restando inizialmente in alto rispetto al sottostante canalone. Il fondo è sdrucciolevole e merita molta attenzione. Scendiamo per circa 200 metri (20' / 30' dal bivacco) con alcuni tratti attrezzati dove incontriamo un bivio segnalato con scritta su roccia piuttosto sbiadita. A destra scende con segni rossi il sentiero lungo il canalone, a sinistra scende con segni gialli la via normale. Descriviamo in relazione l'impegnativa discesa lungo il canalone. La discesa avviene su ripidi tornanti con fondo ghiaioso e a tratti instabile. E' decisamente consigliabile avere con sé bastoncini telescopici per aumentare la stabilità in alcune parti della discesa. La parte inferiore del canalone è generalmente coperta da un nevaio. Terminiamo il canalone e vediamo dritto a noi il Rifugio Scarpa. Seguendo le indicazioni su un sasso, ci riuniamo al sentiero percorso all'andata col bivio per l'attacco della Ferrata Stella Alpina alla nostra destra (1820 m - 1h 30' dal bivacco - 8h 30' totali).
A questo punto percorriamo a ritroso l'intero sentiero di avvicinamento già percorso, raggiungendo il Rifugio Scarpa (15' dal bivio per l'attacco della ferrata) e scendendo al parcheggio per il comodo sentiero 771 fino al parcheggio (1h 15' dal rifugio - ca 10h totali).
In termini di escursione, le difficoltà complessive sono forse tra le maggiori nel panorama italiano di vie attrezzate. Se da un lato le difficoltà tecniche della parte ferrata della via sono da considerarsi "Molto Difficili", a queste vanno aggiunte le oggettive difficoltà nel tratto delle Laste, la salita all'Agner e infine la difficile discesa lungo Il Canalone. A questi tratti impegnativi va aggiunto un lungo avvicinamento e rientro. Si consiglia di spezzare l'escursione in due giorni. Assolutamente da tenere in considerazione le condizioni meteo previste visto che nebbia e pioggia potrebbero risultare molto pericolose sia nelle Laste che lungo la discesa. Tenere in considerazione che lungo Il Canalone è spesso presente neve e può essere prudente avere con sé i ramponi. Ferrata da intraprendere in buono stato di allenamento e con meteo stabile.
La Ferrata Stella Alpina all'Agner è un itinerario lungo e impegnativo. Da sola può impegnare comodamente due giorni. Per chi volesse abbinarla a più itinerari si può procedere in due direzioni:
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annamariamtb
06/08/2020 alle 13:52Giro molto suggestivo su una montagna simbolo delle Dolomiti.La ferrata Stella alpina è sicuramente impegnativa,ma se si è esperti di montagna,ferrate e magari si arrampica un po’ risulterà forse meno difficile di quanto uno si possa aspettare.Non è lunghissima(rispetto ad altre e all’intero giro) e personalmente non mi ha stancato eccessivamente nonostante alcuni passaggi più critici(camini) che andrebbero affrontati da chi è meno esperto con particolare attenzione in quanto richiedono per es.di “spaccare” con le gambe e compiere in modo rapido il passo così da non stancarsi troppo ed evitare un possibile” problema” nella prosecuzione. Il tratto finale della ferrata,quello diciamo più strapiombante, è comunque breve e se si è allenati e/o abituati alle ferrate dolomitiche sarà superato in maniera abbastanza agevole. Finita la ferrata il cammino verso la cima è ancora lungo e quindi giustifica il livello(molto difficile) dato all’intera escursione.L’avvicinamento al bivacco si svolge su roccia che può risultare molto liscia in giornate umide.La salita dal bivacco alla cima non è difficile,ma se uno è molto stanco potrebbe affaticare particolarmente.Io comunque sono salita bene(ci sono anche dei cavi) e consiglio assolutamente di recuperare le forze(anche dentro il bivacco)e di salire in vetta se il meteo lo consente(attenti ai cambi meteo repentini).La vista dall’alto è spettacolare e merita la fatica compiuta. Per la discesa ho scelto la via del canalone e non la normale(più lunga anche se forse un po’ meno tecnica).Come scritto nella relazione è un percorso in discesa piuttosto ripido e lungo(meno però della normale) e può affaticare le ginocchia.Sono presenti in alcuni punti dei cavi che agevolano la discesa.Invito comunque a prestare attenzione ad alcuni passaggi esposti da fare in libera che devono essere affrontati con concentrazione nonostante la fatica accumulata.Insomma solo in fondo al canalone e con la vista sul bel rifugio si può dire di aver concluso il vero percorso. Nella parte terminale del canalone ,quando l’ho percorsa io(agosto 2019), vi era un residuo di nevaio piuttosto compatto,ma percorribile anche senza ramponi.Consiglio,nel dubbio,di telefonare in rifugio per avere informazioni aggiornate sulle condizioni sia della ferrata,sia del nevaio terminale.Infine questo giro ,partendo dalla strada e dal paese, richiede almeno 10 ore di buon passo .E’ affrontabile in giornata se si è dei “local”(diciamo Belluno o province limitrofe se si è proprio allenati e ci si vuole svegliare prestissimo).Se si arriva da fuori regione o dal basso Veneto e soprattutto se si vuole godere di più questa montagna è consigliabile pernottare in zona.Una scelta logica e opportuna è quella di dormire presso l’accogliente (pure per la sola ristorazione)rifugio Scarpa il cui gestore è anche guida alpina.Quest’anno,nonostante la situazione covid attuale, il rifugio ospita e consente quindi di poter riposare adeguatamente prima di affrontare il percorso descritto.L’unica richiesta è quella di portarsi il sacco a pelo(invece del sacco lenzuolo),le proprie ciabatte personali e la ormai nota”mascherina”. Questo materiale in più è facilmente trasportabile partendo dal paese perché la salita al rifugio si svolge in un’ora e mezza circa su una comoda strada forestale con tagli che si snodano su una traccia ben percorribile.Durante il giro si può chiaramente lasciare il materiale del pernottamento in rifugio nei luoghi indicati dal gestore(portatevi magari un capiente sacco in cui infilare tutto quello che non dovete portare in ferrata).
Che dire..se siete amanti delle Dolomiti e siete un po’ esperti ed allenati per me non potete mancare questa salita ad una delle più maestose montagne alpine.
Filippo Rosi
07/09/2019 alle 16:43Giro stupendo sul Gigante di Pietra, l’Agner. Itinerario lungo con ferrata di un certo impegno ma molto logica. Da prestare attenzione i lastoi e il rientro nel canalone.